di Gaetano Perricone
Sono nove ragazzi Down. Si chiamano Sofia, Giorgia, Giulia, Martina, Giulia, Ilenia, Raffaele, Leonardo, Enrico. Il 5 settembre scorso, un giorno che per loro e per chi li aiuta e sostiene con amorevolezza resterà memorabile, hanno conquistato con le loro gambe e la loro volontà quello che è certamente un record: hanno raggiunto la vetta dell’Etna, a Muntagna Patrimonio dell’Umanità, a quota 3200 metri circa, sul bordo del cratere della Bocca Nuova, quasi a toccare il cielo. Come dire: se si vuole, si può, nulla ferma la voglia di farcela, neanche la disabilità intellettiva.
E’ una storia meravigliosa questa, emozionante, piena di bellezza e di umanità, di grandezza autentica. Sono felice di poterla raccontare sul mio blog e devo ringraziare moltissimo il mio caro amico Umberto Marino, presidente del Club Alpino Italiano di Catania, uno squisito signore amante della natura e con una gran bella anima. “Gaetano, voglio che sia tu a scriverla“, mi ha voluto onorare della sua stima. E con gli occhi ancora umidi per la commozione, mi ha descritto questa indimenticabile avventura con il gruppo della formidabile Associazione Down Dadi (Associazione Down Autismo e Disabilità Intellettiva), che opera dal 1985 a Padova e che nel 2014 ha dato vita nell’ambito dei percorsi educativi al progetto MontagnAmo, con l’obiettivo “di far avvicinare ragazzi con sindrome di Down e disabilità intellettiva all’esperienza della montagna … dove uno sforzo sia fisico che di volontà senza l’auto di nessuno diventa per loro un esercizio stimolante”. Il principio ispiratore del progetto sta nel suo motto: “Se vuoi vincere vai solo, se vuoi andare lontano vai assieme“. Impegno, volontà, aggregazione, solidarietà reciproca, dunque.
Dopo una serie di contatti con Umberto Marino e il CAI catanese, a settembre scorso Montagnamo è arrivato in Sicilia per un’esperienza molto speciale, facendo “un salto di qualità notevole”, come sottolinea Giacomo Drago, responsabile dell’attività in montagna del progetto; del gruppo facevano parte 11 ragazzi Down (oltre ai nove già citati, c’erano Tania e Matteo) e sei accompagnatori, tra cui Drago, la psicologa Jehona Seu, l’educatrice Sara Gastaldello, il direttore dell’associazione Valerio Zanella. Hanno alloggiato per una settimana in una struttura della parrocchia di Acicastello nel cuore del bellissimo bosco di Milo, dove i ragazzi “hanno messo in pratica tutte le abilità acquisite in anni di percorsi in autonomia”.
Sono stati giorni molto intensi ed entusiasmanti per i ragazzi. Accompagnati da un emozionato e molto coinvolto Umberto Marino, sui pullmini messi a disposizione dal CAI hanno visitato due luoghi etnei magici: il sentiero dei Monti Sartorius e le gole dell’Alcantara. Ma è stato solo un antipasto, prima della gustosa e attesissima pietanza principale: l’ascesa sull’Etna. Il 5 settembre il grande giorno: accompagnati da Umberto ed Enzo Agliata del CAI, dal grande Nino Longo, guida vulcanologica di Etna Sud che si è messo a disposizione con entusiasmo insieme ai colleghi, i componenti del gruppo di Down Dadi sono partiti dal Rifugio Sapienza e con funivia e fuoristrada sono arrivati a quota 2900, ai piedi dei Crateri sommitali del vulcano. Ed ecco il bellissimo racconto dell’ascesa finale, dalla parole di Giacomo Drago: “Dalla casetta delle guide siamo partiti direzione crateri sommitali, dopo poco ci siamo trovati una sorpresa inaspettata: una grande colata lavica avvenuta nel mese di luglio 2019 aveva letteralmente cancellato il sentiero, per cui attraversarla per un fronte di circa un chilometro, esperienza inattesa ma affrontata brillantemente da tutti noi. Dopo circa due ore e mezza di scarpinata, abbiamo raggiunto la Bocca Nuova in cima all’Etna, a circa 3200 metri di altitudine. La giornata straordinariamente limpida e assolata ci ha permesso di godere di uno spettacolo unico: panorama mozzafiato, ma soprattutto la vista dei crateri è stato un grande premi per tutti. Per i ragazzi è stata una grandiosa conquista, immaginare che 9 ragazzi con sindrome di Down arrivassero fino alla cima non era affatto scontato, vederli felici per il grande risultato ottenuto ha consolidato la loro consapevolezza che altri obiettivi si possono raggiungere”.
Sembra un favoloso racconto di viaggio sull’Etna del Grand Tour del XXI secolo, chiuso con un doveroso festeggiamento, grazie alle pizze offerte dai gestori del Rifugio Sapienza. Con una variante che dà i brividi: protagonisti dell’ascesa sono stati dei ragazzi con la sindrome di Down, che nell’ambito del progetto MontagnAmo sono stati abituati all’idea “di far fatica per raggiungere una meta”, a impegnarsi con tutte le loro forze per centrare un grande obiettivo, per fare appunto “una grandiosa conquista”. Tutto molto emozionante, una carezza per il cuore.
Ma non è finita qui. L’indomani, con Nello, Angela, Mario e Angela del Gruppo Grotte di Catania, i ragazzi Down Martina, Giorgia, Sofia, Giulia, Leonardo e Raffaele, insieme a tre degli accompagnatori, hanno visitato la Grotta del Coniglio, tunnel di scorrimento lavico. Racconta ancora Giacomo Drago: “Un’esperienza straordinaria: non è semplice passare attraverso una fessura, calarsi con imbrago assicurati a una corda manovrata dall’alto e utilizzare una scaletta per raggiungere il fondo della grotta, il tutto in equilibrio precario. Abbiamo poi visitato la grotta in tutta la sua estensione, dovendo anche strisciare per passare in un punto in cui il passaggio si restringeva, abbiamo spento tutte le lampade frontali e abbiamo ammirato il buio totale in un silenzio surreale”.
Giornate indimenticabili, scoperte meravigliose, traguardi straordinari raggiunti da questi fantastici ragazzi e da chi ha vissuto con loro queste esperienze uniche. Il senso profondo di questa magnifica storia, che ho avuto la gioia di raccontarvi, sta in un brano della lettera di ringraziamento che Giacomo Drago ha scritto a Umberto Marino: “I ragazzi della Down DADI sono stati e sono al centro della nostra opera affinché anch’essi possano godere delle bellezze del mondo che li circonda al pari degli altri, che possono decidere ed agire senza l’intermediazione di nessuno, perché padroni dei loro mezzi. Loro, i Down DADI, hanno dimostrato quanto amano la vita, le persone che si interessano al loro benessere e li aiutano a realizzare i loro a volte non piccoli sogni”.
Come l’ascesa, da grandi trekker, alla vetta dell’Etna, il più alto vulcano attivo d’Europa !
Con il titolo: foto ricordo sul bordo della Bocca Nuova
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