Solidarietà Archivi - Il Vulcanico https://ilvulcanico.it/category/solidarieta/ Il Blog di Gaetano Perricone Thu, 23 Nov 2023 06:19:59 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 L’artigiano per la pace e l’ambiente: dalla CNA Palermo 3200 piante di ulivo per fare rivivere la natura offesa dagli incendi https://ilvulcanico.it/lartigiano-per-la-pace-e-lambiente-dalla-cna-palermo-3200-piante-di-ulivo-per-fare-rivivere-la-natura-offesa-dagli-incendi/ Thu, 23 Nov 2023 06:19:59 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24403 di Francesco Palazzo Estate. Il sole splende alto nel cielo terso. La natura rigogliosa vegeta selvaggia e ordinata. La nostra Sicilia fa bella mostra dei suoi panorami. Ma una mano assassina approfitta del vento che si è appena levato e dà fuoco alle sterpaglie. Il vento si fa più impetuoso e violento ed il fuoco […]

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di Francesco Palazzo

Estate. Il sole splende alto nel cielo terso. La natura rigogliosa vegeta selvaggia e ordinata. La nostra Sicilia fa bella mostra dei suoi panorami. Ma una mano assassina approfitta del vento che si è appena levato e dà fuoco alle sterpaglie. Il vento si fa più impetuoso e violento ed il fuoco diventa inarrestabile. Sono tre giorni di fiamme incontrollabili, sono tre giorni di inferno, sono tre giorni in cui non resiste niente, ci sono pure due morti, fra i quali una ragazza di circa quarant’anni che era andata a salvare i suoi cavalli rinchiusi in una stalla avviluppata dalle vampate. Poi tutto si placa, perché il vento cessa e il fuoco non ha più materiale da bruciare. Resta un paesaggio desolato. Niente più alberi niente più vegetazione. Il deserto. E non osiamo pensare che orrenda fine possano avere fatto tutti gli animali e animaletti che popolavano i terreni percossi dal fuoco, conigli, serpi, lucertole, anche volatili di piccola e grande taglia. Il fuoco. Cosa si scatena nella mente di certi uomini? Se appartenenti al genere umano possono definirsi, visto l’enorme danno che provocano con le loro azioni a tutto l’ecosistema, al patrimonio ambientale e naturalistico e perfino alle persone.

Foto ricordo con piantine d’ulivo per i vertici della CNA Palermo: da sinistro Enzo Geloso, vicepresidente vicario: Pippo Glorioso, segretario e Giuseppe La vecchia, presidente

A fronte di tutto questo disastro però si è sviluppato un movimento nella società civile che con sdegno ha rigettato tali azioni e con immensa solidarietà si è dato un obiettivo: ricostruire, ripartire, fare rivivere la bellezza, l’armonia della natura, dei luoghi, delle aziende agricole, delle comunità forestali e montane.

Con prontezza e grande slancio si è presentata in prima fila la CNA, la Confederazione Nazionale Artigiani, di Palermo con in testa il suo segretario, Pippo Glorioso, approvato e sollecitato dal presidente nazionale Dario Costantini, venuto apposta in Sicilia per incontrare una delegazione di sindaci dei comuni della zona colpita dalle fiamme, con i quali è stato stretto un patto di solidarietà che nella giornata del 20 novembre 2023 ha visto la realizzazione della prima parte. Infatti, davanti alle scolaresche e con la benedizione del Vescovo di Cefalù, S.E. Mons. Giuseppe Marciante, il segretario Pippo Glorioso, il presidente Giuseppe La Vecchia ed il vice presidente vicario Enzo Geloso hanno consegnato ai sindaci dei diciotto comuni madoniti presenti  3.200 piante di ulivo la cui piantumazione è iniziata subito. Inoltre, il prossimo 2 dicembre è prevista la consegna di un mezzo antincendio di ultima generazione regalato sempre dalla CNA di Palermo, a testimonianza dell’impegno sia nella ricostruzione sia nella prevenzione che si sono voluti intestare gli artigiani.

Il vescovo di Cefalù Monsignor Giuseppe Marciante nel suo intervento durante l’iniziativa CNA

Gli artigiani sono costruttori di pace e l’ulivo è l’albero della pace. Lunedì 20 novembre è stato un giorno di vera festa. Tempo terso, radioso.

Il Vescovo di Cefalù ha parlato di nuovi semi di vita, esortando tutti i presenti alla partecipazione alla vita sociale del territorio. I sindaci, seguendo il suo invito, si sono detti pronti a passare dalle parole all’impegno, dalla disperazione alla rinascita coinvolgendo tutte le forze in campo, ma soprattutto puntando sulle nuove generazioni. E le nuove generazioni sono state coinvolte nella piantumazione di una quercia realizzata utilizzando la terra ferita proveniente da tutti i territori interessati dagli incendi. Un gesto fortemente simbolico. Nella speranza che disastri del genere non si debbano più verificare.

 

 

Con il titolo: Pippo Glorioso, segretario CNA Palermo, presenta la donazione degli ulivi ai sindaci del comprensorio. Le foto gentilmente concesse da Mario Leone

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Colletta Alimentare, “oceano di gratuità”: più 22 per cento grazie al grande cuore della Sicilia https://ilvulcanico.it/colletta-alimentare-oceano-di-gratuita-piu-22-per-cento-grazie-al-grande-cuore-della-sicilia/ Tue, 21 Nov 2023 11:41:15 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24394 FONTE: Ufficio Stampa Banco Alimentare della Sicilia ODV Alla Giornata Nazionale della  Colletta Alimentare di sabato 18 novembre hanno aderito11.800 supermercati (+ 6% sul 2022) e oltre 140.000 volontari che hanno raccolto 7.350 tonnellate (+9% rispetto alla scorsa edizione) di prodotti a lunga conservazione, grazie ai tantissimi cittadini che ancora una volta, con grande generosità, hanno scelto di fare “un gesto concreto […]

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FONTE: Ufficio Stampa Banco Alimentare della Sicilia ODV

Alla Giornata Nazionale della  Colletta Alimentare di sabato 18 novembre hanno aderito11.800 supermercati (+ 6% sul 2022) e oltre 140.000 volontari che hanno raccolto 7.350 tonnellate (+9% rispetto alla scorsa edizione) di prodotti a lunga conservazione, grazie ai tantissimi cittadini che ancora una volta, con grande generosità, hanno scelto di fare “un gesto concreto insieme”, nonostante le difficoltà che in molti stanno incontrando.

I prodotti donati, tra quelli che Banco Alimentare fa più fatica a reperire nella sua attività quotidiana di recupero delle eccedenze, nelle prossime settimane saranno distribuiti a quasi 7.600 organizzazioni partner territoriali convenzionate (mense per i poveri, case-famiglia, comunità per i minori, centri d’ascolto, unità di strada, etc..) che sostengono circa 1.700.000 persone.

In tutta la Sicilia i prodotti donati nella sola giornata della Colletta sono stati 454.664 kg in 1.140 supermercati, contro i 372.723 kg che erano stati raccolti con la Colletta 2022. Un risultato che registra un ottimo +22% sul 2022 e che è stato possibile raggiungere con il grande cuore delle persone, il numero più alto di volontari (oltre 12.000 quest’anno) e di supermercati.

I chilogrammi raccolti corrispondono a 909.329 pasti che verranno distribuiti a 724 organizzazioni caritative, convenzionate con Banco Alimentare in tutta la Sicilia, tramite cui vengono aiutate quotidianamente oltre 284.000 persone.

Questo il dettaglio di quanto raccolto per provincia: Agrigento kg 36.983,80 pari a 73.968 pasti (+12% sul 2022) – Caltanissetta kg 23.102,20 pari a 46.204 pasti (+16% sul 2022) – Catania kg 202.118 pari a 202.118 pasti (+27% rispetto al 2022) – Enna kg 15.086, 30 pari a 30.173 pasti (+34% sul 2022) – Messina kg 62.930,60 pari a 125.861 pasti (+25% sul 2022) – Palermo kg 99.359,60 pari a 198.719 pasti (+21% sul 2022) – Ragusa kg 28.756 pari a 57.512 (+23% sul 2022) – Siracusa kg 34.901,80 pari a 69.804 pasti (+45% sul 2022) – Trapani kg 52.458 pari a 104.970 pasti (+6% sul 2022).

“Sono molto grato per il risultato ottenuto durante questa Colletta – ha commentato Pietro Maugeri, presidente Banco Alimentar della Sicilia ODV -. Al di là dei numeri: +9% a livello nazionale e +22% a livello regionale, sono continuamente sorpreso da questo oceano di gratuità, fatto di volontari, persone comuni e ragazzini di tutte le età che, insieme, hanno donato con gioia. È anche grazie a questi momenti che insegniamo ai più giovani che si può costruire un mondo più giusto e creare reale coesione sociale”.

Ha aggiunto Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare: Il gesto della Colletta si è ripetuto per il 27esimo anno consecutivo, senza mai interruzioni neanche durante la pandemia. Un “gesto” che porta in sé un significato capace di far sperimentare e indicare la carità come dimensione fondamentale del vivere, come presupposto per una convivenza capace di costruire una prospettiva di pace, di solidarietà e di crescita comune. Con la Colletta Alimentare abbiamo aderito alla Giornata Mondiale dei Poveri indetta  da Papa Francesco. Ringraziamo tutti coloro, in particolare i tantissimi giovani volontari, che con il loro sostegno, il loro impegno e il loro sacrificio hanno reso possibile il manifestarsi di una così grande condivisione e solidarietà” – conclude il Presidente.

Sono sempre di più le persone in povertà assoluta nel nostro Paese: se ne contano oltre 5,6 milioni secondo i dati Istat sul 2022 e per l’anno in corso Banco Alimentare ad oggi registra un incremento di richieste di aiuto di oltre 50mila persone.

E’ ancora possibile donare la spesa online su alcune piattaforme dedicate: per conoscere le varie modalità di acquisto dei prodotti e le insegne aderenti all’iniziativa è possibile consultare il sito https://www.bancoalimentare.it/colletta-alimentare/fai-la-spesa-online

(Gaetano Perricone). Un ringraziamento particolare alla professionalità e disponibilità di Monica Adorno, responsabile dell’ufficio stampa dell’iniziativa, ancora una volta puntuale e precisa nell’informare e documentare 

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MontagnAmo, ascesa e autonomia in montagna: da Padova all’Etna, la meravigliosa storia di undici ragazzi con sindrome di Down https://ilvulcanico.it/montagnamo-ascesa-e-autonomia-in-montagna-da-padova-alletna-la-meravigliosa-storia-di-undici-ragazzi-con-sindrome-di-down/ Sun, 08 Oct 2023 05:02:09 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24053 (Gaetano Perricone). In occasione della Giornata nazionale delle persone con Sindrome di Down, che si celebra l’8 ottobre, pubblichiamo integralmente la relazione di Giacomo Drago, vicepresidente dell’associazione Sport 21 di Padova, al Convegno nazionale di Montagnaterapia promosso a Nicolosi, dal 28 settembre al 1 ottobre, dalla Simont, società italiana di montagnaterapia. Il tema è il […]

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(Gaetano Perricone). In occasione della Giornata nazionale delle persone con Sindrome di Down, che si celebra l’8 ottobre, pubblichiamo integralmente la relazione di Giacomo Drago, vicepresidente dell’associazione Sport 21 di Padova, al Convegno nazionale di Montagnaterapia promosso a Nicolosi, dal 28 settembre al 1 ottobre, dalla Simont, società italiana di montagnaterapia. Il tema è il progetto MontagnAmo: è un contributo interessantissimo su un’esperienza estremamente avanzata che ha visto protagonisti undici ragazzi con sindrome di Down. Ma anche la storia di un’avventura meravigliosa e coinvolgente, assolutamente unica, partita dalla città veneta e arrivata in cima all’Etna Patrimonio dell’umanità, che ho avuto la gioia e il privilegio di raccontare nel mio libro “La scalata della vita”.  Con uno slogan e una motivazione più che mai chiara e forte: se si vuole si può! 

di Giacomo Drago*

 MontagnAmo è un progetto dell’Associazione Sport21 Padova nato all’interno dei percorsi educativi di DownDADI e, rappresenta un tassello del più articolato “Progetto di vita attiva” che si prefigge l’obiettivo di rendere le persone con sindrome di Down e disabilità intellettiva più autonome possibile anche mediante l’esperienza della montagna.

Per meglio descrivere il progetto MontagnAmo penso sia utile una breve premessa. Trentadue anni fa dopo la nascita di nostra figlia Giulia, con sindrome di Down, come genitori abbiamo da subito avvertito la necessità di capire cosa potevamo fare per il suo futuro. In una piccola Associazione abbiamo incontrato altri genitori con figli pari età e condizione ed abbiamo avviato una discussione sulle strategie da individuare ed utilizzare. Da subito abbiamo dubitato dell’efficacia del modello basato unicamente sull’assistenza, unica proposta offerta dai servizi sociali del territorio al termine del ciclo scolastico. Per realizzare il progetto che avevamo elaborato abbiamo assunto incarichi di responsabilità come gruppo dirigente della nostra comunità.  Eravamo convinti che le persone con s di D (sindrome di Down) e DI (Disabilità Intellettiva) dovessero e potessero diventare i protagonisti della propria vita, essere in grado di assumere decisioni, realizzare sogni e passioni; per questo dovevano essere al centro di un progetto articolato e complesso che doveva evidenziare, esaltare ed irrobustire le abilità che ognuno di loro poteva esprimere. In base alle singole caratteristiche, abbiamo elaborato un unico progetto che poi avremmo definito “progetto di vita attiva” che prevedesse la fruizione di molteplici attività da svolgersi in luoghi diversi con professioniste/i (educatrici, psicologhe, logopediste oss ecc. ma anche artigiani) con competenze specifiche.

Il progetto MontagnAmo parte materialmente a Padova nel 2013 e come anticipato è un tassello del più complesso “progetto di vita attiva”. L’ho ideato al fine di fare vivere a persone con s di D e   DI l’esperienza della montagna a 360 gradi applicando le competenze e le autonomie personali acquisite e sviluppate nel corso degli anni nei percorsi educativi proposti. Inizia così il progetto, viene formato uno staff con incarichi precisi: come alpinista mi occupo di tutta l’organizzazione (formazione, escursioni, sentieri, rifugi, preparazione dello zaino, sicurezza, sessioni di arrampicata, materiali ecc) mentre due psicologhe di Down Dadi della parte educativa di loro competenza. Vogliamo esercitare il diritto di frequentare l’ambiente montano potendo ammirare e godere delle bellezze che madre natura mette a disposizione consapevoli della fragilità e delicatezza di tali luoghi. Per prima cosa abbiamo educato i ragazzi al rispetto dell’ambiente, al rispetto per le persone che si incontrano sui sentieri ed in rifugio.  Il progetto è stato proposto inizialmente ad undici ragazzi con s di D e DI con buoni livelli di autonomia personale che hanno deciso di coinvolgersi nel progetto, hanno potuto sperimentare la fatica e soprattutto la gestione della fatica, assoluta novità per loro.

Generalmente tutto nelle loro vite viene semplificato, agevolato, in famiglia, a scuola sul lavoro; ecco che affrontare la montagna dove è richiesto uno sforzo sia fisico che di volontà diventa un esercizio stimolante, gestire la fatica non è scontato per i c.d. normodotati altrettanto vale per le persone con disabilità. Dato che per andare in montagna si fa della fatica abbiamo predisposto un piano di preparazione atletica, camminate periodiche di 11/12 km con zaino sia sui vicini Colli Euganei sia all’interno di un grande parco situato nella immediata cintura urbana, anche individuale (tre ragazzi hanno deciso di iscriversi e frequentare una palestra) abbinando una corretta e sana alimentazione preferendo, laddove possibile, il cibo biologico a km zero. Quest’ultimo aspetto curato da un esperto nutrizionista viene applicato a tutti i frequentatori dei percorsi educativi. Per gli undici ragazzi con s di D e DI ho proposto un percorso formativo teorico di quattro serate appositamente organizzato presso la locale sede del Cai. Nel mese di giugno abbiamo organizzato la prima escursione utilizzata anche come test che ci ha permesso di analizzare le reazioni positive e negative dei partecipanti. Ottocentoquaranta metri di dislivello per raggiungere il rifugio Bosconero. Nel successivo mese di agosto abbiamo effettuato la prima escursione in dolomite arrivando alla quota di 2.950 mslm  di Cima Rosetta sulle Pale di San Martino, dove,  dopo avere fatto il  picnic abbiamo raggiunto l’omonimo rifugio dove alla sera abbiamo cenato e poi pernottato. Il giorno successivo escursione verso il ghiacciaio Fradusta e una volta scesi a valle, dopo avere pranzato siamo rientrati a casa. Anche questa ulteriore e nuova esperienza ci è servita per osservare alcune reazioni (alta quota, impatto con il severo pianoro roccioso) e permesso di approntare piccoli correttivi.

Nel corso degli anni abbiamo effettuato molte escursioni sulle Dolomiti, con pernottamenti in diversi rifugi, sia d’estate ma anche d’inverno dove abbiamo sperimentato la progressione su neve con ciaspole mentre sul ghiaccio utilizziamo i ramponi. Anche queste esperienze sono state colte dai ragazzi con s di D e DI con grande entusiasmo consci delle nuove difficoltà che dovevano affrontare ma altrettanto consapevoli di disporre di strumenti e competenze per superarle. Ogni limite viene vissuto come un’occasione per mettersi alla prova, andare a toccarlo e applicarsi per superarlo; ogni ostacolo superato diventa motivo di crescita dell’autostima e determina nuove consapevolezze e disponibilità a continuare. Il punto d’arrivo di oggi rappresenta il nuovo punto di partenza di domani. Abbiamo imparato che le fragilità tipiche della sindrome portano spesso alla depressione e che la consapevolezza e la crescita dell’autostima, appunto, li tiene lontani da questo baratro. Hanno anche sviluppato un grande senso di appartenenza al gruppo MontagnAmo dove non esiste nessun tipo di competizione ma un unico obiettivo comune da raggiungere insieme tanto che quandoqualcuno occasionalmente ha avuto qualche difficoltà in escursione (es stanchezza) si sono organizzati spontaneamente per offrire l’aiuto necessario.

Successivamente, su richiesta dei ragazzi, abbiamo sperimentato l’arrampicata presso le pareti di Rocca Pendice poi, nel corso dell’inverno 2017/2018 abbiamo effettuato alcune sessioni di arrampicata in palestra (King Rock), ad inizio del mese di settembre del 2018 abbiamo esteso ad una settimana l’esperienza del progetto MontagnAmo portando gli undici ragazzi in Sardegna e precisamente a Cala Gonone dove abbiamo occupato una serie di bungalow del campeggio. Abbiamo eseguito una serie di escursioni in luoghi completamente diversi dalle dolomiti es: Gola di Gorropu lungo il rio Flumineddu,  Scale di Surtana,  intervallate da splendidi bagni a  Cala Luna e  Cala Fuili. Con alcuni dei ragazzi abbiamo effettuato alcune sessioni di arrampicata sulle pareti di calcare del settore “La Poltrona” a Cala Gonone. Nel corso del 2019 abbiamo continuato le nostre escursioni in dolomite anche in preparazione della settimana in fase di organizzazione che ci avrebbe visto protagonisti della scalata ai crateri sommitali di Bocca Nuova del vulcano siciliano Etna.

Nel mese di settembre 2019, arriviamo a Catania e prendiamo alloggio in un magnifico rifugio di pietra lavica a Milo, ogni giorno abbiamo effettuato delle escursioni es: crateri Sartorius, sentiero che dal rifugio Citelli porta alla grotta di Serracozzo, sentiero della Schiena dell’Asino ed altro finalizzate a migliorare l’acclimatamento e quindi la forma fisica per poter arrivare tutti insieme al nostro grande obiettivo: i crateri sommitali di Bocca Nuova a quota 3300 mslm. Quota mai raggiunta prima dai ragazzi del progetto MontagnAmo.

Assieme agli amici del Cai di Catania ed accompagnati da una guida vulcanologica, la mattina del 7 settembre, partendo con la funivia dal Rifugio Sapienza in una giornata eccezionalmente limpida e soleggiata e con poco vapore emesso dai crateri abbiamo colmato a piedi i 450 metri di dislivello e abbiamo raggiunto l’obiettivo per cui ci eravamo preparati nei mesi precedenti: i crateri di Bocca Nuova. Ammirare il panorama unico che si è aperto ai nostri occhi, la straordinaria visione del fondo dei crateri ha generato nei ragazzi una forte emozione, una gioia incontenibile e la consapevolezza del grande risultato ottenuto. Urla liberatorie come: ce l’abbiamo fatta, siamo forti, dammi il cinque sono servite anche a scaricare la tensione della novità assoluta per loro di trovarsi sull’orlo dei crateri di un vulcano attivo. E tanti tanti abbracci.  Una giornata indimenticabile per tutti. Rientrati con la funivia al rifugio Sapienza nel pomeriggio abbiamo trovato una graditissima sorpresa: gli amici del rifugio ci hanno accolto offrendoci un numero impressionante di ottime pizze e non solo. La giornata non poteva finire meglio di cosi. Altra grande esperienza che avevo pianificato con gli amici del gruppo grotte del Cai di Catania: il giorno successivo dopo una vivace discussione, con 6 ragazzi abbiamo effettuato l’esplorazione di una grotta di scorrimento lavico (grotta del Coniglio) a Piano del Vescovo.  L’accesso alla grotta è complicato dal fatto che bisogna entrare attraverso una frattura obliqua e stretta, calarsi con corde ed imbrago e scendere sul fondo usando una scaletta sospesa; poi per esplorare la grotta bisogna strisciare nel punto in cui la volta si abbassa. Tutto ciò è stato fatto con disinvoltura e padronanza dai partecipanti.

La storia dell’impresa degli undici ragazzi disabili è stata raccontata anche dai protagonisti stessi nel libro La Scalata della Vita. Se si vuole si può scritto dal carissimo amico Gaetano Perricone. Titolo azzeccatissimo, la metafora della scalata che per i ragazzi con s di Di hanno cominciato più di vent’anni prima e che con caparbietà, risolutezza e grande disponibilità hanno perseguito fino al raggiungimento della “cima” cioè la loro massima autonomia personale.

Naturalmente la relazione tra Padova e Catania non si è conclusa nel 2019, anzi si è rafforzata tanto che siamo tutti soci del Cai di Catania sezione Etna. Ultima esperienza in ordine di tempo: dal 2 al 16 settembre ultimo scorso, dopo avere chiesto la disponibilità agli amici gestori, ho accompagnato due giovani donne Giulia e Sofia che hanno effettuato uno stage lavorativo come cameriere di sala presso il rifugio Sapienza alle pendici dell’Etna. Due giovani alpiniste padovane con s di D che hanno raggiunto i crateri sommitali e sono tornate sulla “Muntagna” questa volta non per scalare ma per svolgere le mansioni di normali lavoratrici e riaffermare un grande messaggio: SE SI VUOLE SI PUO’! Questo in sintesi è il progetto MontagnAmo di Sport21 Padova.

*Vice presidente Sport21 Padova

 

 

Con il titolo e all’interno dell’articolo: le immagini della scalata sull’Etna del 7 settembre 2019 dei ragazzi di Montagnamo. L’ultima foto è di Giulia e Sofia al lavoro al ristorante del Rifugio Sapienza

 

 

 

 

 

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E dopo l’Etna, Giulia e Sofia conquistarono il Rifugio Sapienza. Se si vuole, si può! https://ilvulcanico.it/e-dopo-letna-giulia-e-sofia-conquistarono-il-rifugio-sapienza-se-si-vuole-si-puo/ Sun, 10 Sep 2023 05:38:36 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23862 di Gaetano Perricone Ridono, ridono felici ma anche si commuovono, non stanno nella pelle dalla gioia le mie giovani e carissime amiche Giulia Drago e Sofia Bauchensky, due formidabili “vulcanesse” trentaduenni padovane con sindrome di down piene di energia e gioia di vivere. Ne hanno ottimi motivi: dopo avere portato a termine il 7 settembre 2019 sull’Etna […]

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di Gaetano Perricone

Foto di gruppo con Giulia e Sofia: Umberto Marino, Giacomo Drago, Domenico Moschetto, Gaetano Perricone, Enzo Agliata, Salvo Caruso

Ridono, ridono felici ma anche si commuovono, non stanno nella pelle dalla gioia le mie giovani e carissime amiche Giulia Drago e Sofia Bauchensky, due formidabili “vulcanesse” trentaduenni padovane con sindrome di down piene di energia e gioia di vivere. Ne hanno ottimi motivi: dopo avere portato a termine il 7 settembre 2019 sull’Etna quella che in un mio libro ho definito La scalata della vita, arrivando insieme con altri sette compagni d’avventura con identica disabilità ai 3300 metri di altezza del bordo del cratere della Bocca Nuova – impresa  memorabile, da record mondiale, voglio ricordarlo in un mondo che va perdendo ogni giorno di più la memoria -, stanno compiendo in questi giorni un altro passo avanti nel loro brillantissimo percorso di inclusione nella vita vera e attiva, concetto che sottolineano sempre con entusiasmo, con uno stage lavorativo nel ristorante di una delle strutture storiche del vulcano Patrimonio dell’Umanità. Dopo avere conquistato la cima della leggendaria Muntagna, hanno adesso conquistato anche il mitico Rifugio Sapienza, storico luogo simbolo dell’Etna, tutto il personale e soprattutto i tantissimi clienti provenienti da tanti Paesi del mondo. Lo slogan motivazionale è sempre quello che ho usato come sottotitolo per il mio libro, lo stesso per ogni atto dello loro vita: se si vuole si può!

Dal 2 settembre e per due settimane, fino a sabato 16, si sta dunque vivendo presso il Rifugio un’esperienza unica di inclusione e solidarietà, di altissimo valore sociale, culturale, educativo, simbolico per un paio di ragioni precise: la prima è che il lavoro che Giulia e Sofia stanno facendo, consolidando quelli precedenti del genere nella loro Padova –  la prima è addetta alle colazioni in un hotel e prima lo è stata in un altro, la seconda è aiuto cuoca in una scuola – , può servire da modello e da esempio da seguire per un percorso di crescita e inclusione per altri soggetti con sindrome di Down; la seconda è che si rafforza il bellissimo legame ideale tra Padova e l’Etna, nato quattro anni fa con la fantastica scalata, mai interrotto nonostante il dramma del Covid e adesso ravvivato da questa nuova, brillantissima iniziativa ideata dal grande Giacomo Drago, papà oltre che di Giulia anche del progetto MontagnAmo, portato avanti dall’associazione Sport 21 di Padova, che si occupa di ragazzi con sindrome di Down e disabilità intellettiva, ed è “parte integrante di un più ampio progetto di vita attiva che mira a rendere le persone più autonome possibile, anche attraverso l’esperienza della montagna”, spiega Giacomo. Il quale, va sottolineato, è ormai un habitué dell’Etna, che dal settembre 2019, quando incontrò il vulcano Patrimonio dell’Umanità guidando il gruppo dei ragazzi che effettuarono l’ascesa alla Bocca Nuova, ha visitato parecchie volte e naturalmente, con la sua formidabile esperienza di montanaro e trekker, oggi si può dire che la conosca molto meglio di tanti etnei.

Giulia e Sofia, le protagoniste di questa nuova, straordinaria storia “insieme sulla strada dell’inclusione”, come recita la locandina del progetto, hanno dunque iniziato una settimana fa il loro lavoro presso il ristorante del Rifugio Sapienza, apprendendo le sfumature dell’accoglienza, del servizio ai tavoli e della preparazione del caffè. Sono motivatissime ed entusiaste: lavorare è per loro, per il progetto di autonomia che perseguono con grande determinazione, un aspetto fondamentale, decisivo nel percorso di inclusione. “Siamo felicissime, stiamo facendo un’esperienza straordinaria, stiamo conoscendo tanti segreti del lavoro in un ristorante che ci serviranno molto. Ringraziamo tutti per quello che stanno facendo per noi“, hanno detto in coro durante la calorosa serata di presentazione dell’iniziativa, raccontando anche come si svolge la loro vita a Padova e commuovendo i tanti ascoltatori e chi è intervenuto, ricordando la magnifica esperienza della scalata della vita fatta accanto ai ragazzi padovani (Umberto Marino, Enzo Agliata, Giuseppe Priolo per il CAI sezione dell’Etna, la guida Nino Longo, naturalmente Giacomo Drago e i padroni di casa, chi scrive).

Ma l’insegnamento più grande è per i gestori del Rifugio Sapienza, Domenico Moschetto e Salvo Caruso e il loro team, i quali hanno scoperto in Giulia e Sofia una fonte inesauribile di gioia, entusiasmo e affetto. Domenico e Salvo hanno subito aderito con entusiasmo alla proposta di Giacomo Drago per lo stage lavorativo delle due ragazze: si deve innanzitutto allo loro generosità e disponibilità se il progetto è diventato concreto e operativo nel giro di pochissimo tempo. “Dal momento in cui Giulia e Sofia sono arrivate, il nostro ristorante è cambiato in meglio – raccontano Domenico e Salvo – Sono sempre sorridenti, entusiaste e affettuose. I clienti le chiamano per nome, i colleghi le seguono nelle loro mansioni, e Massimo, il loro ‘maestro di sala’, afferma che sono velocissime ad apprendere, sempre gentili, e che danno alla squadra una marcia in più. Il Rifugio Sapienza è così diventato un luogo di apprendimento reciproco, dove l’ospitalità si fonde con l’inclusione sociale. Questa esperienza dimostra quanto sia preziosa e arricchente l’interazione reciproca tra persone con disabilità e il mondo del lavoro”. 

E allora avanti tutta, magnifiche Giulia Drago e Sofia Bauchensky, buon lavoro e ad maiora!

Con il titolo: Giulia e Sofia al lavoro al Rifugio Sapienza. Per le foto ringraziamo Giacomo Drago e Alessandra Famoso

 

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Quella meravigliosa utopia del “fuorilegge”. La favola non a lieto fine di Riace https://ilvulcanico.it/quella-meravigliosa-utopia-del-fuorilegge-la-favola-non-a-lieto-fine-di-riace/ Sun, 09 Jan 2022 09:51:46 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=20914 di Gaetano Perricone “Si ritiene, per concludere, che l’esperienza di Riace sia importante per la Calabria e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far parlare bene di questa Regione, Si precisa, peraltro, che il sindaco Lucano ha sempre fornito una importante collaborazione a questa Prefettura in occasione degli sbarchi degli ultimi tempi, assicurando […]

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di Gaetano Perricone
“Si ritiene, per concludere, che l’esperienza di Riace sia importante per la Calabria e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far parlare bene di questa Regione, Si precisa, peraltro, che il sindaco Lucano ha sempre fornito una importante collaborazione a questa Prefettura in occasione degli sbarchi degli ultimi tempi, assicurando l’ospitalità che molti centri della provincia avevano prima denegato ed intervenendo con propri mediatori linguistico/culturali in situazioni critiche”.
E’ la parte finale della relazione degli ispettori della Prefettura di Reggio Calabria sul modello Riace, che l’ex sindaco Mimmo Lucano, “fuoriegge” oggi condannato a 13 anni e due mesi dal Tribunale di Locri per truffalderie varie di cui sarebbe stato responsabile durante la sua attività amministrativa, riporta nelle ultime pagine di questo suo libro-testimonianza bellissimo, commovente, emozionante, struggente.
La copertina del libro
Il fuorilegge. La lunga battaglia di un uomo solo è l’appassionante storia autobiografica, non a lieto fine, della straordinaria esperienza del comune della Calabria jonica, già famoso per i meravigliosi Bronzi ritrovati nel mare della sua marina, che riuscì a trasformare per una decina d’anni l’immigrazione di famiglie di rifugiati curdi e nordafricani in risorsa decisiva per la rinascita di un paese abbandonato dai suoi abitanti, emigrati a loro volta per mancanza di lavoro e di prospettive. Le case del centro si ripopolarono, centinaia di rifugiati rimisero in moto l’economia con attività legate alle tradizioni locali. Un’idea nuova, un modello esemplare, il modello Riace appunto, un’utopia per qualche tempo divenuta realtà che attirò l’attenzione del mondo, riscuotendo grandi consensi. “Ho avuto l’onore e l’onere di dare una mano a Mimmo Lucano a mettere ordine ai suoi pensieri e alle sue storie per questo libro. Più che una biografia, è la testimonianza di un altro mondo possibile. Buona lettura”, scrisse in un twitt il giornalista di Erice Marco Rizzo, che insieme a Mimmo Lucano firma il libro.
Mi piace molto riportare un brano della penultima pagina del libro, che ne è sintesi perfetta, in cui Lucano scolpisce il significato profondo di questa esperienza, descrivendo l’idea di base di quello che è stato il suo altro mondo possibile: “Solo unendo le debolezze di tutti si può creare una forza per inseguire il sogno del riscatto delle comunità e della nostra terra. Alla legalità non corrisponde per forza la giustizia. Senza uguaglianza non ci potrà mai essere giustizia. Sullo sfondo dei miei pensieri, dove si incontrano realtà e immaginazione, ho sempre pensato che messaggio evangelico e ideali della sinistra utopica si fondano verso un unico orizzonte. Riace era la punta più avanzata di un’idea dell’inclusione e della solidarietà che sfidava lo Stato repressivo, dell’ordine, della sicurezza, della protezione dei confini, della chiusura dei porti. L’accoglienza è stato un vento che ha oltrepassato le barriere generando un’evoluzione antropologica del concetto di comunità, rendendo permeabili i confini, includendo i migranti non come rifugiati o profughi, ma come autentici e preziosi cittadini. Una vera e propria sfida. Per una volta, la sinistra al governo di una piccola comunità dimostrava di essere coerente alla propria mission sociale, alla dimensione etica che va oltre la relatività politica, ribaltando completamente il teorema secondo cui governare significa uniformarsi al conformismo della prassi burocratica e autoritaria”.
Com’è finita la grande utopia racchiusa in queste righe ce lo ha raccontato la cronaca giudiziaria. Tredici anni e due mesi di reclusione è la pena con cui il 30 settembre 2021 il Tribunale di Locri ha condannato Domenico Mimmo Lucano, ex sindaco del comune di Riace. I reati contestati nei ventuno capi di accusa sono tutti relativi a condotte che sarebbero state tenute nella gestione dei progetti di accoglienza attivi nel comune e rivolti a migranti e richiedenti asilo. La condanna per Lucano comprende il reato di associazione a delinquere e una serie di delitti di falso in atto pubblico, peculato, abuso d’ufficio e truffa. E’ stato invece assolto dalle accuse di concussione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che pure avevano rappresentato l’inizio della vicenda giudiziaria. Una sentenza da molti ritenuta di incredibile durezza, anche nella motivazioni, in un Paese che, ricordo a me stesso, ha di recente consentito che un uomo separato agli arresti domiciliari per violenze varie potesse tenere con se il giorno di Capodanno il figlioletto di 7 anni, ammazzandolo per punire la moglie.
Spero con tutto il cuore che i prossimi gradi di giudizio consentano a Mimmo Lucano, uomo vero, coraggioso, sano, di uscire dall’incubo e vivere sereno con la sua famiglia. Intanto ho avuto la fortuna di leggere questa sua illuminante testimonianza di vita, di princìpi, di idee sociali e politiche, di un modo di vedere il mondo e l’umanità che tanto corrisponde al mio. E’ stato anche un modo di guardarmi allo specchio, anche dentro, per capire quanto sia stato coerente nella mia vita a questi principi.
Da leggere, anche per sapere e capire tante cose che non ci sono state raccontate fino in fondo.
“Il fuorilegge”. Mimmo Lucano. Feltrinelli. 15 euro

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La scalata della vita e la tempesta perfetta di Padova https://ilvulcanico.it/la-scalata-della-vita-e-la-tempesta-perfetta-di-padova/ Mon, 27 Sep 2021 04:16:41 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=20194 di Antonello Francica Questo è un blitz in piena regola, o se preferite un’incursione con i baffi. Sì perché non può, anzi non deve passare sotto silenzio il grande successo e la tempesta perfetta in termini di buoni sentimenti e di altrettante belle maniere scatenata in questi giorni a Padova dal titolare di questo blog, […]

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di Antonello Francica

Questo è un blitz in piena regola, o se preferite un’incursione con i baffi. Sì perché non può, anzi non deve passare sotto silenzio il grande successo e la tempesta perfetta in termini di buoni sentimenti e di altrettante belle maniere scatenata in questi giorni a Padova dal titolare di questo blog, ovvero Gaetano Perricone.

Giornalista di razza dal fiuto sopraffino e autore di meravigliosi libri che fanno strame delle cattiverie (o delle porcherie, se mi permettete ) che circolano in quei bassifondi della comunicazione chiamati social, Gaetano ha portato qui nel Veneto un carico straordinario di bravura, di simpatia, di sensibilità e ovviamente di gran mestiere che ha ipnotizzato tutti. Lui ha preso l’aereo ed è venuto qui per presentare finalmente in presenza (si dice così, vero?) la sua ultima opera, La scalata della vita – Se si vuole si può (Algra Editore), che racconta la memorabile impresa portata a termine sull’Etna da un gruppo di ragazzi down di Padova. Dietro questi giovani, tutti fantastici, c’è un’associazione, la Down Dadi, che da decenni lavora contro ogni differenza, contro ogni barriera.

Il bello, anzi bellissimo, è che ci riesce pienamente, come dimostra quel che hanno fatto sull’Etna i protagonisti, ragazzi e ragazze, del libro di Gaetano Perricone. Al quale va la medaglia d’oro del detto e fatto, visto che da subito ha capito la portata di questa impresa poi diventata una splendida testimonianza. E ora è arrivato a Padova incantando tutti, dico tutti, con la sua capacità di parlare con profondità, cosa ormai diventata materia da “aguzzate la vista” delle vecchie riviste di enigmistica.

Ecco, ve lo volevo dire perché se fosse per lui avreste voglia a trovare cenni di questa storia sul “Vulcanico”. Ma sapete che vi dico infine: che sono molto contento di fargli questo sgarbo. E spero lo siate anche voi.

(Gaetano Perricone). Grazie Antonello per queste parole speciali. Grazie amici di Down DADI, per tutto quello che mi avete dato in questa meravigliosa avventura

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Colletta alimentare: quest’anno la spesa si fa con la “gift card” dal 21 novembre all’8 dicembre https://ilvulcanico.it/colletta-alimentare-questanno-la-spesa-si-fa-con-la-gift-card-dal-21-novembre-all8-dicembre/ Sat, 21 Nov 2020 15:39:42 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=18246 FONTE: Ufficio Stampa Banco Alimentare della Sicilia Onlus L’iniziativa storica del Banco Alimentare vedrà quest’anno una Colletta “dematerializzata”: dal 21 novembre all’8 dicembre saranno disponibili alle casse dei supermercati delle card da 2, 5 e 10 euro che verranno convertite in prodotti alimentari per tante persone in difficoltà.  Si può partecipare alla Colletta anche online […]

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FONTE: Ufficio Stampa Banco Alimentare della Sicilia Onlus

L’iniziativa storica del Banco Alimentare vedrà quest’anno una Colletta “dematerializzata”: dal 21 novembre all’8 dicembre saranno disponibili alle casse dei supermercati delle card da 2, 5 e 10 euro che verranno convertite in prodotti alimentari per tante persone in difficoltà.  Si può partecipare alla Colletta anche online su Amazon.it, Esselungaacasa.it e Mygiftcard.it

Cambia la forma, non la sostanza” della 24° Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: quest’anno, dal 21 novembre all’8 dicembre, saranno disponibili presso le casse dei supermercati italiani delle “gift card” da due, cinque e dieci euro. Al termine della Colletta, il valore complessivo di tutte le card sarà convertito in prodotti alimentari non deperibili come pelati, legumi, alimenti per l’infanzia, olio, pesce e carne in scatola e altri prodotti utili. Tutto sarà consegnato alle sedi regionali del Banco Alimentare e distribuito, con le consuete modalità, alle circa 8mila strutture caritative convenzionate che sostengono oltre 2.100.000 persone. In Sicilia sono quasi 700 le strutture caritative convenzionate e 220.000 le persone aiutate dal Banco.

Le Card prendono quindi il posto degli scatoloni e diventano i nuovi “contenitori” della spesa. Una spesa che quest’anno non può più essere donata fisicamente, per ragioni di sicurezza sanitaria. Per le stesse evidenti ragioni di sicurezza non ci potranno essere nei supermercati i consueti gruppi di volontari entusiasti (145 mila fino allo scorso anno), che saranno presenti in numero ridotto solo il 28 novembre, compatibilmente con le norme vigenti nelle singole regioni.

«Ci siamo resi conto – commenta Pietro Maugeri, presidente del Banco Alimentare della Sicilia Onlusche non era possibile mancare l’appuntamento con la Colletta Alimentare nonostante tutte le prescrizioni da mettere in atto per contrastare il Covid-19. Il perché è strettamente legato alla crisi sanitaria che stiamo vivendo in Italia e con più forza al sud e in Sicilia. Una crisi devastante, economica e sociale, che abbiamo toccato con mano nel primo lockdown con un incremento di richieste di circa il 50%. Nuove richieste e nuovi poveri, persone che fino a gennaio avevano vissuto grazie a contratti a tempo determinato o, addirittura, a giornata e senza contratto e che hanno visto la loro vita andare in tilt con la pandemia. Ecco perché partecipare alla Colletta è ancora più importante, è il modo che abbiamo per colmare la distanza di quell’abbraccio che ci manca».

 

La storica iniziativa del Banco Alimentare, oltre a essere per la prima volta “dematerializzata”, non si esaurirà in una sola giornata, ma per 18 giorni (dal 21 novembre all’8 dicembre) le card saranno in distribuzione nei punti vendita che aderiranno alla Colletta e potranno essere acquistate on line sul sito www.mygiftcard.it, dove sono già disponibili. Sarà inoltre possibile partecipare alla Colletta Alimentare facendo una spesa online sul sito www.amazon.it dal 1 al 10 dicembre e su www.esselungaacasa.it dal 21 novembre al 10 dicembre.

«Il bisogno alimentare cresce di pari passo con il crescere della crisi sanitaria che, ogni giorno di più, si manifesta come crisi sociale ed economica, – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus. –  Banco Alimentare ha reagito in questi mesi cercando di incrementare lo sforzo organizzativo messo in campo. Purtroppo col passare del tempo cresce anche il timore, lo smarrimento e per molti il rischio di rinchiudersi in sé stessi. «“Da una crisi si esce o migliori o peggiori, dobbiamo scegliere – ci ha ricordato Papa Francesco –.  E la solidarietà è una strada per uscire dalla crisi migliori”. Per questo proponiamo a tutti, anche quest’anno, in una situazione via via sempre più incerta, la possibilità di “scegliere: scegliere per un gesto di solidarietà. Chiediamo perciò a tutti, la testimonianza che un gesto semplicissimo di carità, può contribuire a non far vincere l’individualismo, preoccupazione espressa recentemente anche dal Presidente Mattarella: “Riemerge il virus dell’egoismo, dei singoli e degli Stati, ed è pericoloso quanto gli effetti del Coronavirus”».

Negli ultimi 5 anni, con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, sono state raccolte 41.628 tonnellate di cibo equivalenti a 83.256.082 pasti per persone bisognose. Per consultare i punti vendita aderenti visita il sito www.collettaalimentare.it.

La campagna di comunicazione a supporto della Colletta integra mezzi tradizionali al digital. Lo SPOT di lancio ha come testimonial Claudio Marchisio ed è stata realizzata da Mate. Per il web sono state realizzate delle video Pillole con la partecipazione di Paolo Cevoli.

La Colletta Alimentare, gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2020 indetta da Papa Francesco, è resa possibile grazie alla collaborazione di volontari aderenti all’Associazione Nazionale Alpini, all’Associazione Nazionale Bersaglieri, alla Società San Vincenzo De Paoli, alla Compagnia delle Opere Sociali e altre associazioni caritative.

Banco Alimentare

Fondazione Banco Alimentare Onlus coordina e guida la Rete Banco Alimentare dando valore agli sforzi e ai risultati di ogni Organizzazione Banco Alimentare territoriale. Promuove il recupero delle eccedenze alimentari dal campo alla ristorazione aziendale e la loro redistribuzione oggi a circa 8.000 strutture caritative che assistono circa 2.100.000 persone bisognose. Nel 2020 ha già distribuito 76.246 tonnellate di alimenti

Con il titolo: l’ex calciatore Claudio Marchisio, testimonial dell’iniziativa 

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“La scalata della vita” e l’abbraccio della Grande Madre Etna https://ilvulcanico.it/la-scalata-della-vita-e-labbraccio-della-grande-madre-etna/ Sun, 01 Nov 2020 07:41:14 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=18058 di Gaetano Perricone Come qualcuno di voi saprà già, è appena … venuto al mondo il mio nuovo libro: La scalata della vita (Gaetano Perricone, Algra Editore, 13 euro) è in vendita nelle librerie e in tutte le piattaforme online.  Per me è motivo di enorme felicità ed emozione, è come un grande raggio di luce […]

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di Gaetano Perricone

Come qualcuno di voi saprà già, è appena … venuto al mondo il mio nuovo libro: La scalata della vita (Gaetano Perricone, Algra Editore, 13 euro) è in vendita nelle librerie e in tutte le piattaforme online.  Per me è motivo di enorme felicità ed emozione, è come un grande raggio di luce in questi tristissimi giorni pieni di buio e di paura della seconda, tremenda ondata del maledetto virus.

Ne parlo qui, sul mio blog, non solo perché questo è da quattro anni il luogo di un costante e straordinariamente gratificante contatto con tutti voi che ci seguite con grande passione e attenzione, ma anche e soprattutto perchè IlVulcanico è lo spazio più pertinente per i contenuti del libro: è su questo blog che lo scorso anno, il 17 ottobre 2019, ho pubblicato l’articolo che ha dato origine all’idea di realizzare un volume (http://ilvulcanico.it/nove-ragazzi-down-sulla-vetta-delletna-una-grandiosa-conquista-se-si-vuole-si-puo/) ed è sull’Etna, il magico luogo del mondo a cui IlVulcanico ha dedicato e dedica gran parte del suo lavoro, che si colloca lo scenario in cui si svolgono gli avvenimenti raccontati nel libro, dunque voglio presentarlo come si deve a tutti voi che come me amate moltissimo la Muntagna.

La scalata delle vita  racconta infatti dettagliatamente, attraverso le dirette testimonianze dei protagonisti e di chi li ha accompagnati, la memorabile impresa, unica al mondo, di nove ragazzi con sindrome di Down saliti sulla cima dell’Etna, il meraviglioso e mitico vulcano siciliano Patrimonio dell’Umanità che è anche il più alto vulcano attivo del continente europeo. In questo libro la Muntagna brilla di una luce straordinaria, con il suo grande cuore accogliente per tutti. E’ la Grande Madre che abbraccia chiunque voglia avere il privilegio di incontrarla: un messaggio che assume in questi giorni un significato particolare alla luce delle vicende e delle polemiche che ruotano attorno al persistente e incomprensibile blocco della fruizione della zona sommitale del vulcano.

Ma è anche la storia della meravigliosa scalata dei protagonisti verso l’integrazione e l’inclusione nel mondo cosiddetto normale, come si evince bene dal sottotitolo “Se si vuole si può”. E’ uno spaccato “dal di dentro” di un pezzetto di società ancora oggi guardata e narrata spesso con pietismo e ipocrisia, mentre è in realtà un intreccio e una miscela esplosiva di umanità vera, di amore e amore per la vita in ogni suo aspetto, di profonda solidarietà, di sacrificio e di fatica, ma anche di piccole e grandi gioie. Di “normalità”, dunque, di emozioni, sentimenti e pulsioni “normali”, anche se è molto difficile farle apparire tali di fronte a un muro di pregiudizi ancora piuttosto alto.

C’è tutto questo, ne La scalata della vita, che è narrazione e testimonianza viva e diretta “a più mani” di una magnifica avventura, ma anche ampio reportage sul progetto di vita e sull’attività di una delle associazioni più all’avanguardia in Italia nella tutela e sostegno delle persone con sindrome di Down, la Down D.A.D.I. nata a Padova nel 1985.

Grandi protagonisti della storia raccontata nel libro: con me il presidente del CAI della sezione dell’Etna Umberto Marino; il direttore e il vicepresidente di Down DADI Valerio Zanella e Giacomo Drago; Giulia Drago, tra i nove ragazzi arrivati in cima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E c’è anche un messaggio fondamentale che viene fuori da questa storia, intrisa di bellezza interiore, solidarietà, generosità, amicizia: che dove questi valori esistono davvero, non ci sono e non possono esserci né barriere, né divisioni. Non c’è nord, né sud, un unico, solidissimo filo unisce Padova e l’Etna. Né pregiudizi, né stupidi proclami possono romperlo.

Non aggiungo altro, spero che in tanti avrete in tanti la curiosità e soprattutto il piacere di leggerlo.

Va detto che, in piena sintonia con il suo titolo, comincia assolutamente in salita la storia de La scalata della vita. Mi mancherà moltissimo la grande, preziosa, fondamentale opportunità delle presentazioni “in presenza”, oggi purtroppo divenute impraticabili per i problemi legati al Covid 19. So bene che non si tratta di “attività prioritarie”, non lo discuto: ma so anche che per un libro che vede la luce doversi e potersi promuovere solo online e sul web non è un handicap da poco.

Ecco perché confido molto nella curiosità, nelle attenzioni, nelle iniziative, nell’affetto di amici e colleghi – già manifestatosi a valanga, in modo commovente, appena ho dato notizia su Facebook della venuta al mondo del mio libro – per fare conoscere il più possibile “La scalata della vita”. E naturalmente spero, amici amanti dell’Etna e dei suoi valori, che sarete in tanti ad acquistarlo.

Un’ultima cosa voglio e ho il dovere di dirla: ringrazio dal profondo del cuore il mio editore Alfio Grasso per avere tenacemente voluto la pubblicazione di questo libro, nonostante il difficilissimo momento.

Buona lettura, spero.

La scalata della vita, Se si vuole si può. Gaetano Perricone, Algra Editore, 13 euro

 

 

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Coronavirus/#Cuntimiuncuntu: dal Parco dei Nebrodi parte una campagna a sostegno degli anziani https://ilvulcanico.it/coronavirus-cuntami-un-cuntu-dal-parco-dei-nebrodi-parte-una-campagna-a-sostegno-degli-anziani/ Fri, 03 Apr 2020 14:07:43 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=16380 FONTE: https://www.facebook.com/parcodeinebrodi.it/ Cuntimi un cuntu: come utilizzare questo particolare periodo dell’emergenza legata al #coronavirus per rendersi ancora più utili con le persone sole. Un modo per stare simbolicamente vicini ai nostri anziani, custodi delle tradizioni locali e valorizzare le loro conoscenze: parte dal Parco dei Nebrodi la campagna per sostenere gli affetti che in questo momento sono […]

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FONTE: https://www.facebook.com/parcodeinebrodi.it/

Sara La Rosa
Sara La Rosa

Cuntimi un cuntu: come utilizzare questo particolare periodo dell’emergenza legata al #coronavirus per rendersi ancora più utili con le persone sole. Un modo per stare simbolicamente vicini ai nostri anziani, custodi delle tradizioni locali e valorizzare le loro conoscenze: parte dal Parco dei Nebrodi la campagna per sostenere gli affetti che in questo momento sono al sicuro in casa e che possono essere raggiunti con una semplice telefonata.

Mettiamo a frutto questo momento, non solo con il supporto del nostro affetto a distanza ma anche per cercare di creare una banca dati della tradizione dei Nebrodi con proverbi, poesie, filastrocche che sono sicuramente utili in questo momento per tenere in esercizio la memoria e impedire il senso di abbandono purtroppo in agguato. Sara La Rosa, responsabile della Comunicazione del Parco dei Nebrodi, lancia questo invito alla popolazione locale, per “adottare” una persona anziana, che sia un parente, un vicino di casa, un familiare che vive da solo e che ha bisogno del nostro sostegno: il racconto della nostra storia, delle nostre tradizioni può rivelarsi uno strumento utilissimo per riempire e dare un senso a queste giornate. “Un piccolo contributo ad una grande causa: sosteniamo i nostri affetti con una telefonata o una videochiamata (come faccio io con le mie “ragazze”) e facciamoci raccontare una storia, un proverbio“, spiega Sara La Rosa sul suo profilo Facebook.

Una iniziativa per tenere in esercizio la memoria e raccogliere storie che rischiano di andare perdute. Un cordone con i nostri affetti più cari per trasformare questo momento in una opportunità, per trascrivere antichi detti, fiabe, ricette che possono sembrare banali, ma che invece rischiano di essere azzerati.

Annotate i vostri ricordi, citando la zona di provenienza e la fonte: sarà possibile, ad emergenza cessata, raccogliere il materiale e pubblicarlo. Ma stiamo a casa in questo momento e cerchiamo di fare tesoro di questo tempo a disposizione per i nostri affetti.
Dai “cunti” ai telefonini il passo è breve: regaliamoci reciprocamente compagnia, non costa nulla e ne usciremo arricchiti sotto ogni aspetto.

#cuntimiuncuntu #andràtuttobene

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“La conoscenza aiuta la responsabilità e costituisce un forte antidoto a paure irrazionali e immotivate” https://ilvulcanico.it/la-conoscenza-aiuta-la-responsabilita-costituisce-un-forte-antidoto-paure-irrazionali-immotivate/ Sat, 29 Feb 2020 07:08:24 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=15948 Fonte: www.quirinale.it GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE RARE: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA IN OCCASIONE DEL 30ESIMO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE TELETHON Benvenuti al Quirinale. Vorrei ringraziare Lorena Bianchetti che ci ha condotto così bene, per mano, e anche Luca Zingaretti per il messaggio che ci ha inviato con questa testimonianza. Trent’anni. Da trent’anni la […]

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Fonte: www.quirinale.it

GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE RARE: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA IN OCCASIONE DEL 30ESIMO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE TELETHON

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Benvenuti al Quirinale. Vorrei ringraziare Lorena Bianchetti che ci ha condotto così bene, per mano, e anche Luca Zingaretti per il messaggio che ci ha inviato con questa testimonianza.

Trent’anni.

Da trent’anni la Fondazione Telethon realizza un’alleanza forte ed efficace tra ricercatori, operatori sanitari e pazienti, uniti dal comune obiettivo di accendere i riflettori sulle malattie rare.

Come ha appena detto il Presidente Montezemolo è quanto mai necessario che nel sostegno alla ricerca ci sia condivisione e collaborazione di tutte le migliori energie.

L’elemento più significativo – quello centrale – della strategia messa in opera trent’anni fa, è stata l’attenzione sulle persone che erano affette da malattie rare, integrando così, con la dimensione umana, quelle scientifiche e professionali. Appunto per questa intuizione Telethon ha promosso una serie di associazioni animate dall’impegno di tanti volontari.

L’Italia lo ha compreso. Lo ha compreso anche attraverso la celebre maratona televisiva, punto di prestigio del servizio pubblico. Lo ha compreso attraverso le tante campagne di sensibilizzazione della pubblica opinione.

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Questo impegno è riuscito a far prestare attenzione alla voce delle persone affette da malattie rare, fin lì debole e con difficoltà a farsi ascoltare.

Si sono impegnate realtà pubbliche e private, energie della scuola e dell’università. Si è manifestato un impegno attivo dei cittadini che si sono così avvicinati alla ricerca scientifica comprendendone il valore imprescindibile; si è vista la partecipazione del mondo della cultura.

Telethon è stata, negli anni, un motore di questa azione sinergica: ha aiutato a comprendere come questo sia un traguardo comune, anzi un bene comune. Per questo esprimo riconoscenza. E questo merita riconoscenza.

Domani, 29 febbraio, ricorre la giornata mondiale delle malattie rare. È una preziosa occasione per far crescere l’attenzione sulla vulnerabilità, sulle speranze e sui problemi di persone che incontrano difficoltà assai maggiori di altri nella diagnosi, nella definizione delle cure, nell’acceso alle terapie.

Le malattie rare possono accentuare il senso di solitudine, la sensazione di non essere compresi e assistiti come si dovrebbe, e creano affanni nella cerchia degli affetti familiari, tanto più gravi quanto più seria e invalidante è la patologia.

Porre al centro dell’attenzione il tema delle malattie rare non è soltanto un atto di generosità e di altruismo. È una scelta di responsabilità sociale. È interesse collettivo preservare e non disperdere le risorse umane proprie delle numerose persone che sono colpite dalle varie forme di malattie rare. Possono dar molto agli altri.

Rimuovere gli ostacoli che gravano su un paziente, migliorare la vita di un malato, anticipare una diagnosi, alleviare gli affanni delle famiglie rende tutti più forti. Una possibilità in più offerta a un bambino, a un ragazzo, a un adulto, è una possibilità in più per l’intera comunità di cui facciamo parte.

La dottoressa Francesca Pasinelli poc’anzi, ripercorrendo il cammino di questi trenta anni e ricordando alcune personalità lungimiranti, ci ha mostrato come ricerca e solidarietà, insieme, possano produrre risultati di grande importanza.

Sono aumentati in misura significativa gli studi clinici sulle malattie rare, è cresciuta la qualità dei farmaci e la specificità delle cure, sono possibili diagnosi sempre più precoci.

Il Presidente Sergio Mattarella riceve da Matteo Del Fante Amministratore delegato e Direttore generale di Poste Italiane e Paolo Aielli, Amministratore delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato un francobollo e di una moneta con il logo della Fondazione Telethon
Il Presidente Sergio Mattarella riceve da Matteo Del Fante Amministratore delegato e Direttore generale di Poste Italiane e Paolo Aielli, Amministratore delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato un francobollo e di una moneta con il logo della Fondazione Telethon

Abbiamo ascoltato alcuni degli importanti risultati raggiunti. Storie che ci hanno commosso e che coinvolgono.

La vita conquistata dal piccolo Leon è davvero una bella favola – ma una favola reale, una realtà – come ha detto la mamma Vesna Primozic, e come ci ha descritto la dottoressa Maria Ester Bernardo, a cui vanno i complimenti e la nostra riconoscenza. Questa realtà può essere trasferita ad altri bambini.

La terapia genica è un percorso nuovo. Su questa strada altri potranno conquistare opportunità importanti, fino a ieri insperate, per coltivare le loro speranze. Proviamo tutti grande gioia per chi può incamminarsi su questi percorsi.

Allo stesso modo ci ha commosso la lettera di Omero Toso, che ringrazio molto. Ha scelto – e vi è riuscito – a trasformare un dolore così grande in un impegno sociale prezioso e intenso. Sentirlo orgoglioso per i risultati, per gli avanzamenti nella lotta contro la distrofia muscolare, a cui anche il suo impegno in Telethon ha contribuito, ci fa cogliere il senso di una autentica comunità quale l’Italia deve essere.

Dal 1990 – anno di nascita di Telethon – le speranze di vita per una persona con malattia neuromuscolare è raddoppiata, come ci ha scritto Marco Rasconi nel suo messaggio, e per tutti la vita ha avuto comunque miglioramenti.

Come hanno sottolineato sia Tosi sia Rasconi, dalla ricerca dipende il nostro futuro e la ricerca può talvolta trasformare i nostri sogni in realtà.

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La ricerca è uno strumento al servizio della comunità che va promosso e sostenuto in modo consapevole nell’interesse di tutti. Quando la ricerca è oggetto dell’attenzione e della partecipazione dei cittadini non corre il rischio di piegarsi agli esclusivi interessi economici e si pone al servizio soltanto del bene comune.

Abbiamo validissimi ricercatori in Italia, abbiamo grandi scienziati italiani che operano nei nostri laboratori e in quelli di tutto il mondo. La scienza è alleata della società e questa deve riferirvisi con senso di responsabilità.

È accaduto in questi anni che la scienza fosse messa in discussione. Abbiamo assistito a comportamenti irrazionali, al propagarsi di teorie antiscientifiche – ad esempio sui vaccini – al diffondersi di ansie che si sono tramutate in comportamenti autolesionisti.

Oggi – di fronte alla comparsa di un nuovo insidioso virus – si apprezza meglio il valore della scienza, la dedizione delle donne e degli uomini che portano avanti nuove ricerche, l’impegno sul campo di chi ne applica i risultati. Avere fiducia nella scienza non vuol dire avere fiducia di qualcosa di astratto. Vuol dire avere fiducia in noi stessi, nella nostra comunità.

La conoscenza aiuta la responsabilità e costituisce un forte antidoto a paure irrazionali e immotivate che inducono a comportamenti senza ragione e senza beneficio, come avviene talvolta anche in questi giorni.

In questo giorno dedicato alle malattie rare dobbiamo sentire il dovere di rinnovare il ringraziamento a chi sta operando con fatica, con sacrificio, con abnegazione per contrastare il pericolo del coronavirus: i medici, gli infermieri, il personale della Protezione civile, i ricercatori, le donne e gli uomini delle Forze Armate e di quelle di polizia, tutti coloro che in qualche modo si trovano in prima linea.

L’unità di intenti, e i principi di solidarietà, sono un grande patrimonio per la società, particolarmente in momenti delicati per la collettività. Costituiscono, in questi momenti, anche un dovere. Quando si perde questa consapevolezza ci si indolisce tutti.

La storia di cui siete interpreti è la prova che solidarietà, responsabilità, avanzamento sociale, progresso scientifico, sviluppo sono una catena fatta di anelli che dobbiamo collegare. Peraltro, i successi che si ottengono – anche quelli nella ricerca – spesso portano benefici anche in altri campi rispetto a quelli dell’indagine iniziale.

La scelta di Telethon di rivolgersi all’opinione pubblica – chiedendo sostegno per la ricerca e comunicando i risultati raggiunti – è stata una necessità imposta dalla tendenza a trascurare le malattie rare da parte dei grandi investimenti pubblici e privati. Oltre a reperire le indispensabili risorse finanziarie, è stato in questo modo possibile svolgere quella diffusa attività di sensibilizzazione – alla quale ho accennato prima – che rappresenta un fattore di progresso culturale e sociale.

È stato un modello di trasparente comunicazione. Vorrei dire un esempio, in questa stagione di fake news diffuse

I risultati che avete raggiunto sono stati davvero straordinari. Oggi la Fondazione finanzia progetti di ricerca relativi ad oltre 500 malattie genetiche rare. Questo significa aver vinto la solitudine, averla sconfitta, e aver dato una speranza a migliaia di persone.

Desidero ringraziarvi e incoraggiarvi ripetendo le parole di Susanna Agnelli, cui Telethon deve così tanto la sua stessa esistenza: il vostro impegno deve continuare sino a quando ci sarà una sola persona affetta da una malattia della quale non si conosce la cura.

È un impegno che devono assumere tutti, istituzioni e società.

Grazie per quanto fate.

Con il titolo: il Presidente Sergio Mattarella con Luca Zingaretti, testimonial per Telethon

 

L'articolo “La conoscenza aiuta la responsabilità e costituisce un forte antidoto a paure irrazionali e immotivate” proviene da Il Vulcanico.

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