Opinioni Archivi - Il Vulcanico https://ilvulcanico.it/category/opinioni/ Il Blog di Gaetano Perricone Sat, 20 May 2023 05:53:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 Etna, le Guide Vulcanologiche: panico eccessivo, il vulcano fa il suo lavoro. Chi tutelerà i turisti oltre i 2000 metri “off limits”? https://ilvulcanico.it/etna-le-guide-vulcanologiche-panico-eccessivo-il-vulcano-fa-il-suo-lavoro-chi-tutelera-i-turisti-oltre-i-2000-metri/ Sat, 20 May 2023 05:49:35 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23444 Riceviamo e volentieri pubblichiamo di Vincenzo Greco Il pensiero delle Guide Vulcanologiche riguardo la situazione attuale sull’Etna Scriviamo perché ci teniamo a rassicurare tutte quelle persone che ci hanno contattato in merito alla situazione che sta interessando il vulcano Etna in questo momento. Il vulcano sta semplicemente facendo il suo lavoro, cioè il “VULCANO“, e […]

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Vincenzo Greco

Il pensiero delle Guide Vulcanologiche riguardo la situazione attuale sull’Etna

Scriviamo perché ci teniamo a rassicurare tutte quelle persone che ci hanno contattato in merito alla situazione che sta interessando il vulcano Etna in questo momento. Il vulcano sta semplicemente facendo il suo lavoro, cioè il “VULCANO“, e come tale sappiamo che cambia il suo stato di attività diverse volte anche nell’arco di pochissimo tempo nella medesima giornata. Non sta accadendo nulla di preoccupante quindi, si tratta di ordinaria attività, che non deve assolutamente destare panico o preoccupazione.

Ma cosa è successo quindi? Durante la frenetica giornata di giovedì, il magma che stazionava al di sotto dell’area sommitale del vulcano, ha tentato e sta ancora tentando di produrre un evento eruttivo, tale fenomeno di risalita è stato accompagnato da attività sismica di bassa energia, dovuta all’introduzione (intrusione) di una certa quantità di fuso magmatico nel sottosuolo, che come accaduto già in passato, ha sempre preceduto o accompagnato riprese delle attività esplosive o eruttive ai crateri terminali o sub-terminali.

Detto ciò, questa destabilizzazione del sistema è stata rilevata dalle capillare rete di monitoraggio che tiene sotto controllo il nostro vulcano H24, di conseguenza è stata avvertita la Protezione Civile che ha diramato lo stato di allerta. Nulla da dire in merito, nel senso il sistema è stato super efficace perché sono stati avvertiti tutti nell’immediatezza e la notizia si è diffusa, specie tramite i social. Lasciando perdere il proliferare di notizie catastrofiche in merito, si è assistito ad una vera e propria (preoccupante) escalation di panico e preoccupazione un po’ esagerata anche tra la popolazione. Tra l’altro noi come professionisti che operiamo giornalmente sul vulcano, possiamo affermare che nei giorni scorsi, abbiamo notato degli aumenti specie delle attività fumaroliche in prossimità dell’apparato orientale del cono del Sud Est oltre che alle due esplosioni del 6 e del 14 maggio, oltretutto abbiamo pure notato (alla base orientale del Cratere di Sud Est ad una quota di 3100 mt circa) un area con carenza di innevamento – evidenziato nella foto qui accanto – chiaro segno della presenza di un maggiore riscaldamento del suolo, in quel determinato punto. In conseguenza di ciò, conoscendo bene il rischio di determinate aree, ci siamo sempre tenuti a distanza di sicurezza.

Ad oggi però cosa succede ? Che ci troviamo davanti al blocco disposto dalle varie ordinanze che vietano di operare al di sopra di quota 2000 metri per i motivi di cui sopra. Non nascondiamo che questa cosa alimenta la nostra preoccupazione, riguardo l’incolumità e la sicurezza di molti turisti che ignari dei rischi e delle ordinanze, accedono comunque alle aree attive esponendosi inconsapevolmente ai possibili fenomeni vulcanici… La nostra presenza sul vulcano oltre che a curare l’accompagnamento di singoli o gruppo come figure abilitate ai sensi di legge, rappresenta indirettamente una sorta di controllo o meglio sorveglianza “sul campo” delle aree interdette o soggette ad accessi guidati e di conseguenza vediamo ed informiamo finché è possibile, le persone che si avventurano da sole.

Adesso invece tutto ciò non può avvenire e paradossalmente la nostra mancata presenza è un fattore di sicurezza che viene meno, ciò potrebbe avere conseguenze negative: nonostante come guide vulcanologiche si è formati ad eseguire le proprie valutazioni sui rischi legati all’ambiente in cui operiamo, la situazione attuale non ci permette più di farlo. Allora ci si chiede: dobbiamo tutelare o non dobbiamo tutelare? Si può parlare di sistema controllato in questo modo? Oppure no? Quando potremo tornare a fare il nostro lavoro regolarmente? Le guide esistono perché esiste un rischio, ed esistono per mitigare i rischi, se il rischio non c’è questa figura viene meno o meglio è come se venisse letteralmente annullata dal sistema. In definitiva riteniamo sia importante che ci siano delle cose da rivedere, specie sul filtraggio delle notizie e sulla successiva pubblicazione di disposizione utili ad affrontare le emergenze, in modo tale da evitale cattive interpretazioni e conseguenti pesanti effetti indesiderati sul sistema tutto.

Con il titolo: Etna, 17 maggio 2023 (foto di Gaetano Perricone)

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Missili (e) sulla Polonia. Servizi poco segreti. E poi, anzi prima di tutti lo zio Sam https://ilvulcanico.it/missili-e-sulla-polonia-servizi-poco-segreti-e-poi-anzi-prima-di-tutti-lo-zio-sam/ Sat, 19 Nov 2022 07:22:02 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=22477 di Francesco Palazzo I recenti incontri segreti – che non sono più segreti perché evidentemente dovevano essere resi noti all’opinione pubblica mondiale – tra i capi dei servizi cosiddetti segreti di Usa e Russia hanno portato ad un riavvicinamento delle posizioni tra i due attori principali di questa guerra combattuta sulla testa (e a discapito) […]

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di Francesco Palazzo

I recenti incontri segreti – che non sono più segreti perché evidentemente dovevano essere resi noti all’opinione pubblica mondiale – tra i capi dei servizi cosiddetti segreti di Usa e Russia hanno portato ad un riavvicinamento delle posizioni tra i due attori principali di questa guerra combattuta sulla testa (e a discapito) della martirizzata Ucraina. Sembra che gli Stati Uniti stiano riuscendo a convincere i russi a pensare se non alla “pace” almeno ad un “cessate il fuoco”. D’altra parte, per convincere i russi a cominciare a riconsiderare le loro posizioni c’è voluta una dispendiosa e lunga dimostrazione militare con le strategie e con i mezzi bellici messi a disposizione degli ucraini. A questo punto occorre che anche Zelensky sia disposto a pensare alla pace.

Il presidente Usa Joe Biden

Il presidente ucraino, però, si trova tra due fuochi: da un lato Joe Biden che gli chiede di trovare un accordo e dall’altro i suoi compatrioti e soldati che pretendono di non sacrificare nemmeno un centimetro quadrato di suolo patrio. Quindi, bisogna convincere Zelensky: come fare? Ecco che i sunnominati capi dei servizi finti segreti di Stati Uniti e Russia mettono in piedi “l’operazione missili”. Due missili S-300, forse uno, di fabbricazione sovietica (il termine è corretto in quanto si tratta di una categoria di missili a lunga gittata entrata in “servizio” negli anni ’70), utilizzati sia dall’esercito russo sia da quello ucraino, sono caduti in Polonia, in una zona rurale situata a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, causando la distruzione di un deposito di grano e, soprattutto, l’uccisione di due agricoltori polacchi. Le immediate reazioni da parte polacca sono state di grande preoccupazione e tensione e, nelle more che si potesse stabilire come erano andate le cose, sia la Polonia sia le altre repubbliche confinanti con l’Ucraina, e principalmente la Lettonia, l’Estonia e l’Ungheria, hanno deplorato l’accaduto attribuendone la responsabilità alla Russia ed hanno convocato i rispettivi consigli di sicurezza invitando la Nato a mostrarsi e a dimostrarsi. Anche i governanti degli altri paesi aderenti all’Alleanza Atlantica si sono allarmati per il rischio di dover entrare in guerra a difesa del suolo patrio di un paese membro, secondo l’art. 5 del Trattato.

Jake Sullivan

Per fortuna, o forse è meglio dire per abilità del presidente americano Biden, o meglio ancora del suo consigliere alla sicurezza Jake Sullivan, la grave crisi è progressivamente rientrata: prima i russi hanno rilasciato una dichiarazione nella quale precisavano che i missili non erano stati lanciati da loro, poi Biden faceva sapere che l’intelligence americana aveva tracciato la rotta dei missili e che quindi era giunta alla conclusione che fosse altamente improbabile che i missili fossero stati lanciati dalle solite basi russe del mar Nero. Nel frattempo i missili caduti da due erano diventati uno e il presidente Biden con una neanche tanto energica “moral suasion” convinceva il presidente Duda a non agitarsi tanto. Per cui dal richiamo all’art. 5 si passava al richiamo all’art. 4 (che prevede la convocazione di un consiglio tra i paesi Nato) al richiamo a nessun articolo perché si attribuiva la paternità del missile all’Ucraina. Il presidente Zelensky ha prima fatto il “diavolo a quattro” ma poi, di fronte ad un vibrante richiamo del presidente Biden, ha virato su più miti consigli allineandosi alla posizione di tutti gli altri paesi Nato che avevano già derubricato l’accaduto come un mero incidente cui non dare grande importanza. Insomma, il mondo non vuole entrare in guerra, gli basta che la Russia si stia lambiccando a distruggere l’Ucraina.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

Tutto ciò a che cosa porta? Il presidente Zelensky dipende in tutto e per tutto degli aiuti occidentali, e in maniera specifica americani, e quindi è bene che si renda effettivamente conto di ciò, e pertanto il missile ucraino partito a sua insaputa gli avrà senz’altro fatto capire che non può avere tutto sotto controllo ma soprattutto che quello che dice lo zio Sam si fa. Nello stesso tempo, la lezione sarà pure servita agli altri paesi confinanti con l’Ucraina e facenti parte della Nato – e in generale a tutti i paesi europei – che a finire a fare la guerra ci si sta poco o niente e che quindi è sempre meglio stare attenti ad ubbidire allo zio Sam. Indirettamente – ma poi non tanto – la lezione sarà servita pure alla Russia, che sicuramente non ha nessun interesse ad entrare in guerra con la Nato. A meno che il presidente Putin non si voglia passare lo sfizio di lanciare qualcuna delle sue famose bombette nucleari.

Con il titolo: un’immagine del missile caduto in Polonia (dal web)

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Super centravanti, ottimo portiere, tanta determinazione: è il Palermo che cresce e batte una grande favorita https://ilvulcanico.it/super-centravanti-ottimo-portiere-tanta-determinazione-e-il-palermo-che-cresce-e-batte-una-grande-favorita/ Sun, 11 Sep 2022 05:31:32 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=22183 di Gaetano Perricone La debilitazione e la conseguente abulia da Covid, con cui ho a che fare in questi giorni, non mi impedisce di onorare il mio impegno settimanale con il Vulcanico rosanero. Sono particolarmente contento per la preziosissima vittoria dei ragazzi di Eugenio Corini allo stadio Barbera di venerdì sera e credo di dovere spendere qualche […]

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di Gaetano Perricone
La debilitazione e la conseguente abulia da Covid, con cui ho a che fare in questi giorni, non mi impedisce di onorare il mio impegno settimanale con il Vulcanico rosanero. Sono particolarmente contento per la preziosissima vittoria dei ragazzi di Eugenio Corini allo stadio Barbera di venerdì sera e credo di dovere spendere qualche parola su questo risultato così importante, ma anche su una prestazione assolutamente positiva contro una squadra retrocessa dalla Serie A, di grande blasone, con ottimi giocatori, dunque tra le super favorite per la promozione.
E allora, come sempre, comincio dal post che ho scritto di getto subito dopo il fischio finale dell’arbitro Francesco Cosso, che riassume con accurata sintesi il mio pensiero. Ma che gran Palermo, forte e guerriero: batte meritatamente il #GenoaCFC, una delle favoritissime della #SerieB con una prestazione davvero notevole e guadagna 3 punti molto importanti alla fine di una partita spettacolare e combattutissima.
Infinito e onnipresente #MatteoBrunori: segna il bellissimo gol decisivo, ne manca almeno altri due per le ottime parate del portiere ospite #Martinez, addirittura salva la sua porta dal pareggio con un doppio intervento da difensore baluardo. Ma tutta la squadra di #Corini, con la difesa impeccabile e il centrocampo nuovo di zecca in netta crescita, ha fatto il meglio che poteva e una citazione particolare la merita il portiere #MirkoPigliacelli, decisivo quanto il super goleador #Matteo. Bella serata di pallone rosanero, insomma, e buone e promettenti prospettive per il futuro del campionato”.
La gioia del bomber Brunori
COSE BELLE – Innanzitutto quelle appena citate: il super centravanti e l’ottimo portiere, l’ultimo giocatore e il primo, quelli che decidono il risultato nella sostanza e al di là dell’andamento del gioco e la prestazione dei compagni di squadra, il numero 1 (in questo caso il 22, che è il numero scelto da Pigliacelli per la sua maglia) che deve salvare la sua porta con gli interventi giusti al momento giusto e il numero 9 che deve fare la cosa che più conta nel gioco del calcio, mettere la palla dentro la rete avversaria. Questa cosa cosa l’infinito, ribadisco, Matteo Brunori continua a farla con  impressionante e fantastica regolarità: anche contro il fortissimo Genoa ha segnato il gol vincente “al bacio”, raccogliendo con il tempismo perfetto del super attaccante l’assist altrettanto al bacio di Di Mariano e fulminando Martinez. Un gol esemplare, da manuale, una perla, che conferma le qualità tecniche di questo giocatore che non finisce mai di stupire. Magari avrà anche lui il suo momento di calo, ma saprà essere comunque prezioso, come ha confermato venerdì sera frapponendosi davanti alla propria porta con il corpo, da difensore estremo, a un attacco del Genoa che sembrava destinato al gol. Dunque Matteo non si tira indietro ed è prezioso in ogni parte del campo.
Mirko Pigliacelli
Bravissimo e decisivo, come ho scritto sopra, anche il portiere Mirko Pigliacelli, che ha risposto con i fatti, con una prestazione brillante e sicura, a qualche critica di troppo. E infine, tra le cose belle, questa volta voglio citare anche il lavoro dell’allenatore Eugenio Corini: a qualche perplessità e scetticismo sul suo operato e sulle sue scelte – il mio compreso – , più o meno dichiarate, ha risposto con il lavoro, mettendo in campo un Palermo decisamente cresciuto, dal punto di vista del gioco, del temperamento, della determinazione, della corsa di quello che ci aveva lasciato perplessi in occasione della pesantissima sconfitta di Reggio Calabria. Deve lavorare ancora molto la squadra del “Genio, ma bisogna dargli il tempo di farlo, anche se gli impegni sono pressanti e difficili, a cominciare dalla nuova grande sfida di sabato alle 14 a Frosinone, molto attesa dal popolo rosanero per il non dimenticato e indimenticabile precedente del 16 giugno 2018, era la finale dei play off per la Serie A, la partita dei due palloni in campo, vinsero i ciociari per 2-0 con tante polemiche anche per la direzione tutta in … una direzione, scusate il gioco di parole, dell’arbitro La Penna. Insomma, tra le due squadre e i tifosi c’è vecchia ruggine, per i rosanero voglia di rivincita.
Mister Eugenio Corini
COSE MENO BELLE – Non ne cito in particolare, non mi sembra il caso dopo una vittoria così bella tutta da godere. Certo, la difesa è ancora da assestare e registrare, a parte l’ottimo Buttaro. I centrali Marconi e Nedelceauru hanno retto con l’esperienza e il sacrificio, ma anche con qualche sofferenza, alle bordate della fortissimo coppia d’attacco genoana Ekuban-Coda, di più ha sofferto il generoso Mateju. Deve crescere ancora, pur avendo evidenziato buoni passi avanti, il terzetto di centrocampo, le tre S Stulac, Saric, Segre: ho comunque l’impressione che appena anche loro saranno pienamente integrati nella squadra, il Palermo avrà uno dei reparti centrali più validi del campionato. Hanno corso e sono stati spesso incisivi, con qualche errore di troppo, le ali Elia e Di Mariano.
La Curva Nord
NOTE E CURIOSITA’ –  Due parole solo sul meraviglioso pubblico rosanero. C’erano 23.643 spettatori presenti sugli spalti, con Palermo-Genoa c’è stato il nuovo record allo stadio Barbera nel nuovo campionato di Serie B. Non sono gli oltre trentamila dei play off promozione, ma sono tantissimi, gioiosi, appassionati. E andranno crescendo se il Palermo saprà guadagnarsi la loro stima e il loro entusiasmo. Mi sembra giusto, dunque, chiudere con un omaggio alla grande passione rosanero e ricordare anche, come la vittoria dei rosanero contro il Genoa ci ha confermato con quel gol annullato agli ospito all’ultimo secondo del recupero per un millimetrico fuorigioco, che la fortuna aiuta gli audaci, “audentes fortuna iuvat”. E’ sempre una componente importante del successo, un giorno tocca a uno, un giorno a un altro.
Con il titolo: Matteo Brunori scocca il tiro del gol vincente. Le foto dal sito ufficiale Palermo FC

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Brutta e bruciante la nuova sconfitta del Palermo rinnovato. Ma ci vuole tempo per l’amalgama https://ilvulcanico.it/brutta-e-bruciante-la-nuova-sconfitta-del-palermo-rinnovato-ma-ci-vuole-tempo-per-lamalgama/ Mon, 05 Sep 2022 04:56:35 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=22135 di Gaetano Perricone La capacità di sintesi, nel mestiere di giornalista, è una delle caratteristiche, prerogative direi, necessarie. E dunque, nell’appuntamento di questa settimana del Vulcanico rosanero per me anche stavolta piuttosto faticoso e infastidito dopo il pesante ko di Reggio Calabria, potrei limitarmi a fare copia e incolla di quanto ho scritto di getto […]

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di Gaetano Perricone

La capacità di sintesi, nel mestiere di giornalista, è una delle caratteristiche, prerogative direi, necessarie. E dunque, nell’appuntamento di questa settimana del Vulcanico rosanero per me anche stavolta piuttosto faticoso e infastidito dopo il pesante ko di Reggio Calabria, potrei limitarmi a fare copia e incolla di quanto ho scritto di getto sul mio profilo Facebook a fine partita senza aggiungere nulla: “Altra brutta sconfitta e brutta partita dei rosanero di Eugenio Corini, nonostante i tanti rinforzi inseriti in squadra. Ancora errori difensivi determinanti e poca incisività in avanti per un Palermo che deve lavorare e crescere molto. L’obiettivo dichiarato è la salvezza, certo, ma bisognerà guadagnarsela facendo risultati. Anche perché di squadre forti come la Reggina e grandi giocatori di categoria superiore, come Jeremy Menez, autore di un gol fantastico, la formazione rosanero in questa Serie B quasi A2 ne incontrerà parecchie”.  Punto e basta? Potrei fermarmi per non tediarvi, ma alcune cose voglio, anzi mi sembra opportuno aggiungerle per chiarire meglio il mio pensiero, seguendo lo schema che ho adottato per questa rubrica pallonara.

Dario Saric

COSE BELLE – Francamente, nella prestazione del Palermo allo stadio Granillo chiusa con una sonora sconfitta, un 3-0 senza attenuanti, mi viene difficile trovare qualcosa di bello o positivo da mettere in evidenza, ma ci provo lo stesso. Naturalmente, come molti di voi, mi sono soffermato con grande curiosità a osservare i nuovi acquisti, presentati al popolo rosanero con una certa enfasi e qualche idea me la sono fatta, anche se è troppo presto per crearsi un’opinione definitiva sul loro valore. E allora non mi è sembrato male Ales Matéju, il difensore di fascia ceco, protagonista di qualche buon intervento per fermare gli avversari; credo siano tutti da rivedere in azione prima di pronunciarsi le tre S del blocco di centrocampo, complessivamente fragile e lento in questa prima apparizione, con il bosniaco Dario Saric non pervenuto nel primo tempo, poi più addentro al gioco e protagonista di qualche spunto interessante e lo sloveno Leo Stulac, che ha fatto intuire, ma solo intuire le sue doti di buon costruttore di gioco. Su Jacopo Segre meglio rinviare ogni valutazione, di lui resta l’immagine del gravissimo errore da cui è partita l’azione del raddoppio della Reggina, quando si è fatto rubare la palla, praticamente infilzare da Maier a centrocampo. Nient’altro di bello, se non la sufficiente prova di Buttaro, attento e generoso sulla fascia difensiva destra, una conferma.

Festa reggina per il gol di Menez

COSE MENO BELLE – Tutte: difesa fragilissima nella coppia centrale, con Nedelcearu in grave difficoltà e Bettella da rivedere in altra occasione, dopo che avrà scontato la squalifica che si beccherà dopo l’espulsione per doppia ammonizione. Dei terzini ho già parlato; non mi ripeto sul centrocampo, incapace di fare filtro consistente alle brillanti folate offensive della Reggina, ma anche di impostare azioni offensive incisive; per l’attacco avevo già scritto la settimana scorsa di quanto sarà più difficile per Matteo Brunori con le difese di Serie B e anche la partita dello stadio Granillo lo ha confermato, ma non si può dire che gli siano arrivate palle buona né da Elia, abbastanza evanescente a destra e neanche da Di Mariano, che ha sbagliato il facile gol del pareggio ad inizio ripresa – forse la partita sarebbe cambiata – , ha avuto pochi spunti significativi e si è fatto anche male.

Maier e Segre

Ciò scritto, non mi associo alle critiche spinte, forse troppo, all’estremo direi, di queste ore. Il Palermo ha giocato e perso male, lasciando l’amaro in bocca e molte perplessità: ma era oggettivamente improbabile, se non impossibile, che i nuovi innesti e l’assetto totalmente rinnovato della squadra si esprimessero al meglio, con una prestazione e magari anche un risultato convincente, già nella prima partita e soprattutto sul campo di un’avversaria decisamente forte e con ottimi giocatori. Dunque all’allenatore Corini, che ha espresso soddisfazione per gli acquisti, va dato il tempo giusto per assemblarli bene, per amalgamarli come si suole dire – l’amalgama si potrebbe anche comprare al mercato degli svincolati, come disse un grande e storico personaggio del calcio siciliano … – , per plasmare una squadra con lo spirito di squadra: lavoro complesso in una piazza difficile e dalle forti ambizioni come Palermo, ma il più volte dichiarato obiettivo unico della salvezza rende tutto un po’ meno complicato nei rapporti con la piazza, che non potrà mai dire che si aspettava di più. Diamo allora il giusto tempo – che comunque non può essere molto lungo – a Corini e ai giocatori, nella speranza che in attesa che il lavoro venga completato non ci siano troppe altre sconfitte e troppi dispiaceri che potrebbero incidere sul morale della squadra e sull’ambiente. E non sarebbe male, ma questo tocca all’allenatore deciderlo, che qualcuno dei vecchi protagonisti della splendida promozione dalla Serie C – i Floriano, Valente, Marconi, Broh, Damiani – non venisse definitivamente estromesso dalla squadra: la loro esperienza e il loro animus pugnandi, lo spirito combattivo di baldiniana memoria, potrebbero essere importanti e preziosi in questa fase di transizione, che speriamo non sia lunga. Intanto la sfida di venerdì sera alle 20,30 allo stadio Barbera contro il forte e blasonato Genoa, retrocesso dalla Serie A, sarà un altro test difficilissimo, ma molto importante stimolante per la rinnovata formazione rosanero.

Pippo Inzaghi con il suo bambino a fine partita

CURIOSITA’ – Due immagini dalla telecronaca, ancora una volta più che soddisfacente, che ho seguito su HelbizLive: Pippo Inzaghi, allenatore della Reggina, con il suo meraviglioso bambino a festeggiare la vittoria sotto la curva dei suoi tifosi dopo la vittoria; e il gesto tecnico, coronato da un gol favoloso (il secondo dei padroni di casa dopo l’1-0 di Fabbian) di Jeremy Menez, grande giocatore in maglia amaranto dal passato prestigioso (Milan, Roma, PSG), uno dei tanti che il Palermo affronterà in questo campionato di Serie B di altissimo livello. Bellissime scene che esaltano la bellezza dello sport che amiamo molto, nonostante le tante, troppe brutture. E per finire, mi associo i sognatori: anche se capisco che per varie ragioni la cosa sembra impossibile, il ritorno di Josep Ilicic sarebbe un colpo eccezionale del City Group, un grande regalo per la squadra e il pubblico. Ma so che resterà un sogno.

Con il titolo: il gol dell’1-0 di Fabbian. Le foto dal sito ufficiale del Palermo F.C.

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Palermo, aspettiamo il “nuovo corso” di Corini dopo una sconfitta amara ma salutare https://ilvulcanico.it/palermo-aspettiamo-il-nuovo-corso-di-corini-dopo-una-sconfitta-amara-ma-salutare/ Mon, 29 Aug 2022 05:09:40 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=22097 di Gaetano Perricone Non lo posso nascondere: mi secca molto, cari amici del Vulcanico rosanero, scrivere sul primo ko per giunta casalingo per i rosanero in questa nuova stagione, sono abbastanza amareggiato e deluso. Non mi aspettavo non tanto il risultato negativo, che nel calcio è sempre possibile, ma è stata forte la scossa che ho […]

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di Gaetano Perricone

Non lo posso nascondere: mi secca molto, cari amici del Vulcanico rosanero, scrivere sul primo ko per giunta casalingo per i rosanero in questa nuova stagione, sono abbastanza amareggiato e deluso. Non mi aspettavo non tanto il risultato negativo, che nel calcio è sempre possibile, ma è stata forte la scossa che ho avuto, non credo di essere il solo, dopo la partita di sabato sera: un tuffo nella dura realtà della Serie B. Ma voglio subito aggiungere che mi sembra eccessivo e inappropriato, soprattutto prematuro, quel certo clima di preoccupazione che percepisco in queste ore in molti commenti: buttare subito il bambino con l’acqua sporca, come si dice in casi del genere, credo sia quanto di peggio e più deleterio si possa fare, passare dal grande entusiasmo allo scoramento è completamente sbagliato. Siamo appena all’inizio, toccherà all’allenatore provare a rimediare subito con i buoni rinforzi messi a disposizione dalla società.

Il gol del momentaneo pareggio di Matteo Brunori

Sintetizzo il mio pensiero, come già fatto nelle precedenti partite, rilanciando il post che ho scritto a caldo sul mio profilo Facebook: “Arriva per il #Palermo la prima, meritata sconfitta nel campionato di Serie B, finisce dopo un anno e mezzo l’imbattibilità dello stadio Renzo Barbera. Gondo trascina un Ascoli superiore in campo e fa nerissimi i padroni di casa con una spettacolare tripletta, favorita dalla difesa palermitana stasera davvero imbarazzante, una banda del buco. Il solito Matteo e il neo acquisto Segre rendono il risultato alla fine meno eclatante di quanto avrebbe potuto essere. Comunque meglio che sia successo adesso, alla terza giornata: è una sconfitta amara ma salutare, che ci fa capire che il Palermo è pur sempre una neopromossa che avrà a che fare con squadre e giocatori avversari di livello tecnico nettamente superiore rispetto a quelli della C. E mister Eugenio Corini, anche lui stasera in evidente sofferenza, con l’inserimento dei nuovi acquisti dovrà dare forza e qualità a una squadra che ha comunque, lo ha dimostrato anche in questa sfida complicata, grande temperamento e voglia di lottare”.  Potrei fermarmi, in fondo ho detto tutto, ma qualcosa voglio aggiungerla – non molto perché so bene che ai tifosi non piace molto leggere chiacchiere dopo una sconfitta – seguendo lo schema fin qui adottato in questa rubrica.

Il gol di testa di Jacopo Segre

COSE BELLE – Non sono molte, a occhio e croce. Certamente lo è la più che frizzante prestazione di Nicola Valente nel primo tempo, fin quando le energie lo hanno sostenuto al meglio, anche se il fallo che gli è costato l’espulsione nel finale ha rovinato la sua prestazione. Cosa bella è anche la puntualità e prontezza con cui Matteo Brunori si è fatto trovare pronto all’appuntamento con il gol del pareggio, confermando qualora ce ne fosse bisogno l’importanza e il valore della sua presenza in area avversaria. Lo sono anche, per quello che abbiamo potuto vedere e non è molto (secondo me poteva e doveva essere di più, avrebbero potuto e forse dovuto entrare in campo già all’inizio del secondo tempo), gli ingressi nel corso della ripresa del nuovi centrocampisti Leo Stulac – si è visto subito il piede fino e la visione di gioco – e Jacopo Segre, che ha pure segnato con un bel colpo di testa e soprattutto un’ottima incursione il gol della speranza. Ha fatto benino anche Bettella in difesa ma non era difficile dopo tanti strafalcioni dei compagni, meno brillante il debutto di Di Mariano in avanti, ma non era forse per lui la partita giusta e dunque aspettiamo con fiducia alla prossima occasione.

Eugenio Corini

COSE MENO BELLE – Certamente, lo hanno detto e scritto in tutte le salse i commentatori e cronisti rosanero ben più bravi e lucidi di me, una cosa brutta e soprattutto preoccupante della prestazione del Palermo contro l’Ascoli è stata la fragilità, uso un eufemismo, della difesa, che ha preso tre gol soprattutto per responsabilità proprie, con tanto di cappello al realizzatore ivoriano Cedric Gondo che è sicuramente un bravo attaccante ma non è il mostro devastante visto contro i rosanero e ha rischiato di subirne altri dalle devastanti scorribande offensive degli ascolani, con Caligara, Bidauoi e compagni che in certi momenti sembravano inarrestabili. Le critiche più pesanti, insieme ai troppi fischi che si potevano pure evitare, sono toccate a Lancini e Crivello, sicuramente protagonisti principali di quella che nelle occasioni decisive per gli ospiti è apparsa un vera e propria banda del buco, ma non mi pare che Nedelcearu si sia salvato da questo tracollo difensivo generale, tutt’altro direi se guardiamo tutti i gol ospiti. E nemmeno il portiere Pigliacelli si può considerare esente da colpe, mentre sicuramente ha fatto un passo indietro il filtro di centrocampo Damiani-Broh. Una brutta giornata generale, insomma, resa ancora più evidente dalla forza complessiva di un’avversaria valida ma non trascendentale, alla portata di quello che dovrebbe essere il miglior Palermo al completo, ma che ha fatto brutalmente, io aggiungo fortunatamente capire presto che la neopromossa – non dimentichiamolo mai – squadra rosanero dovrà affrontare formazioni e giocatori forti altrettanto e anche di più dell’Ascoli e dovrà essere tecnicamente attrezzata per farlo. Archiviamo dunque senza drammi, con tranquillità, questa spiacevole sconfitta e guardiamo avanti: ora Corini potrà lavorare con i nuovi giocatori e il nuovo assetto che vorrà dare al suo Palermo, che dovrà provare a riscattarsi sabato prossimo alle 14 sull’insidioso campo della Reggina, con il recupero in difesa evidente importante di Marconi che ha scontato la squalifica, forse di Sala e la possibilità di utilizzare Ales Mateju, difensore della nazionale della Repubblica Ceca, sul quale l’allenatore rosanero pare confidi molto.

NOTE E CURIOSITA’ – Nella giornata che ha fatto registrare la fine della lunga imbattibilità del campo di casa dei rosanero, citerei solo il numero degli spettatori allo stadio Barbera: 22.163, di cui 10.550 abbonati, di più di quelli che c’erano nel debutto casalingo con il Perugia e che hanno fatto un tifo davvero intenso e costante fino all’ultimo. Bel pubblico, bellissimo tifo, numeri da Serie A, non dico niente di nuovo. Una valore aggiunto che la società guidata dal presidente Mirri e con alle spalle la potenza del City Group dovrà coltivare e coccolare, dando alla squadra e al suo allenatore tutto il meglio che serve quantomeno per non sfigurare in questa Serie B che abbiamo visto e molto di più vedremo di che pasta (e di quante difficoltà) è fatta.

Con il titolo: il primo gol di Cedric Gondo. Le foto dal sito ufficiale del Palermo https://www.palermofc.com/it/

 

 

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Palermo, spirito guerriero e punto d’oro. Ora aspettiamo all’opera i rinforzi https://ilvulcanico.it/palermo-spirito-guerriero-e-punto-doro-ora-aspettiamo-allopera-i-rinforzi/ Sun, 21 Aug 2022 04:55:28 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=22067 di Gaetano Perricone “Stringiamo i denti e portiamo a casa, dalla bolgia dello stadio #SanNicola, un punto ottimo e preziosissimo dopo un bel primo tempo e poi tante sofferenze, una vera battaglia chiusa in dieci uomini per l’espulsione di #Marconi. Rosanero comunque valorosi e pareggio meritato. Adesso arrivano rinforzi che sembrano di qualità e che […]

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di Gaetano Perricone

Stringiamo i denti e portiamo a casa, dalla bolgia dello stadio #SanNicola, un punto ottimo e preziosissimo dopo un bel primo tempo e poi tante sofferenze, una vera battaglia chiusa in dieci uomini per l’espulsione di #Marconi. Rosanero comunque valorosi e pareggio meritato. Adesso arrivano rinforzi che sembrano di qualità e che sono certamente necessari per fare un buon campionato”.

Il post che ho scritto di getto dopo il fischio finale dell’arbitro pescarese Campione mi sembra, a mente fredda, l’efficace sintesi del mio pensiero sul pareggio del Palermo a Bari (1-1) nella prima trasferta del campionato di Serie B, un appuntamento davvero molto complicato proposto subito dal calendario, una “classica” del calcio del sud Italia tra le due titolate neopromosse, ma soprattutto squadre del cuore di due grandi città con altrettanto grandi tifoserie. E dunque, lo ribadisco subito, avere superato senza danni questo primo, insidiosissimo scoglio lontani dal Barbera, in uno stadio molto importante con 35mila spettatori, un vero e proprio test di crescita e maturazione, è certamente brillante merito dei rosanero di Eugenio Corini.

Jeremie Broh, grande protagonista anche a Bari

COSE BELLE –  Innanzitutto lo spirito “guerriero”, la voglia di battersi fino all’ultimo, di giocarsela tutta fino in fondo e anche di giocare bene, buttando sul campo tutte le proprie risorse senza paura: anche allo stadio San Nicola, così come nel debutto casalingo con il Perugia, il Palermo ha messo in mostra soprattutto nel primo tempo, giocato alla grande e con superiorità più che netta sugli avversari, lo spirito e la mentalità decisive per la cavalcata trionfale dei playoff della Serie C. Dal punto di vista delle motivazioni, non sembra esserci soluzione di continuità: qualcuno ha osservato, correttamente a mio avviso, che si tratta di “eredità baldiniana” ed è anche normale che sia così, visto che la formazione delle prime due partite è stata sostanzialmente la stessa che ha conquistato la promozione. E’ vero, così come è altrettanto vero quello che ho già sottolineato e cioè che molto bravo è stato il nuovo allenatore a non provare neanche a snaturare quest’anima così battagliera, soprattutto nella prima, delicatissima fase di avvio del campionato e di transizione prima dell’innesto dei nuovi acquisti nella squadra che toccherà da oggi in poi a Corini plasmare e indirizzare in base alle proprie idee.

Mirko Pigliacelli

Ma prima di vedere all’opera, con grande curiosità, i vari Bettella, Stulac e Di Mariano, rinforzi per tutti i reparti sulla carta di indiscutibile qualità e capaci di fare crescere le ambizioni di una squadra che si è finora mostrata all’altezza della categoria superiore, sappiamo già che il Palermo può contare su due acquisti importanti. Per quanto riguarda il primo nome, ribadisco con ulteriore convinzione concetti già espressi: Jeremie Broh, a Bari decisamente il migliore dei rosanero, se continuerà ad esprimersi a questi livelli in termini di corsa, capacità di contrasto ma anche di spinta, vigore atletico e determinazione, sarà una magnifica risorsa per la squadra. Un centrocampista davvero di notevole livello, radicalmente trasformato rispetto al giocatore muscio e inconcludente che avevamo conosciuto nella sua prima esperienza palermitana. Il secondo nome che faccio, con grande piacere, è quello del portiere Mirko Pigliacelli: dopo la partita con il Perugia lo avevo un po’ criticato e sfotticchiato per il troppo cincischiare con il pallone tra i piedi e i rischiosi passaggi in area di rigore con i compagni della difesa. E’ successo più volte anche a Bari e in un’occasione ha anche rischiato grosso, ma in compenso è stato protagonista di alcune parate importanti, una delle quali su Maita assolutamente decisiva per negare il gol all’avversario. Sappiamo dunque che su Pigliacelli si può contare.

Roberto Floriano in azione

Onore al merito, lo rendo molto volentieri, anche a due pilastri del Palermo neopromosso: Nicola Valente, autore del gol rosanero con un bellissimo destro “a giro” che è tra le sue armi migliori e Roberto Floriano, che oltre ad avere fornito al compagno l’ottimo assist per andare al tiro vincente si è mosso bene e con grande spirito di sacrificio, mancando anche clamorosamente prima della rete di Valente la facile occasione che forse avrebbe condannato alla sconfitta la sua ex squadra. Sappiamo che su questi due “anziani” mister Corini potrà sempre contare anche rivoluzionando la squadra.

Matteo Brunori

COSE MENO BELLE – Mi piace guardare e annotare tutto, premettendo che non si tratta di una critica sostanziale ma quasi una ricerca del pelo nell’uovo in una prestazione più che buona dei rosanero, meno che mai rispetto al nome che sto per fare. Non è stata una gran partita per Brunori, non era la sua serata e la cosa mi ha colpito perché evidentemente il super cannoniere ci ha abituati troppo bene: se fosse stato il solito Matteo, non si sarebbe lasciato sfuggire un paio di occasioni davvero appetitose, soprattutto quella maturata dopo la cavalcata e il passaggio di Broh. Ma in fondo, se ribaltiamo il punto di vista, non è stato male che questo calo sia arrivato adesso, per farci capire che pur con tutte le sue ben note qualità che lo rendono punto di riferimento assoluto per i compagni e pericolo pubblico per gli avversari che lo temono molto, anche per Brunori l’avventura in Serie B, a livelli tecnici e contro avversari decisamente superiori rispetto agli scenari dello scorso campionato, sarà meno facile, ma non per questo potrà impedirgli di regalare ai suoi tifosi ancora grosse soddisfazioni. E poi a lui una giornata non esaltante è ampiamente concessa. Non bello neanche il “buco”, in una difesa che era stata molto attenta e poco aveva concesso, che ha consentito all’ottimo Cheddira di realizzare agevolmente il gol del pareggio barese. Ma ricordiamo anche che la squadra era già dall’inizio del secondo tempo fortemente sotto pressione da parte degli avversari e dunque l’errore poteva anche starci.

L’arbitro Campione ha concesso il gol diValente al Palermo dopo la consultazione del VAR

NOTE E CURIOSITA’ – A Bari abbiamo visto quanto sia importante, determinante per il risultato, l’intervento del VAR (Video Assistant Referee), il ben noto e chiacchierato dispositivo elettronico capace di risolvere in modo inequivocabile – ma in qualche caso clamoroso così non è stato – le questioni relative a azioni di gioco che né l’arbitro e neanche i guardalinee sono in grado di dirimere con le loro decisioni sul campo. Allo stadio San Nicola, come abbiamo visto, il VAR ha fatto giustizia al 38esimo minuto dopo l’errore del guardalinee, che aveva segnalato un fuorigioco inesistente di Valente autore della rete del vantaggio del Palermo e poi all’86esimo, quando la consultazione video ha indotto l’arbitro Campione a espellere direttamente Marconi per fallo da ultimo uomo, costringendo i rosanero a una difesa affannosa del risultato in inferiorità numerica negli ultimi, complicati minuti con un lungo recupero. Decisione a mio avviso anche questa corretta.

E’ tutto, il Vulcanico rosanero può tacere, non prima di ringraziare di cuore i lettori più numerosi del previsto al suo ritorno con la Serie B. Adesso aspettiamo con molto interesse la nuova sfida casalinga alla terza giornata con l’Ascoli di sabato sera, che presumibilmente vedrà l’inserimento in squadra dei nuovi acquisti e dunque una fisionomia diversa del Palermo di Eugenio Corini.

Con il titolo: Nicola Valente scocca il tiro dell’1-0 per i rosanero. Le foto, bellissime, di Tullio Puglia dalla gallery del sito ufficiale https://www.palermofc.com/

 

 

 

 

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Buona e incoraggiante la “prima” in Serie B. Il Palermo c’è, va rafforzato e fatto crescere https://ilvulcanico.it/buona-e-incoraggiante-la-prima-in-serie-b-il-palermo-ce-va-rafforzato-e-fatto-crescere/ Mon, 15 Aug 2022 04:40:40 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=22015 di Gaetano Perricone “Chi ben comincia è a metà dell’opera”, recita uno dei proverbi più diffusi. Ci sta tutto ed è di ottimo auspicio, per rilanciare qui sul mio blog, in fondo la sua sede naturale, la rubrica “Il Vulcanico rosanero“, che riprende a braccetto il mio carissimo Palermo all’inizio della nuova avventura in Serie […]

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di Gaetano Perricone

Chi ben comincia è a metà dell’opera”, recita uno dei proverbi più diffusi.

Ci sta tutto ed è di ottimo auspicio, per rilanciare qui sul mio blog, in fondo la sua sede naturale, la rubrica “Il Vulcanico rosanero“, che riprende a braccetto il mio carissimo Palermo all’inizio della nuova avventura in Serie B  dopo tre anni di sofferenze nelle serie minori per le ben note vicende societarie. Scrivo con piacere e incrollabile passione, con l’esperienza del vecchio cronista rosanero dei bei tempi del giornale L’Ora, ma soprattutto per divertirmi da appassionato di pallone e uomo libero; sullo sfondo c’è il mio legame affettuoso e profondo con la squadra della mia città, che non m’impedirà comunque – com’è sempre stato nella mia lunga carriera giornalistica – di esprimere osservazioni negative o critiche quando lo riterrò necessario. E ringrazio fin da adesso chi mi onorerà di leggermi dedicandomi qualche minuto della propria vita, anche fosse uno solo.

Fine della premessa, passo a qualche considerazione: saranno sempre poche e concise, io arrivo sempre due giorni dopo, a mente fredda e avete letto e visto già tanto sulla partita.

Matteo Brunori esulta dopo il rigore realizzato contro il Perugia

BELLE COSE.  Come ho scritto di getto sul mio profilo Facebook e come si dice in questi casi, è stata buona la prima, decisamente, per i rosanero al ritorno in Serie B. Il re è sempre lui, l’insaziabile Matteo Brunori e intorno a lui tutto gira: la perfetta esecuzione di un rigore importantissimo per il risultato ma soprattutto per la spinta psicologica che avrebbe dato, il formidabile assist a Salvatore Elia per il gol del raddoppio e della tranquillità – preceduto da quello altrettanto perfetto sempre per Elia nel recupero del primo tempo, con gol annullato dal VAR per un millimetrico fuorigioco – sono un bottino che conferma la centralità del centravanti (mi piace chiamarlo così) di origine brasiliana per il gioco e le sorti del Palermo. 

Mister Eugenio Corini saluta il pubblico

Ma non c’è solo Brunori, per fortuna: a parte la vittoria sul quotato Perugia – bella, meritata e di grande spinta -, il temuto debutto rosanero da matricola, peraltro ancora incompleta nell’organico, è stato positivo e incoraggiante, al di là delle aspettative. Il Palermo di Eugenio Corini c’è, può e deve migliorare tanto, ma con questo spirito, con questa voglia di correre e con un pubblico del genere può giocarsi il suo campionato. Bravo, intelligente e pieno di buonsenso si è dimostrato l’allenatore, che non ha voluto snaturare la squadra e il gioco che aveva regalato emozioni, spettacolo e il trionfo finale nella serie inferiore, limitandosi ai giusti inserimenti dei nuovi acquisti in un meccanismo collaudatissimo. Ha tenuto bene la difesa (certamente favorita dalla lunga inferiorità numerica degli avversari) con il supporto centrale che appare rassicurante del solido ed esperto romeno Nedelceauru al concentratissimo Marconi e il buon lavoro dei terzini Buttaro – andato addirittura molto vicino al suo primo gol in rosanero – e Sala. Ottimo davvero il muro a centrocampo della coppia formata dal riconfermato Damiani, in progressiva crescita nel corso della partita fino a diventare nei concitati minuti finali una specie di roccia insuperabile, con il figliol prodigo Jeremie Broh, per me e credo per tanti altro la vera e piacevolissima sorpresa dopo avere conosciuto un altro giocatore, incerto e spesso spaesato in campo, nella precedente esperienza rosanero. Anche se è un ritorno all’ovile, il suo rientro a Palermo va considerato a questo punto un acquisto prezioso. Bene anche il terzetto alle spalle del bomber Matteo: conosciamo bene l’efficacia delle accelerazioni improvvise e spettacolari di Valente, che deve trovare la forma migliore e Floriano, decisivi il suo scatto e il suo assist in occasione del primo gol, ma sabato sera ci siamo goduti l’eccellente esordio di Salvatore Elia, bravissimo nel trovare il rigore dell’1-0 provocando l’espulsione determinante del perugino Lisi, impeccabile nell’esecuzione del gol del 2-0, sfortunatissimo nell’episodio del gol annullato che aveva comunque messo a segno con grande precisione.

Il gol di Salvatore Elia

Tutto bene, dunque, tre punti per partire alla grande e una prova soddisfacente e incoraggiante; godiamoci la prima, beneaugurante vittoria rosanero, ma evitiamo gli entusiasmi prematuri. Ovvio, lo ho ribadito Corini, che per fare un campionato tranquillo e anche con qualche ambizione, servono alcuni rinforzi, a centrocampo e in difesa, che arriveranno in questi giorni, ma forse un’altra buona punta servirebbe, visto che il prezioso Soleri, in campo per tutto il secondo tempo contro il Perugia al posto dell’ammonito Floriano, è stato e sarà utilissimo anche in fase di tamponamento. Ma sul potenziamento dell’organico, oggi e più avanti se necessario, non dovremmo avere dubbi: altrimenti, cosa ci starebbe a fare il potente e attento proprietario City Group, che ha i piccioli e i contatti per portarlo avanti?

COSE MENO BELLE – Una l’ho notata e voglio dirla subito: i troppi passaggini e cincischiamenti tra il portiere Pigliacelli, che con i piedi ci sa fare sicuramente e i difensori in occasione di gran parte delle rimesse in gioco dalla porta rosanero. Una specie di torello al limite del rischio, che mi è sembrato baldanzoso e un po’ presuntuoso, anche se fatto con buon palleggio: contro il Perugia ci è andata bene, ma in altre occasioni e con un pressing di attaccanti avversari veramente forti, il Palermo ne incontrerà tanti, si potrebbe incorrere in gravissimi pericoli.

La festa dei rosanero sotto la Curva

NOTE E CURIOSITA’- Del campionato e delle altre squadre ho deciso di non parlare, almeno per tutto il girone d’andata: meglio guardare solo in casa propria e cercare solo di andare avanti e fare punti. Sul popolo rosanero che ha ampiamente riempito lo stadio Renzo Barbera ho poco da aggiungere: non erano gli oltre trentamila delle notti magiche dei play off vincenti, ma 21mila presenze con un tifo incessante all’esordio del 13 agosto, nel cuore delle ferie e della caldissima estate, sono davvero tante e fanno immaginare per una squadra che farà il suo dovere un sostegno veramente formidabile, il famoso uomo in più. Io – questa è la curiosità – la partita l’ho vista sulla piattaforma HelbizLive: smentendo qualsiasi mia preoccupazione pregiudiziale, tutto è andato in modo impeccabile. A fronte di un abbonamento a costi proletari, le immagini, la telecronaca, i replay, le schermate con i dati sono state veramente buona nulla da dire; e così questo lungo cammino del Palermo in un campionato pieno di insidie e con valori tecnici notevoli potrò godermelo, con le gioie spero tante ma anche con le inevitabili arrabbiature che ci saranno, anche da lontano nella maniera migliore.

Basta, passo e chiudo. Spero di non avervi tediato o annoiato. Il Vulcanico rosanero tornerà con voi dopo la stimolantissima sfida di Bari, in anticipo venerdì 19 agosto, prima durissima trasferta del campionato.

Con il titolo: il rigore dell’1-0, calciato da Matteo Brunori. Tutte le foto (di Tullio Puglia) dalla pagina Facebook ufficiale Palermo F.C. 

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Ucraina: bloccata la via diplomatica, per fermare la Federazione Russa resta la “guerra per procura” https://ilvulcanico.it/ucraina-bloccata-la-via-diplomatica-per-fermare-la-federazione-russa-resta-la-guerra-per-procura/ Fri, 29 Apr 2022 15:38:11 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=21494 di Francesco Palazzo Il grosso danno causato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa è rappresentato dalla rottura del diritto. Infatti, nel diritto internazionale non è contemplata la possibilità che uno stato nazionale possa aggredire militarmente un altro stato nazionale senza nemmeno tentare di comporre la eventuale controversia ricorrendo ad una pacifica contrattazione diplomatica, anche […]

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di Francesco Palazzo

Il grosso danno causato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa è rappresentato dalla rottura del diritto. Infatti, nel diritto internazionale non è contemplata la possibilità che uno stato nazionale possa aggredire militarmente un altro stato nazionale senza nemmeno tentare di comporre la eventuale controversia ricorrendo ad una pacifica contrattazione diplomatica, anche – eventualmente – ricorrendo all’aiuto di mediatori “super partes”.

Purtroppo, il danno fatto è gravissimo, perché il comportamento tenuto dai rappresentanti internazionali della Federazione Russa, a cominciare dal suo presidente e dal suo ministro degli esteri, è stato ingannevole, non è stato mai improntato alla rappresentazione della verità. Ne risulta che qualsiasi trattativa diplomatica condotta con questi rappresentanti rischia di nascere già compromessa in quanto non si potrà aver fiducia a persone che dicono le “bugie”. E questo è un gravissimo ed insuperabile “vulnus”

Quanto fatto dalla Federazione Russa va sanzionato riportando il sistema alle condizioni preesistenti: va, in sostanza, sanato il diritto con la sanzione. Non può essere consentito un cambio del quadro geopolitico degli stati nazionali con una guerra di aggressione. La Federazione Russa deve tornare nel suo ambito territoriale stabilito in conseguenza della caduta dell’Unione Sovietica, allorquando gli stati nazionali che ne derivarono accettarono la sistemazione dei loro confini, cosa di cui presero atto tutti gli attori internazionali. Perché la Federazione Russa ritiene di poter invadere l’Ucraina? Quale suo diritto ritiene che le sia stato pretermesso? Che lo spieghi all’Ucraina ed al consesso internazionale. Perché invece di invadere militarmente l’Ucraina non ha posto il problema sul tavolo della diplomazia internazionale? Forse la Federazione Russa è solita operare in questo modo, viste le “operazioni speciali” condotte nel recente passato contro la Cecenia, la Georgia, l’Azerbaijan, la Bielorussia, il Kazakistan? Allora dobbiamo ancora ritenere credibile, affidabile, uno stato che si comporta così? Una ulteriore dimostrazione della mancanza di affidabilità della Federazione Russa è data dalla impossibilità di trovare un accordo sui cosiddetti corridoi umanitari: i cittadini ucraini che hanno tentato l’utilizzo di tali corridoi, peraltro istituiti “motu proprio” dalla Federazione Russa senza un accordo preventivo con i dirigenti ucraini, hanno ricevuto pallottole lungo le strade di uscite.

E’ questo il vero problema. Ed è tanto più grave se consideriamo che il consesso di stati nazionali che operano sullo scacchiere internazionale non potrà fare a meno di pretendere e di ottenere una sanatoria del diritto; e dico “grave” perché bisognerà superare e piegare tutte le resistenze che la Russia opporrà. Ecco perché sono così preoccupato. Perché non penso che la Russia possa da un momento all’altro dichiararsi “pentita e contrita” e fare marcia indietro, sgombrando le sue truppe dall’Ucraina dove lascerebbero il loro enorme carico di lutti e di devastazioni. Perché per sanare il diritto dovrà cambiare la dirigenza della Federazione Russa, quindi l’attuale dirigenza dovrà andare “a casa”, cosa che penso non sia mai stata contemplata da essa stessa dirigenza, quindi bisognerà accompagnarla via dalle stanze dei bottoni con la forza, cosa che purtroppo penso non sarà tanto facile. Cioè, penso che ci causerà lutti e devastazioni gravissimi. Cosa di cui però non si potrà fare a meno.

Ecco perché è così grave, anzi gravissimo, quanto ha fatto la Federazione Russa con l’aggressione armata all‘Ucraina.

Avete mai fatto mente locale a cosa comporta l’ingresso di carri armati in un appezzamento agricolo? Con i cingoli si rovinano le colture e si distruggono le superfici, la terra vera e propria; dal carro armato vanno cadendo oli e idrocarburi vari sul campo rendendolo inquinato e non coltivabile per almeno un decennio; se dal carro armato dovesse essere sparato qualche colpo questo provocherebbe devastazione del bersaglio con morti e feriti e monumenti distrutti ed opere d’arte perdute per sempre ma soprattutto flora e fauna devastate; pensate ai piccoli animali, come conigli, rane, microorganismi; i danni sono ingenti per l’uomo e per la natura. Pensate alle vecchiette che di notte si trovano a dover fuggire dalla loro casa, o ai bambini che stanno giocando nel cortile di casa che invece saltano su una piccola mina giocattolo, oppure alla massaia che mentre torna dall’aver fatto la spesa viene attinta da un proiettile vagante, che colpa hanno tutti questi soggetti nei confronti dalla Federazione Russa? E’ consentito, può essere consentito nel 2022 – dopo aver letto l’Iliade e l’Eneide e soprattutto dopo aver vissuto Stalingrado – che uno stato come la Russia (la grande madre Russia, la patria di Tolstoj, di Dostoevskvij, il paese del comunismo reale, ecc.) possa pensare di invadere militarmente un altro paese di altrettanta cultura, di altrettanto “sentire”, di altrettanta “statura morale”? No, non può essere consentito. Non può essere la Russia responsabile di tanto. E infatti non è la Russia ma chi governa la Federazione che è responsabile di tutto ciò, di tutti questi orrori, di tutte queste offese al genere umano. Ecco perché si sarebbe dovuto intervenire immediatamente e pesantemente per fare desistere dall’insano proposito coloro i quali avevano scelleratamente pensato di potere aggredire l’Ucraina. E purtroppo penso che ogni giorno che passa comporti un sempre maggiore aggravamento della questione. Medico pietoso fa la piaga cancrenosa. Occorre fare presto. Abbiamo perso tempo. Stiamo perdendo tempo. Ho una grande paura, che la situazione possa degradare in maniera irreversibile.

Come fermare questa deriva? Come bloccare l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina? Come scongiurare il rischio di una terza guerra mondiale? E quello di un nuovo utilizzo di bombe nucleari? La strategia sinora adottata dal consesso internazionale (peraltro soltanto una parte, perché paesi importanti come Cina, India e Brasile e tutta l’America Latina non partecipano, lasciando praticamente solo i paesi occidentali a contrapporsi – e su questo, altre considerazioni andrebbero fatte -) è stata quella dell’imposizione di sanzioni di tipo economico, sanzioni sempre più pesanti, sempre più stringenti. Sanzioni che però ben poco stanno ottenendo in termini di risultati efficaci. Forse dovrebbero essere ancora più decisive. Al riguardo, però, bisogna tenere adeguatamente in conto le conseguenze negative che derivano dall’adozione delle sanzioni per i paesi che le impongono. E quindi sono molto scettico sullo strumento adottato.

Altrettanto scettico, per inattendibilità della controparte come ho sopra detto, sono nei confronti della via diplomatica, che però ritengo non vada mai abbandonata, quanto meno per non avere rimorsi.

Quindi? Quali azioni bisogna mettere in pratica per arrivare alla “pace”? Premesso che, come ho sopra detto, ritengo che un tempestivo energico intervento immediatamente dopo l’avvio della cosiddetta operazione speciale da parte di Mosca, prima sotto forma di avvertimento da parte degli USA e/o della NATO e poi, in caso di infruttuosità del tentativo, intervenendo militarmente ed in maniera molto pesante, decisiva, tranchant, avrebbe potuto ricondurre a più miti consigli i dirigenti della Federazione Russa, bloccando sul nascere questa guerra, adesso, un intervento militare acquisisce una veste diversa e più pericolosa, un aspetto di “ultima ratio” per l’intrinseco rischio di terza guerra mondiale con l’aggravante del rischio nucleare. Per cui, secondo me, l’unica strada percorribile, al momento, rimane quella della cosiddetta “guerra per procura”, rifornendo di armi sempre più efficaci l’esercito ucraino, che sta dimostrando grande attitudine all’impiego militaresco. Per questo ritengo che le polemiche che stanno accompagnando a livello europeo (e italiano in particolare) l’azione dei governi siano quanto mai controproducenti perché mostrano a Mosca un fronte non compatto. Questo è il momento di dare il massimo supporto ai nostri governi, se vogliamo fermare questo macello.

Con il titolo: le fosse comuni di Bucha. Le foto dal web

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Le due scuole. Quella di ogni giorno e quella che vuole trasformarla https://ilvulcanico.it/le-due-scuole-quella-di-ogni-giorno-e-quella-che-vuole-trasformarla/ Sat, 12 Feb 2022 06:20:25 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=21188 di Maurizio Muraglia* Ci sono due scuole. La scuola di ogni giorno, quella che vivono i nostri bambini ed i nostri adolescenti, quella in cui insegniamo e operiamo, quella delle ore di lezione e dei libri di testo; e poi c’è un’altra scuola, meno popolare, fatta di leggi, decreti, dispositivi pedagogici, sigle, che attraversa la […]

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di Maurizio Muraglia*

Ci sono due scuole. La scuola di ogni giorno, quella che vivono i nostri bambini ed i nostri adolescenti, quella in cui insegniamo e operiamo, quella delle ore di lezione e dei libri di testo; e poi c’è un’altra scuola, meno popolare, fatta di leggi, decreti, dispositivi pedagogici, sigle, che attraversa la prima scuola e cerca di trasformarla in senso buono, cioè di portare l’innovazione necessaria a quel che viene chiamato “successo formativo”. Non sempre la prima scuola capisce la seconda, e – chiariamo – non è sempre un bene che questo avvenga. Non si può restare ancorati alla tradizione. Non si può coltivare l’immobilismo.

La seconda delle due scuole opera incessantemente, e si fatica a capire quale sia la direzione di marcia perché tanti sono gli impulsi innovatori. Citiamone qui solo alcuni, che sembrano accomunati da un sorta di filo rosso: la trasversalità, l’insegnamento per competenze, i compiti di realtà, l’alternanza scuola-lavoro, la cittadinanza, il ritorno della vecchia educazione civica. Vi è anche all’esame del parlamento un disegno di legge che introdurrebbe le competenze non cognitive, ovvero tutti quegli atteggiamenti socioaffettivi che gli alunni sviluppano anche a scuola e che, sembrerebbe, esulano dalle discipline scolastiche.

Il filo rosso sembra abbastanza evidente: la seconda scuola diffida della prima e vuole convincerla ad accogliere la vita nelle aule. La vita in tutte le sue sfaccettature, cioè i problemi culturali, il mondo del lavoro, la capacità di essere cittadini, le emozioni, le esperienze. Insomma, sembrerebbe che alla prima scuola si sia attribuita una sorta di patente autoreferenziale ovvero un’incapacità di uscire dalle quattro mura delle materie scolastiche.

Ogni giorno io vivo nella prima scuola. Sono un insegnante perché ho studiato a scuola le discipline scolastiche, poi le ho studiate all’università, su quelle sono stato valutato in un concorso a cattedra ed adesso insegno alcune delle discipline che studiai al liceo. Vedo che i miei colleghi fanno lo stesso e vedo che gli alunni questo si attendono ogni giorno dai docenti: che il prof di scienze insegni scienze, che la prof di arte insegni arte.

Nelle programmazioni degli insegnanti è fortemente richiesto di inserire anche altre cose, oltre alla disciplina insegnata: dimensioni emotive, competenze trasversali, tematiche interdisciplinari, progetti che sollecitano esperienze che vanno al di là delle discipline scolastiche. Perché? Non bastano più le vecchie discipline a formare le intelligenze degli alunni? Perché occorre prescrivere che si affronterà il rapporto uomo-natura, la condizione femminile, il viaggio, il potere, l’amore e altri temi importantissimi, che popolano la nostra vita ogni giorno? Perché si deve esplicitare che verranno trattati questi temi? Perché le ordinanze sugli Esami di Stato raccomandano i “collegamenti”? Cosa c’è da “collegare”?

C’è con tutta evidenza un pregiudizio concepito dalla seconda scuola nei confronti della prima che può essere così formulato: le discipline non bastano più. Ma io che insegno nella prima scuola e che porto in classe la mia disciplina non ho la sensazione che le cose stiano così. E vedo che anche parecchie mie colleghe e colleghi, che insegnano altre discipline, hanno la stessa mia sensazione. Le discipline per parecchi di noi bastano, eccome. E non hanno bisogno della seconda scuola che raccomanda il loro superamento. Che neppure i ragazzi chiedono, quando non odiano le discipline.

Occorre ricordare cos’è una disciplina di studio. Perché solo ricordandolo si può comprendere sia il legittimo tentativo della seconda scuola di rovesciare il tavolo della prima, sia l’altrettanto legittima obiezione della prima a questo tentativo. Una disciplina non esiste nella realtà, ma è solo la realtà che l’ha resa possibile perché essa (la realtà) potesse essere meglio compresa. La realtà è fatta dell’esperienza degli umani e dalla loro riflessione sull’esperienza. La riflessione necessita di strumenti linguistici, matematici, scientifici, filosofici, storici, giuridici, tecnici e via dicendo: strumenti concettuali, dispositivi mentali di ragionamento che permettano di capire quello che accade. A noi e agli altri.

Giovanni Pascoli

Non ci sono discipline senza esperienza. La seconda scuola vuole portare in classe l’esperienza, ma l’esperienza è già nelle discipline, che da essa partono e ad essa ritornano. Io insegno la letteratura. La letteratura è una disciplina. Quando porto in classe una poesia di Pascoli o una novella di Verga, porto qualcosa che proviene dall’esperienza, dall’esperienza di questi autori, e faccio usare degli strumenti – appunto disciplinari – che consentano di decodificare quell’esperienza affinché ne sia illuminata la nostra esperienza. Se faccio studiare il Gelsomino notturno di Pascoli, mi imbatterò nel rapporto tra vita e morte, nella memoria, nella malinconia, nell’amore. Sono tematiche. È possibile che chi insegna un’altra disciplina si imbatta nelle stesse tematiche. Ma è accaduto perché ha fatto studiare la sua disciplina in modo che non perdesse di vista l’esperienza, la realtà, la vita. È la prima scuola.

La seconda scuola vuole introdurre quel che c’è già in classe. O meglio: quel che dovrebbe esserci. Il problema è che tanta prima scuola si fa in modo pedante, nozionistico ed estraneo alla vita dei bambini e dei ragazzi. Questo annoia molto. E soprattutto genera molto insuccesso. Tanti bocciati. Perché è evidente che se fai studiare le discipline in modo pedante acchiappi alcuni alunni, ma il grosso si perde. E allora arriva la seconda scuola a fare leggi, leggine e direttive intese ad acchiappare i dispersi. A fare una scuola che parli anche di loro. E allora sotto con le tematiche coinvolgenti e le competenze non cognitive. Così finisce che le discipline sono elitarie e le altre cose sono inclusive. Ma quelle elitarie non sono le discipline della prima scuola. Sono soltanto il vezzo accademico di insegnanti aristocratici e fuori dal tempo. Che hanno reso necessaria la seconda scuola.

* Insegnante presso Liceo Europeo Maria Adelaide Palermo

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La scuola-con-mascherina, il dito e la luna https://ilvulcanico.it/la-scuola-con-mascherina-il-dito-e-la-luna/ Sat, 08 Jan 2022 06:02:32 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=20899 (Gaetano Perricone). Lettere e firme dal territorio fioccano in queste ore freneticamente. C’è quella sottoscritta da circa 2000 dirigenti scolastici, presidi mi piace chiamarli, al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e al presidente del Consiglio Mario Draghi, che chiede il differimento di un paio di settimane della riapertura delle scuole in presenza, ricominciando intanto con la […]

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(Gaetano Perricone). Lettere e firme dal territorio fioccano in queste ore freneticamente. C’è quella sottoscritta da circa 2000 dirigenti scolastici, presidi mi piace chiamarli, al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e al presidente del Consiglio Mario Draghi, che chiede il differimento di un paio di settimane della riapertura delle scuole in presenza, ricominciando intanto con la Didattica a Distanza, per rafforzare la vaccinazione nei più piccoli e organizzarsi meglio. In Sicilia le prese di posizione sono nette. “La riapertura delle scuole in presenza a partire dal 10 gennaio sarebbe un atto irresponsabile. Non esistono, infatti, le condizioni minime di sicurezza e la possibilità da parte dell’Asp di fornire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche”, hanno ribadito 200 sindaci che hanno partecipato in videoconferenza ad una riunione urgente indetta dal presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, per fare il punto sulla ripresa delle lezioni a scuola in un momento di aumento di contagi per il Covid. Fa eco loro il presidente della Regione Nello Musumeci: “Ho appena scritto al presidente Draghi rappresentando la gravità della situazione delle ultime ore e ribadito le stesse perplessità da noi espresse nel confronto Stato-Regioni dei giorni scorsi. Valuteremo attentamente nelle prossime ore l’evolversi del contagio per valutare eventuali ulteriori provvedimenti”. Ma lui, anzi loro vanno avanti senza sentire ragioni: il ministro, sostenuto dal premier, ribadisce con forza ai quattro venti che la scuola riaprirà in presenza lunedì prossimo 10 gennaio, minacciando di impugnare la decisione del solito monellaccio Vincenzo De Luca, presidente della Campania, di tenere chiuse le scuole nella sua regione fino al 29 gennaio. Dico solo: non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere. A commento della decisioni del Governo, pubblichiamo questa bellissima riflessione di Maurizio Muraglia, valoroso insegnante a Palermo, giornalista e scrittore (è di recente autore insieme a Laura Mollica del libro “Dante parla ancora?), con il quale speriamo di avere avviato una preziosa e proficua collaborazione

di Maurizio Muraglia *

L’immagine del dito e della luna mi pare si adatti bene alle vicende legate al rientro a scuola in presenza in regime di emergenza pandemica aumentata. I nostri politici nazionali, e il ministro dell’istruzione in testa, si sono intestati la crociata del rientro costi quel che costi, adducendo le motivazioni che ben si conoscono: la depressione degli studenti, il valore socializzante della scuola, l’inefficacia della DAD, insomma quel che sappiamo tutti. Migliaia di dirigenti scolastici in questa fase chiedono al ministro di valutare la possibilità di un rinvio di questo rientro e di un riavvio soft con didattica a distanza in attesa di un quadro meno preoccupante. Nisba. Il ministro Patrizio Bianchi rimanda al mittente la richiesta.

Ora, il dito è certamente la scuola. Ma il dito indica la luna, e non pare che la luna venga presa in considerazione. La luna è l’apprendimento. La scuola indica l’apprendimento, favorisce l’apprendimento, esiste per l’apprendimento. Se la scuola comincia ad esistere per la contabilità di contagiati, guariti, vaccinati, non vaccinati, da 120 giorni, da 119, da 118; se la scuola comincia ad esistere perché alzati-la-mascherina, alzatevi-uno-per-volta, compila-questa-autocertificazione, mi-faccia-vedere-il-green-pass e potrei continuare all’infinito, la scuola non indica e favorisce se non se stessa come contenitore dell’emergenza.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi

Ai politici importa molto far vedere che grazie a loro c’è la normalità. Anche se di normale in questa scuola-con-mascherina non c’è proprio nulla, quel che importa è che si possa dire che la scuola in presenza c’è e non si tocca. La luna non conta, conta il dito ed il dito è ben vivo e vegeto.

La didattica a distanza non la ama nessuno, ma ancor meno sono amabili il caos, la classe suddivisa in chi segue da casa e chi segue da scuola, la conversazione dietro una mascherina, insomma tutti quei dispositivi che rendono molto precaria la possibilità di fare scuola, ma che consentono ai politici di dire che la scuola è aperta.

I dirigenti scolastici conoscono bene tutto questo e per questo hanno firmato numerosi, e sostenuti da tanti docenti, l’appello al ministro. Il quale ha risposto che egli ascolta tutte queste voci, ma anche le “tante voci” che spingono per la scuola in presenza (fonte Orizzontescuola.it). Il fatto è che le voci che si rivolgono a lui sono voci di addetti ai lavori e hanno nome, cognome, scuola di appartenenza e regione, mentre le “tante voci” che affastellano la mente del ministro e che lui determina di volere ascoltare hanno l’aspetto evanescente di cui piacerebbe conoscere il peso politico. Il tutto rende sempre più tossico il rapporto tra scuola e politica.

* Insegnante Liceo Classico Europeo “Maria Adelaide” Palermo

Con il titolo: da Corriere.it

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