Natura e Divulgazione Archivi - Il Vulcanico https://ilvulcanico.it/category/natura-e-divulgazione/ Il Blog di Gaetano Perricone Tue, 18 Feb 2025 19:15:19 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 Etna: un piano per la fruizione degli eventi eruttivi, anziché il caos per niente calmo dei divieti https://ilvulcanico.it/etna-un-piano-per-la-fruizione-dei-divieti-eruttivi-anziche-il-caos-per-niente-calmo-dei-divieti/ Tue, 18 Feb 2025 12:01:20 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25413 LETTERA APERTA ALLE AUTORITA’ ETNEE  di Giuseppe Riggio Sull’Etna ritorna il solito caos. Un ingorgo di auto, persone e informazioni che genera, ancora una volta, un’immagine confusa e contraddittoria della terra straordinaria in cui ci troviamo ad abitare. Gli attori sul palcoscenico si muovono in maniera disordinata, recitano tutti insieme senza badare a ruoli e […]

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LETTERA APERTA ALLE AUTORITA’ ETNEE 

di Giuseppe Riggio

Sull’Etna ritorna il solito caos. Un ingorgo di auto, persone e informazioni che genera, ancora una volta, un’immagine confusa e contraddittoria della terra straordinaria in cui ci troviamo ad abitare. Gli attori sul palcoscenico si muovono in maniera disordinata, recitano tutti insieme senza badare a ruoli e tempi di entrata in scena. Sullo sfondo ‘a Muntagna fa il suo solito mestiere, antichissimo e in questo caso neanche particolarmente sorprendente, dando vita a una spettacolare colata iniziata l’8 febbraio alla base della bocca Nuova. L’afflusso di questi giorni conferma che gli abitanti delle pendici etnee restano, per fortuna, ancora una volta incantati di fronte alle manifestazioni che avvengono dietro alle loro case e sulle loro teste. Non è una novità: quando possibile gli etnei accorrono in massa laddove il vulcano regala spettacolo, perché “vedere la lava” resta comunque un evento che segna la memoria, che si tramanda ai figli (quando ci sono) o si condivide comunque con amici vicini e lontani. È un rito identitario prezioso, che va tutelato anche quando esercitato in onore dei selfie. Anche quando viene vissuto in maniera spontanea e improvvisata.

Lo sanno tutti che, se l’Etna si manifesta, abitanti e turisti hanno voglia di andarci, di assistere a uno spettacolo che colpisce direttamente la nostra sfera emotiva. Anche perché si tratta in fondo dell’unico corrispettivo positivo, rispetto ai danni arrecati dalle cadute della cenere, dall’aeroporto che opera a singhiozzo.

Fuoco e neve. Magnifico scatto di Itala Calabrese (Ita Ca)

Chi dovrebbe governare territorio e fenomeni si svela invece puntualmente impreparato in occasione di ogni ricorrente eruzione. Come se in occasione di un derby calcistico fosse strano veder accorrere decine di migliaia di spettatori. Come se i primi giorni di agosto di ogni anno non fossero quelli del “bollino rosso” sulle autostrade. Invece gli uomini che rappresentano le cosiddette autorità civili sembra che scoprano per la prima volta l’esistenza stessa dell’Etna, delle sue ricorrenti attività. Si sorprendono, vengono a sapere che i cosiddetti “curiosi” si assiepano nei pressi del flusso lavico (come se non fosse sempre successo) e infine dispongono divieti perentori e lanciano l’allarme. Mai nessuno che abbia pensato per tempo a predisporre uno straccio di piano di fruizione, anziché di divieto. I vari sindaci hanno imposto restrizioni a raffica in questi giorni. Si sono sbizzarriti nel porre limiti: vietato avvicinarsi a più di 500 metri dalla colata, ha scritto il sindaco di Biancavilla. Altri hanno stabilito genericamente che non si può salire e basta, oppure hanno introdotto l’immancabile obbligo di accompagnamento coatto con guida.

Ma perché tutto questo?  Il pericolo certamente esiste, ma non viene spiegato nei modi adeguati. Si utilizza il criterio della massima prudenza: scriviamo 500 metri, che è evidentemente esagerato, ma almeno nessuno potrà dire- se succede qualcosa- che è colpa del sindaco. Tanto poi è difficile, se non impossibile controllare il territorio. Nei giorni scorsi è arrivato anche l’attivo capo della protezione civile regionale, Salvo Cocina: giustamente ha scritto su Facebook che in realtà non si tratta di un evento di cui la sua struttura dovrebbe occuparsi, visto che di sua competenza sono disastri e vere emergenze. La colata sulla neve, così telegenica, dovrebbe essere roba da Parco dell’Etna, che per legge dovrebbe occuparsi di fruizione dell’area protetta. Peccato che per la Regione la “governance” dei Parchi non sembra sia al momento una priorità.

L’eruzione in corso, splendida immagine notturna di Giovinsky Aetnensis

Il dottor Cocina si è anche fatto intervistare con alle spalle la colata, che a me è parso un modo per dire “vedete che in fondo qui è bellissimo e neanche tanto pericoloso”. Un po’ come la sindaca di Parigi che si è fatta il bagno nella Senna durante le Olimpiadi o il presidente dell’agenzia turistica della riviera romagnola che bevve il famoso bicchiere d’acqua alla mucillagine. Nel frattempo, occorre ovviamente ricordare a quelli che vanno a rendere omaggio alla Montagna-Vulcano, che le esplosioni freatiche, generate dal contatto tra lava e accumuli di acqua, possono costituire un pericolo gravissimo. L’ultimo episodio avvenne nel 2017, con una troupe della BBC che finì in ospedale insieme ad altre persone che assistevano all’evento e con l’operatore che lasciò la camera accesa mentre avveniva l’esplosione. Occorre quindi grande prudenza e misura ed è bene rivolgersi alle guide se non si conoscono i luoghi. Così come sarebbe opportuno che la Regione pensasse finalmente di chiedere le spese del soccorso, così come fanno in tante altre parti d’Italia, per chi si avventura senza nessun criterio e poi si attacca al telefonino per chiedere aiuto. Sarebbe un modo concreto per invitare a essere più misurati, evitando anche qualche rischio inutile ai preziosi volontari del Soccorso alpino.

Un piano di fruizione degli eventi eruttivi, organizzato per tempo, allevierebbe molti dei problemi che si stanno evidenziando in questi giorni. Siamo arrivati persino all’accostamento mediatico, francamente inaccettabile, tra Etna e Roccaraso, tra rito del “vedere la lava” e assalto domenicale ai campi innevati.

Accompagnare, consigliare, guidare anziché vietare. Offrire l’opportunità di tornare a casa con un ricordo bellissimo e indelebile, anziché con la memoria di un caos per niente calmo.

Con il titolo: foto di Giovinsky Aetnensis

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Meraviglia Etna: video, il fuoco sulla neve. Lo spettacolo unico del vulcano Patrimonio dell’Umanità https://ilvulcanico.it/meraviglia-etna-video-il-fuoco-sulla-neve-lo-spettacolo-unico-del-vulcano-patrimonio-dellumanita/ Tue, 11 Feb 2025 11:37:34 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25403 di Giovinsky Aetnensis Non servono parole per commentare questo magnifico video della bravissima, appassionatissima, carissima, generosissima  Giovynsky Aetnensis. Quando ho visto sul suo profilo Facebook la sua stupenda foto sulla nuova colata lavica partita l’8 febbraio sull’Etna innevato, le ho chiesto se avesse un piccolo video per gli appassionati della Muntagna che seguono questo blog: […]

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di Giovinsky Aetnensis

Non servono parole per commentare questo magnifico video della bravissima, appassionatissima, carissima, generosissima  Giovynsky Aetnensis. Quando ho visto sul suo profilo Facebook la sua stupenda foto sulla nuova colata lavica partita l’8 febbraio sull’Etna innevato, le ho chiesto se avesse un piccolo video per gli appassionati della Muntagna che seguono questo blog: ed ecco, stamattina, questo splendido e prezioso documento sull’attività in corso nel nostro vulcano Patrimonio dell’Umanità, per il quale io e IlVulcanico.it ringraziamo ancora una volta Giovinsky. Per dovere di corretta informazione, aggiungo il comunicato dell’INGV Osservatorio Etneo sull’inizio dell’attività vulcanica (Gaetano Perricone)

IL COMUNICATO INGV DELL’8 FEBBRAIO 2025, ORE 20,14, SULL’AVVIO DELLA COLATA. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica dall’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza e da osservazioni di personale INGV in campo, si osserva a partire da circa le 17:35 (UTC) l’emissione di una colata lavica ad una quota stimata di ~3000 metri sul livello del mare tra la base del cratere Bocca Nuova e quella del cratere di Sud-Est. Il flusso lavico si espande in direzione di Monte Frumento Supino. Questa attività è stata preceduta dal 6 febbraio da una modesta ed episodica attività esplosiva dal Cratere di Sud-Est.
Dal punto di vista sismico, l’ampiezza media del tremore vulcanico si mantiene con modeste oscillazioni all’interno dell’intervallo dei valori medi. Le localizzazioni del centroide delle sorgenti del tremore risultano ubicate in corrispondenza del Cratere di Sud-Est ad una elevazione compresa tra 2800 e 3000 m sopra il livello del mare. L’attività infrasonica allo stato attuale risulta essere quasi del tutto assente, mentre per i giorni precedenti ad oggi si segnala una modesta attività infrasonica prodotta dal Cratere di Sud-Est.
Per quanto riguarda il monitoraggio delle deformazioni la rete GNSS non registra variazioni significative, mentre nelle ultime ore la rete clinometrica registra una variazione molto modesta (decimi di microradiante) solo alla stazione sommitale di Cratere del Piano (ECP)

Con il titolo: foto di Giovinsky Aetnensis 

 

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Polifemo, millenario tra gli ulivi, con il suo olio della pace https://ilvulcanico.it/polifemo-millenario-tra-gli-ulivi-con-il-suo-olio-della-pace/ Sun, 17 Nov 2024 06:13:09 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25210 di Pippo Raiti  Gli ulivi grandi, quelli contorti e nodosi sopravvissuti alla storia, ci raccontano gli antichi popoli che con la loro cultura hanno reso la nostra isola uno splendido mosaico di civiltà: Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni. A Castiglione di Sicilia, in contrada Brahaseggi, all’interno di un fondo agricolo di proprietà privata, poco […]

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di Pippo Raiti 
Gli ulivi grandi, quelli contorti e nodosi sopravvissuti alla storia, ci raccontano gli antichi popoli che con la loro cultura hanno reso la nostra isola uno splendido mosaico di civiltà: Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni. A Castiglione di Sicilia, in contrada Brahaseggi, all’interno di un fondo agricolo di proprietà privata, poco distante dalla Cuba Bizantina e dal fiume Alcantara, “vive” proprio uno di quei grandi ulivi secolari, il cui nome è Polifemo (secondo una datazione presunta, sembra che la sua età si aggiri intorno ai 1200 anni). Nome mitologico dovuto all’imponenza del suo tronco, alle sue salde e pronunciate radici che lo legano indissolubilmente alla terra da cui trae il suo nutrimento. Le sue estese fronde, come braccia tese verso l’Etna, sembrano volerla ringraziare per il prezioso dono.
Per la sua veneranda età esso rappresenta esso rappresenta la memoria storia di vite di un tempo lontano e di un tempo più o meno recente: ogni suo nodo, ogni sua contorsione, rappresenta una voce narrante e i suoi racconti sono preziosi insegnamenti. Chissà quante genti hanno raccolto e goduto dei suoi frutti. Quante storie, quante leggende, quanti misteri sono racchiusi tra quei nodi, quante mani hanno raccolto le sue drupe e quanti canti di donne chine hanno hanno ascoltato le sue fronde.
Chissà quale soddisfazione sta provando quell’umile contadino che oltre mille anni fa mise a dimora un ramoscello di ulivo, chissà le storie che avrà sentito, le gioie, i lamenti di chi puntualmente ogni anno si apprestava alla raccolta delle sue drupe. Chissà quante lingue diverse, quanti popoli diversi si sono avvicendati e chissà quante leggende sono state narrate all’ombra delle sue fronde.
Sono tutti questi quesiti che, chissà fin da bambino, mi ponevo nella mente quando accompagnavo  mio padre in campagna e proprio lì, seduto all’ombra dell’ulivo fantasticavo di storie lontane. Man mano crescevo e, attraverso gli studi, quei chissà trovarono spiegazioni storiche e anche lo studio dei miti greci mi fecero scoprire della leggenda della nascita della pianta di ulivo e di come ad esso venne riconosciuto il simbolo di pace.
Ecco che, come spesso accade da adulto, si verifica un ritorno agli studi passati, dettato dal desiderio di voler rendere omaggio a quell’ulivo  che, come un anziano merita di essere raccontato, affinché divenga memoria di un tempo lontano e, attraverso la sua leggenda, divenga memoria contemporanea di un mondo sempre più in bilico tra guerra e pace.
Da qui nasce l’idea dell’olio della pace, prodotto esclusivamente dalla raccolta delle sue olive,  cosicché il perdurare di quest’ulivo secolare diventi metafora dei valori che devono insistere e resistere come le radici profonde di Polifemo.

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Etna, la quinta parossistica emozione in un mese https://ilvulcanico.it/etna-la-quinta-parossistica-emozione-in-un-mese/ Tue, 06 Aug 2024 04:42:26 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25155 di Giovinsky Aetnensis Un’eruzione davvero intensa quella della notte del 4 agosto. Fino alle 3 del mattino mi trovavo al Rifugio Santa Barbara a riprendere le bellissime esplosioni stromboliane che si intensificavano dal Cratere Voragine dell’Etna. Decisi di tornare a casa ma alle 5 venni svegliata da un amico e in fretta e furia tornai […]

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di Giovinsky Aetnensis

Un’eruzione davvero intensa quella della notte del 4 agosto. Fino alle 3 del mattino mi trovavo al Rifugio Santa Barbara a riprendere le bellissime esplosioni stromboliane che si intensificavano dal Cratere Voragine dell’Etna. Decisi di tornare a casa ma alle 5 venni svegliata da un amico e in fretta e furia tornai lassù, dove mi trovavo qualche ora prima.

L’emozione fu stratosferica. Alte fontane di lava e la nube di cenere all’alba abbracciavano il cielo. Salii a Monte Nero degli Zappini per girare qualche clip video. Rimasi incantata a godermi lo spettacolo. Non ci si abitua mai a così tanta bellezza.

Fu la quinta emozione parossistica nel giro di un mese

 

 

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Schizzi dalla Voragine etnea https://ilvulcanico.it/schizzi-dalla-voragine-etnea/ Thu, 20 Jun 2024 05:41:36 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24988 di Giovinsky Aetnensis Dal 14 giugno 2024 é in corso un’attività eruttiva intracraterica di spattering(schizzi) al cratere sommitale Voragine dell’Etna, dal 16 giugno il piccolo conetto di scorie interno al cratere che si era formato si é smantellato e le esplosioni sono aumentate d’intensità. Ecco un piccolo video che documenta quest’attività (Gaetano Perricone). Grato come […]

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di Giovinsky Aetnensis

Dal 14 giugno 2024 é in corso un’attività eruttiva intracraterica di spattering(schizzi) al cratere sommitale Voragine dell’Etna, dal 16 giugno il piccolo conetto di scorie interno al cratere che si era formato si é smantellato e le esplosioni sono aumentate d’intensità. Ecco un piccolo video che documenta quest’attività

(Gaetano Perricone). Grato come sempre alla nostra carissima, bravissima e appassionatissima Giovinsky per questo suo video piccolo, ma estremamente significativo e per il valore vivo e concreto della documentazione offerta ai lettori del Vulcanico. Più valore ancora ha in questo momento per me: visto da lontano, dal mio forzato osservatorio milanese, lo spettacolo del nostro vulcano Patrimonio dell’Umanità è molto più emozionante 

 

 

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Che magnifico spettacolo gli anelli dell’Etna! https://ilvulcanico.it/che-magnifico-spettacolo-gli-anelli-delletna/ Mon, 08 Apr 2024 05:30:16 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24889 di Giovinsky Aetnensis In questi giorni il nostro magnifico vulcano ci delizia con degli anelli di gas a vortice, i Volcanic vortex rings che vengono espulsi da un nuovo pozzo craterico (Pit Crater) posto a nord est del cratere di Sud Est. Sembrano venire fuori come un respiro affannoso questi anelli, che poi veleggiano sopra […]

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di Giovinsky Aetnensis

In questi giorni il nostro magnifico vulcano ci delizia con degli anelli di gas a vortice, i Volcanic vortex rings che vengono espulsi da un nuovo pozzo craterico (Pit Crater) posto a nord est del cratere di Sud Est. Sembrano venire fuori come un respiro affannoso questi anelli, che poi veleggiano sopra la montagna modellandosi sempre più fino a poi sfaldarsi.

L’Etna, “colonna del cielo”, é un vulcano in continua mutazione che non stanca mai, suscita sempre meraviglia e stupore per gli osservatori appassionati come me ed é sempre una grande emozione quando si pratica l’escursionismo

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Alla scoperta dell’Etna con le guide vulcanologiche https://ilvulcanico.it/alla-scoperta-delletna-con-le-guide-vulcanologiche/ Sat, 09 Dec 2023 06:26:50 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24475 (Gaetano Perricone). Dal sito nazionale delle Guide Alpine, pubblichiamo integralmente questo comunicato con una interessantissimo intervista al nostro caro amico Vincenzo Greco, eccellente guida vulcanologica sull’Etna che abbiamo seguito fin dall’inizio di questo suo lavoro (fu il più giovane d’Italia quando cominciò), che è prezioso contributore con articoli di particolare successo de IlVulcanico.it e che […]

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(Gaetano Perricone). Dal sito nazionale delle Guide Alpine, pubblichiamo integralmente questo comunicato con una interessantissimo intervista al nostro caro amico Vincenzo Greco, eccellente guida vulcanologica sull’Etna che abbiamo seguito fin dall’inizio di questo suo lavoro (fu il più giovane d’Italia quando cominciò), che è prezioso contributore con articoli di particolare successo de IlVulcanico.it e che anche nelle risposte, piene di competenza ed equilibrio, sulla sua attività sul più alto vulcano attivo d’Europa Patrimonio dell’umanità e sui rischi in ambiente vulcanico per escursionisti sprovveduti e avventati, conferma le sue capacità e la grossa esperienza ormai acquisita sul campo. Un’intervista chiara e preziosa, da leggere anche per chi l’Etna lo conosce bene. 

Vincenzo Greco al lavoro

Fonte: Ufficio Stampa Guide Alpine Italiane – Comunicato stampa (https://www.guidealpine.it/blog/)

Osservare da vicino un cratere, le colate di lava e scoprire grotte vulcaniche. Ecco alcune delle incredibili esperienze che è possibile vivere con una Guida Vulcanologica, figura professionale specializzata per accompagnare turisti ed escursionisti nelle aree vulcaniche attive. Vincenzo Greco, guida Vulcanologica sull’Etna, cresciuto ai piedi del vulcano e studente di Geologia all’Università di Catania, ci racconta come si vive da vicino un vulcano.

Vincenzo, come sei diventato guida vulcanologica?

Mio nonno era Guida Alpina, è stato il primo ad operare sul versante Nord dell’Etna. Mio zio è vulcanologo, mio padre lavora sull’Etna e io ho vissuto la mia infanzia sull’Etna. La mia passione è il vulcano in generale: l’ho vissuto da quando sono sono nato, ho studiato Geologia e ho preso la decisione di fare questo lavoro nella mia vita. Sin dalle prime volte che mi sono trovato a condurre gruppi sul vulcano, è stato come se lo avessi fatto da una vita.

Vincenzo Greco nel febbraio 2017, con il diploma di guida vulcanologica

Quante sono oggi le guide vulcanologiche nella zona?

Stiamo crescendo. Nella sessione d’esame di ottobre del Collegio Guide alpine Sicilia si sono abilitate 36 nuove guide vulcanologiche, che andranno a sommarsi quelle già abilitate negli anni precedenti: a breve potremmo essere oltre settanta nella zona. Il Collegio Siciliano conta inoltre 17 Guide alpine attive ad oggi più alcune in seconda iscrizione.

Chi sono i vostri clienti?

L’interesse per il vulcano sta crescendo: lavoriamo con turisti, sia in gruppi organizzati sia singoli. Poi ci sono clienti che richiedono percorsi particolari e in questi casi si vede il valore aggiunto della guida vulcanologica, ma è perlopiù un mercato straniero. Di norma il turista viene in Sicilia con infradito e ombrellone, pensando al mare, e molti immaginano in questi termini anche un’escursione sul vulcano nonostante sia alto 3000 metri.

La poca consapevolezza della quota e dell’ambiente montano è un problema?

Spesso sì. L’approccio da “turista” è sempre più diffuso anche sulle Alpi o su altre montagne, però qui lo si vive molto di più: classicamente c’è qualcuno che da Taormina vede L’Etna e dice “ora salgo” ma non si informa a sufficienza e arriva con abbigliamento o attrezzatura inadeguati. Sta cambiando nell’approccio alla montagna in generale e i social hanno un ruolo decisivo in questo: molti si avvicinano a questi ambienti attirati da foto o video, va di moda mettere sui social le emozioni che si provano e viene a mancare quell’approccio consapevole che porta a valutare l’attrezzatura, le condizioni ambientali etc.

Che escursioni offre l’Etna, come livelli di difficoltà?

Il vulcano offre enormi spazi e non è troppo complicato avvicinarsi ad un vulcano soprattutto nelle aree prossime ai paesi ai crateri laterali. Possiamo organizzare attività semplici per le famiglie o per piccoli gruppi, magari con avvicinamento tramite mezzi di trasporto, o escursioni di media difficoltà che portano a toccare 3000 metri con visita di diversi crateri e grotte. Le escursioni in cima sono più dure e solo pochi le scelgono.

Quali sono le difficoltà specifiche di un vulcano?

C’è una difficoltà in più rispetto alla quota. Nel contesto sommitale di un vulcano attivo bisogna fare particolare attenzione alle esalazioni di zolfo e anidride carbonica. Sconsigliamo di salire al di sotto dei 12 anni, perché  essendo più vicino al terreno, il bambino respira molto più gas rispetto ad un adulto. La stessa cosa vale per i cani.

Che cosa puoi dire dello scialpinismo sull’Etna?

Molti vengono sull’Etna per lo scialpinismo, oggi capita che ci sia più neve qui che al Nord. L’anno scorso ricordo che la strada è stata chiusa per 15 giorni occlusa da 2 metri di neve caduti in una notte. Si poteva partire da quota 1000 metri con le pelli di foca, in alcuni punti anche da quota 600, e si arrivava in cima a 3300 metri: in Sicilia è un fatto con pochi precedenti.

Qual è la stagione più nevosa sull’Etna?

Febbraio. Ma l’anno scorso, aveva nevicato molto anche a dicembre e abbiamo sciato quattro mesi, fino ad aprile, in alcune zone fino a giugno. Non c’è più la stagionalità classica. Ad esempio questo autunno abbiamo avuto un’anomalia con temperature alte e poche precipitazioni.

Oltre alle Guide vulcanologiche, anche le Guide alpine possono accompagnare sui vulcani. Cosa vi distingue?

Probabilmente l’interpretazione dell’ambiente vulcanico. Non è una cosa facile da imparare, la formazione delle guide vulcanologiche prevede moduli di stampo scientifico di vulcanologia, geologia, petrologia e petrografia. Insomma, materie inerenti all’ambito geologico, utili ad acquisire la capacità di interpretare i fenomeni vulcanologici che su una montagna normale non ci sono. C’è anche un aspetto culturale: il cliente vuole sapere tutto del vulcano e la guida deve saper rispondere anche a domande scientifiche. La Guida Alpina, invece, può accompagnare ad esempio nelle ascensioni scialpinistiche o escursioni sciistiche, ambiti riservati alla sua professione. Per entrambi c’è una sensibilità che si sviluppa con l’esperienza sul campo, ad esempio saper capire i segnali che precedono il risveglio di un cratere o l’evolvere di un fenomeno particolare. Per questo fine giornata, tra guide vulcanologiche e guide alpine, qui in zona siamo soliti condividere informazioni rilevanti, ad esempio se notiamo qualcosa di diverso nelle fumarole, nelle emissioni dei gas, nella produzione di fratture, nella disposizione dei crateri interni.

Ci fai un esempio?

Attorno al 10 di agosto scorso, stavamo facendo regolarmente escursioni con i gruppi. Da un paio di giorni io e alcuni colleghi notavamo delle strutture di debolezza nuove sul cratere di sud Est, delle fratture ortogonali con forte incremento dell’emissione di gas. In base alla nostra esperienza abbiamo preferito avvisare di non proseguire perché temevamo un’eruzione imminente. Il 15 di agosto, 5 giorni dopo, è partita una fontana di lava, alta 800 metri.

Se dovessi consigliare un itinerario, secondo te il più bello della zona?

L’itinerario che porta al cratere sommitale è sicuramente molto bello, in questo periodo abbiamo il plus dell’eruzione. Facciamo anche escursioni apposite per vedere le eruzioni, ovviamente parlo di colate. Quella che consiglio maggiormente è però un’escursione di stampo geologico sul versante Nord, che mostra come funziona il vulcano e permette di vedere fratture, grandi crateri e grotte.

Con il titolo: la lava e la neve, i contrasti (foto di Vincenzo Greco, anche le altre di questo articolo) 

 

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Etna, snow and fire. Il fuoco dal vulcano sul bianco mantello della grande muntagna https://ilvulcanico.it/etna-snow-and-fire-il-fuoco-dal-vulcano-sul-bianco-mantello-della-grande-muntagna/ Fri, 01 Dec 2023 05:47:23 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24435 di Rosario Catania Il vulcano L’Etna il vulcano attivo più alto d’Europa, che da poco ha compiuto il decimo anniversario di riconoscimento come patrimonio dell’umanità, iscritto nella World Heritage List dell’Unesco. Un vulcano, una montagna, che non smette mai di regalare emozioni da entrambi  i punti di vista, con nevicate alternate alle eruzioni che rappresentano […]

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di Rosario Catania

Il vulcano

L’Etna il vulcano attivo più alto d’Europa, che da poco ha compiuto il decimo anniversario di riconoscimento come patrimonio dell’umanità, iscritto nella World Heritage List dell’Unesco. Un vulcano, una montagna, che non smette mai di regalare emozioni da entrambi  i punti di vista, con nevicate alternate alle eruzioni che rappresentano di fatto due elementi opposti.

Gli elementi

Il filosofo Empedocle postula l’esistenza di quattro radici fondamentali, che nella tradizione successiva saranno conosciute come i quattro elementi, che rappresentano l’origine di tutte le cose formate dunque dalla loro mescolanza. Quattro elementi, quattro forze, dove nessuna è dominante sulle altre, ma insieme aggregano e disgregano ogni cosa esistente. Dunque aria, acqua, terra e fuoco sono presenti su questo vulcano, dalle sue origini proprio nell’acqua, prendendo forma aerea, creando nuova terra poi modellata dal fuoco, dal vento e dalla stessa acqua. L’elemento fuoco sull’Etna è rappresentato fondamentalmente dalla lava, prima magma incandescente, che dalle viscere della Terra si fa strada ricco di gas fino a raggiungere la superficie ed esplodere con tutta l’energia e la vitalità di un pianeta vivo.

Lo stato attuale

L’ area sommitale dell’Etna è oggi occupata da quattro crateri, con la Voragine e la Bocca Nuova, che si sono formate all’interno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968, il Cratere di Nord-Est, che esiste dal 1911, e infine il Cratere di Sud-Est, nato nel 1971, che recentemente è stato il più attivo dei quattro crateri. Questa configurazione contrasta notevolmente con quella di circa un secolo fa, quando in cima all’Etna si trovava il solo il Cratere Centrale.
La sera del 12 novembre 2023 l’Etna è tornata in eruzione, dopo un periodo di “preparazione” tra anelli di gas, boati e un costante tremore a livelli medio-alti. Spettacolari fontane di lava alte centinaia di metri e una densa nube eruttiva carica di materiale piroclastico (cenere e lapilli), poi ricaduto sul fianco orientale del vulcano, hanno reso scenografico un evento naturale, osservato e fotografato da centinaia di appassionati, seppur con notevole disagio per quei paesi colpiti direttamente dal “fallout” di lapilli di varie dimensioni. Il protagonista di questo scenario di creatore di nuova terra è proprio il Cratere di sud-est. Nel suo ultimo comunicato, la notte del 30 novembre, l’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ci ha informato “che dall’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, si osserva che continua l’attività stromboliana al cratere di Sud-Est. Tale attività, a carattere variabile sia in intensità sia in frequenza delle singole esplosioni, produce delle modeste emissioni di cenere, che in accordo con il modello previsionale, si disperdono rapidamente in direzione Est e comunque in prossimità dell’area sommitale”. 

La scenografia

Come in un set cinematografico, l’Etna ha allestito un palcoscenico perfetto e non solo il 12 novembre,
indossando un mantello bianco di soffice neve e velandosi con le nubi d’alta quota, per rendere l’atmosfera a volte cupa, altre mistica, con i riverberi rossi dell’ attività interna al cratere, che nel frattempo continuava. Oggi, mentre scrivo, episodi di attività stromboliana si alternano a frequenze quasi regolari come per descrivere il respiro del vulcano.

Il pubblico

Non è quello delle grandi occasioni, perché questo vulcano è osservato, fotografato e studiato continuamente, da personale specializzato (INGV e Parco dell’ Etna), da appassionati assidui e da semplici curiosi. Dunque potremmo definirlo un sorvegliato speciale, perché nel tempo ha dato atto di sorprendere con i suoi cambi di stato alcune volte senza un chiaro e netto preavviso strumentale. Un pubblico vario per età genere e provenienza, tra studiosi, turisti, atleti, politici, personali illustri, ecc, che percorrono il lungo e in largo La sua superficie di oltre 1250 km quadrati.
Tra questi anch’io, i miei affetti, gli amici con cui condivido le giornate osservando sua maestà l’Etna, appena svegli e quando ne abbiamo occasione o bisogno. Si perché spesso ne sentiamo il bisogno, come una sorta di richiamo alla Natura, un benessere psicofisico, talvolta morboso, ma che personalmente interpreto come senso di appartenenza. Del resto siamo polvere di stelle, lo è questo pianeta, lo è questo vulcano. Apparteniamo a quei quattro elementi con cui ho aperto questo breve viaggio nella conoscenza profonda del proprio esistere.

L’ appartenenza

Mi piace concludere il viaggio con il mio senso di appartenenza, penso largamente condiviso, come nel pensiero dello scrittore, sceneggiatore e drammaturgo Vitaliano Brancati, di cui riporto un passo da Il Bell’Antonio.
“Finalmente Antonio rimase solo e poté guardare a suo agio i cari tetti di Catania, quei tetti neri, disseminati di giare, di fichi secchi e di biancheria, sui quali il vento di marzo, al tramonto, sferra calci da cavallo, le cupole che, nelle sere di festa, scintillano come mitre d’oro; le gradinate deserte dei teatri all’aperto; gli alberi di pepe del giardino pubblico; il cielo della provincia, basso e intimo come un soffitto, sul quale le nuvole si dispongono in vecchi disegni familiari; l’Etna accovacciato fra il mare e l’interno della Sicilia, con sulle zampe, la coda e il dorso, decine di paesetti neri che vi stanno arrampicati con stento”. (Il bell’Antonio – V.Brancati)
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Foto e video di Rosario Catania

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“Sicilia vulcanica”, una guida ecoturistica https://ilvulcanico.it/sicilia-vulcanica-una-guida-ecoturistica/ Sun, 12 Nov 2023 06:10:21 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24312 di Santo Scalia Che la Sicilia, così come anche la Campania, sia una terra vulcanica è cosa nota. In questo caso parliamo soprattutto di un vulcanesimo attivo; anche altre regioni italiane sono ricche di testimonianze vulcaniche (vedi Lazio, Toscana ed anche Veneto), ma in questi casi i vulcani presenti non sono più attivi. In Sicilia […]

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di Santo Scalia

Che la Sicilia, così come anche la Campania, sia una terra vulcanica è cosa nota. In questo caso parliamo soprattutto di un vulcanesimo attivo; anche altre regioni italiane sono ricche di testimonianze vulcaniche (vedi Lazio, Toscana ed anche Veneto), ma in questi casi i vulcani presenti non sono più attivi.

In Sicilia troviamo di tutto: antiche aree vulcaniche, vulcani tutt’ora in attività, vulcani sottomarini (vedi ilVulcanico.it: Sopra e sotto il mare: ecco i 36 vulcani, attivi o già spenti, visibili e invisibili, che circondano la Sicilia).

Il libro di cui ci occupiamo, scritto da Franco Tassi e Carmelo Nicoloso, Sicilia vulcanica, guida ecoturistica, è uno strumento valido, utile, interessante e piacevole da consultare e da leggere. Il sottotitolo, itinerari Etna, Nebrodi, Alcantara, Peloritani, Eolie, ci anticipa infatti che non solo di vulcani (Etna, Alcantara, Eolie) vi si tratta, ma anche di aree naturalistiche di grande interesse della Sicilia nord-orientale.

È infatti una guida agile, precisa e ricca di curiosità, suddivisa in cinque capitoli principali che illustrano l’Etna e i territori che circondano per mare e per terra la grande “Muntagna”; vi si trovano anche storie di natura che approfondiscono temi particolari d’interesse naturalistico e turistico: si spazia dalle curiosità faunistiche e botaniche, ai rifugi, che offrono ospitalità lungo i sentieri, alle coltivazioni tipiche, alle citazioni storiche e letterarie, ai racconti dei pionieri.

La parte più ampia di questa guida ecoturistica è ovviamente dedicata al maggiore dei vulcani siciliani, l’Etna, visto non solo sotto l’aspetto vulcanico, ma anche del paesaggio vegetale, della fauna locale, della storia, delle città e delle loro peculiarità.

Antonio Nicoloso (a destra) ed il fratello Orazio sulla cima dell’Etna (Archivio A. & O. Nicoloso)

Le pagine di questo libro sono impreziosite da alcune foto dell’indimenticabile – ed indimenticato – Antonio Nicoloso, storica guida del nostro vulcano (immagini concesse dall’Archivio A. & O. Nicoloso).

Nel volume, oltre alle pagine scritte dagli Autori, trovano spazio anche tante altre firme di esperti e di persone amanti della natura e della sua fruizione.

Conosciamo gli Autori: Carmelo Nicoloso è personaggio noto nell’area etnea (e non solo); guida naturalistica nei Parchi, nelle Riserve e nei siti Naturalistici Siciliani, Coordinatore Mezzogiorno d’Italia Comitato Parchi, formatore per le guide naturalistiche con l’ausilio dell’Università dei Parchi e tanto altro. Franco Tassi, storico direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, coordinatore del Centro Parchi Internazionale, è autore di numerose pubblicazioni di carattere sia scientifico sia divulgativo sulle tematiche dell’ambiente e della conservazione della natura.

Ecco come l’editore presenta il volume (Fonte – Moroni Editore ):

«L’Isola del sole è sempre fonte di sorpresa per i mille aspetti naturalistici, storici e artistici che la rendono meta turistica d’eccellenza. La guida Sicilia vulcanica” vuole svelare un aspetto peculiare della Trinacria, narrare la bellezza e la storia di quei territori orientali dell’isola, caratterizzati dalla presenza della “Muntagna”, come viene chiamato l’Etna: monti, colline, foreste, pianure, città e vicine isole con ambienti selvaggi e affascinanti, fauna e flora di grande interesse e bellezza, paesi ricchi di arte e di tradizioni, sentieri e rifugi che offrono ospitalità al viandante in cerca di emozioni. E di emozioni parlano gli autori, pionieri che hanno studiato e affrontato le eruzioni dell’Etna – massimo vulcano attivo europeo – e quel suo imporsi sulla natura, sulle rocce, sulle “fiumare” creando ambienti di particolare suggestione: tutti da esplorare in automobile, a cavallo, in bicicletta, a piedi seguendo itinerari suggeriti da guide locali, che in ogni pagina della guida riescono ad interessare narrando storie antiche, curiosità naturalistiche, specialità della gastronomia, tradizioni di un mondo arcaico di grande fascino».

Il volume, pubblicato nel 2020 dall’editore Cesare Moroni, consta di 297 pagine di formato 15×21 cm. ed è arricchito da 298 immagini. Lo si trova senza difficoltà nelle librerie e nelle piattaforme online.

Con il titolo: l’Etna visto da sud (foto S. Scalia)

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Etna, 10 novembre 2023: un minuto e 12 secondi di spettacolo notturno https://ilvulcanico.it/etna-10-novembre-2023-un-minuto-e-12-secondi-di-spettacolo-notturno/ Sat, 11 Nov 2023 06:07:17 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24302 (Gaetano Perricone) Lassù, molto in alto, l’Etna è ritornato a dare spettacolo con il suo lavoro di vulcano e lei, Giovinsky Sicilia, con la sua straordinaria passione che manifesta in ogni occasione senza darsi mai le arie di scienziata, lo ha puntualmente documentato con video e foto. E noi la ringraziamo sempre. Per spiegare sinteticamente […]

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(Gaetano Perricone) Lassù, molto in alto, l’Etna è ritornato a dare spettacolo con il suo lavoro di vulcano e lei, Giovinsky Sicilia, con la sua straordinaria passione che manifesta in ogni occasione senza darsi mai le arie di scienziata, lo ha puntualmente documentato con video e foto. E noi la ringraziamo sempre. Per spiegare sinteticamente quello che sta accadendo riporto quello che ha scritto sul suo profilo il nostro amico Vincenzo Greco, Guida Vulcanologica  sempre sul pezzo: “Attualmente sull’Etna è in corso una costante e ritmica attività stromboliana che si è incrementata nel corso del mese corrente. Questa attività è localizzata in alta quota, quindi all’interno della depressione craterica del cono del Cratere di Sud Est ad una quota di 3300 metri circa, quindi a molta distanza dai centri abitati. Da qualche e ora si assiste alla produzione di una piccola colata di lava in uscita dalla base dalla bocca esplosiva all’interno del cratere”. Aggiunge sul suo profilo Boris Behncke, vulcanologo INGV: “Nella notte questa attività si è bruscamente arrestata, per ora”.

Ma meglio di ogni parola sono queste semplici e fantastiche immagini: un  minuto e dodici secondi emozionanti, filmati e firmati dall’ottima Giovinsky per la sua pagina Trinacriativa “in una ventosa serata, mentre nel pomeriggio del 10 novembre 2023 l’attività è diventa più vivace e continua”, che ci ricordano la grande potenza di quella meravigliosa macchina geologica che si chiama Etna, vulcano “di eccezionale valore universale” – come riconosciuto dall’Unesco, che lo ha inserito tra i siti naturali della World Heritage List – e la nostra infinita piccolezza di fronte a tutto ciò.

 

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