Musica Archivi - Il Vulcanico https://ilvulcanico.it/category/musica/ Il Blog di Gaetano Perricone Wed, 20 Mar 2024 15:30:11 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Dalla Germania a Pedara per accostarsi al canto lirico con Lara e Michael, tedeschi dell’Etna. Von Deutschland nach Pedara, um sich dem Gesang zuzuwenden, mit Lara und Michael, Deutsche vom Ätna https://ilvulcanico.it/dalla-germania-a-pedara-per-accostarsi-al-canto-lirico-con-lara-e-michael-tedeschi-delletna/ Wed, 20 Mar 2024 05:36:58 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24831 di Lara Venghaus Ho due passioni nella mia vita: il canto lirico e la terra dell’Etna. La prima è la mia professione e quella include non solo fare concerti, nonostante mi piaccia tantissimo esibirmi, ma anche insegnare il canto fa parte del mio amato lavoro. Vedere crescere gli allievi, accompagnare il loro sviluppo sia ai […]

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di Lara Venghaus

Ho due passioni nella mia vita: il canto lirico e la terra dell’Etna. La prima è la mia professione e quella include non solo fare concerti, nonostante mi piaccia tantissimo esibirmi, ma anche insegnare il canto fa parte del mio amato lavoro. Vedere crescere gli allievi, accompagnare il loro sviluppo sia ai primi passi, sia da un punto avanzato, mi riempia il cuore.

Da dieci anni al campo concertistico posso congiungere le due passioni, sempre in estate, presentando, insieme col mio accompagnatore, il rinomato direttore d’orchestra Maestro Michael Hoyer, i nostri programmi nei Paesi Etnei. Ogni volta che racconto dai miei soggiorni qui e spedisco le foto di questa terra meravigliosa ai miei allievi, si stupiscono.

Finalmente, in questa primavera del 2024, posso offrire a loro la possibilità di apprendere di persona entrambe le mie passioni. Dal 21 al 28 marzo avrà luogo un corso di canto a Pedara e quattro ragazzi tedeschi verranno a partecipare. Iniziando con un bel concerto inaugurale, eseguito da noi stessi, presentando esempi del Lied tedesco di Franz Schubert, canzoni italiani di Ruggero Leoncavallo ed arie liriche di Verdi e Wagner, spenderemo insieme una settimana piena di allenamento al canto e di dolce vita siciliana. Ovviamente scenderemo a Catania per visitare il Teatro Bellini e la casa Bellini, senza dimenticare il Duomo, dove si trova la tomba del grande compositore catanese e l’elefante di fronte. Ma saliremo anche al Rifugio Sapienza per scalare i crateri Silvestri e godere il panorama unico. E son certo che tutti noi mangeremo benissimo e anche troppo! Alla fine, il giorno 28, avrà luogo un concerto finale, nel quale gli allievi avranno l’occasione di dimostrare tutto quello che avranno imparato.

Ma non solo i tedeschi parteciperanno a questo corso, che è anche aperto a tutti coloro che sono interessati di prendere un assaggio del canto lirico. Il corso di accostamento al canto lirico permette un percorso didattico base sui primi approcci. Organizzato dall’Assessorato arte e spettacolo del comune di Pedara daremo a tutti la possibilità di iscriversi e scoprire la propria voce. Così potremo anche mettere i ragazzi tedeschi in contatto con i pedaresi e dare un contributo all’intesa fra i popoli della Westfalia e della Sicilia. Sono molto grata di avere questa possibilità di congiungere entrambe le mie passioni.

A SEGUIRE LA TRADUZIONE IN TEDESCO

Ich hege zwei große Leidenschaften: den Gesang und das Land um den Ätna. Die erste habe ich zu meinem Beruf gemacht, und dieser umfasst nicht allein den Auftritt bei Konzerten – wenngleich ich zugeben muss, dass es mir außerordentlich zusagt, mich dem Publikum zu präsentieren – sondern auch Gesang zu unterrichten. Die Schüler an ihren Aufgaben wachsen zu sehen und sie bei ihren ersten Schritten oder in ihrer weiteren Entwicklung zu begleiten, erfüllt mich mit Freude.

Seit nunmehr zehn Jahren kann ich, was den Bereich der Konzerte angeht, meine beiden Leidenschaften miteinander verbinden, indem ich, zusammen mit meinem Begleiter, dem Kapellmeister Michael Hoyer, unsere Programme in den Paesi Etnei vorstelle. Jedesmal, wenn ich meinen Schülern von meinen Aufenthalten hier berichte und ihnen Fotos von diesem wunderbaren Stück Erde sende, sind sie davon fasziniert. In diesem Frühjahr nun kann ich ihnen endlich eine Gelegenheit bieten, meine beiden Leidenschaften selbst mitzuerleben.

Vom 21. bis zum 28. März veranstalten wir einen Gesangskurs in Pedara, und vier meiner Schüler reisen an, um daran teilzunehmen. Eröffnet wird er mit einem Konzert, in dem Michael Hoyer und ich Lieder von Franz Schubert, italienische Canzonen von Ruggero Leoncavallo sowie Opernarien von Verdi und Wagner vortragen. Anschließend folgt eine Woche voller Gesangsübungen und Literaturstudien, aber auch mit dolce vita alla siciliana. Natürlich fahren wir nach Catania, um das Opernhaus und das Geburtshaus Bellinis zu besichtigen, aber gleichfalls auch den Dom mit dem Grab des berühmten cataneser Komponisten und die Säule mit dem Elefanten gegenüber. Aber wir fahren auch zum Rifugio Sapienza, um die Crateri Silvestri zu ersteigen und von dort das einzigartige Panorama zu genießen. Und ich bin sicher, wir werden alle ausgezeichnet und viel zu viel essen.

Am 28. März findet dann ein Abschlusskonzert statt, in welchem die Schüler zeigen können, was sie gelernt haben. Doch nicht nur deutsche Schüler werden an diesem Kurs teilnehmen, vielmehr steht er allen offen, die Interesse daran haben, sich im Operngesang zu erproben. Der Kurs zur Annäherung an den Operngesang bietet einen didaktischen Erstzugang zu dieser Materie. Organisiert wird er vom Assessorat für Kunst und Kulturveranstaltungen der Stadt Pedara und bietet jedem die Möglichkeit, sich einzuschreiben, um die eigene Stimme zu entdecken. Auf diese Weise werden auch unsere deutschen Schüler in Austausch mit den Pedaresi treten und, sodass wir einen Beitrag zur „Völkerverständigung“ zwischen Sizilianern und Westfalen leisten können. Für die Möglichkeit, meine beiden Leidenschaften verbinden zu können, bin ich überaus dankbar.

 

 

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Beatles & Rolling Stones, l’autunno degli intramontabili giganti https://ilvulcanico.it/beatles-rolling-stones-lautunno-degli-intramontabili-giganti/ Tue, 07 Nov 2023 08:34:01 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24283 di Adolfo Fantaccini Vecchi ma non troppo. Anzi, assai poco. O nulla. Come se il destino avesse giocato con il passato remoto e un presente sempre asfittico, fra ombre indelebili e tracce graffianti di arcinota iconografia, ecco irrompere sulla scena musicale due novità gigantesche destinate a spostare l’inerzia del mercato, sempre più alla ricerca di […]

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di Adolfo Fantaccini

Vecchi ma non troppo. Anzi, assai poco. O nulla. Come se il destino avesse giocato con il passato remoto e un presente sempre asfittico, fra ombre indelebili e tracce graffianti di arcinota iconografia, ecco irrompere sulla scena musicale due novità gigantesche destinate a spostare l’inerzia del mercato, sempre più alla ricerca di idee e nuovi stili. La novità sta nel fatto che arriva dal passato, quello che in genere non ritorna, ma questa volta ripropone una qualità ormai sempre più astratta.

Hanno aspettato l’autunno, Beatles e Rolling Stones, per fare la voce grossa e ricreare una girandola di emozioni mai sopite. Come mai sommersa è la qualità di suoni e atmosfere di qualcosa che non è mai stato cancellato dal tempo. In fondo cos’è la qualità se non un rapporto fra la realizzazione e un’attesa, proprio perché esprime il livello di corrispondenza tra le aspettative e il prodotto stesso? I Rolling Stones, con Mick Jagger e Keith Richards 80enni, nonché Ronnie Wood 76enne, il 20 ottobre hanno pubblicato Hackney diamonds ed è stato subito un successo, al punto che l’album – con 101 mila copie vendute nei primi sette giorni dall’uscita – ha debuttato al terzo posto della Billboard 200, la classifica settimanale ufficiale dei dischi più venduti negli Stati Uniti. Grazie a questo exploit, pertanto, gli ‘Stones’ sono diventati i primi a conquistare la top 10 della classifica statunitense con un album in ciascuno degli ultimi sei decenni.

The Rolling Stones

Mick Jagger e compagni debuttarono per la prima volta nella top 10 a stelle e strisce nel 1964, con l’album ’12 x 5’ e solo negli anni ‘60 piazzarono tra le prime 10 posizioni ben 13 long playing. Solo un’artista, fra quelli in vita, può vantarsi di avere eguagliato il record dei Rolling Stones: è Barbra Streisand, l’unica ad aver piazzato un disco nella top 10 della Billboard 200 per ogni decennio, dagli anni ’60 agli anni 2010.

Poi arrivano i Beatles e lanciano il loro Now and then, la terza delle canzoni lasciate in eredità da John Lennon a Paul McCartney nel 1978, due anni prima di essere ucciso a New York, incise su musicassette. John infilò la musicassetta in una busta “Per Paul” e la consegnò a Yoko Ono che gliel’avrebbe donata nel 1994. Da quella musicassetta sono già state estrapolate, nel 1995, Free as a bird e Real love, inserite nella Beatles Anthology; adesso viene fuori Now and then, che è ben altra cosa dal punto di vista tecnologico e auditivo, perché il brano si può ascoltare – rispetto ai due precedenti pezzi – in hires, ossia in alta qualità, con il formato FLAC a 24 bit e 96 Khz.

La differenza, nella voce digitalizzata e rimasterizzata di Lennon, si sente. Eccome. Il brano, infatti, è scritto e cantato da John, poi sviluppato e lavorato da Paul, con George Harrison e Ringo Starr. La differenza sta proprio nel campionamento, oltre che nella bellezza, del brano. Qualità e talento sono spropositati, come nel caso degli Stones, non solo in relazione alle attuali offerte di mercato. E, cosa ancor più importante, grazie alla diffusione nelle varie piattaforme, anche i giovani hanno cominciato a chiedersi chi erano i Beatles, come cantavano gli Stadio. Dei Rolling Stones già sapevano tutto, ma forse non immaginavano che potessero impartire una lezione di energia pura a 80 anni suonati. Adesso sanno anche questo.

 

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Musica e spettacolo in quota: riecco l’affascinante Festival Cornistico dell’Etna https://ilvulcanico.it/musica-e-spettacolo-in-quota-riecco-laffascinante-festival-cornistico-delletna/ Wed, 12 Jul 2023 04:39:25 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23732 Riceviamo e volentieri pubblichiamo Nato nel 2016, promosso dalla FEBASI (Federazione Bande Siciliane) coordinata dal presidente prof. Alfio Zito, il Festival Cornistico dell’Etna, arrivato alla settima edizione, ha lo scopo di unire tanti cornisti provenienti da tutta Italia e dall’estero, studenti, professionisti e amatori che hanno voglia di migliorarsi e imparare dai docenti ospiti che […]

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo
I protagonisti del Festival dei Corni 2023
Nato nel 2016, promosso dalla FEBASI (Federazione Bande Siciliane) coordinata dal presidente prof. Alfio Zito, il Festival Cornistico dell’Etna, arrivato alla settima edizione, ha lo scopo di unire tanti cornisti provenienti da tutta Italia e dall’estero, studenti, professionisti e amatori che hanno voglia di migliorarsi e imparare dai docenti ospiti che vengono ogni anno. Nelle scorse edizioni il festival ha ospitato cornisti di fama mondiale tra cui Miklos Nagy, Hervè Joulain, Zora Slokar, Alessio Allegrini, Guglielmo Pellarin, Giovanni Hoffer, Jorg Bruckner e molti altri. Il Festival ha la durata di 5 giorni e si svolge a Zafferana Etnea in una struttura a 1000 m.  di quota in cui i cornisti che partecipano hanno la possibilità di fare molte attività che li impegnano tutto il giorno: studiare con i maestri ospiti e suonare insieme con grandi e piccoli gruppi di corni. Si crea in sostanza una sorta di campus musicale estivo, una vera e propria famiglia tra i partecipanti.
Immagini dalle edizioni precedenti
Il Festival Cornistico dell’Etna in media ogni anno annovera la partecipazione di circa 40 e più cornisti ed ormai è tra i più rinomati a livello internazionale: ha avuto adesioni non solo da tutta Italia ma anche dal Messico, Corea, Germania, Usa, Francia, Svezia e Malta. Ogni anno si eseguono concerti diversi ed esclusivi: per esempio la prima volta sull’Etna il Festival ha ospitato un gruppo Ticinese di Corni delle Alpi che si sono esibiti a 2000 m. vicino ai famosi Crateri Silvestri insieme ad un ensemble di 40 corni; per la prima volta in Europa un cornista jazzista a livello internazionale si è esibito da solista con una big band; tanti recital per corno e pianoforte, concerti di musica da camera, prime esecuzioni assolute di brani per corno, concerti per corno con svariati gruppi e molto altro. Inoltre, durante i 5 giorni, si svolge un concorso per corno, con una giuria internazionale, dedicato al compianto Barry Tuckwell, leggenda per tutti i cornisti, in palio molti premi importanti. Lo scopo è dunque quello di far conoscere  lo strumento corno a 360 gradi con tutte le sue potenzialità.
Quest’anno per l’edizione 2023 si è riusciti nuovamente a creare una collaborazione tra il Festival e il Teatro Massimo Bellini di Catania coinvolgendo la sua meravigliosa orchestra per il concerto di inaugurazione del 13 luglio. Successivamente il 15 Luglio a Trecastagni sarà la volta della storica Italian Brass Band del Conservatorio V. Bellini di Catania. Il 16 Luglio a Zafferana Etnea concerto di musica da camera con un quartetto d’archi di professori d’orchestra del Teatro Bellini con i solisti del Festival e per concludere in bellezza il 17 Luglio con 40 corni e percussioni a 1950 m. al Rifugio La Cantoniera immersi nel meraviglioso paesaggio vulcanico. Gli ingressi ai concerti saranno tutti a INGRESSO GRATUITO tranne il concerto di inaugurazione (5 euro a biglietto).
Ecco i maestri ospiti di quest’anno:
Jose Sogorb: 3° corno della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam e prof. del conservatorio di Amsterdam
Yun Zeng: 1° corno presso la Staatskapelle di Berlino e solista internazionale
Francesco Mattioli: 1° corno presso L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e docente presso il conservatorio di Genova
Giovanni Hoffer: 3° corno presso il Teatro Comunale di Bologna e Jazzista Internazionale
Antonino Manuli: direttore d’orchestra e docente di corno al Conservatorio di Reggio Calabria
Angelo Bonaccorso: 3° corno presso il Teatro Massimo V. Bellini di Catania e docente al Conservatorio Bellini di Catania.
I programmi nelle varie serate saranno molto vari, spaziando dal classico con orchestra sinfonica, al Jazz e alle colonne sonore da Film. Per vedere cosa si fa al nostro festival basta cercare su YouTube il nostro canale: Festival Cornistico dell’Etna e vedrete i concerti delle edizioni passate: qui potete ascoltare quello del 2019, dedicato al compianto grande maestro Ennio Morricone

IL CORNO (Fonte: Treccani). Strumento musicale a fiato in ottone, composto da un bocchino, una lunga canna conica più volte ritorta e tre pistoni. Derivato da quello naturale o da caccia il corno oggi in uso nelle orchestre riesce a coprire una scala cromatica completa. Sue ulteriori varianti sono il corno inglese (una sorta di oboe basso) e il corno bassetto (o di bassetto, sorta di grande clarinetto). Corni n bronzo sono già documentati in epoca preistorica presso i Sumeri e i Romani. Cominciò a essere usato in orchestra a partire dal XVII secolo, subendo nel Settecento numerose trasformazioni.

Con il titolo: la conclusione del Festival dei corni dello scorso anno 

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Ennio, la storia e la musica eterna di un genio e un uomo speciale https://ilvulcanico.it/ennio-la-storia-e-la-musica-eterna-di-un-genio-e-un-uomo-speciale/ Sun, 30 Jan 2022 09:47:39 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=21088 di Gaetano Perricone “Ha cambiato la storia della musica” (cit. Bruce Springsteen) Il mio cuore si è svegliato stamattina allo stesso modo in cui si è addormentato ieri sera: accarezzato dalle note magiche di tante favolose colonne sonore create da un genio assoluto, irripetibile, della musica. Note che hanno accompagnato la storia della mia vita. […]

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di Gaetano Perricone
“Ha cambiato la storia della musica” (cit. Bruce Springsteen)
Il mio cuore si è svegliato stamattina allo stesso modo in cui si è addormentato ieri sera: accarezzato dalle note magiche di tante favolose colonne sonore create da un genio assoluto, irripetibile, della musica. Note che hanno accompagnato la storia della mia vita. Che sono la storia della mia vita e di quelli della mia turbolenta generazione.
Nella sua profonda e magnifica semplicità, è un capolavoro questo documentario di due ore e mezza che il fuoriclasse del cinema Peppuccio Tornatore ha dedicato al suo grandissimo amico Maestro Ennio Morricone, che ci ha lasciati un anno e mezzo fa. Ma in realtà non ci ha mai lasciati e mai ci lascerà: come hanno sottolineato nel film gli illustrissimi personaggi della cultura che gli hanno dedicato parole piene di stima e direi d’amore (dall’estasiato Bernardo Bertolucci a Paolo e Vittorio Taviani, da Nicola Piovani a Carlo Verdone, a tanti compositori italiani, ai colleghi stranieri come Clint Eastwood, Roland Joffè, Hans Zimmer, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Pat Metheny, Bruce Springsteen), la musica dell’immenso artista Ennio compositore eccelso che la storia e il popolo ricorderanno per sempre soprattutto come autore delle colonne sonore di circa 500 film, resterà con noi in eterno. E’ eterna.
La voce narrante del documentario, con le irresistibili espressioni del suo volto e la divertente e coinvolgente gestualità mentre descrive i passaggi delle composizioni, è quella del protagonista Morricone, spezzoni di una lunghissima intervista del 2018 che racconta la sua vita, accompagnata dal macigno di una élite accademica con la puzza sotto il naso che ha stentato a riconoscere la infinita creatività e genialità, il talento straordinario del Maestro come autore di musiche di film. E anche il cinema, che gli deve tutto, gli ha dato quel che meritava solo in tarda età: 79enne l’Oscar alla carriera, nel 2007, dedicato con lacrime pubbliche alla meravigliosa moglie Maria e 88enne quello per le musiche di The Hateful Height di Quentin Tarantino nel 2016.
Ennio, che voleva fare il medico e poi diventò Morricone cominciando a suonare la tromba per fare contento il papà, ci lascia a bocca aperta, stupefatti come i bambini, raccontandoci i segreti delle sue memorabili colonne sonore. E poi c’è la divina mano di Tornatore, asso del cinema nella raccolta e montaggio di un eccezionale materiale documentario fatto di immagini e musiche che ci hanno emozionato e commosso, che sono dentro di noi, che per ciascuno di noi si legano a momenti particolari della vita.
Ho visto ieri sera Ennio, storia e ritratto speciale di un artista e uomo speciale, mi sono precipitato pieno di curiosità nel primo dei due giorni (29 e 30 gennaio) dell’anteprima del documentario, che sarà nei cinema dal 17 febbraio. Credetemi, avrei voluto che non finisse mai, con gli altri spettatori siamo rimasti in sala fino all’ultimo istante dei titoli di coda. Ennio e Peppuccio hanno fatto al nostro cuore, alla nostra anima, al cinema e alla cultura italiana un regalo stupendo.
Se avete tempo e voglia vedetelo già stasera. Anche voi desidererete che non finisca mai …

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Il Tema di Deborah: lo splendido omaggio di Marco Serino e Gian Maria Musarra al Maestro Ennio Morricone https://ilvulcanico.it/il-tema-di-deborah-lo-splendido-omaggio-di-marco-serino-e-gian-maria-musarra-al-maestro-ennio-morricone/ Thu, 11 Nov 2021 17:51:07 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=20498 Il 10 novembre 2021 Ennio Morricone avrebbe compiuto 93 anni.  Arcana ha voluto ricorda il grande Maestro con questo splendido cortometraggio Tema di Deborah del regista catanese Gian Maria Musarra, con protagonista Marco Serino, per vent’anni violinista di Morricone, solista nelle sue colonne sonore e nelle tournée mondiali dove le opere sono state arrangiate per […]

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Il 10 novembre 2021 Ennio Morricone avrebbe compiuto 93 anni.  Arcana ha voluto ricorda il grande Maestro con questo splendido cortometraggio Tema di Deborah del regista catanese Gian Maria Musarra, con protagonista Marco Serino, per vent’anni violinista di Morricone, solista nelle sue colonne sonore e nelle tournée mondiali dove le opere sono state arrangiate per la sala da concerto.

Marco Serino (la foto da www.outhere-music.com)

Il cortometraggio è un viaggio nella memoria girato in Sicilia,  tra le mura della città vecchia di Poggioreale e tra le vie del Grande Cretto di Burri di Gibellina Vecchia, nella valle del Belice, devastate dal terremoto del 1968.

Luoghi che descrivono alla perfezione i temi del ricordo e del rimpianto evocati dalla musica scelta come colonna sonora, un’inedita versione di  Deborah’s Theme, da C’era una volta in America, estratta dall’album Cinema Suites (uscirà il 14 gennaio), progetto che vede affiancati Marco Serino e Andrea Morricone che guida l’Orchestra. A quasi un anno e mezzo dalla scomparsa del compositore è uno straordinaria documento, testimonianza di grande amicizia e stima professionale.

Con il titolo: Gian Maria Musarra al Cretto di Burri

 

 

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Musica e parole. Un suggestivo Concerto per l’Etna l’1 e 2 agosto al Teatro Odeon di Taormina https://ilvulcanico.it/musica-e-parole-un-suggestivo-concerto-per-letna-l1-e-2-agosto-al-teatro-odeon-di-taormina/ Thu, 29 Jul 2021 17:14:42 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=19933 di Giuseppe Riggio  Il Concerto per l’Etna programmato da TaoArte al Teatro Odeon di Taormina, domenica 1 agosto e lunedi 2 agosto, è stato pensato per offrire un tributo al grande vulcano, così presente nella vita dei suoi abitanti proprio in questi mesi. Ma con la consapevolezza che qualsiasi lettura dell’Etna, femmina e muntagna o maschio […]

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di Giuseppe Riggio 

Il Concerto per l’Etna programmato da TaoArte al Teatro Odeon di Taormina, domenica 1 agosto e lunedi 2 agosto, è stato pensato per offrire un tributo al grande vulcano, così presente nella vita dei suoi abitanti proprio in questi mesi. Ma con la consapevolezza che qualsiasi lettura dell’Etna, femmina e muntagna o maschio e vulcano che sia, inevitabilmente risulta approssimata rispetto alla enorme ricchezza di un giacimento naturalistico e antropologico che non si finisce mai di esplorare.

E quindi meglio fermarsi al titolo stesso dello spettacolo che intende proporre un evento “per”: l’omaggio a una presenza che per quelli che vi abitano non può mai essere ridotta a, seppur imponente, fenomeno naturale. Anzi la personificazione di Idda (e così scrivendo abbiamo in qualche modo compiuto una scelta di genere) è fatto condiviso e accettato dal popolo etneo.

Il Teatro Romano Odeon a Taormina

Le musiche appositamente composte per lo spettacolo da Luciano Troja, musicista messinese con tanti album alle spalle, costituiscono la prima sfida che TaoArte ha messo in piedi programmando lo spettacolo. “Ho cercato di dare un suono al ritmo interno del vulcano utilizzando lo strumento del pianoforte – spiega l’autore delle musiche – mentre il fagotto e alcuni effetti di percussioni cercheranno di rendere il senso dei colori e delle melodie che le stagioni spalmano sull’Etna”.

Toccherà invece alla voce recitante di Giampiero Cicciò dare vita al variegato campionario di testi (da me selezionato) che spazia da Verga con la sua Capinera ubriaca di bellezza a Monte Ilice, sino alla poesia in dialetto di Salvo Drago che gioca e si diverte intorno al rapporto di amore-odio che scatena l’Etna quando sparge sabbia e lapilli su tutti i versanti. Ci sarà alla fine anche un citazione dal mio L’Etna che vorrei, quale testimonianza della complessità del rapporto che ogni innamorato del vulcano mantiene con una creatura sostanzialmente imprevedibile. Contribuiranno allo spettacolo anche gli interventi di Sonia Barbadoro che introdurrà ogni nuovo tassello del mosaico-spettacolo.

Giovanni Tomarchio

Seguendo questo schema prenderà forma il Concerto per l’Etna programmato per due sere consecutive all’Odeon Romano di Taormina, piccolo ma prezioso spazio scenico recuperato da Taormina Arte proprio nel cuore della città. E il finale dello spettacolo sarà affidato alle immagini di Giovanni Tomarchio, per decenni foto-giornalista della RAI, questa volta accompagnate dal vivo dalle musiche originali di Luciano Troja al pianoforte e Antonino Cicero al fagotto.

Per acquistare i biglietti: http://www.ctbox.it/C27/4079/Content.aspx/Eventi/Rassegne/Fondazione_Taormina_Arte_Sicilia-Estate_2021

Con il titolo: le prove all’Odeon Romano di Taormina

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Boris, vulcanologo e musicista: “La mia vita tra Etna e rock”. Con il Grand Finale … https://ilvulcanico.it/boris-vulcanologo-e-musicista-la-mia-vita-tra-etna-e-rock-con-il-grand-finale/ Thu, 06 May 2021 04:59:49 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=19212 di Boris Behncke Chi mi conosce sa bene che già da bambino (per la precisione, da quando avevo 10 anni) avevo la passione per i vulcani. Per molti anni però era una passione piuttosto da collezionista – qualsiasi cosa che aveva scritto “vulcano” sopra entrava nei miei archivi. Solo quando mi sono iscritto all’Università di […]

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di Boris Behncke

Boris Behncke a 15 anni: “Mi sono trovato sotto le mani un organo da un mia compagna di classe e mi sono scatenato”

Chi mi conosce sa bene che già da bambino (per la precisione, da quando avevo 10 anni) avevo la passione per i vulcani. Per molti anni però era una passione piuttosto da collezionista – qualsiasi cosa che aveva scritto “vulcano” sopra entrava nei miei archivi. Solo quando mi sono iscritto all’Università di Bochum, nella Germania occidentale, questo mio hobby ha preso un carattere più pratico, e infine è diventato il mio lavoro quotidiano, sul vulcano più affascinante di questo pianeta, l’Etna.

Ma quando ho cominciato ad interessarmi di vulcani, ero già preso da un’altra passione: la musica. La ascoltavo, in chiave rock (ero cresciuto con i Beatles) e classica. Da quando avevo 6 anni suonavo il pianoforte, e spesso mi venivano in mente delle melodie, che presentavo alla mia insegnante di pianoforte, una personcina molto dolce e paziente. Lei mi incoraggiò fortemente a realizzare le mie piccole opere. Da ragazzino alternavo il sogno di diventare vulcanologo con quello di diventare una rock star. Scrivevo brani con titoli suggestivi come You Will Never Die (non morirai mai) e Take A Walk With Me (fai una passeggiata con me).

1983, “star photo” di Boris con chitarra e permanente

A 16 anni cominciai a suonare la chitarra, ed a fissare alcune delle mie idee musicali. Negli anni successivi suonavo spesso con amici alle feste, fra brani di gruppi famosi e quelli miei, che a qualcuno sembravano pure piacere. Il mio stile musicale preferito era il “progressive rock”, quello dei Genesis, Pink Floyd, Yes, Jethro Tull, Emerson, Lake & Palmer e dei Marillion. Tuttavia ero anche aperto al rock “semplice” e alla musica classica. Alcuni dei pezzi che ho composto in quel periodo, a 16-18 anni, sono diventati Your Body, Empty House, The Gates Of Happiness, Forgotten Memories

La giovanissima band “Morgreb” in cui Boris Behncke, ovviamente il secondo da destra, suonava nel 1984

Il culmine della mia “carriera” da giovane musicista, se si può chiamare così, fu il periodo 1983-1984, quando suonavo con una vera band – chitarra, basso, tastiere, batteria – senza però mai esibirci davanti ad un pubblico. Un problema maggiore era che non riuscivamo a trovare un cantante – avrei tanto voluto cantare io stesso, ma la mia voce non ha l’intensità necessaria. Alla fine decisi di abbandonare la musica per dedicarmi ai miei studi universitari e diventare vulcanologo. Un pezzo di quel periodo è Man With A Thousand Fears.

Le musiche però hanno continuato a venirmi in mente. Come succede? E’ un po’ come quando senti una musica alla radio che ti piace tanto e cerchi di memorizzarla: così, catturavo tutte le idee che mi venivano e le ripetevo nella mia mente, costruendo pezzettino dopo pezzettino. Alcuni di questi brani si sono formati nel corso di molti anni, anzi: decenni. Il brano Back In 1984 è nato nella mia testa nell’estate del 1984, e me lo sono tenuto là dentro fino al 2018, quando finalmente l’ho realizzato al computer grazie ad un programma per creare musiche con suoni piuttosto autentici.

Negli ultimi anni sono tornato a suonare strumenti veri, un po’ di basso, un po’ di tastiera, qualche nota di chitarra, senza però considerarmi molto bravo su questi strumenti. Soprattutto le nuove tecnologie applicabili al computer hanno aiutato a far diventare le mie musiche una realtà, disponibile all’ascolto di chi ne è interessata/o. Il primo pezzo che ho realizzato così, e a cui ci tenevo tantissimo, si chiama Salve Catania, composto nell’autunno del 1990, quando ero in visita a Catania per un periodo. Ovviamente non avevo ancora la dimestichezza su quel software per creare qualcosa di equilibrato, e la prima versione del brano era sostanzialmente inascoltabile.

Boris riscopre il pianoforte durante una vacanza in Francia nel 2012

Da gennaio 2017 elaboro i miei brani sul computer, cambiando software nell’estate del 2020 con risultati ben migliori. Sono pubblicati sul mio profilo Soundcloud, dove cerco anche di mettere immagini di titolo più o meno originali, in alcuni casi ci metto proprio l’anima, come per il brano Another Piece In The Jigsaw Puzzle.

Lo stile resta quello della mia gioventù, un rock progressivo con tanti momenti “bombastici” con “muri di suono”, cambiamenti di tempi, alternanze fra eccitazione e calma, spesso con una dose di influenze di musica classica. Le influenze spesso si sentono, qualche profumo dei Genesis, un cenno dei Rush, un’allusione ai Pink Floyd … ma cerco anche di andare fuori dagli schemi, ci sono brani un po’ più semplici, più “pop”, come Sheer Beauty. Un pezzo è piuttosto musica classica, Islands In The Wind, dedicato alle Isole Eolie, scritto nell’estate del 2002 quando spesso giravo le isole sulla magnifica goletta “Sigismondo”, e dove ho conosciuto Catherine, la donna che è diventata mia moglie, madre di nostra figlia Ida, e compagna di molte passeggiate sull’Etna. Quello fu per me un periodo di transizione, alcuni mesi prima si era rotto il mio primo matrimonio (ne parlo in Tears In Paradise), poi ci fu pure l’eruzione dell’Etna (2002 – Scassau a muntagna).

E l’Etna … ovviamente non può mancare, l’elemento vulcanico è fortemente presente in molti dei miei brani, sia come tema (Lava No Love (Don’t Like Volcano), Lake Of Fire), sia come ispirazione, che viene fuori in pezzi come Exploring e Earth Alive. Alla fine di Birth si sentono i boati dell’Etna, insieme al concerto mattutino di uccelli e le campane della chiesa madre del mio paese, Tremestieri Etneo … Alcuni brani li ho pensati in italiano – Salve Catania, il brano 10 giorni dopo San Valentino, che è dedicato ad un giovanissimo amico deceduto tragicamente alcuni anni fa, Arrancando (ancora non pubblicato), Aliscafo x Lipari (di cui a breve pubblicherò una versione nuova), Mea culpa (ancora non pubblicato) … e là tocchiamo il punto debole delle mie musiche: per molti dei miei brani sto scrivendo testi, cioè qualcosa che va cantato, ma la voce non c’è, tutte le mie musiche esistono finora solo in versione “karaoke”.

Se quindi qualcuno di voi che leggete trova piacere nelle mie musiche, e se la sente di aggiungere la sua voce, sia femminile che maschile, per cantare testi in italiano ed in inglese, fatevi subito avanti!

Tanta nuova ispirazione mi è stata data dalla spettacolare attività eruttiva dell’Etna nei primi mesi del 2021, che ha avuto un culmine molto intenso, mozzafiato ma a volte anche problematico, con la serie di “parossismi” fra il 16 febbraio e l’11 aprile. Questo mi ha stimolato a produrre questo nuovo “Grand Finale”, con le scene dell’attività da inizio gennaio fino a metà febbraio, che ha fatto da “preludio”, e poi di alcuni dei più potenti dei parossismi. Eccolo per voi !

Con il titolo: il grande vulcanologo Boris Behncke, tedesco di Catania, con tastiera e schermo, il suo “impianto”  attuale nella casa di Tremestieri Etneo.

 

 

 

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“Sarà stupendo” tornare a stare insieme. A Villa Boscogrande Kenya canta un inno alla libertà https://ilvulcanico.it/sara-stupendo-tornare-a-stare-insieme-a-villa-boscogrande-kenya-canta-un-inno-alla-liberta/ Thu, 11 Mar 2021 14:54:44 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=18916 FONTE: ufficio stampa Idee InForma  Dedicato ai  tanti giovani che chiusi nelle loro stanze sognano la libertà e la normalità. Un progetto de La Notte Vola, scritto da Fabio Castorino Un inno alla speranza, alla voglia di tornare alla vita pre pandemia e una dichiarazione d’amore per la musica e per il suo potere di […]

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FONTE: ufficio stampa Idee InForma 

Dedicato ai  tanti giovani che chiusi nelle loro stanze sognano la libertà e la normalità. Un progetto de La Notte Vola, scritto da Fabio Castorino

Kenya

Un inno alla speranza, alla voglia di tornare alla vita pre pandemia e una dichiarazione d’amore per la musica e per il suo potere di salvare e far sognare. Sarà stupendo è il brano di debutto della cantante Kenya, prodotto da Roxy Studio che dal 12 marzo, uscirà su tutti gli store. Il singolo, di cui è stato anche girato un videoclip, è un regalo de La Notte vola, brand siciliano di eventi nato nel 2015, al suo pubblico ed è dedicato ai tanti giovani, e non solo, che chiusi nelle loro stanze sognano di non vivere più una vita in DAD. È stato scritto da Fabio Castorino, testo e musica, distribuito da Roxy Studio Records, coordinatore artistico Vincenzo Canzone e produttore esecutivo Luigi Cortina. Il video è stato realizzato da Icona media & event. Partner Villa Boscogrande Natale di Maria Chef  e  Maximum Suite & SP. Il video è già su Youtube https://youtu.be/sHhlj3mHfPM.

«L’idea è nata dal team de La Notte Vola Eventi che, abituato a far ballare migliaia di persone, si è dovuto fermare obbligatoriamente – ha commentato Luigi Cortina, produttore esecutivo del progetto -. Quando torneremo a stare insieme sarà stupendo, proprio come il nome che abbiamo scelto per il brano. E lo sarà tornare ad abbracciarsi e a danzare senza mascherine e senza paura del contagio. Il singolo, affidato alla giovane voce di Kenya, è emozionante – conclude – e seppure il Covid19 nel testo non è mai menzionato, le sensazioni che evoca sono quelle che in questo momento accomunano tutto il mondo piegato dalla pandemia».

Il videoclip, un corto cinematografico ambientato all’interno di Villa Boscogrande, antica dimora palermitana, racconta la storia di una ragazza che al chiuso della propria stanza, guardando al pc foto e ricordi di prima dell’epidemia, si addormenta e sogna la vita che riparte. Così si risveglia sotto gli affreschi di una villa settecentesca, con indosso un abito principesco. Tra le stanze, ognuna con un diverso significato simbolico, incontra tre strumenti ormai silenziosi, un sax, bacchette da batteria e un microfono, che richiamano la band de La Notte Vola composta da un percussionista, un vocalist, un sassofonista oltre a un dj. Intrappolata in un milkbath, immersa fino al collo in una patina di acqua biancastra, cantando riesce ad evadere e liberarsi.

Maria Assunta Lo Giudice, ventiduenne nata a Palermo, ha scelto di chiamarsi Kenya in omaggio alla nazionalità che richiama la sua ricca chioma riccia. «La mia passione per la buona musica è stata trasmessa dal mio nonno materno e, nonostante lui non ci sia più, cerco di realizzare il nostro sogno». Frequenta l’accademia Roxy Studio di Fabio Castorino, ha partecipato a numerosi concorsi regionali e nazionali, si è già esibita in spettacoli musicali e concerti, in vari teatri. Ha partecipato a La Corrida – Dilettanti allo sbaraglio, condotta da Carlo Conti su Rai 1 con ottime recensioni. Nel 2021 ha prestato la voce al remix della canzone di Marcella Bella, “Nell’aria” di Ben dj.

Fabio Castorino è un imprenditore discografico. Nel 2002 ha fondato il Roxy Studio, studio di registrazione e formazione artistico musicale e professionale per la tecnologia del suono.

Sarà stupendo è distribuito su tutti i maggiori digital store, Spotify ed Apple Music e su Youtube all’indirizzo: https://youtu.be/sHhlj3mHfPM

Il TESTO DELLA CANZONE                                                            

Se Guardi dentro te

Saprai

Respira a fondo e poi vedrai

Lo stesso cielo sopra me e te

Che ci unisce e spazza via ogni limite

Ed è così

io aspetterò così

Ti accorgerai di quanto sia stupendo

Mi abbraccerai ma senza alcun rimpianto

Mai più nessuno impedirà

Respirerai la libertà

Ti accorgerai

Quanto sarà

Stupendo

Se cerchi dentro te

Saprai (vincerai ogni limite)

Respira a fondo e poi

Vedrai (amerai la tua libertà)

L’alba di un nuovo giorno in noi sarà

Tutti strapperemo via ogni maschera

Sarà è così

Vedrai sarà così

Ti accorgerai di quanto sia stupendo

Mi abbraccerai ma senza alcun rimpianto

Mai più nessuno impedirà

Respirerai la libertà

Ti accorgerai

Quanto sarà

Stupendo

La fiamma di una candela

Nel cielo la luna piena

Abbiamo voglia di vivere

Mentre la notte vola

Potremo stare vicini

Giocare come bambini (Giocate senza stancarci mai)

Ballare senza stancarci mai

Mentre la notte vola

Mai più nessuno impedirà

Respirerai la libertà

Ti accorgerai

Quanto sarà

Stupendo

Se guardi dentro te

saprai

Che libero così sarai

Vedrai

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La fascinosa musica dell’uomo che sapeva tutto https://ilvulcanico.it/la-fascinosa-musica-delluomo-che-sapeva-tutto/ Mon, 15 Feb 2021 07:01:18 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=18636 di Santo Scalia Definire Athanasius Kircher gesuita erudito, eminente rappresentante dell’enciclopedismo seicentesco, collezionista di antichità, filosofo e matematico, conoscitore di lingue orientali quali il siriaco e l’ebraico, studioso di geologia e magnetismo, di ottica e filologia, è riduttivo. Molti lo conoscono per la sua monumentale opera Mundus subterraneus, ma Kircher fu anche studioso di musica […]

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di Santo Scalia

Definire Athanasius Kircher gesuita erudito, eminente rappresentante dell’enciclopedismo seicentesco, collezionista di antichità, filosofo e matematico, conoscitore di lingue orientali quali il siriaco e l’ebraico, studioso di geologia e magnetismo, di ottica e filologia, è riduttivo.

Molti lo conoscono per la sua monumentale opera Mundus subterraneus, ma Kircher fu anche studioso di musica e valente compositore. Scrisse in questo ambito la Musurgia universalis e la Musurgia universalis sive ars magna consoni et dissoni.  Nei 78 anni della sua vita (ricordiamo che visse nel Seicento) si occupò di tutto ciò che attenesse alla Scienza ed alla Conoscenza e per questo è rimasto nella storia della cultura con l’appellativo “l’uomo che sapeva tutto” (su questo blog il 3 giugno 2018  http://ilvulcanico.it/athanasius-luomo-che-sapeva-tutto-il-suo-mondo-sotterraneo-e-letna/).

Nel video musicale che presentuamo, l’Ensemble Zeitgeist suona il  Modo Hypodorico di Athanasius Kircher in preparazione del concerto della decima settimana di V. Bach Week nella Chiesa Luterana di Vienna, registrata il 29 marzo 2019. Zeitgeist:  Roswitha Dokalik – violino barocco; Johanna Kargl – violino barocco; Magdalena Kelz – viola da gamba; Klaus Haidl – liuto / chitarra barocca.

Con il titolo: Athanasius Kircher, “Mundus Subterraneus”, 1665

 

 

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16-19 luglio 1970, quando Palermo sognò di essere Woodstock. Storia e retroscena di una straordinaria avventura https://ilvulcanico.it/16-19-luglio-1970-quando-palermo-sogno-di-essere-woodstock-storia-e-retroscena-di-una-straordinaria-avventura/ Thu, 23 Jul 2020 05:01:38 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=17370 “Il Festival Palermo Pop nasce come una cosa grande e tale fu. Ce n’era per tutti: Duke Ellington, la Big Band Kenny Clarke-Francis Boland, Albert Nicholas, clarinettista da leggenda, uno che il jazz lo aveva visto nascere a New Orleans, Phil Woods, Tony Scott, Aretha Franklin, la regina del soul (impensabile fino ad allora poterla […]

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“Il Festival Palermo Pop nasce come una cosa grande e tale fu. Ce n’era per tutti: Duke Ellington, la Big Band Kenny Clarke-Francis Boland, Albert Nicholas, clarinettista da leggenda, uno che il jazz lo aveva visto nascere a New Orleans, Phil Woods, Tony Scott, Aretha Franklin, la regina del soul (impensabile fino ad allora poterla vedere e sentire a Palermo, alla Favorita, allo stadio), Stephane Grappelli, Phil Woods, Johnny Griffin, Jacques Pelzer, Daniel Humair (troppa grazia per i jazzofili). Ma c’erano anche i rocker di prima grandezza Arthur Brown, Johnny Halliday, Brian Auger, gli Exseption, i divi Elza Soares, Nino Ferrer e Little Tony, italiani di successo come i Ricchi e Poveri e Carmen Villani, la straordinaria voce di Giusy Romeo, la nutrita schiera di jazzisti di casa da Enzo Randisi a Sal Genovese, da Mario Modestini a Carlo Loffredo e la sua Roman Dixieland Jazz Band, c’erano i gruppi e i cantanti giovani formatisi nella straordinaria stagione beat palermitana fra il 1965 e il 70 di cui era capofila il Clan Free che infatti raccolse un successo che sorprese solo chi non li conosceva. E infine il folk con Franco Trincale e Rosa Balistreri, nomi che oggi sono sbiaditi dal tempo ma che allora costituivano l’espressione più dura, autentica e politicamente impegnata del canto popolare italiano: lui il cantastorie delle fabbriche, il fustigatore antifascista, lei cantatrice di un sud sofferente e sfruttato. Questo fu il rock, jazz, folk Festival Palermo Pop 70. Ottantamila spettatori in quattro giorni dal 16 al 19 luglio allo stadio della Favorita. Una scommessa vinta, una sfida alla cartolina di una Sicilia sonnolenta di cui non a caso ancora si parla, rievocando giorni e notti memorabili dentro e fuori dallo stadio. Sono passati cinquant’anni ma il ricordo di quei giorni è ancora vivo, forte, gioioso quanto il rammarico che quel Festival non poté diventare permanente”.

Nell’estate del 1970, dal 16 al 19 luglio di mezzo secolo fa, Palermo sognò di essere Woodstock. I grandi nomi della scena pop mondiale, “mostri sacri” del jazz e del rock, si diedero appuntamento in Sicilia, allo stadio della Favorita, per un evento senza precedenti, che fece sognare intere generazioni di appassionati di musica. Si chiudeva un decennio scandito da musica, politica, tensioni sociali mentre sullo sfondo vi era un’isola dove la mafia sparava e sequestrava De Mauro. Per la prima volta, un libro racconta la storia, i protagonisti, i retroscena, gli scandali di quella meravigliosa avventura che fu Palermo Pop ‘70: si intitola appunto Quando Palermo sognò di essere Woodstock, l’autore è Sergio Buonadonna,  – grande giornalista palermitano, cronista di prim’ordine con una formidabile cultura musicale – , è pubblicato da Navarra Editore nella collana Officine, costerà 16 euro; il brano che qui avete letto è a pagina 12. “Più scavavo e più avevo da raccontare. Questo librodice  Sergio Buonadonna – è un atto d’amore per la mia Palermo che sognò di essere grande grazie a Joe Napoli e Silvana Paladino, si divertì come è successo a me raccontando fatti, retroscena e protagonisti, ma dovette arrendersi all’imbecillità politica e al cieco moralismo”.

Il  volume sarà presentato in anteprima nazionale a Palermo martedì 28 luglio, alle ore 19, al Real Teatro Santa Cecilia; condurrà la giornalista Claudia Mirto, dialogheranno con l’autore Filippo Panseca, Chico Paladino, Aurora Fatta e Ottavio Navarra; interverranno musicalmente Vito Giordano, flicorno e Giovanni Conte, pianoforte.

LA SCHEDA

La copertina del libro

Palpitante come un romanzo ricco di personaggi, storie, colpi di scena, Quando Palermo sognò di essere Woodstock di Sergio Buonadonna (Navarra editore, 275 pagine, 16 euro) racconta il grande evento che nel 1970 voleva fare, della città, la capitale mediterranea del pop internazionale. L’ambizione del suo creatore, il siculo-americano Joe Napoli, era donare alla terra dei suoi avi un avvenimento che sarebbe stato indimenticabile e che ogni anno avrebbe fatto puntare i riflettori sulla Sicilia. Non andò così: per bieco calcolo politico, falso moralismo, intolleranza poliziesca. Al perbenismo dominante tutto ciò che era diverso faceva paura più della mafia e della violenza quotidiana.

I perché, i protagonisti e i retroscena dei Pop ’70, ’71 e ’72.  Joe Napoli, l’uomo che aveva inventato in Europa il festival campus, e il suo lungo rapporto d’amore con Palermo. Quelle indimenticabili serate con Duke Ellington, Aretha Franklin, Johnny Halliday, i Colosseum, i Black Sabbath. E lo scandalo Arthur Brown, l’istrionico cantante inglese che si spogliò e fu arrestato da Boris Giuliano. In un’intervista esclusiva per questo libro il quasi ottantenne Brown svela il suo segreto.  Tantissime testimonianze dei quattro giorni più pazzi che Palermo abbia vissuto. E un inedito, quando Joe Napoli chiamò Mick Jagger: “Vieni in Sicilia a disintossicarti”.

E ancora, entriamo in casa di Silvana e Cecè Paladino, gli eredi Florio mecenati del rock e del jazz, teatro delle stravaganze di Tony Scott e Keith Emerson. Le rivelazioni di Mariolina Cannuli e Rosanna Fratello, messa in fuga dal lancio di sacchetti di sabbia, di Bobby Solo, Ricchi e Poveri e Fausto Leali. Le prove incandescenti di Giuni Russo, Franco Trincale e il Clan Free, l’emozione e il ricordo dei debuttanti siciliani. Filippo Panseca, Marco Glaviano, Claudio Lo Cascio, Enzo Randisi, Boris Vitrano, Gianni Cavallaro,  Ignazio Garsia e il Brass Group nel racconto di una appassionante avventura  di grande musica a Palermo.

Il 1970 chiudeva il decennio della rivoluzione culturale: dalla swinging London alla contestazione giovanile. Musica, politica e fermenti sociali in un clima da sesso, canne e rock’n roll. E sullo sfondo un  potere ipocrita che scaricò il Pop mentre fuori la mafia sequestrava De Mauro e  sparava.

Con i contributi di Beatrice Agnello, Vittorio Bongiorno, Gian Mauro Costa, Franco La Cecla, Francesco La Licata, Beatrice Monroy, Alberto Stabile, Piero Violante. 

L’AUTORE

Sergio Buonadonna, giornalista professionista e promotore culturale, ha lavorato a lungo a L’Ora di Palermo, poi La Provincia Pavese ed è stato capo redattore cultura e spettacoli de Il Secolo XIX. Ha poi collaborato ai servizi culturali di Repubblica Palermo e dei quotidiani locali del gruppo L’Espresso. Da anni svolge una proficua attività di organizzatore culturale portando in Italia scrittori di fama internazionale. Tra i libri da lui curati: Calvino da Sanremo a New York (De Ferrari) e Finestra sul Mediterraneo (il melangolo): da Sepulveda a Consolo, 25 scrittori per un G8 dei popoli. È tra i quarantasette autori de L’Ora edizione straordinaria. Il romanzo di un giornale raccontato dai suoi cronisti (Regione Siciliana).

(Gaetano Perricone). Ho il privilegio di avere già letto, anzi divorato, questi splendido libro, scritto da un grande cronista con una straordinaria competenza musicale. Sono grato al carissimo Sergio Buonadonna, collega nella meravigliosa avventura professionale e umana del giornale L’Ora, per avermi fatto rivivere le emozioni e l’atmosfera straordinaria di Palermo Pop 70: io c’ero, avevo 14 anni, partecipai ogni sera allo stadio della Favorita con l’entusiasmo e la curiosità di un adolescente innamorato dalla vita e appassionato della grande musica pop, quella che esalta e aggrega, come tutti quelli della mia generazione che sono cresciuti con il mito di tanti artisti fuoriclasse e personaggi incredibili. Fu bellissimo esserci: perché il Festival fu un inno alla musica, alla libertà, alla gioia di vivere e perché avevo 50 anni di meno. Sono molto felice che oggi Sergio mi abbia regalato la possibilità di tornare indietro a quell’esperienza speciale e indimenticabile, facendomi ripassare davanti agli occhi scene e momenti unici, rimasti scolpiti per sempre nella mia memoria e nel mio cuore. Venite in tanti alla presentazione del 28 luglio al Real Teatro Santa Cecilia e soprattutto leggete questo libro appassionante e divertente, ma anche molto coinvolgente: i palermitani ultrasessantenni come me rivivranno quei giorni pazzeschi; quelli più giovani troveranno una città e un’atmosfera inimmaginabile; gli appassionati di musica, in particolare di jazz e di rock, si emozioneranno e divertiranno di fronte ai racconti e agli aneddoti su personaggi che furono leggendari. Se volete gustare un “antipasto” del libro interessante e stuzzicante, ascoltate anche nei prossimi giorni la video intervista “in casa L’Ora” che io e la carissima, grande collega Claudio Mirto abbiamo fatto all’autore sulla pagina Facebook “L’Ora edizione straordinaria”: perché, è chiaro, il L’Ora è una presenza fondamentale in tutta l’opera. Grazie di cuore al grandissimo Sergio Buonadonna e in bocca al lupo. Sono certo che sarà quel successone che la bravura, la passione, la generosità dell’autore meritano.

Con il titolo: il popolo di Palermo Pop 70, foto dall’archivio storico dell’Ora presso la Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”. Nella galleria, le prime due foto rispettivamente dall’Archivio Storico Nicola Scafidi copyright Angela Scafidi e Maurizio Diliberto, poi la copertina del libro 

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