Giovani Archivi - Il Vulcanico https://ilvulcanico.it/category/giovani/ Il Blog di Gaetano Perricone Wed, 10 May 2023 15:30:55 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Cinisi, 45 anni dopo. “Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo” https://ilvulcanico.it/cinisi-45-anni-dopo-con-le-idee-e-il-coraggio-di-peppino-noi-continuiamo/ Wed, 10 May 2023 15:11:20 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23381 di Francesco Palazzo Quarantacinque anni fa (e un giorno) fa moriva Peppino Impastato, ucciso dalla mafia. Ma per stabilire che si trattava di un omicidio e che la responsabilità era da attribuire a Cosa Nostra sono stati necessari ben ventiquattro anni, per poi arrivare alle condanne di Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti. Di più, per […]

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di Francesco Palazzo

Quarantacinque anni fa (e un giorno) fa moriva Peppino Impastato, ucciso dalla mafia. Ma per stabilire che si trattava di un omicidio e che la responsabilità era da attribuire a Cosa Nostra sono stati necessari ben ventiquattro anni, per poi arrivare alle condanne di Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti. Di più, per convincere gli investigatori e la magistratura a riguardare la morte violenta di questo ragazzo di trent’anni non come sin dalle prime battute – si era ritenuto e scritto che fosse stato un attentato architettato dallo stesso Peppino Impastato nel quale sarebbe rimasto ucciso (richiamando quello che era capitato in occasione della morte dell’editore Giangiacomo Feltrinelli) – è stata necessaria tutta l’arguzia e la tenacia degli amici di Peppino, del fratello Giovanni e della mamma Felicia Bartolotta. Inoltre, il delitto, avvenuto in piena notte, passò inizialmente sotto silenzio perché nella mattinata della stessa giornata venne ritrovato il corpo senza vita dell’on. Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, “giustiziato” dalle Brigate Rosse dopo un rapimento durato 55 giorni.

Moro e Impastato. La prima e accanto l’ultima pagina del giornale L’Ora di quel tragico 9 maggio 1978

Questi due omicidi, avvenuti nello stesso giorno, il 9 maggio 1978, rappresentano una delle pagine più buie della storia della nostra Repubblica. Forze eversive con interessi apparentemente differenti, si erano date convegno in quel giorno di primavera per mettere in ginocchio la libertà e la democrazia. Ma fu grazie al sapiente, costante, instancabile lavoro di un manipolo di giovani coraggiosi che erano cresciuti insieme ed accanto a Peppino Impastato, che il perverso gioco è stato scoperto e i responsabili assicurati alla giustizia.

Non mi dilungo nell’illustrare tutte le attività, gli accorgimenti, i sotterfugi, le paure, le intimidazioni, che la ricerca della verità ha comportato, perché ci sarebbe da scrivere e scrivere, e comunque chi abbia voglia di approfondire l’argomento troverà tutte le informazioni che vuole grazie al Centro Siciliano di Documentazione promosso dal prof. Umberto Santino e dalla moglie prof.ssa Anna Puglisi, intitolato proprio a Peppino Impastato. E’ stato proprio grazie agli studi e agli sforzi del prof. Santino, che da sempre studia il fenomeno mafioso, arrivando a parlare per primo – già cinquant’anni fa – del concetto di borghesia mafiosa e più recentemente di società mafiogena, che è stato possibile far cambiare idea alla magistratura e consentirle di aggiustare il tiro e quindi di pervenire all’accertamento dei fatti, dei reati e dei colpevoli.

Da destra: il procuratore Maurizio De Lucia, il giornalista Salvo Palazzolo, Giovanni Impastato durante il dibattito
Umberto Santino
Luisa Impastato

Però sono passati quarantacinque anni. E allora anche quest’anno si è proceduto alla commemorazione. E’ sempre triste procedere alle commemorazioni ma è necessario perché soltanto così si mantiene viva la memoria per il cittadino comune, che è opportuno che ricordando sappia, sappia cioè cosa è la mafia, cosa è la libertà, cosa è la democrazia. Inoltre, in queste occasioni si rinnovano i dibattiti, come quello che ha visto protagonisti a Cinisi il Procuratore capo della Repubblica di Palermo Maurizio De Lucia, il prof. Umberto Santino, il giornalista del quotidiano La Repubblica  Salvo Palazzolo, coordinati dalla instancabile e meravigliosa Luisa Impastato, figlia di Giovanni. In questa occasione il prof. Santino ha illustrato i concetti di borghesia mafiosa e di società mafiogena, risalendo perfino all’inchiesta di Franchetti e Sonnino “La Sicilia nel 1876”. Il dott. De Lucia ha voluto ricordare il 16 gennaio 2023, data della cattura di Matteo Messina Denaro, ed ha raccontato come si stia indagando sugli appoggi goduti nella latitanza dal boss e soprattutto sulle motivazioni sociali che hanno convinto tanti della popolazione di un intero paese, Campobello di Mazara, a girarsi dall’altra parte, facendo finta di non vedere. Il Procuratore ha parlato pure di come la nuova mafia stia cambiando pelle e di quanto importante sia per i mafiosi riprendere il potere criminale transnazionale attraverso armi e denaro. Il giornalista Palazzolo ha parlato delle numerose iniziative messe in piedi dal suo giornale per studiare e contrastare il fenomeno mafioso e poi ha molto opportunamente richiamato l’attenzione sul problema dell’adeguamento delle tutele da dare ai giovani giornalisti, spesso precari e con “stipendi” irrisori e soprattutto mandati allo sbaraglio. La nipote di Peppino, Luisa, ha parlato delle attività messe in piedi dalla Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino. Poi, nel corso del dibattito pubblico che ne è seguito, vari esponenti della società civile – tutti vecchi amici di Peppino Impastato – sono intervenuti per lamentare le condizioni in cui versano le piccole realtà comunali nelle quali vivono.

Il corteo

Bellissimo il tradizionale corteo che ha percorso il tragitto dalla storica sede di Radio Aut a Terrasini fino alla casa di Felicia Impastato a Cinisi. Gran sventolare di bandiere, bandiere rosse, bandiere della pace, bandiere No MUOS, con in testa gli storici striscioni “Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo”, “La mafia uccide il silenzio pure” e “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”. Poi, giunto il corteo a destinazione, dal balcone di casa si sono alternati Giovanni Impastato, la figlia Luisa, la prof.ssa Annalisa Savino, la preside della lettera agli studenti dopo il pestaggio fascista in un liceo di Firenze che è stata richiamata dal ministro Valditara a non politicizzare l’attività della scuola, Adelmo Cervi, il figlio di uno dei sette fratelli Cervi trucidati dai fascisti a Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943, il prof. Santino, ed infine la signora Graziella Accetta, madre del piccolo Claudio Domino, altra vittima della criminalità mafiosa il 7 ottobre 1986, di cui ancora non si conoscono esecutori, mandanti e movente, e sono passati trentasei anni! Di tutti i bellissimi discorsi che sono stati fatti dal balcone di casa Impastato, il più forte, il più veemente e, in definitiva, il più concreto è stato quello del vecchio partigiano Adelmo Cervi (quando fu ucciso suo padre Aldo, Adelmo aveva solo quattro mesi) che ha richiamato tutti ad essere antimafiosi, antifascisti ed anticapitalisti, che poi vuol dire: viva la libertà e viva la democrazia.

Con il titolo: la testa dello splendido corteo, pieno di ragazzi di tutta Italia, per ricordare Peppino Impastato nel 45esimo anniversario del suo assassinio mafioso. Il reportage nella fotogallery è di Francesco Palazzo

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Benvenuta DADI HOME ! Aperto a Padova il mini hotel interamente gestito da ragazzi con sindrome di Down https://ilvulcanico.it/benvenuta-dadi-home-aperto-a-padova-il-mini-hotel-interamente-gestito-da-ragazzi-con-sindrome-di-down/ Sat, 19 Mar 2022 10:05:30 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=21251 di Gaetano Perricone Mi sono emozionato moltissimo, anzi mi sono commosso stamattina, nell’aprire l’email notturna del mio amico fraterno Giacomo Drago, papà della deliziosa Giulia, una delle formidabili protagoniste il 7 settembre 2019, insieme ad altri otto ragazzi con sindrome di Down dell’associazione Down DADI di Padova de La scalata della vita fino alla cima […]

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di Gaetano Perricone

Un ricordo per me speciale: a Padova il 24 settembre 2021 con i ragazzi di Down DADI per la presentazione de “La scalata della vita”

Mi sono emozionato moltissimo, anzi mi sono commosso stamattina, nell’aprire l’email notturna del mio amico fraterno Giacomo Drago, papà della deliziosa Giulia, una delle formidabili protagoniste il 7 settembre 2019, insieme ad altri otto ragazzi con sindrome di Down dell’associazione Down DADI di Padova de La scalata della vita fino alla cima del cratere della Bocca Nuova dell’Etna che ho raccontato nel mio libro. Nell’email c’è una importante notizia direi di valore nazionale e soprattutto fondamentale nel meraviglioso percorso di integrazione, di “vita vera“, compiuto da questi ragazzi seguiti da straordinari assistenti: l’apertura, in via Santa Sofia 100 a Padova, di DADI HOME, la prima struttura ricettiva italiana – non credo di sbagliare – interamente gestita da persone con sindrome di Down. Ma ecco l’annuncio dalla newsletter Vite Vere Down DADI:

Carissimi soci, famiglie, operatori di Down DADI, oggi siamo felici ed emozionati: finalmente DADI HOME è realtà! Da venerdì 18 marzo apre ufficialmente le sue porte la struttura ricettiva che abbiamo tanto sognato e aspettato, per dare alle persone con disabilità un’opportunità di inclusione lavorativa e sociale, spendibile nel settore della ricezione turistica. Dalla reception all’accoglienza, dalla preparazione delle colazioni al rifacimento delle camere: Giorgia, Matteo B., Giulia, Matteo S. (Giorgia Boscolo, Matteo Bovo, Giulia Drago, Matteo Sbettega i loro nomi, onore e meritatissima gloria, n.d.r.) gestiranno tutte le attività e i servizi al cliente, con il supporto costante della coordinatrice dr.ssa Martina D’Ambrosio, affiancata dalla dr.ssa Martina Vitiello. Il viaggio per arrivare fino a qui è stato lungo, e a volte tortuoso, ma finalmente ce l’abbiamo fatta! E’ un successo per tutti ma in modo particolare per i ragazzi che ora potranno sperimentarsi in un luogo di lavoro reale vedendo valorizzate le loro potenzialità in un contesto cittadino di relazioni. Grazie di cuore a voi che avete contribuito a rendere possibile questo progetto innovativo, così importante per il futuro dei bambini, dei ragazzi, degli adulti con disabilità del nostro territorio. E’ un sogno che diventa realtà e, in occasione della Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down, rappresenta una conquista vera di indipendenza e inclusione sociale per le persone con disabilità e un miglioramento per la comunità intera. In attesa della grande inaugurazione ufficiale che si terrà a maggio (vi terremo informati sulla data!), da oggi sulla piattaforma Yourbanflat sono già attive le prenotazioni, questo è il link: YOURBANFLAT. DADI HOME e i suoi ragazzi sono pronti ad accogliere gli ospiti italiani e stranieri nelle cinque camere doppie dallo stile unico e raffinato e a rendere il loro soggiorno a Padova indimenticabile. Siete tutti invitati fin d’ora alla bellissima festa che stiamo organizzando per maggio e nel frattempo contiamo su di voi per diffondere la notizia in famiglia, al lavoro, fra amici! Grazie a tutti, insieme siamo una grande squadra!“.

L’ingresso di DADI Home in via Santa Sofia a Padova

Com’è fatto e cos’è in concreto DADI HOME, ho provato a spiegarlo nel mio libro, pubblicato a ottobre del 2020, quando la struttura era in fase di ultimazione.  L’ho fatto con la preziosa collaborazione di Jehona Sehu, autrice del capitolo, bravissima psicologa Coordinatrice del progetto d’Autonomia della Cooperativa vite vere Down DADI e figura fondamentale nel progetto che in un primo tempo si chiamava DADI ROOMS, oggi DADI HOME. Il titolo che scelsi allora per questo capitolo (pagine 113-120 da La scalata della vita, Algra Editore), ultimo del libro proprio perché era una proiezione verso il futuro, fu appunto: “DADI ROOMS, il sogno che si realizza e il futuro: un mini-hotel interamente gestito da persone Down“. Eccone alcuni passaggi: “DADI ROOMS consiste nell’avvio di una struttura turistica ricettiva per il pernottamento e la colazione a Padova, gestita da persone con sindrome di Down e Disabilità Intellettiva. Il progetto ha previsto la ristrutturazione di un immobile situato in pieno centro storico a Padova, di proprietà della parrocchia di Santa Sofia e messo a disposizione della Fondazione vite vere in comodato gratuito, a condizione che ci sia l’impegno da parte della Fondazione a gestire e sostenere il progetto, nonché a provvedere al reperimento dei fondi necessari all’avvio. A ristrutturazione ultimata, la struttura potrà contare su cinque camere doppie con bagno, più una zona giorno, una cucina, e  un’area riservata al personale. Le persone con Disabilità di Down DADI svolgeranno tutte le mansioni necessarie al suo funzionamento, dalla preparazione delle colazioni alla pulizia delle camere, dalle attività di reception ai servizi ai clienti; grazie a DADI ROOMS, quindi, i ragazzi potranno lavorare, vedendo valorizzate le proprie potenzialità, in un contesto cittadino e di relazioni … Perché proprio una struttura ricettiva turistica? La risposta è semplice: proprio perché, rispetto ad altre tipologie di attività, questa conformazione è più adatta alle persone con Disabilità Intellettiva e risponde meglio alla loro esigenza di “vita attiva inclusiva” …  Per le famiglie di Down DADI, che credono fortemente nell’inserimento lavorativo dei propri figli e familiari con Disabilità Intellettiva all’interno del contesto sociale “reale”, DADI ROOMS è una grande scommessa. Non sarà immediato riuscire a inserire una struttura totalmente nuova nel circuito turistico della città, ricco di dinamiche commerciali e imprenditoriali molto complesse. tuttavia, chi ha pensato, creato, voluto DADI ROOMS ha fin dall’inizio cercato di pianificare tutte le fasi di avvio per poter raggiungere questo obiettivo, puntando a un servizio di qualità e contemporaneamente valorizzando le peculiarità “sociali” del progetto stesso … “.

Ho avuto la gioia e il privilegio di visitare la struttura lo scorso mese di settembre, quando sono andato a presentare a Padova La scalata delle vita. E’ stata un’esperienza emozionante e avendo conosciuto i ragazzi che la gestiscono, le loro meravigliose capacità e la esemplare determinazione nel percorso di integrazione, modello per tutti, non vedo l’ora di tornarci per soggiornare e vederli al lavoro.

Chiudo nel modo più bello ed emozionante, con la testimonianza straordinaria nella sua semplicità di Giulia Drago: “Sono Giulia e faccio la cameriera al nostro piccolo hotel Dadi Home. Sono molto felice e anche emozionata che arrivano i clienti. Con i miei colleghi è tanto tempo che faccio le prove per essere adeguata con i clienti. Il lavoro per me è molto importante. Oggi finalmente si apre….”.

Auguri con tutto il cuore e ad maiora, carissimi ragazzi e carissima Down DADI. In questo tempo della vita così buio e angoscioso, questa splendida notizia ci regala sorriso e speranza.

Con il titolo: da sinistra Matteo Sbettega, Matteo Bovo, Giulia Drago e Giorgia Boscolo. Nella fotogallery, i ragazzi al lavoro in DADI HOME e alcune immagini della struttura da “La scalata della vita”

 

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“Io, bambina di Mattarella, vi presento il mio Quirinale” https://ilvulcanico.it/io-bambina-di-mattarella-vi-presento-il-mio-quirinale/ Mon, 24 Jan 2022 05:28:40 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=21064 di Paola Zagami Il 2 Giugno 2015, giorno in cui si celebra la Festa della Repubblica, l’allora neoeletto Presidente Sergio Mattarella comunicava pubblicamente, durante un discorso tenutosi nei meravigliosi giardini del Palazzo del Quirinale, la scelta di aprire “la casa degli Italiani” ai suoi cittadini. Che il Quirinale sia stata anticamente la residenza dei Papi […]

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di Paola Zagami

Il 2 Giugno 2015, giorno in cui si celebra la Festa della Repubblica, l’allora neoeletto Presidente Sergio Mattarella comunicava pubblicamente, durante un discorso tenutosi nei meravigliosi giardini del Palazzo del Quirinale, la scelta di aprire “la casa degli Italiani ai suoi cittadini.

Che il Quirinale sia stata anticamente la residenza dei Papi e, dal 1946, quella dei nostri Capi di Stato è notizia già acclarata. Ma cosa c’è dietro tutto quello che molti vedono solo tramite i canali di informazione? Questo lo racconto io, studentessa siciliana 29enne della provincia di Catania che ha lasciato la sua terra in cerca del suo posto nel mondo, oggi laureanda magistrale in Storia dell’arte alla Sapienza, Università di Roma.

A settembre 2021, dopo una ristretta selezione, ho avuto la grande occasione di svolgere un tirocinio curriculare presso il Palazzo del Quirinale. Un’occasione come questa capita una volta nella vita, ed è per questo che, anche attraverso poche righe, ci tengo a porre i miei ringraziamenti non solo al Presidente Mattarella che ha permesso di aprire il palazzo e consentire a noi giovani studiosi di aggiungere un tassello alla nostra formazione, ma un sincero grazie va dedicato anche ad una storica associazione italiana: il Touring Club.

Aperti per voi, questo il titolo del progetto guidato dal Touring, ha coordinato la riapertura e l’accesso ai luoghi storici e siti culturali per permettere la fruizione di spazi che altrimenti sarebbero rimasti chiusi al pubblico e, allo stesso tempo, ha dato l’occasione a giovani storici, architetti e storici dell’arte delle università italiane di accompagnare i visitatori alla scoperta delle bellezze del nostro paese.

Da qui inizia il mio breve racconto che cercherà di mettere in luce le sensazioni e le percezioni che sono nate svolgendo un’attività all’interno di questo luogo istituzionale nel momento più delicato che si possa attraversare: la fine del settennato del Presidente Sergio Mattarella. Non mi dilungherò nello scrivere le meraviglie artistiche che è possibile vedere all’interno del palazzo, per quelle vi invito a fare una visita guidata, ma cercherò di evidenziare gli aspetti inediti.

Una frase che utilizzo spesso quando accompagno i visitatori è “il palazzo è un luogo vivo, a lui piace cambiare.” Nasce dal fatto che durante le numerose visite guidate svolte è capitato che alcune stanze fossero chiuse a causa di una delle tante visite di Stato che si tengono a palazzo. Si delineano quindi tutta una serie di interrogativi e certezze: chissà quali decisioni istituzionali si stanno prendono negli attimi in cui si attraversano i diversi ambienti; chissà quali eventi si stanno organizzando per i grandi della Terra; oppure, è qui che è stata scattata la foto del Governo Draghi, qui il Presidente ha registrato gli auguri di fine anno, e così via.

Nell’attraversare le sale non si è mai soli, una costante, silenziosa e quasi invisibile presenza, nonostante la presenza fisica non indifferente, ci accompagna durante lo svolgimento delle visite guidate, sono i Corazzieri, il corpo speciale dei Carabinieri che svolgono il ruolo di guardia d’onore del Presidente della Repubblica. Questi ultimi, severissimi nell’aspetto, si lasciano però trasportare nell’ascolto della storia di cui noi, bambine e bambini di Mattarella, ci facciamo portavoce quando conduciamo la visita guidata.

Da sottolineare però è la speranza che ci pervade ad ogni passo, quella di un incontro fortuito con il Capo dello Stato. Esiste un simbolo che tutti noi tirocinanti e volontari stiamo ben attenti a controllare: la presenza dello stendardo presidenziale issato accanto alla bandiera Italiana ed Europea sul torrino. Lo stendardo issato infatti rappresenta il segno distintivo della presenza del Presidente al Palazzo.

Il torrino invece è il belvedere che corona il nucleo più antico del palazzo, fu realizzato sotto il pontificato di Gregorio XIII il primo pontefice che scelse il palazzetto, allora chiamato “di Montecavallo”, come sua residenza estiva. Il Papa lo fece realizzare desiderando di estendere “il suo occhio sino al mare”; oggi la sala contenuta al suo interno è destinata ad uso privato del presidente che da lì può godere di una vista a 360 gradi sulla città di Roma. Chi come me ha avuto la possibilità di entrarvi può solo che confermare lo splendore che si spalanca salendo gli ultimi gradini. Guardare il trittico di bandiere che sventola su questo ci rende orgogliosi e fa crescere quel senso di appartenenza ad un luogo simbolo dell’Italia, un luogo che porta con se il peso storico del Paese.

Si sa, noi giovani siamo curiosi, osserviamo, fotografiamo con gli occhi, stiamo attenti ai dettagli e proprio scrutando ogni gesto e parola siamo stati tutti concordi nel notare che coloro i quali da sette anni stanno a fianco del Presidente Mattarella non fanno altro che rivolgergli parole d’affetto e stima. Anche se mai espressa a parola, l’idea è comune per tutti: Sergio Mattarella è stato il presidente delle inclusioni, della pacatezza e della gentilezza. E’ un uomo che, nonostante ricopra un ruolo così impegnativo e di altissimo rigore morale, non manca di far un cenno di saluto “ai suoi ragazzi” anche se spesso celato dietro il vetro della sua auto blu.

Avvicinarsi alla storia e alla politica svolgendo un servizio in un luogo come il Palazzo del Quirinale ha riacceso in noi, generazione dal futuro incerto, la speranza e la consapevolezza che al mondo possono esistere persone in grado di insegnarci qualcosa senza usare parole diplomatiche o pompose ma esprimendo profonda umiltà e vicinanza anche solo con un gesto affettuoso che rende il silenzio un’espressione di conforto eloquente.

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All’ICS Calvino di Catania, WWF e Associazione Orione portano la natura a scuola https://ilvulcanico.it/allics-calvino-di-catania-wwf-e-associazione-orione-portano-la-natura-a-scuola/ Mon, 04 Oct 2021 16:08:50 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=20259 di Giusy Pedalino */ Elvira Mazzone * E’ stata ufficialmente aperta l’Aula Natura del WWF presso l’Istituto Comprensivo Italo Calvino di Catania. Il WWF Italia ha scelto di lanciare il progetto Aule Natura: per fornire agli studenti degli spazi di formazione e promuovere una modalità di apprendimento che abbia come protagonista la natura. L’Associazione Orione, […]

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di Giusy Pedalino */ Elvira Mazzone *
E’ stata ufficialmente aperta l’Aula Natura del WWF presso l’Istituto Comprensivo Italo Calvino di Catania.
Il WWF Italia ha scelto di lanciare il progetto Aule Natura: per fornire agli studenti degli spazi di formazione e promuovere una modalità di apprendimento che abbia come protagonista la natura. L’Associazione Orione, che dal 2009 collabora con il WWF, ha avuto l’onore e l’incarico per la progettazione e realizzazione dell’Aula Natura di Catania, prima in Sicilia. In contemporanea in altre 6 città italiane si sono inaugurate altrettante Aule Natura.
Tutta la nostra esperienza di educatori ambientali è stata messa in gioco per portare non solo la natura in una scuola, ma creare un’ Aula Natura, un luogo privilegiato dove il rapporto bambino-natura, attraverso il fare, diventa crescita personale e sociale. Dove anche i bambini con qualche difficoltà, che spesso non riescono ad andare neppure in gita, possano vivere anche quotidianamente il loro contatto con la natura. L’apertura è avvenuta alla presenza della Responsabile del WWF Italia di Educazione Ambientale Maria Antonietta Quadrelli , del  Dirigente Scolastico Salvatore Impellizzeri, di noi due responsabili dell’Associazione Orione (Giusy Pedalino presidente e Elvira Mazzone vicepresidente), dei responsabili del Comune di Catania, l’architetto Li Destri e la dottoressa Balsamo nonché della responsabile WWF Sicilia nord Orientale, Vita Raiti.
Abbiamo messo la nostra passione in questo progetto perché crediamo nell’importanza dell’educazione ambientale. Tra le varie Aule Natura realizzate questa si caratterizza per avere l‘orto didattico più grande, ben 20 mq invece dei classici 3 mq. Abbiamo realizzato uno stagno, creato una bella area umida, è stata arricchita con il materiale lavico ricavato dallo scavo dello stesso ed è sempre in movimento grazie a una pompa ad energia solare che crea una bella cascatella. Per scelta, non abbiamo inserito nulla nell’acqua perché tra le attività educative da poter avviare c’è la scoperta di come un’area umida si riempie piano piano di vita!
Il giardino aromatico (salvia, origano, rosmarino, alloro) permetterà di fare giochi educativi sensoriali che permetteranno anche ai più piccoli di apprezzarne le differenze. Poi c’è il “giardino delle farfalle montessoriano“, piante che attirano le farfalle messe in un corridoio a dimensione di bambino, perché si senta avvolto nella natura. Sono stati piantati tre alberi: un Pero, un Limone, un Nespolo. Il WWF ha regalato ancora: nidi per uccellini, mangiatoie e una fototrappola per immortalare la fauna. Infine, due bat-box sono state messe poco fuori l’Aula Natura, anche ad abbellire il freddo muro in cemento che separa la scuola dal complesso residenziale vicino. Siamo certi che si riempiranno in un battibaleno!
Per i bambini vivere la natura è fondamentale ed è sempre il modo migliore per imparare e crescere. Creare un’Aula Natura è stata una delle esperienze più belle, ma a darle valore saranno i bambini che potranno utilizzarla grazie alle insegnanti ad un dirigente estremamente aperto e inclusivo.
*Presidente associazione Orione / *Responsabile educazione ambientale
(Gaetano Perricone). Alle bravissime e instancabili Giusy e Elvira, da tanti anni impegnate nell’Associazione Orione con grande serietà. passione, competenza, entusiasmo e concretezza sul fronte della tutela ambientale e dell’educazione delle giovani generazioni all’amore per la natura, i più convinti e affettuosi complimenti miei e del Vulcanico per questa splendida iniziativa, di grande valore educativo, culturale e sociale

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Tutti i (tristi) dati della povertà educativa in Sicilia https://ilvulcanico.it/tutti-i-tristi-dati-della-poverta-educativa-in-sicilia/ Tue, 22 Jun 2021 15:51:11 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=19592 FONTE: Ufficio Stampa Fondazione Sicilia Nel 2019, il 22,4% dei giovani siciliani ha lasciato la scuola senza avere conseguito un diploma o una qualifica professionale. Quasi 10 punti al di sopra della media nazionale, insomma, in un periodo a cui non si erano ancora aggiunte le difficoltà legate alla pandemia. Si chiama “Le mappe della […]

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FONTE: Ufficio Stampa Fondazione Sicilia

Nel 2019, il 22,4% dei giovani siciliani ha lasciato la scuola senza avere conseguito un diploma o una qualifica professionale. Quasi 10 punti al di sopra della media nazionale, insomma, in un periodo a cui non si erano ancora aggiunte le difficoltà legate alla pandemia.

Si chiama “Le mappe della povertà educativa in Sicilia” il report realizzato da Openpolis e Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il report è stato presentato in diretta streaming dal sito di Fondazione Sicilia (www.fondazionesicilia.it), che ha ospitato l’evento.

Povertà educativa, la necessità di una banca-dati dettagliata

I dati sono stati elaborati dall’osservatorio sulla povertà educativa, curato in collaborazione tra Con i Bambini – impresa sociale e Fondazione Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali. Attualmente, la trattazione della povertà educativa avviene soprattutto utilizzando indicatori nazionali o al massimo regionali, anche per la carenza di dati aggiornati a livello locale. L’obiettivo finale è, quindi, la costituzione di una banca dati su scala comunale o sub-comunale, che consenta interventi mirati a seconda delle esigenze.

Tra i tanti progetti da avviare contro la povertà educativa, ci sono quelli già avviati, come PFP. Progetti Formativi Personalizzati con Budget Educativi, che include anche gli adolescenti siciliani e Dappertutto. Territori e Comunità per inventare il futuro, che riguarda i bambini di Palermo.

I dati in Sicilia

I dati sulle mappe della povertà in Sicilia sono stati formulati tenendo conto di quattro parametri: l’offerta di asili nido, le famiglie raggiunte da banda larga ultraveloce, gli edifici scolastici vetusti e quelli raggiungibili con i mezzi pubblici.

L’offerta di asili nido: Sicilia fanalino di coda

In un sud carente di servizi, la Sicilia (insieme a Campania e Calabria) si colloca ancora sotto la media. L’offerta disponibile di servizi prima infanzia vede infatti la Sicilia penultima tra le regioni italiane. Con 10 posti ogni 100 bambini, l’offerta di asili nido presente sull’isola è poco superiore rispetto a quella della Campania (ultima con il 9,4%) e al di sotto di quella della Calabria (terzultima con l’11%).

Le tre grandi regioni del sud si collocano in fondo alla classifica, molto distanti da quelle ai primi posti: Valle d’Aosta (45,7%), Umbria (42,7%), Emilia-Romagna (39,2%), Toscana (36,3%). Ma anche da altre regioni del sud continentale (ad esempio la Puglia, con il 16,8%) e dall’altra isola maggiore (Sardegna, 29,3%).

Ancora una volta, però, il dato medio regionale non è sufficiente per l’analisi. All’interno del territorio, infatti, convivono significative differenze.

L’accesso alla banda larga ultraveloce

Un problema, quello di possedere una connessione efficace, che nei mesi della pandemia, tra didattica a distanza e lavoro agile, ha mostrato tutta la sua rilevanza. E se è vero che la Sicilia ha 18,2 punti di vantaggio rispetto alla media nazionale per quanto riguarda la disponibilità di connessioni ultraveloci, altrettanto palese è l’ampio divario tra la potenzialità della rete e la quota di famiglie che effettivamente vi hanno accesso.

La connettività, però, non è solo una questione infrastrutturale, e in tutta Italia la quota  di famiglie con internet veloce è inferiore alle potenzialità della rete. In altre parole, il fatto che una zona sia cablata non significa necessariamente che le famiglie concretamente vi abbiano accesso. I motivi possono essere tanti: dalle preferenze e necessità individuali a un disagio economico che impedisce alla famiglia di potersi permettere una connessione veloce. Nel dettaglio, le cose vanno meglio nel Siracusano e nella città di Palermo, dove quasi due terzi delle famiglie risultano raggiunte dalla banda ad almeno 100 Mbps. Superano la media regionale anche il Ragusano, il Catanese e il Nisseno.

La sicurezza degli edifici scolastici

Salute e sicurezza sono aspetti fondamentali, che a maggior ragione devono essere garantiti anche all’interno degli ambienti scolastici.

Per questo è importante che le aule siano adeguate. Il Covid-19 infatti ha reso ancora più evidente la necessità di avere a disposizione un certo tipo di spazi per permettere il ritorno in classe in sicurezza. Non solo in termini di ampiezza, ma anche di funzionalità, in modo da consentire una rimodulazione di banchi e arredi scolastici che tuteli insegnanti e alunni dal rischio contagio, come previsto dalle linee guida del Miur.

La sicurezza nelle scuole, è un dato condiviso, parte cioè dalla progettazione e continua con gli interventi di manutenzione e ristrutturazione. In Sicilia, il 16,5% degli edifici scolastici statali sono classificati come vetusti.  E se sotto questo aspetto la Sicilia presenta dati in parte più contenuti rispetto alla media nazionale, in città come Messina un quarto delle scuole non è adeguato per una corretta fruibilità. Non si segnalano problemi di questo tipo, invece, nelle isole di Pantelleria e Favignana.

Quanto sono raggiungibili le scuole con i mezzi pubblici?

Il dato nazionale: nel 2018 su 40.160 edifici scolastici statali in Italia, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, sono 34.531 quelle raggiungibili con mezzi di trasporto pubblico, cioè l’86%.

In Sicilia la quota è inferiore di quasi 2 punti rispetto alla media nazionale, (84,2%), anche se la situazione varie sensibilmente a seconda della realtà. Ci sono province in cui le scuole raggiungibili con i mezzi superano il 90% di scuole raggiungibili con almeno un mezzo alternativo all’auto privata (le più virtuose l’Ennese, il Catanese e il Messinese) e altre con percentuali inferiori al 70%. Deve far riflettere il caso del comune di Sperlinga, nell’Ennese: l’unica scuola presente non risulta raggiungibile con i mezzi.

In Sicilia progetti contro la povertà educativa

 PFP. Progetti Formativi Personalizzati con budget educativi

Promosso dalla Rete dell’economia Sociale Internazionale, il progetto PFP. Progetti Formativi Personalizzati con budget educativi, in cui è coinvolta anche la Sicilia, mira a sperimentare a livello nazionale una nuova alleanza educativa per la progettualità personalizzata degli adolescenti dai 14 ai 18 anni.

Per uscire dal circuito vizioso della povertà educativa si vuole sperimentare per almeno 1000 giovani della fascia di età indicata l’applicazione di budget educativi per programmi formativi personalizzati.  Per ogni percorso personalizzato a cui il giovane decidere di aderire corrisponderà un budget educativo per il sostegno di spese relative a socialità, sport, cultura e formazione al lavoro. Il giovane che accede al budget si impegna a realizzare gli obiettivi formativi che avrà condiviso con l’équipe sulla base di un contratto formativo in cui potrà sempre contare su un tutor/mentore esperto in life coaching.

Dappertutto. Territori e Comunità per inventare il futuro

Riguarda invece la prima infanzia il progetto Dappertutto. Territori e Comunità per inventare il futuro, promosso dal Centro per lo sviluppo creativo Danilo Dolci e localizzato nel quartiere Tribunali-Castellammare del Comune di Palermo. L’intervento intende sia rafforzare le competenze genitoriali sia attivare strategie di welfare comunitario che stimolino la partecipazione attiva delle istituzioni, del terzo settore e degli abitanti del quartiere.

Nello specifico, si prevede di potenziare i servizi per l’infanzia attraverso il rafforzamento delle competenze dei docenti e degli educatori, il consolidamento delle relazioni scuola-famiglia e l’ampliamento dell’offerta formativa anche in orari pomeridiani. Saranno attuati interventi di sostegno alla genitorialità come laboratori sulla genitorialità positiva e sportelli informativi di orientamento al lavoro. Il progetto, inoltre, prevede attività formative rivolte ai docenti. Infine, saranno ampliati i servizi presenti sul territorio con la creazione di un museo laboratorio itinerante della Città educativa e di una Biblioteca di quartiere. I destinatari diretti saranno circa 1000 bambini di età compresa fra 0 e 6 anni.

Fondazione Sicilia ha da sempre tra i propri obiettivi una lotta senza quartiere alla povertà educativa, che riteniamo essere – afferma il presidente, Raffaele Bonsignore il principale ostacolo alla crescita dei giovani. Per queste ragioni abbiamo accolto con entusiasmo la presentazione del report sulle povertà dell’isola, indispensabile per comprendere e affrontare le urgenze in quest’ambito. Come unica fondazione in Sicilia referente del Fondo di contrasto povertà educativa minorile, ci sentiamo particolarmente partecipi di una realtà, come quella isolana, in cui più che in altri luoghi la carenza di risorse economiche è legata a quella relativa alla formazione. La pandemia ha rafforzato questa consapevolezza, ed è per questa ragione che Fondazione Sicilia si è adoperata nei mesi scorsi in sostegno degli studenti per cui la didattica a distanza è stata un ostacolo quasi insormontabile, per carenza di tablet o di adeguati collegamenti”.

Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è un esempio emblematico di come il partenariato pubblico-privato sia una strada per affrontare in maniera efficace i problemi complessi del nostro Paese. Nel 2016 – dichiara Giorgio Righetti, direttore generale Acrisu impulso delle Fondazioni di origine bancaria, insieme a Governo e Terzo settore è nata questa inedita partnership per rispondere all’emergenza della povertà educativa. La strategia di intervento individuata è stata coinvolgere attivamente scuole, enti locali, organizzazioni del terzo settore, famiglie e ragazzi, per costruire una nuova comunità educante. In 6 anni, le fondazioni hanno messo a disposizione complessivamente oltre 600 milioni di euro, di cui circa la metà già assegnati per il sostegno di 384 progetti in tutta Italia, raggiungendo quasi 500mila ragazzi. La presentazione di mappe regionali della povertà educativa, come quella della Sicilia, permette di conoscere in maniera più dettagliata la situazione di un fenomeno che riguarda tutto il Paese”.

Siamo in un passaggio decisivo per l’educazione inclusiva e innovativa in particolare nel Sud e in Sicilia. I divari sono troppo aumentati. Una svolta – ragiona Marco Rossi Doria, presidente di Con i Bambini è urgente. La leva sono le comunità educanti: terzo settore, fondazioni, cittadini, scuole e comuni. Insieme. I tanti progetti avviati grazie al Fondo, circa 30 sostenuti in Sicilia con 21,8 milioni di euro coinvolgendo 550 organizzazioni, mostrano che si può fare e fare bene”.

Il link al rapporto completo:

https://mail.google.com/mail/u/0?ui=2&ik=933ba0c250&attid=0.3&permmsgid=msg-f:1703278304832649334&th=17a34298092df876&view=att&disp=inline&realattid=f_kq83nori4

Grazie ad Alessia Franco per l’ottimo lavoro di diffusione dei dati su una problematica di importanza fondamentale.

La foto con il titolo dal sito di Openpolis 

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E il nipote disse al nonno: “Mi sono ripreso la mia vita” https://ilvulcanico.it/e-il-nipote-disse-al-nonno-mi-sono-ripreso-la-mia-vita/ Sat, 03 Oct 2020 14:05:20 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=17791 (Gaetano Perricone). Ci ho provato inutilmente per un bel pò di tempo, non voleva parlare, evidentemente era ancora traumatizzato: la sofferenza dei bambini, tanta e molto complessa per la difficoltà ad esprimerla, credo sia stata molto sottovalutata nel tremendo periodo che abbiamo vissuto e che in parte stiamo continuando a vivere. Finalmente oggi ci sono […]

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Con Andrea su Skype ai tempi del lockdown

(Gaetano Perricone). Ci ho provato inutilmente per un bel pò di tempo, non voleva parlare, evidentemente era ancora traumatizzato: la sofferenza dei bambini, tanta e molto complessa per la difficoltà ad esprimerla, credo sia stata molto sottovalutata nel tremendo periodo che abbiamo vissuto e che in parte stiamo continuando a vivere.

Finalmente oggi ci sono riuscito: ecco una breve, ma intensa intervista a cuore aperto a mio nipote Andrea, 8 anni e mezzo, sulla difficilissima esperienza di un bambino durante il maledetto lockdown e sul ritorno a scuola e alle normali attività della sua giornata dopo sette mesi surreali e assolutamente inimmaginabili.  Si è aperto con piacere. Con qualche riflessione matura e qualche risposta a sorpresa. Adesso è molto contento di averlo fatto, emozionato e gioioso per essere sul mio canale di Youtube, per lui un mito.

Può essere lo spunto per avviare una discussione che coinvolga e aiuti tanti altri bambini. Per me spero sia l’inizio di una serie di interviste ad Andrea …

Ps: naturalmente, voglio sottolinearlo, prima di pubblicare il video ho chiesto il permesso a suo papà

 

 

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Coronavirus, il contagio della paura. “Riscoprite voi stessi e le passioni che avete perso” https://ilvulcanico.it/coronavirus-il-contagio-della-paura-riscoprite-voi-stessi-e-le-passioni-che-avete-perso/ Mon, 30 Mar 2020 06:30:56 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=16286 di Emilia Neri Mi chiamo Emilia Neri e faccio parte di quel gruppo di giovani che sono andati a studiare al Nord Italia. Mi trovo a Padova da due anni e mezzo, mi sono trasferita qui per la magistrale di Psicologia. Dopo aver conseguito la laurea lo scorso ottobre 2019, sono rimasta in questa città […]

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di Emilia Neri

2 EMILIA NERI

Mi chiamo Emilia Neri e faccio parte di quel gruppo di giovani che sono andati a studiare al Nord Italia. Mi trovo a Padova da due anni e mezzo, mi sono trasferita qui per la magistrale di Psicologia. Dopo aver conseguito la laurea lo scorso ottobre 2019, sono rimasta in questa città per portare a termine il tirocinio professionalizzante e abilitante per l’Esame di Stato. Il mio tirocinio si svolge tra Padova e Verona e il mio unico mezzo di trasporto è il treno.

Quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, i tirocini non sono stati sospesi, ma ho considerato opportuno ridurre la frequenza con cui prendevo il treno per recarmi a Verona, per diminuire la possibilità di contagio. Poi è trapelata la decisione di chiudere Veneto e Lombardia. Poi di dichiarare tutta Italia zona rossa, dopo che numerose persone hanno preso qualsiasi mezzo per tornare al Sud Italia.

Ammetto di averlo pensato anche io: “forse dovrei tornare a casa”. Alla fine ho scelto di rimanere qui, in Veneto, di non spostarmi. Ho la fortuna di essere stata accolta nella casa del mio fidanzato, originario di Mestre, vicino Venezia, così da non rimanere da sola in caso di bisogno. Ma non è stata questa la discriminante che mi ha fatto dire “Mamma, non torno giù.”. La discriminante, per me, è stata la responsabilità che ho sentito sulle mie spalle: avrei potuto contribuire a diffondere il virus, avrei potuto mettere a rischio i miei cari. Un pensiero particolare va a mia nonna che ha 94 anni e abita vicino casa mia. Per tornare in Sicilia avrei dovuto fare un’ora di autobus per raggiungere l’aereoporto, poi mi avrebbe aspettato un volo di 1h e 45 minuti. Il rischio di contrarre il virus, se non lo avessi avuto già, era altissimo. E allora no, non ho voluto rischiare.

Le persone che hanno deciso di tornare sono probabilmente state spinte dall’istinto di conservazione presente in tutti noi: quando ci sentiamo in pericolo, quando abbiamo paura di qualcosa che non possiamo controllare, tendiamo tutti a cercare un luogo sicuro, familiare, a cercare l’affetto delle persone a noi care. Le persone che hanno deciso di tornare sono state contagiate dalla paura.

3 EMILIA NERI

La professione che ho scelto, quella di psicologa, mi richiama più che mai a riflettere su questi temi. Purtroppo, non avendo ancora conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione, non posso partecipare alle iniziative che tanti miei colleghi stanno mettendo in atto, come quella delle chiamate gratuite per offrire sostegno psicologico a chi ne ha bisogno. Invito tutti a usufruire di questo servizio a costo zero, perché la salute non è solo fisica, ma anche mentale.

In questo periodo di reclusione obbligata, dobbiamo attenerci scrupolosamente alle linee guida che ci hanno fornito, dobbiamo restare a casa. Anche io provo un senso di frustrazione derivato dal fatto di non poter dare una mano concreta, non poter proteggere i miei cari in modo attivo e non sapere quando questa emergenza avrà fine. E l’ignoto, l’incertezza, è una delle cose che fanno più paura, la stessa paura che non permette di ragionare lucidamente.

Questo turbinio emozionale, unito alle informazioni, non sempre affidabili, che arrivano continuamente dalla televisione e dai social, possono instaurare un circolo vizioso di pensieri negativi, catastrofisti, che portano a provare un’ansia costante.

EMILIA 5

I consigli su come affrontare questa situazione, oltre che riferirsi ai numeri telefonici di supporto psicologico come citato poco sopra, riguardano il guardare la televisione solo a orari prestabiliti una o due volte al giorno massimo. Questo perché, come evidenziato da alcune ricerche, il nostro cervello è predisposto a dare maggior attenzione e a memorizzare più facilmente le informazione negative o dannose, perché, ai fini della nostra sopravvivenza, è più vantaggioso ricordare un pericolo.

Dobbiamo anche imparare a riscrivere le nostre abitudini e, per fortuna, ai nostri giorni abbiamo internet, uno strumento pieno di risorse che va al di là dei semplici social. Su internet si possono fare ricerche di tutti i tipi, andare da una parte all’altra del globo rimanendo fermi e scoprire curiosità interessanti sul mondo in cui viviamo. Non solo, possiamo utilizzare vari programmi, come Skype, per mantenerci in contatto con gli altri e sostenere anche una terapia psicologica. Possiamo sfruttare il tempo a disposizione in modo nuovo: leggere i libri che accumuliamo nell’angolo ma a cui non abbiamo mai tempo di dedicarci, riprendere in mano la chitarra riposta a prendere polvere in soffitta, iniziare un nuovo hobby, come il disegno o la pittura.

EMILIA 4

Riscoprite voi stessi e le passioni che avete perso e che non avete potuto coltivare per mancanza di tempo. Se non potete visitare l’esterno, esplorate l’interno.

Quello che ci chiede la situazione attuale è un cambiamento e, come per tutte le cose, ha dei lati positivi o negativi. Siete voi a far pendere l’ago della bilancia da una parte piuttosto che dall’altra. Siate consapevoli e protagonisti delle vostre scelte.

 

Con il titolo: un parco di Padova

 

 

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Cristina, “Pesce rosso”, talentuosa artista che ama l’Etna e i suoi paesaggi https://ilvulcanico.it/cristina-pesce-rosso-talentuosa-artista-che-ama-letna-e-i-suoi-paesaggi/ Thu, 18 Apr 2019 05:27:28 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=12246 Cristina Scalia, in arte “Pesce Rosso”, nasce a Catania nel 1991. Diplomatasi dapprima presso il liceo Artistico F. Brunelleschi di Acireale, nel 2010, ha successivamente conseguito il diploma di primo livello in arti visive, sezione pittura, nel 2018, presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Ha partecipato a diverse collettive ed esposizioni pittoriche, ed opera attualmente nella […]

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CRISTINA 3
Cristina Scalia

Cristina Scalia, in arte “Pesce Rosso”, nasce a Catania nel 1991. Diplomatasi dapprima presso il liceo Artistico F. Brunelleschi di Acireale, nel 2010, ha successivamente conseguito il diploma di primo livello in arti visive, sezione pittura, nel 2018, presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Ha partecipato a diverse collettive ed esposizioni pittoriche, ed opera attualmente nella sua città natale.

La sua ricerca artistica interessa ciò che lei meglio conosce: i suoi pensieri. Spazio atemporale, ricco di riflessioni, emozioni nate ed alimentate da qualsiasi input con il  quale lei venga a contatto. Il risultato è un’immagine, plasmata ed adattata ad un supporto. Piccoli frammenti della sua intimità trovano così spazio nel reale, e dunque condivisi con l’esterno. La dimensione tematica è ampia e trattata con tecniche differenti: dal genuino e schietto segno della grafite, alle pennellate della pittura ad olio, all’acrilico delle illustrazioni.

La propria visione personale si fa specchio, questa volta, della varietà dei paesaggi etnei: boschi, fauna, neve e cime. Testimonianza delle sue stesse impronte lasciate su quei luoghi e del suo amore per il vulcano Etna.

Link pagina Facebook: https://www.facebook.com/pescerossocris/

CRISTINA 1

Con il titolo: “Dalle viscere, nuova vita”. Etna, eruzione del 25 agosto 2018. Olio su tela 28×35

Lo “statement” di Cristina Scalia ci sembra molto interessante per comprendere il suo sentire e la sua passione per la natura:  “Madre terra è un’entità superiore, che permette la vita insieme ad un’azione combinata con altre entità. Se dovessi dare ad essa una forma, sicuramente penserei in termini “geologici”, e come un bambino alle elementari, guarderei attonita il tipico disegno del pianeta terra, suddiviso in vari strati terrestri, al cui centro si trova una strana palla rossa soprannominata “magma”. Allora, facendo un paragone con il corpo umano, arriverei alla conclusione che la palla in questione corrisponderebbe al cuore.  Riflettendoci, pulsa ed emette un suono, e come un uomo che può sentire il battito del cuore di un altro, anche questo è possibile udire. Il vulcano è una finestra diretta all’ascolto del cuore della Madre terra – continua Cristina – La sua forza viene giudicata come distruttrice e malevola, soprattutto quando essa si riversa sulla nostra quotidianità. Aspetto importante, ma che tende totalmente ad oscurare l’azione benevola che comporta: il ripascimento dell’ atmosfera e dell’ idrosfera oltre la genesi della crosta terrestre, e la creazione di paesaggi straordinari. Quello che appare come un lento fiume di distruzione, nasconde in realtà ben altro. Il magma, il fuoco è azione, è vita ed in essa dunque si cela il principio primo della genesi stessa, e cioè ciclo vitale, cambiamento. Morte e vita sono strette l’una all’altra, sorelle, e come tale anche qui tutto viene riproposto. La lingua di fuoco che riduce in polvere quello che ostacola il suo passaggio, diverrà sì cimitero di silenzio e sassi, ma diverrà anche ospite di nuova vita. La roccia nera farà da culla al verde dei pini e al giallo della ginestra, e si ripopolerà presto di altre innumerevoli presenze. Ringrazio il fotografo Gianluca Musmeci per la concessione del suo scatto”.

Nella gallery, altre illustrazioni di luoghi della Muntagna: 1) Etna nord-est, salita Piano Provenzana; 2) Schiena dell’Asino; 3) Monte Gemmellaro; 4) Monte Fontane; 5) Ilice di Carrinu; 6) vista monte Primo; 7) volpe; 8) ancora “Dalle viscere, nuova vita”; 9) Cristina in escursione

 

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Il Friday for future di Federica: “Spero sia chiaro per tutti, non abbiamo né un piano, né un pianeta B” https://ilvulcanico.it/il-friday-for-future-di-federica-spero-sia-chiaro-per-tutti-non-abbiamo-ne-un-piano-ne-un-pianeta-b/ Sun, 17 Mar 2019 06:59:01 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=11761 di Federica Lo Sciuto Dal settembre del 2018 sono stati appuntamenti fissi quelli di Greta Thunberg, attivista sedicenne svedese che si presenta ogni venerdì davanti al Riksdag, Parlamento di Stoccolma, con lo slogan, ormai famoso “skolstrejk for klimatet” (sciopero della scuola per il clima). I vari scioperi, col passare dei mesi, si sono trasformati, da […]

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di Federica Lo Sciuto

FEDERICA IN PIAZZA

Dal settembre del 2018 sono stati appuntamenti fissi quelli di Greta Thunberg, attivista sedicenne svedese che si presenta ogni venerdì davanti al Riksdag, Parlamento di Stoccolma, con lo slogan, ormai famoso “skolstrejk for klimatet” (sciopero della scuola per il clima).

I vari scioperi, col passare dei mesi, si sono trasformati, da locali ad appuntamenti globali. Finalmente, il 15 marzo 2019, l’altro ieri, il messaggio di Greta arriva anche in Italia, i cui scioperi tingono le piazze assieme al resto del mondo sotto il nome di “Friday for future”. Anche a Catania hanno partecipato tanti, tanti ragazzi, ma anche molti adulti convinti della necessità di fare sentire la propria voce.

La missione di questa ragazza è imprescindibile: intende innescare una mobilitazione di massa che costringa i governi di tutto il mondo ad agire contro il cambiamento climatico. La sua protesta contro l’indifferenza per le sorti del pianeta e della civiltà umana, ridotta per la maggior parte a un fastidio tutto sommato accettabile, è pacifica, ma ampiamente seguitata e rivela un ché di rivoluzionario nell’approccio mediatico alla catastrofe ambientale.

Questi movimenti pacifici sono simbolo di una sensibilizzazione ben più ampia al global warming, il riscaldamento globale.

greta-thunberg

Greta, osteggiata e derisa per la sua giovane età, ci invita a farci prendere dal panico, perché ciò che accadrà, e che sta tuttora accadendo al pianeta sotto i nostri occhi, fa parte della più raccapricciante catastrofe che la storia conosca.

Perché partecipare al “Friday for future” (o a quelli che in futuro verranno)? Perché questa grande catastrofe riguarda tutti coloro che abitano questo pianeta, e quindi tutti gli esseri umani che vivono o vivranno, poiché, come spero sia chiaro per tutti, non abbiamo né un piano, né un pianeta B. E’ stato dunque un risvolto assai lieto quello di constatare la sentita partecipazione del paese.

Rispettare gli accordi di Parigi non è, e non sarà abbastanza, ma è un impegno a cui nessuno può pensare di sottrarsi. E’ necessaria una transizione energetica verso un’economia sostentata da fonti rinnovabili. “Abbattiamo” più fabbriche e “costruiamo” più alberi. E se davvero ognuno di noi si impegnasse nel locale, e se ognuno piantasse, non dico cento al giorno, come era solito il nostro caro Elzéard Bouffier (che vi invito in ogni caso a prendere d’esempio), un albero, il mondo sarebbe più verde-vita che grigio-fabbrica.

(Gaetano Perricone). Sono molto felice di pubblicare sul mio blog questo secondo, ancora una volta eccellente contributo di Federica Lo Sciuto, alla quale Il Vulcanico fa i più affettuosi auguri in anticipo per il suo 17esimo, splendido compleanno, che festeggerà domani. E’ un’analisi lucida, sintetica, concreta e spietata, da parte di una ragazza che come molti suoi coetanei dimostra grande maturità,  di una situazione assolutamente drammatica, nonostante la superficialità con cui sembra essere affrontata da tanti, troppi adulti, che sembrano non capire che davvero non abbiamo più tempo da perdere e, come scrive Federica, non abbiamo soprattutto “un pianeta B”. Non condivido affatto, mi indignano fino alla nausea le vomitevoli battute che ho letto in giro contro la formidabile Greta Thunberg, ma mi stupisce anche lo scetticismo, perfino la puzza sotto il naso anche di tanti amici con una sana coscienza ambientalista nei confronti di questi ragazzi scesi in piazza in tanti, gioiosamente e con molta passione, come dimostra anche la nostra fotogallery, per difendere il loro futuro. Perché tutto questo sarcasmo ? Perché insistere accusandoli di volersela solo “caliarsela” dalla scuola e di essere manipolati dalla politica ? Perché storcere il muso sul loro abbigliamento costoso ? Io e tanti di costoro che criticano, un po’ da babbioni edizione 2019, ai nostri tempi ce la “caliavamo” dalla scuola, scendevamo e urlavamo in piazza fregandocene del nostro abbigliamento. Non hanno tutto il diritto di farlo oggi anche loro, mentre la Terra corre il rischio di estinguersi in pochi decenni ?

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Tania “hand made”, la sciara diventa arte. Esperienza, espressione e territorio, efficace mix con l’Etna super sponsor https://ilvulcanico.it/tania-hand-made-dove-la-sciara-nera-diventa-arte-esperienza-espressione-e-territorio-efficace-mix-con-letna-super-sponsor/ Tue, 01 Jan 2019 06:59:29 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=10770 di Tania Mazzaglia Inizio ringraziando Gaetano Perricone per la sua disponibilità e la proposta di parlare di me e della mia passione diventata lavoro sul blog “IlVulcanico”. Sono sempre più convinta che tutto quello che si fa nella vita sia frutto della passione e della voglia di fare. Premesso ciò vi posso raccontare un po’ di me e […]

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di Tania Mazzaglia

TANIA 17

Inizio ringraziando Gaetano Perricone per la sua disponibilità e la proposta di parlare di me e della mia passione diventata lavoro sul blog “IlVulcanico”.

Sono sempre più convinta che tutto quello che si fa nella vita sia frutto della passione e della voglia di fare. Premesso ciò vi posso raccontare un po’ di me e del mio percorso lavorativo fatto fino ad oggi.

Sono nata a Catania 38 anni fa, ma sono e mi sento una figlia dell’Etna, di radici e vita nicolosita. Da piccola ho sempre prestato interesse verso l’arte e il bello, dilettandomi in lavori manuali e creativi. Naturalmente nel Dna scorre la familiarità, quindi spessissimo sono stata accompagnata in queste esperienze e sperimentazioni da mio padre, una figura per me importante e di ingegno, che ha sempre supportato la mia passione.

Conseguita la maturità artistica presso l’Istituto statale d’arte di Catania, di cui conservo i ricordi più belli della mia adolescenza, ho proseguito con gli studi accademici indirizzo scenografia. La voglia di poter intraprendere un lavoro a tema con gli studi conseguiti, per tanti giovani spesso utopia, nel mio caso in parte si è realizzato. Dico in parte perché il campo artistico è molto ampio, dal teatro, alla moda, al design, ecc; quindi bisogna scegliere e spesso più che scegliere ti sceglie…

Negli anni a cavallo con gli studi accademici ho intrapreso un corso per imparare a ceramizzare la pietra lavica, svoltosi a Nicolosi nella scuola di ceramizzazione e tenuto dal maestro Barbaro Messina. In questa tecnica ben presto ho trovato un’arte, dove raggruppare esperienza, espressione e territorio, un mix vincente dov’è il luogo a fare da sponsor. L’Etna, il suo fascino, la sua lava di cui oggi tanto si parla visto lo spettacolo con cui si mette in mostra, diventa oggetto artistico e perché no “souvenir” con la S maiuscola.

Dai primi esperimenti con gli smalti all’affascinante fase della cottura, dove tutto il lavoro si trasforma e dove tutto prende vita. Dove il colore da sbiadito e pallido sullo smalto crudo prende corposità … il colore, per me elemento essenziale e segno distintivo dei miei lavori. Colore che trasforma la sciara nera in “oro dell’Etna”, rendendola in prima persona messaggera di culture e tradizioni.

1 TANiA MAZZAGLIA

Dopo diversi anni di approccio con la materia , nel 2006 decido di concretizzare aprendo bottega a Nicolosi, dove poter produrre opere e manufatti esclusivamente “hand made”. Il laboratorio diventa il mio ritrovo dove arte e artigianato si fondono e la produzione spazia dal semplice oggetto d’arte ai ricercati complementi d’arredo per interni ed esterni.

Negli anni partecipo a mostre e varie manifestazioni traendone riscontri positivi. Riesco a prendere contatti con committenti all’estero e spedire lavori anche negli Stati Uniti.

Oggi, nonostante il super impegno di mamma e moglie, “mi metto in mostra” con l’apertura del mio atelier in via Garibaldi, 46 a Nicolosi. Idea pensata da anni e finalmente concretizzata.

Per contatti:
Tania Mazzaglia Hand Made, via Garibaldi 46 – Nicolosi, tel. 095 910602
www.taniamazzaglia.com
[email protected]

TANIA 24

(Gaetano Perricone). E’ bellissima questa storia: è positiva, gioiosa e beneaugurale e offre l’immagine migliore, quella che da “forestiero” residente mi piace di più e che ho imparato ad amare profondamente, dell’Etna, del suo territorio, di quello che la Muntagna può e riesce a dare, oltre a quello che toglie alle sue genti quando fa il suo lavoro di Vulcano, com’è successo la settimana scorsa. Ecco perché ho voluto che fosse la storia di Capodanno, quella con cui Il Vulcanico fa a tutti voi gli auguri per un 2019 pieno di positività e di soddisfazioni e a tutti i ragazzi figli dell’Etna di riuscire a realizzarsi laddove sono nati e cresciuti.

Ma anche perché ho il grande piacere di conoscere da vent’anni, da quando è cominciata quella che io chiamo la mia seconda vita etnea,  Tania Mazzaglia e il suo notevole talento, i suoi genitori Pippo e Carmela, sua sorella Agata: cari amici e belle persone, lavoratori, molto legati alla Muntagna e ai suoi valori, proprio una bella famiglia etnea.

PAPA FRANCESCO CON PIETRA DI TANIA

Tania è proprio brava, ma altrettanto sobria, umile e di poche parole. Non ce lo ha detto, ma lo abbiamo scoperto ugualmente, che tra i destinatari dei suoi pezzi unici  in pietra lavica ceramizzata “hand made”, fatti a mano, ci sono anche personaggi infinitamente illustri: Papa Francesco, che come si vede nella foto accanto ha ricevuto in omaggio lo scorso anno dal parroco nicolosita don Nino Nicoloso una sua piccola stele raffigurante  l’Etna e Sant’Agata e il grande cantante Sting, che a Taormina ha acquistato un totem da lei realizzato.

Sono stato dunque molto contento di ospitare questa storia e la sua brillante protagonista, con l’augurio di poterne raccontare tante altre con altrettanti giovani protagonisti che riusciranno a coronare i loro sogni. Buon 2019 a tutti Voi da me e dal Vulcanico e grazie di vero cuore per la vostra attenzione e per la stima che in tanti avete manifestato e manifestate per il mio blog.

Nelle foto dell’articolo e della gallery, Tania Mazzaglia al lavoro nel suo laboratorio e i bellissimi lavori nel suo atelier di Nicolosi

 

 

 

 

 

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