Il Vulcanico https://ilvulcanico.it/ Il Blog di Gaetano Perricone Wed, 07 May 2025 05:47:13 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 Piatti “a comegghiè” di vecchio chef solitario, se medesimo https://ilvulcanico.it/piatti-a-comegghie-di-vecchio-chef-solitario-se-medesimo/ Mon, 05 May 2025 16:19:03 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25532 di Gaetano Perricone Non avrei mai pensato nella mia carriera giornalistica di scrivere un pezzo del genere. Ma la vita,  con i suoi risvolti amarissimi, ci costringe improvvisamente a darci da fare per la nostra sussistenza. E così, nella tragica vicenda della malattia della mia adorata Daniela, sono diventato per necessità vecchio chef solitario, me […]

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di Gaetano Perricone
Non avrei mai pensato nella mia carriera giornalistica di scrivere un pezzo del genere. Ma la vita,  con i suoi risvolti amarissimi, ci costringe improvvisamente a darci da fare per la nostra sussistenza. E così, nella tragica vicenda della malattia della mia adorata Daniela, sono diventato per necessità vecchio chef solitario, me medesimo, cucinandomi un po’ di piatti “a comegghiè”, a come vengono dal dialetto siciliano, cose semplici di mio gusto che ho potuto realizzare senza troppe difficoltà, che da un lato mi hanno consentito di compiere l’atto indispensabile di cibarmi, dall’altro mi hanno dato anche la possibilità di distrarmi da pensieri dolorosissimi.  In oltre un anno ho preparato tante cose diverse, pubblicando i piatti sul mio profilo Facebook. La mia guerriera sfortunata sarebbe orgogliosa di me. E adesso, come mi è stato più volte richiesto da alcune care amiche e sperando di fare loro cosa gradita, vecchio chef se medesimo ha deciso di raccogliere tutto e metterlo insieme in questo inimmaginabile articolo qui sul mio blog abbastanza seguito. L’ordine è sparso, mi sono rifatto al social senza pensarci troppo, senza prenderlo sul serio ovviamente, qualche piatto è ripetuto in modo diverso, altri se ne aggiungeranno. Cosa aggiungere? Divertitevi, buon appetito e non criticatemi, sono solo un vecchio chef inventato.
FAVE CON ATTUPPATEDDI DI VECCHIO CHEF
Vecchio chef solitario, se medesimo aveva assai spinno (desiderio, nordici) di fave e ne accatto’ mezzo chilo per farle con la pasta nica (piccola). Con forte prevalenza della fava.
Avevo anche molta voglia di tornare a cucinarmi per mettere da parte cattivissimi pensieri. Le fave ben lavate le ho riversate in una padella alta, con alla base un soffrittino di cipolle, ho aggiunto acqua e coperto la padella. Cottura di mezz’ora circa, il tempo di scunchiere (restringere), poi li ho mescolati con gli attuppatteddi (tubetti rigati marca R …o) preparati a parte, con tanticchia di salsetta di datterini a insaporire ulteriormente. Risultato più che lusinghiero, le fave erano belle citrigne e gustosissime. Complimenti a vecchio chef me medesimo.
Ps: stasera mi sono lasciato andare a descrizione sicula un pochino strascicata, montalbanesca direi, perché il piatto magnifico e affascinante m’ispirava molto così. Buona cena, amiche e amici cari
POLPETTE E PATATE FRITTE, COME I PICCIRIDDI
Ma quanto mi piacevano quando era bambino! Le preparava la nonna Giovanna, mamma di mio papà, fritte erano anche le polpette. Una goduria.
Oggi vecchio chef me medesimo si è scialato: le più che squisite polpette erano in umido, gentile omaggio della mia adorabile vivandiera Virginia (la mamma di mio nipote Andrea) e io mi sono limitato a friggere una montagnola di patate come eccellente contorno. Mi sono calato il tutto con lo stesso entusiasmo che avevo da picciriddo e che ho continuato ad avere in ogni età per polpette e patate fritte, accoppiata vincente. Buon pranzo, amiche e amici cari
IL CENONE DEL VECCHIO CHEF 
Vecchio chef me medesimo non ha voluto annegare nella struggente malinconia di questo tristissimo Capodanno solitario, nella nostra bella casa vuota con Daniela ricoverata in riabilitazione. Ho deciso dunque di auto gratificarmi come merito, com’è giusto che sia. Mi sono messo ai fornelli senza piangermi di sopra, non l’ho mai fatto e non apprezzo chi lo fa.
Il risultato sono questi eccellentissimi spaghettoni Rummo con salsa di datterino con tanta anciova (acciuga, per le amiche nordiche che mi seguono con entusiasmo), con ampissima spruvulazzata di mollica atturrata. Sono venuti troppo buoni, di cottura e di gusto. Ne calai assai, come vedete dalla padellona. Assai me ne sono pure divorati, ma altrettanti ne sono rimasti per l’adorabile rito della rivisitazione del giorno dopo, quando “riposati” sono ancora più gustosi. Li ha accompagnati la Birra Castello, che sarà volgare ma a me piace molto, poi una banana e un mezzo pandorino Bauli hanno completato il più che dignitoso e soddisfacente cenone del vecchio chef solitario. Buon cenone a tutti voi, non strafogatevi
LA GODURIA DEGLI ATTUPPATEDDI COI CECI 
Vecchio chef oggi si è super arricriato con una delle pietanze che più ama in assoluto. In realtà i ceci già pronti me li ha preparati e omaggiati un’adorabile vivandiera, la mamma di mio nipote. Io ci ho calato i magnifici “tubetti rigati” della Rummo, molto somiglianti a quelli che una volta chiamavamo “attuppateddi” (chissà come rideranno Roberta e Leila, le meravigliose amiche fisioterapiste di Daniela al Besta, alle quali ho somministrato un corso veloce e vastasello di dialetto siciliano) e per finire un filo di olio come Dio comanda. Cose troppe buone, con gusto speciale senza tempo
MA ANCHE LE TAGLIATELLE CON I CECI AL VECCHIO CHEF 
Passano i giorni e senza Daniela la nostra amata casa, che abbiamo voluto e realizzato con gioia ed entusiasmo, sembra sempre più vuota, un vuoto assordante. Ancora molti ne passeranno per la sua necessaria riabilitazione e dovrò sempre più adeguarmi a questa situazione di solitudine non scelta.
Mi manca moltissimo anche la sua passione e capacità culinaria. L’impegno e l’applicazione del vecchio chef me medesimo, oltre che per necessità, serve dunque anche per colmare per quanto possibile parte di questo grande vuoto, almeno in cucina. Ed è un vero piacere ogni giorno regalarle un sorriso facendole vedere in foto i piatti prodotti dal vecchio chef.
Oggi mi ispirarono le tagliatelle con i ceci, che amo moltissimo e il risultato fu ancora eccellente. Mi complimento con me stesso gustando, anzi ammuccando con estrema soddisfazione
2 – PENNETTE AL VECCHIO CHEF FRITTE
Eccole, dal frigorifero alla padella, le risaglie – come le definirebbe una mia carissima e simpaticissima amica – delle ottime pennette al sugo dell’altra sera. Come faceva mia nonna Giovanna, mamma di mio padre, suscitando la mia golosa ammirazione fin da bambino, doverosamente riciclate e fritte con tanticchia di olio, un uovo rotto di sopra, una spruzzata di parmigiano. Goduria autentica, sempre, viri chi manci. Il vecchio chef solitario si dà da fare.
Buona serata e buona cena. Adesso mi aspetta “Maigret e il condannato a morte”, in compagnia del mitico commissario su TOPCrime
ANELLETTI SENZA FORNO DI VECCHIO CHEF 
Su espressa e insistente richiesta di qualche amica, ma anche con lo spirito giusto, torna a farsi vivo vecchio chef solitario, me medesimo. Lo faccio alla fine di una giornata un po’ più serena, nella quale l’aria di mare mi fece smorcare il pititto, come avrebbe detto il commissario Montalbano.
E dunque stasera, con atavica ispirazione palermitana, ho aperto un pacco di anelletti della mia marca preferita, quella che comincia con R e finisce con O, e volendo evitare il forno li ho sottoposti a lunga e soddisfacente cottura (una ventina di minuti) e poi amalgamati con abbondante salsa di datterino. L’ampia spruvulazzata di parmigiano ha reso quanto mai gratificante la vorace ammuccata. Buona cena da vecchio chef, amiche e amici cari
1- PENNETTE AL VECCHIO CHEF
La mia autosufficienza alimentare per necessità migliora cena dopo cena: cose semplici, ma buone. Come le ottime pennette al sugo di stasera, cotte in pentola e poi ben rifinite e impregnate di salsa nella padella, che mi sono venute buonissime. Non posso che ribattezzarle, prendendomi adeguatamente per i … fornelli (più che i fondelli), “pennette al vecchio chef”. E con questo vi augurai ottima cena
Ps: non le ho mangiate tutte, anticipo qualche osservazione in proposito. Erano effettivamente assai, da buon palermitano abituato a porzioni generose mi abbucco’ la mano. Un po’ sono in frigorifero
PENNOTTI AL VECCHIO CHEF 
Si chiama così questa pasta della Rummo: pennotti rigati, penne in formato gigante, tredici minuti di cottura. Vecchio chef solitario me medesimo, sempre più a proprio agio tra i fornelli, li ha super conditi con una ben riuscita salsa di pomodorini piccadilly al tonno, con abbondante spruvulazzata finale di mollica atturrata (pan grattato abbrustolito, cari nordici). Me ne calai di gran gusto un piatto robusto, ma ne sono rimasti per un accattivante riciclaggio serale. Riempio il vuoto sempre più assordante e pesante lasciato dalla mia adorata guerriera in riabilitazione, cercando di mettercela tutta per non rimpiangere la sua maestria culinaria. È un impegno piacevole e rilassante, ma che pure mi commuove
ADORATE TRIGLIE FRITTE AL VECCHIO CHEF: CIAVURU DI MARE 
Oggi il vecchio chef Montalbano fu. Ho rivisto dopo otto mesi il nostro eccellentissimo pescivendolo di San Giovanni La Punta, che dopo avermi fatto festa chiamandomi “signor Lupo” – mi capita in varie putie (botteghe, nordici) locali e naturalmente lascio fare – e avermi chiesto di salutare Daniela, con lo sguardo rivolto verso le triglie, tornando alle vecchie abitudini, mi ha sussurrato: “Si pigghiassi”, se le prenda cari nordici, questo potete capirlo.
Detto fatto. Dopo un po’ sono finite nel posto giusto, nella padella con la giusta quantità di olio e hanno fatto la loro morte: fritte al naturale, come piace a me, senza passare dalla pur gradevolissima farina. Forse fu solo l’illusione di un entusiasta adoratore della triglie fritte (ma com’è ghiè, pure alla livornese), ma vi giuro che mentre le mangiavo facevano un ciavuru – profumo, cari nordici – di mare frastornante. E sempre di più mi sentii il mitico Commissario Salvo, facendo contemporaneamente la sua parte e prima, nel prepararle, quella di Enzo, il suo ristoratore preferito. Mi faccio applausi da me stesso.
Dedicato in particolare ad alcune mie amiche nordiche: Roberta Cazzaniga, Leila Parma, Monica Ballerini e qualche altra, che penso si mangerebbero direttamente il post con la foto.
TAGLIATA AL VECCHIO CHEF
Stasera ottima carne by Iperal, il supermercato di fronte alla casa di Lecco dove risiedo. Gustosissima la tagliata, che visto lo spessore il vecchio chef solitario, sempre più intrippato, divertito e magari convinto, ha stracotto in padella. Contorno doveroso di patate lesse homemade, che adoro. E anche per stasera ce la siamo cavata e goduta
PASTA E LENTICCHIE DI CONFORTO PER VECCHIO CHEF
La mia pasta e lenticchie di stasera by Iperal, sconfezionata e arriquariata (riscaldata, cari nordici), maccosa al punto giusto, non solo era buonissima, ma ha avuto anche un effetto terapeutico sul mio provatissimo fisico. Vecchio chef si è limitato ad aggiungere un’insalata e un pezzetto di ottimo Emmenthal per completare la sua cena solitaria, ma ancora decisamente gustosa.
E tra poco, come ogni sabato, su Top Crime tocca al grande Bruno Cremer con “Maigret in Finlandia”. Buon sabato sera e buona cena, amiche e amici.
PS. non ho voluto mancare all’appuntamento, ma stasera vecchio chef non aveva neanche la forza di inventarsi qualcosa
RISO SQUARATO DI VECCHIO CHEF 
Non proprio squarato: accarezzato da un filo di profumato e gustoso olio della pace from Castiglione di Sicilia e spolverato di parmigiano. Vecchio chef solitario se medesimo ama moltissimo il riso, in qualsiasi espressione, lo mangerei ogni giorno. Ma così, semplicissimo in bianco, è di grande piacevolezza e leggerezza. Cena ottimale, dunque, non solo per gli anziani come me. In particolare in una serata come questa, per tutelarmi dal voltastomaco incipiente e isolarmi da un mondo che trovo sempre più orrido. E ora aspettiamo la seconda parte del Conte di Montecristo. Buona serata e buona cena, amiche e amici cari
CALAMARATA DEL VECCHIO CHEF 
Si chiama proprio così, questa corposa pasta della Rummo: evidente la somiglianza con il mitico mollusco, gettonatissimo nelle pietanze di pesce. Abbondantemente impregnata dell’ottimo ragù della mamma di mio nipote, la calamarata cotta al punto giusto dal vecchio chef me medesimo ha fatto la sua eccellente figura e soprattutto la fine che meritava nella mia pancia
PESCE SPADA AL VECCHIO CHEF 
Stasera l’anziano chef solitario, dopo la pesante domenica in ospedale a Milano, aveva bisogno di conorto (conforto, nordici) significativo e allora fu pesce spada. By Iperal, il mitico supermercato mio dirimpettaio, ma veramente gustosissimo. Lo chef si è limitato a grigliarlo per il tempo giusto, a irrorarlo lievemente con olio Barbera e spruzzarlo di limone e ad accompagnarlo con insalata bella fresca. Per fortuna m’arricriai anche stasera, la cena fu più che dignitosa, con tanti complimenti al mio alter ego vecchio chef . Buona serata e buona cena a voi, amiche e amici cari
UOVA E PATATE AL VECCHIO CHEF 
Il vostro anziano chef è un gran patataro e anche picciriddo, perché le patate le ama troppo e come i bambini le vuole soprattutto fritte. Stasera ne sentivo voglia homemade, cioè fatte a casa e non congelate: ho pelato con pazienza tre patate, le ho tagliate sfantasiando e senza pignoleria e le ho fritte come Dio comanda in padella, con i tempi giusti per farle venire magnifiche.
Abbandonato il ruolo di vecchio chef e passato a quello più suggestivo di consumatore, le ho messe di contorno a due belle uova sode e mi ammuccai il tutto con consistente soddisfazione e autocompiacimento.
E per non farmi mancare nulla, ho innaffiato con ottima birra Raffo e mi sono concesso pure il dolcino, un po’ di mini mandorlato Balocco troppo buono. Per stasera è tutto amiche e amici cari, buona cena da vecchio chef
COTOLETTA E PATATE FRITTE DI VECCHIO CHEF PICCIRIDDO
Pranzo della domenica come i picciriddi, i bambini, per vecchio chef solitario, me medesimo: una squisitissima cotoletta by I Vitelloni (la eccellentissima macelleria puntese a due passi da casa, la cito perché la qualità della carne e la gentilezza dei ragazzi che la gestiscono lo meritano) con abbondante contorno di patatine fritte. È il piatto preferito anche da mio nipote Andrea, come tanti ragazzini, e sono stato sempre molto contento di dargli compagnia quando cucinava la nonna. Adesso toccherà a me. Buon pranzo, amiche e amici e … cotolette e patate fritte for ever 😋😋😋
PASTA E LENTICCHIE DI VECCHIO CHEF
Ritorna con voi vecchio chef solitario, se medesimo, con uno dei suoi cibi preferiti, amatissimo. Le squisite lenticchie arrivano a sorpresa da una generosa vivandiera, la mia carissima amica Marisa Mazzaglia; come pasta, mi è venuta l’ispirazione di calarci stavolta le mini pennette -non so se hanno un nome specifico- e ho fatto bene, il risultato fu eccellente. Gustosissimo e profumato valore aggiunto il magnifico olio from Ragalna di Chiara Longo. Insomma, tra madre e figlia oggi super coccola, c’è chi mi pensa per fortuna. Buon pranzo, amiche e amici cari
ORECCHIETTE SPINACI E POMODORO DI VECCHIO CHEF 
Dopo un pomeriggio assai impegnativo, vecchio chef solitario, se medesimo, s’ispiro’ così. Ho preparato un’ottima salsa di pomodoro con gli spinaci, ho cotto al punto giusto le orecchiette, tipo di pasta pertinente e dopo averle ben scolate le ho impregnate di condimento. Risultato eccellente, decisamente. Ne è rimasto un altro piatto abbondante per domani. Buona cena e buon Festival, amiche e amici cari
PENNOTTI CON TONNO E LIMONE DI VECCHIO CHEF 
Poco da aggiungere su quest’altro pranzo semplice e più che gustoso, realizzato e consumato da vecchio chef solitario, me medesimo. Da sottolineare che il tipo di pasta della R…o si è confermata ottima scelta e che la spremuta del limone sul tonno è stata certamente valore aggiunto. La prossima volta, con più tempo, aggiungerò anche la scorza. Buon pranzo, amiche e amici cari
COSTATA E SPINACI DI VECCHIO CHEF 
La eccellente e cotta al punto giusto costata di maiale by “I Vitelloni”, ottima macelleria puntese, è stata degnamente accompagnata dalla verdura di Popeye: il pranzo di Vecchio Chef solitario, se medesimo è stato dignitoso e gustoso, mentre la cena è stata il doveroso e sempre accattivante riciclaggio degli spaghetti al pomodoro di ieri. Buona cena, amiche e amici cari
RISO E PISELLI DI VECCHIO CHEF 
Stasera vecchio chef solitario me medesimo aveva voglia di cucinare e di mangiare riso, lo amo moltissimo. C’erano gli ottimi piselli omaggiati per Pasqua dalla carissima Virginia, mamma di Andrea e dunque non ho dovuto fare altro che cuocere con tempi perfetti il riso, mescolarlo abbondantemente con i bisi, li chiamano così gli amici veneti, aggiungere un profumato filo d’olio DOP Monte Etna e una spruvulazzata di parmigiano. La consumazione è stata più che soddisfacente e un altro piatto è in frigorifero per domani. Buona cena, amiche e amici cari
CAPPELLETTI IN BRODO DI VECCHIO CHEF
In realtà per questo ottimo pranzo vecchio chef solitario, se medesimo, ci ha messo solo un’agevole mano d’opera: bollire l’acqua, sciogliere il mitico dado vegetale e calare per due minuti due gli eccellenti cappelletti di un’azienda del centro della Sicilia. Sostanza e gusto notevolissimi e mi sono pure spicciato. E anche per oggi la missione cibo è compiuta
ORECCHIETTE ALLE “CEME DE REPE” AL VECCHIO CHEF 
Devo proprio dirvelo, senza presunzione e con tanta soddisfazione: oggi vecchio chef solitario, me medesimo, si è superato, con un piatto leggendario e di valore assoluto.
Adoro le orecchiette alle cime di rape e dunque non mi è sembrato vero di trovarle già pulite e belle e pronte dal mio grande fruttivendolo puntese Claudio. E oggi ho deciso di farle fuori: le ho bollite, saltate in padella con aglio, olio della pace from Castiglione di Sicilia, anciove e pezzettini di pomodorini, mescolandole alla fine con le orecchiette cotte nell’acqua usata per la verdura (suggerimento della mia guerriera Daniela, di grande maestria culinaria) per insaporirle adeguatamente.
Risultato brillante, da vero cuoco, di ciavuru e immagine molto accattivanti: con le cime deliziose, il condimento giusto e i tempi di cottura impeccabili, la pasta alle cime di rape del vecchio chef è venuta gustosissima, anche se non ho testimoni che possano confermarlo. Ma alla fine meglio così
PACCHERI CON AGGRASSATO DI VECCHIO CHEF 
Stasera cena regale per vecchio chef solitario, se medesimo: ho mangiato quella che per i miei gusti è la pasta più buona tra tutte le paste buonissime che ci sono.
Ho aspettato, per rispetto a quello che vedevo e perché non era il caso di mangiare, la fine del “Caro Marziano” di Pif da Auschwitz, che ha ricordato ai troppi con la memoria corta gli orrori del nazismo e poi mi sono dedicato al sublime agglasso – lo scrivo in dialetto – con patate, che con pensiero dolcissimo e affettuosissimo mi ha preparato la mia super amica e formidabile cuoca Monica Maimone.
Ho cotto al punto giusto i magnifici e più che pertinenti paccheri di quella marca che comincia con la R e finisce con la o e li ho immersi nel nobile aggrassato, prelibatezza di antica tradizione siciliana una volta considerata cucina povera, che adoro fin da bambino quando nella grande casa di famiglia di Palermo lo preparava in modo incantevole la nonna paterna, poi molto bene anche la mia mamma e il mio papà.
Mi ammuccai in abbondanza cotanta magnificenza e infinita bontà con gioia e soddisfazione, alla salute della cara Monica, che conoscendo la mia predilezione mi ha dedicato questa splendida coccola, della mia guerriera e naturalmente anche del vecchio chef, se medesimo.
Rimando a Internet amiche e amici nordici, o anche siciliani poco avvezzi alle nostre migliori tradizioni culinarie, per la ricetta dell’agglasso, il post diventerebbe troppo lungo. E non è il caso.
Finisco in bellezza parlando con me stesso: caro vecchio chef te medesimo, ta futti a spisa, alla facciazza di guai e camurrie. Buona serata e buona cena a voi
FUSILLI AI POMODORINI DI VECCHIO CHEF 
Cose semplici e genuine per gusti semplici, è la filosofia di vecchio chef solitario, me medesimo. E dunque oggi ho preparato in padella una bella salsetta di ottimi pomodorini piccadilly, suggeriti dal mio super fruttivendolo Claudio, che ha accolto al punto di cottura giusto i fusilli della mia marca preferita (non la cito, l’ho già fatto varie volte, comunque comincia con la r e finisce con la o), un tipo di pasta che amo molto. Un minuto abbondante di mescolata per amalgamare bene e via sul piatto, con carezzine di basilico e spruvulazzata di grana padano, per consumarla con gusto e soddisfazione. Ne lasciai un poco per la ripassata serale. Anche per oggi il pranzo è servito, buon appetito a voi.
ATTUPPATEDDI CON BROCCOLI DI VECCHIO CHEF 
Amo molto i broccoli in tutte le versioni: le mie origini mi fanno prediligere quello verde palermitano, ma nella mia “second life” etnea mi sono affezionato anche al “bastardo” viola.
E dunque vecchio chef solitario, se medesimo, ha accolto con entusiasmo il cavolfiore (cugino strettissimo del signor broccolo) omaggiato dalla generosissima vivandiera Virginia, mamma di mio nipote Andrea. Ci ho voluto calare gli attuppateddi- tubetti rigati il nome ufficiale- e, con lieve spruvulazzata di parmigiano, risulto’ idea brillante e primo, ma anche unico piatto di gusto eccellentissimo.
Buon pranzo, amiche e amici cari
NATALE DEL VECCHIO CHEF CON “MUFFULIETTE” E VINO PERRICONE
Pur invitatissimo, con grande affetto e attenzioni, al pranzo di Natale di famiglia, non me la sono sentita di partecipare. Oggi per per me è un 25 dicembre estremamente triste, con il cuore molto piccolo e un grande senso di vuoto a casa per la mancanza della mia adorata guerriera, ricoverata in riabilitazione. E dunque, per solidarietà con Daniela, ho scelto di restare solo.
Ma al vecchio chef me medesimo la fantasia non manca. Il mio menù natalizio è stato quest’anno a dir poco originale, ma decisamente gustoso: due moffolette, tipo di pane di tradizione palermitana che adoro, una con mortadella, l’altra classica con olio della pace dall’ulivo Polifemo by Pippo Raiti, sale e origano, purtroppo mi mancarono le acciughe ma fu ottimo lo stesso; eccellente mandarancio e fettona di pandoro; il tutto irrorato da un bel bicchiere del vino del “mio” vitigno, ho aperto un formidabile Perricone Soria di Firriato datato 2014, dieci anni che si sentono tutti e dunque non ho esagerato nel mescere, ma mi sono auto bevuto con molto piacere. Sono più che soddisfatto: cosa vuoi di più dalla vita? ci ricorda la nota pubblicità. Mi basterebbe la mia Daniela con me, ma ancora dovrò aspettare un bel po’. Intanto vecchio chef cerca di non soffrire la fame
SPAGHETTI ALL’ATTURRATA DEL VECCHIO CHEF 
Niè, stasera mi faccio gli applausi da solo: il vecchio chef solitario me medesimo, sempre più ispirato davanti ai fornelli, ha superato se stesso con una pasta da leccarsi i baffi, anzi da calarsela tutta.
Con la salsa di pomodorini ciliegini preparata all’alba, ho mescolato un bel po’ di filetti di anciova (acciuga, nordici) e dopo avere cotto al punto giusto gli spaghetti, ho dato l’ultima arriminata alla pasta nella padella piena di sugo profumato e più che invitante. Dulcis in fundo, come da seconda foto, ho abbondantemente sprovolazzato con tanta mollica atturrata (pan grattato abbrustolito, amici del nord).
Risultato decisamente soddisfacente per un piatto siciliano sublime. Li ho ribattezzati spaghetti all’atturrata e, come detto, me li sono ammuccati tutti, arricriandomi (ricreandomi) notevolmente e chiudendo la serata in bellezza. Domani vecchio chef mostrerà questo magnifico spettacolo in foto alla sua guerriera Daniela, che ne sarà più che contenta e soprattutto avrà sempre maggiore consapevolezza di avere un brillante vice, che se la spirugghia (se la cava) adeguatamente, per il ritorno a casa
SPAGHETTI SEMPLICIOTTI AL VECCHIO CHEF 
Stasera mi auto applaudo: la cottura degli spaghetti, rigorosamente Rummo (amo questa pasta e faccio volentieri pubblicità), è stata veramente … da vecchio chef.  Scesi dalla pentola al momento giusto, un pochino prima dei nove minuti scritti sulla confezione, li ho buttati nella passata di salsa in padella e arriminati con perizia per il tempo necessario. Talmente gustoso il risultato, che me li ammuccai tutti belli pieni di parmigiano con immensa soddisfazione, tanto a pranzo mangio quasi nulla e mi tiro almeno quattro chilometri a piedi al giorno.
Il vecchio chef solitario si rilassa e si diverte assai, soprattutto migliora di giorno in giorno. Si sta preparando al meglio a fare il vice chef alla leonessa più che ottima cuoca, in attesa che riprenda pieno possesso dello scettro in cucina. Ma ci vorrà tempo, intanto il vecchio chef diventerà super chef
VECCHIO CHEF COME I BAMBINI: BASTONCINI E PATATINE
Pranzo di facile fattura, poca fatica e molto gusto per vecchio chef me medesimo: bastoncini di pesce (rigorosamente Frosta, ottimi) e patatine fritte, menu molto ambito dai picciriddi e dai vecchi picciriddi come me. Adoro i bastoncini e ogni tanto ne ho voglia: non saranno da cucina gourmet, ma li trovo molto gratificanti non solo per i bambini
MAFALDA CON MORTADELLA: WORLD HERITAGE LIST
Sublime gusto per una cena minimalista. Vecchio chef solitario, se medesimo, in serata molto triste si siddiava (scocciava, nordici) di cucinare e allora … mafaldina con mortadella fu, magnifica e inestimabile, sempre. Patrimonio mondiale dell’umanità. Buona cena, amiche e amici cari, farete certamente meglio di me

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DANTE, 2500 anni di eruzioni dell’Etna https://ilvulcanico.it/dante-2500-anni-di-eruzioni-delletna/ Tue, 15 Apr 2025 15:38:12 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25519 FONTE: https://www.ingv.it/stampa-e-urp/stampa/comunicati-stampa Il progetto raccoglie in un’unica piattaforma i principali cataloghi relativi alle eruzioni storiche del vulcano siciliano e li integra con i dati del monitoraggio vulcanologico realizzato dall’Osservatorio Etneo L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha appena pubblicato DANTE, il database che raccoglie e sistematizza oltre 2500 anni di storia eruttiva dell’Etna, uno dei vulcani più attivi […]

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FONTE: https://www.ingv.it/stampa-e-urp/stampa/comunicati-stampa

Il progetto raccoglie in un’unica piattaforma i principali cataloghi relativi alle eruzioni storiche del vulcano siciliano e li integra con i dati del monitoraggio vulcanologico realizzato dall’Osservatorio Etneo

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha appena pubblicato DANTE, il database che raccoglie e sistematizza oltre 2500 anni di storia eruttiva dell’Etna, uno dei vulcani più attivi al mondo.

DANTE (Database of Etna’s historical eruptions), realizzato dalle Sezioni INGV di Catania – Osservatorio Etneo e di Pisa, è il risultato di una revisione critica dei principali cataloghi già pubblicati in precedenza, integrati e aggiornati con i dati del monitoraggio vulcanologico che svolge l’Osservatorio Etneo. “Il nuovo database rappresenta una risorsa unica e accessibile, che riunisce in un’unica piattaforma informazioni fino ad oggi sparse in diverse pubblicazioni scientifiche, molte delle quali di difficile accesso per il pubblico non specializzato”, spiega Stefano Branca, Direttore dell’Osservatorio Etneo dell’INGV e co-autore della piattaforma. “Il progetto è pensato per essere dinamico: sarà infatti aperto a nuovi contributi e aggiornamenti basati su fonti storiche, geologiche e scientifiche future”.

Etna, attività 11 aprile 2025 (foto di Giovinsky Aetnensis)

Poiché la tipologia e la qualità delle informazioni disponibili per la compilazione sono significativamente differenti, DANTE è suddiviso in due intervalli temporalidal VI secolo a.C. al XVI secolo d.C., e dal XVII secolo a oggi. Mentre il primo intervallo è basato su dati geologici, stratigrafici, tefrostratigrafici e geocronologici derivati dalla carta geologica dell’Etna del 2011 e dai suoi successivi aggiornamenti, l’intervallo che arriva fino ai giorni nostri si basa su dati estratti dalle numerose documentazioni scientifiche disponibili in letteratura, integrati con i dati del monitoraggio vulcanologico degli ultimi 50 anni.

Con questa pubblicazione, l’INGV conferma il proprio impegno nella documentazione, nello studio e nella divulgazione dell’attività vulcanica dell’Etna volto ad accrescere la consapevolezza e le conoscenze sulla pericolosità vulcanica.

Clicca qui per scaricare DANTE (Database of Etna’s historical eruptions)

Link utili:

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

INGV – Osservatorio Etneo

INGV – Sezione di Pisa

 

 

 

 

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“Sotto le foglie”, quand vient l’automne, nessuno dice mai tutta la verità https://ilvulcanico.it/sotto-le-foglie-quand-vient-lautomne-nessuno-dice-mai-tutta-la-verita/ Sun, 13 Apr 2025 05:12:59 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25503 di Antonella De Francesco Se avete voglia di un film meravigliosamente francese, andate a vedere l’ultima fatica di François Ozon Sotto le foglie. Meglio però rifarsi al titolo originale Quand vient l’automne che dà più senso a tutto il film. L’autunno infatti è la stagione dei rimpianti, dei ricordi , del tempo che è passato, […]

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di Antonella De Francesco
Se avete voglia di un film meravigliosamente francese, andate a vedere l’ultima fatica di François Ozon Sotto le foglie. Meglio però rifarsi al titolo originale Quand vient l’automne che dà più senso a tutto il film. L’autunno infatti è la stagione dei rimpianti, dei ricordi , del tempo che è passato, delle Les feuilles mortes come cantava Ives Montand.
Si tratta di un film molto particolare che cambia continuamente registro: dal dramma, alla commedia al noir, un po’ come succede nella vita reale. Un giorno sei sereno e il giorno dopo tutto è cambiato. Un giorno dormi bene e il giorno dopo non riesci a prendere sonno .
Nella campagna bucolica francese della Borgogna, laddove la natura in autunno si esprime con colori magnifici, Ozon osserva il cuore delle persone, le storie della gente comune, le vite di tutti , solo in apparenza tranquille. Anche lui, come ha fatto pure di recente nel suo ultimo film Il caso di Belle Steiner , un altro regista francese Jacqot, guarda alla provincia francese, ai suoi segreti e al suo malcelato pregiudizio.
In una chiesa affollata in cui il sermone invita i fedeli a non disprezzare Maria Maddalena, siede pure una vera ex prostituta, Michelle, ormai avanti negli anni, che conosce molto bene la sua storia e la sorte che le è toccata e sa bene quanto non conti mai abbastanza per gli altri quello che di fatto lei è sempre stata. Ozon ce la presenta a poco a poco con grazia, ci invita a non giudicare ma piuttosto ad apprezzare i suoi modi affabili, il suo garbo, l’amore per il nipote, per la sua amica e il figlio di lei, la sua generosità . Ce la mostra nell’intimità della sua casa dove vive da sola, quando scosta le tende al mattino per far entrare la luce e quando le chiude perché il mondo deve restare fuori, mentre rifà il letto in attesa della figlia, Valerie, mentre cucina il suo piatto preferito  mentre cerca di impegnare il tempo che la separa dal rivedere lei e il nipote e rende magnificamente l’idea di quanto possa essere lunga una giornata da soli, di quanto sia lento il tempo per gli anziani, mentre i giovani corrono via. Loro che lavorano anche nel tempo libero per riempire i vuoti esistenziali che essi stessi hanno, loro che inseguono rapporti virtuali sui cellulari e non hanno tempo per la vita vera e per chi li stava aspettando.
Ed è lì che il film cambia ancora una volta registro, da dramma a thriller e la trama si tinge di nero mentre prevale l’ambiguità di tutti, al punto che non sai più a chi credere , ti perdi nelle mezze frasi , provi a dare un senso alle coincidenze per poi arrenderti al fatto che in fondo la verità è che nessuno dice mai tutta la verità

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Etna, 11 aprile 2025: magia di una notte https://ilvulcanico.it/etna-11-aprile-2024-magia-di-una-notte/ Sat, 12 Apr 2025 18:39:30 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25512 (Gaetano Perricone) Godiamoci senza troppe parole le meravigliose immagini, piene di infinita bellezza e potenza dell’attività eruttiva dell’Etna della serata dell’11 aprile 2025, che ancora una volta la bravissima e appassionatissima Giovinsky Aetnensis, con questo breve ma intenso video, ha reso pubbliche su Youtube per la gioia di chi ama in ogni parte del mondo il […]

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(Gaetano Perricone) Godiamoci senza troppe parole le meravigliose immagini, piene di infinita bellezza e potenza dell’attività eruttiva dell’Etna della serata dell’11 aprile 2025, che ancora una volta la bravissima e appassionatissima Giovinsky Aetnensis, con questo breve ma intenso video, ha reso pubbliche su Youtube per la gioia di chi ama in ogni parte del mondo il Vulcano sito naturale del Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco. Con l’ennesimo grazie di vero cuore a Giovinsky a  nome anche dei lettori del Vulcanico.

Vale la pena, per completezza d’informazione, riportare una parte del testo del comunicato dell’INGV Osservatorio Etneo delle 23,59 dell’11 aprile, che descriveva così l’attività già conclusa: “L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che dalle telecamere di sorveglianza si osserva un flusso lavico da tracimazione dal cratere di sud-est, contestualmente continua l’attività stromboliana alimentata dallo stesso cratere con un regime ed intensità variabile. Dal punto di vista sismico, il tremore vulcanico ha mostrato dopo le 17:30 UTC una fase di decremento mantenendosi tuttavia ancora su valori alti. La localizzazione delle sorgenti del tremore permane in corrisponde Cratere di Sud-Est ad una quota di circa 2900 metri s.l.m”

 

 

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Con gli Avvocati di strada “Non esistono cause perse” https://ilvulcanico.it/con-gli-avvocati-di-strada-non-esistono-cause-perse/ Tue, 25 Mar 2025 05:41:02 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25479 di Alessandra Politino* Sabato 22 marzo  nella cornice dell’House Cafè al lungomare di Catania, si è tenuta la presentazione del libro “Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada” scritto a quattro mani dal giornalista professionista e cronista del quotidiano La Repubblica Giuseppe Baldessarro e dall’avvocato Antonio Mumolo, giuslavorista, socio fondatore e Presidente di […]

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di Alessandra Politino*

Sabato 22 marzo  nella cornice dell’House Cafè al lungomare di Catania, si è tenuta la presentazione del libro “Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada” scritto a quattro mani dal giornalista professionista e cronista del quotidiano La Repubblica Giuseppe Baldessarro e dall’avvocato Antonio Mumolo, giuslavorista, socio fondatore e Presidente di Avvocato di strada odv.

L’associazione Avvocato di strada odv nasce a Bologna nel 2000 e oggi ha ben 61 in sedi (l’ultima in ordine di tempo inaugurata a Siracusa sempre sabato 22 marzo su iniziativa degli avvocati Domenico Sapuppo e Simona Mallemi) in altrettante grandi città italiane. Siamo presenti in tutto il territorio nazionale e siamo lo studio legale più grande d’Italia, con oltre mille avvocati e 2000 pratiche trattate ogni anno. Alla presentazione del libro oltre allo sportello di Catania, promotore dell’evento, hanno partecipato l’avv. Francesco Campagna, coordinatore dello sportello di Palermo e l’avvocato Simona Mallemi, coordinatrice dello sportello di Siracusa.

Lo sportello di Catania è stato istituito nel 2012 su impulso dell’ avv. Giuseppe Rapisarda, io lo coordino da due anni e di esso fanno parte  tre avvocati del foro di Catania: avv. Valeria Raciti, avv. Francesco Baffi e avv. Antonio Gullotta. Da ben 13 anni opera nel territorio catanese prestando assistenza legale ai senza fissa dimora, nella sede in via Sangiuliano 60 a presso i cavalieri della mercede e si riceve su appuntamento il giovedì pomeriggio ore 17-19. Nel 2015 lo sportello di avvocato di strada di Catania ha firmato un protocollo con il comune etneo che ha istituito via dell’ accoglienza e riconosciuto la residenza virtuale ai senza fissa dimora.

Oltre al riconoscimento della residenza virtuale per i senza fissa dimora, il 6 novembre 2024 il Parlamento italiano ha approvato definitivamente, all’unanimità, il disegno di legge a firma di Marco Furfaro (deputato del PD) in materia di assistenza sanitaria alle persone senza dimora per assicurare progressivamente il diritto all’assistenza sanitaria alle persone, prive della residenza anagrafica nel territorio nazionale o all’estero, che soggiornano regolarmente nel territorio italiano, e per consentire alle predette persone l’iscrizione nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali e la scelta del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta.

Queste sono solo due delle innumerevoli battaglie che l’associazione ha affrontato e vinto in oltre un ventennio di attività, storie che sono diventate un libro edito da Intra nel novembre 2023 Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada che é stato presentato da uno degli autori, l’avvocato Antonio Mumolo, che ha sottolineato come le battaglie più importanti condotte dall’associazione in questi anni siano state senza dubbio quelle relative al diritto alla residenza e al diritto alla salute dei senza fissa dimora. All’incontro hanno partecipato anche la Cooperativa Sociale “Mosaico” nella persona del dottor Alessandro Venezia, coordinatore unità di strada, che ha condiviso un focus sulla realtà delle persone senza dimora a Catania e il Centro Astalli nella persona della dottoressa Giuseppina Alì referente sportello San Berillo che da decenni è un punto di riferimento a Catania per i senza fissa dimora.

La missione dell’associazione Avvocato di strada si può tradurre nelle parole del grande giurista Piero Calamandrei: “La legge è uguale per tutti” è una bella frase che rincuora il povero, quando la vede scritta sopra le teste dei giudici, sulla parete di fondo delle aule giudiziarie; ma quando si accorge che, per invocar la uguaglianza della legge a sua difesa, è indispensabile l’aiuto di quella ricchezza che egli non ha, allora quella frase gli sembra una beffa alla sua miseria”.

*Coordinatrice  “Avvocato di Strada odv” di Catania

 

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Etna, natura straordinaria non da “consumare”, ma da rispettare e proteggere https://ilvulcanico.it/etna-natura-straordinaria-non-da-consumare-ma-da-rispettare-e-proteggere/ Tue, 11 Mar 2025 08:57:27 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25446 di Itala Calabrese Oggetto dell’attività: escursione sull’Etna con visita al fronte lavico spento Partenza dal primo sentiero dell’ Etna, creato nel 1991, “Monte nero degli Zappini” e arrivo alla pista Altomontana interrotta dal fronte lavico, fermo dal 20 febbraio 2025. Compito principale della guida ambientale escursionistica, è quello di accompagnare, informare e sensibilizzare i gruppi […]

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di Itala Calabrese

Oggetto dell’attività: escursione sull’Etna con visita al fronte lavico spento

Partenza dal primo sentiero dell’ Etna, creato nel 1991, “Monte nero degli Zappini” e arrivo alla pista Altomontana interrotta dal fronte lavico, fermo dal 20 febbraio 2025. Compito principale della guida ambientale escursionistica, è quello di accompagnare, informare e sensibilizzare i gruppi di escursionisti durante le escursioni, favorendo una fruizione consapevole e sicura dell’ambiente naturale. Le responsabilità includono vari aspetti, tra cui

•Sicurezza: conoscenza del territorio e delle condizioni meteo.
•Educazione ambientale: fornire informazioni dettagliate sulla flora, fauna, geologia, storia e cultura del territorio, stimolando il rispetto per l’ambiente.

•Gestione del gruppo: assicurarsi che tutti siano adeguatamente equipaggiati e che nessuno venga lasciato indietro. •Rispetto dell’ambiente: non disturbare la fauna, non lasciare rifiuti e camminare solo su sentieri segnati per evitare danni alla vegetazione e al suolo.

Riflessioni di una Guida ambientale escursionistica AIGAE 
Noi apparteniamo alla Natura, ma lo abbiamo dimenticato. Vivere in città ci ha sicuramente allontanato da una connessione diretta e profonda con l’ambiente naturale, facendoci perdere di vista il rispetto e la cura che dovremmo avere per esso. La Natura è la nostra casa comune, e dovremmo trattarla con la stessa attenzione che riserviamo alla nostra casa, prevenendo danni o incidenti. Purtroppo, spesso trattiamo la Natura come se fosse un parco giochi, un luogo da esplorare senza un vero rispetto delle sue regole e dei suoi rischi. La non conoscenza del territorio, l’uso di attrezzature inadeguate o il sottovalutare le condizioni atmosferiche sono solo alcuni degli errori che possono mettere in pericolo chi si avventura senza la dovuta preparazione. La natura non è un luogo da conquistare, ma un ambiente di cui far parte in armonia, comprendendo i suoi ritmi e rispettandone i limiti.
Vorrei sollevare una questione, un’attenzione fondamentale sul cambiamento del rapporto che le persone, soprattutto i siciliani, hanno con l’Etna. “A muntagna” è sempre stata un simbolo di maestosità e un’opportunità di avventura per tutti, senza restrizioni particolari, il che ha reso l’Etna un luogo facilmente accessibile e amato da tanti. Tuttavia, con il passare degli anni, si è perso un po’ il senso del rispetto e della consapevolezza che dovremmo avere nei confronti di un fenomeno naturale così potente e imprevedibile. Il cambiamento, cioè un approccio meno rispettoso e più superficiale alla montagna e alle sue eruzioni, è purtroppo un fenomeno comune in molte aree naturali. L’accesso facilitato e l’abbondanza di informazioni ha portato molte persone a sottovalutare i rischi o a trattare la montagna come una semplice attrazione turistica. Questo, unito alla mancanza di un adeguato messaggio educativo sul rispetto della natura, ha contribuito a una gestione poco armoniosa e talvolta irresponsabile.
La mia osservazione su quest’ultima eruzione, vista da parecchie persone perché a portata di mano e facilmente accessibile, è un esempio concreto di come la gestione della sicurezza e dell’informazione possa risultare inefficace, soprattutto quando manca un corretto coordinamento tra le autorità e una chiarezza sui ruoli delle guide professioniste. In effetti, la presenza di confusione e polemiche alimenta solo incertezze e comportamenti poco consapevoli, mettendo a rischio la sicurezza di tutti. È indispensabile un impegno maggiore per educare alla responsabilità e promuovere un’idea di Natura che non sia solo da fruire, da “consumare”, ma da rispettare e proteggere. Noi siamo Natura, ci nutriamo di Natura, respiriamo Natura, in un equilibrio molto delicato, un tempo rispettato, oggi rotto dalla smania consumistica dell’uomo moderno. Pur essendo noi parte del Pianeta Terra, ne siamo diventati predatori.
Le foto sono di Itala Calabrese

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Etna in eruzione: gestione, sicurezza, approccio responsabile. Un evento straordinario e le sue implicazioni https://ilvulcanico.it/etna-in-eruzione-gestione-sicurezza-approccio-responsabile-un-evento-straordinario-e-le-sue-implicazioni/ Sat, 08 Mar 2025 05:45:07 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25431 di Vincenzo Greco L’ultima eruzione dell’Etna ha rappresentato uno degli eventi più seguiti e condivisi dell’epoca moderna, grazie alla grande accessibilità della colata lavica e alla diffusione virale delle immagini sui social media. Questo fenomeno ha generato una forte attrazione per escursionisti, appassionati e semplici curiosi, ma al tempo stesso ha evidenziato importanti criticità nella […]

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di Vincenzo Greco

L’ultima eruzione dell’Etna ha rappresentato uno degli eventi più seguiti e condivisi dell’epoca moderna, grazie alla grande accessibilità della colata lavica e alla diffusione virale delle immagini sui social media. Questo fenomeno ha generato una forte attrazione per escursionisti, appassionati e semplici curiosi, ma al tempo stesso ha evidenziato importanti criticità nella gestione dell’afflusso di persone, nella sicurezza e nella percezione del rischio. L’Etna, come tutti i vulcani attivi, presenta dinamiche imprevedibili e situazioni che possono variare anche nel giro di poche ore. Per questo motivo, l’approccio corretto all’ambiente vulcanico non può essere improvvisato, ma deve basarsi su conoscenza, preparazione e consapevolezza. Tuttavia, l’ampia diffusione di video e immagini ha portato molte persone ad avvicinarsi al fenomeno senza un’adeguata preparazione, generando situazioni di potenziale pericolo sia per chi era presente, sia per chi successivamente ha emulato comportamenti rischiosi. È stato questo, più di ogni altra cosa, a spingere le autorità a intervenire con ordinanze restrittive, limitando l’accesso all’area. Ma il problema non è mai stato chi, come le guide o gli appassionati esperti, conosce e rispetta il vulcano. Il vero nodo della questione è stato l’approccio incontrollato di chi si è avventurato senza preparazione, mettendo a rischio sé stesso e indirettamente influenzando le decisioni istituzionali

Il ruolo delle guide vulcanologiche: tra responsabilità e sicurezza. Le guide vulcanologiche sono figure professionali riconosciute da una legge regionale e nazionale. Abbiamo scelto questo mestiere per passione, formazione ed esperienza, esattamente come chiunque sceglie una professione nella propria vita. Accompagniamo le persone in sicurezza, trasmettiamo conoscenze, valutiamo i rischi e, quando la situazione lo richiede, siamo i primi a decidere di non avvicinarci se il pericolo è elevato. L’idea che le ordinanze siano state fatte per “favorire” le guide è una percezione errata e fuorviante. Non siamo noi a stabilire le restrizioni, ma le autorità competenti, sulla base delle evidenze e delle criticità emerse sul campo. Emerge però una questione importante: se il rischio non è tale da giustificare un blocco totale, perché impedire a professionisti certificati di fare il loro lavoro? Allo stesso tempo, se un appassionato esperto e consapevole sa come muoversi, perché non permettergli di vivere il vulcano nel rispetto delle regole e della sicurezza? Le guide non sono un ostacolo, ma un punto di riferimento. Nell’ultima eruzione, oltre a svolgere il nostro lavoro, abbiamo fornito assistenza a numerose persone impreparate: escursionisti senza attrezzatura adeguata, gruppi disorientati che si sono uniti ai nostri tour per non perdersi, persone in difficoltà a causa del freddo o del terreno accidentato. Abbiamo agito per senso di responsabilità, oltre che per dovere professionale. Tuttavia, questo ha generato discussioni anche all’interno dei gruppi accompagnati, con clienti che si sono chiesti perché parte del nostro tempo fosse dedicato ad aiutare estranei in difficoltà. La risposta è semplice: davanti a una situazione di rischio, il dovere morale e umano viene prima di tutto.

I social media e l’effetto emulazione: un problema da affrontare. L’epoca digitale ha reso l’Etna più visibile che mai, ma ha anche favorito un fenomeno preoccupante: l’emulazione di comportamenti rischiosi. Quando sui social si vedono persone avvicinarsi alla lava, cucinare sopra le colate, lasciare segni indelebili sul terreno, si trasmette un messaggio distorto: quello di un ambiente privo di pericoli, dove chiunque può muoversi liberamente senza conseguenze. Ma la realtà è ben diversa. Chi si è trovato sul campo nei giorni dell’eruzione sa quanti interventi di soccorso sono stati necessari per persone che si sono spinte oltre il limite, senza avere le competenze per gestire l’imprevisto. E non è solo una questione di sicurezza personale: gli atteggiamenti superficiali hanno portato a decisioni istituzionali che hanno penalizzato anche chi avrebbe potuto vivere l’evento in modo consapevole e rispettoso.

Gestire le eruzioni future: una proposta per un approccio più equilibrato. L’Etna continuerà a eruttare, e il problema non si risolverà semplicemente con divieti e ordinanze. È necessario un cambio di mentalità e di gestione, che tenga conto delle esigenze di tutti: ✅ Presidi di controllo nei punti di accesso, con figure che possano monitorare e fornire informazioni. ✅ Distinzione tra chi è preparato e chi no, per evitare restrizioni indiscriminate. ✅ Collaborazione tra guide, enti di ricerca e protezione civile, per garantire sicurezza senza eccessi di rigidità. ✅ Regolamentazione chiara dell’uso dei social media, con campagne di sensibilizzazione per evitare la promozione di comportamenti rischiosi. ✅ Educazione e informazione sul vulcano, per creare una cultura del rispetto e della consapevolezza. L’obiettivo non deve essere quello di impedire l’accesso, ma di permettere a chi è preparato di vivere il vulcano in sicurezza, evitando al tempo stesso che il fenomeno venga banalizzato o spettacolarizzato senza coscienza.

Conclusione: un invito alla coerenza e alla responsabilità. L’Etna è un patrimonio straordinario, ma anche un ambiente che richiede rispetto. Non è una competizione tra guide, appassionati e istituzioni: è una questione di gestione intelligente e di approccio responsabile. Nessuno deve essere messo contro nessuno. Non esistono “caste” o privilegi, ma ruoli e competenze che devono essere riconosciuti e valorizzati. Il messaggio è chiaro: non basta limitare, bisogna educare. Non basta vietare, bisogna fornire alternative sicure. E, soprattutto, non si può permettere che le decisioni prese in emergenza diventino la norma per il futuro. L’Etna continuerà a offrirci spettacoli incredibili. Sta a noi scegliere se viverli con consapevolezza o con superficialità.

Con il titolo e nell’articolo: le spettacolari foto dell’eruzione di Vincenzo Greco

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Etna, febbraio 2025: tutta l’eruzione minuto per minuto https://ilvulcanico.it/etna-febbraio-2025-tutta-leruzione-minuto-per-minuto/ Fri, 07 Mar 2025 06:27:45 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25424 FONTE: https://ingvvulcani.com/ di Boris Behncke, Massimo Cantarero, Danilo Cavallaro, Emanuela De Beni, Gaetana Ganci, Marco Neri, Mario Paratore, Cristina Proietti  Dall’8 febbraio 2025 è in corso sull’Etna un’eruzione subterminale prevalentemente effusiva alimentata da bocche situate a quota 3050 m s.l.m, allineate lungo una fessura eruttiva alla base meridionale del cratere sommitale Bocca Nuova. L’eruzione è stata accompagnata […]

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FONTE: https://ingvvulcani.com/

di Boris Behncke, Massimo Cantarero, Danilo Cavallaro, Emanuela De Beni, Gaetana Ganci, Marco Neri, Mario Paratore, Cristina Proietti 

Dall’8 febbraio 2025 è in corso sull’Etna un’eruzione subterminale prevalentemente effusiva alimentata da bocche situate a quota 3050 m s.l.m, allineate lungo una fessura eruttiva alla base meridionale del cratere sommitale Bocca Nuova. L’eruzione è stata accompagnata episodicamente anche da attività stromboliana di modesta intensità e, il 24 e il 28 febbraio, da due limitati trabocchi lavici al Cratere di Sud-Est. La colata lavica emessa da questa fessura si è propagata in direzione sud-ovest ricoprendo principalmente aree desertiche e solo marginalmente un piccolo bosco tra 1900 e 1800 m s.l.m. Sebbene l’evento eruttivo non abbia minacciato aree antropizzate, ha comunque interrotto un breve tratto della “pista Altomontana” all’interno del Parco dell’Etna. La pista Altomontana si sviluppa ad una quota media di 1750 m s.l.m e circumnaviga l’area sommitale dell’Etna dal fianco Sud a quello Nord-est. La colata, attraversando aree densamente innevate, ha prodotto frequenti esplosioni dovute all’interazione lava-neve. L’eruzione ha, inoltre, rappresentato una straordinaria attrazione turistica richiamando migliaia di persone ai fronti lavici in avanzamento.

Nel seguito descriveremo l’eruzione, focalizzando l’attenzione sulla cronologia degli eventi nel contesto della più recente attività eruttiva del vulcano.

Attività eruttiva precedente

Nell’estate del 2024, l’Etna ha offerto uno straordinario spettacolo naturale, con una fase di attività stromboliana ed emissione di colate laviche dal cratere sommitale Voragine, che hanno formato spettacolari cascate tuffandosi nell’adiacente cratere Bocca Nuova. Nelle  settimane seguenti, tra luglio ed agosto, l’intensità dell’attività alla Voragine è aumentata fino a ha produrre sei episodi parossistici con alte fontane di lava, trabocchi lavici e colonne eruttive cariche di materiale piroclastico, che è stato distribuito dai venti nei settori orientale, sud-orientale e meridionale del vulcano. Dopo l’ultimo di questi parossismi è seguita una fase di minore attività esplosiva al Cratere di Nord-Est. Infine, il 10 novembre 2024 è avvenuto un episodio di intensa attività esplosiva in zona Bocca Nuova – Voragine, che ha prodotto una colata lunga meno di 400 m propagatasi in direzione sudovest; tale evento è stato praticamente invisibile anche per le telecamere di sorveglianza dell’INGV-OE a causa delle cattive condizioni meteo.

Da allora, l’Etna è rimasta in uno stato di equilibrio, che è durato fino ai primi giorni di febbraio 2025. Infatti, tutti i segnali registrati dalle reti strumentali di monitoraggio – attività sismica, deformazioni del suolo, emissioni di gas, dati termici e altri – indicavano che il vulcano era in una fase di relativa quiete.

Tuttavia a partire dal 5 febbraio sono state osservate alcune deboli emissioni di cenere scura da un punto sul fianco nord-occidentale del Cratere di Sud-Est (punto rosso di Figura 1), in corrispondenza della sommità del vecchio cono che si era accresciuto tra la fine degli anni 70 e il 2007. Contemporaneamente, l’ampiezza del tremore vulcanico ha cominciato a mostrare fluttuazioni e un trend di progressivo incremento. La mattina del 7 febbraio sono avvenute alcune piccole esplosioni stromboliane dall’alto fianco nord-occidentale del Cratere di Sud-Est. L’arrivo di una perturbazione meteo ha impedito di monitorare l’evoluzione dell’attività fino al pomeriggio dell’8 febbraio.

Figura 1 - Rilievo ombreggiato dell’area sommitale dell’Etna ottenuto dall’elaborazione delle immagini acquisite da drone il 12 settembre 2024, per i crateri BN, VOR e CNE, e il 31 luglio 2024 per il CSE. Le isoipse sono tracciate ogni 100 m. CSE= cratere di Sud Est, CNE= cratere di Nord Est, VOR= Voragine, BN= Bocca Nuova. Il punto rosso indica la bocca che ha emesso attività stromboliana a partire dal 5 febbraio.
Figura 1 – Rilievo ombreggiato dell’area sommitale dell’Etna ottenuto dall’elaborazione delle immagini acquisite da drone il 12 settembre 2024, per i crateri BN, VOR e CNE, e il 31 luglio 2024 per il CSE. Le isoipse sono tracciate ogni 100 m. CSE= cratere di Sud Est, CNE= cratere di Nord Est, VOR= Voragine, BN= Bocca Nuova. Il punto rosso indica la bocca che ha emesso attività stromboliana a partire dal 5 febbraio.

L’eruzione di febbraio 2025

Quando al tramonto dell’8 febbraio le nuvole si sono diradate, le telecamere di sorveglianza poste sulla Montagnola, sull’alto versante meridionale dell’Etna, hanno permesso di osservare un bagliore nella zona conosciuta come “Cratere del Piano” (Figura 2a). Si tratta di un ampio pianoro alla base meridionale dei crateri sommitali, ad una quota tra 2950 e 3100 m. Là, proprio alla base del ripido pendio meridionale del cratere Bocca Nuova, si era aperta una fessura con alcune bocche effusive dalle quali usciva una colata di lava diretta verso sud-ovest (Figura 2b).

Figura 2 - (a) Bagliori (frecce gialle) visibili nelle prime immagini della telecamera di sorveglianza sulla Montagnola dopo il ritiro delle nuvole, la sera dell’8 febbraio 2025. (b) Una lingua di lava si espande dalle bocche eruttive verso l’alto versante sud-occidentale dell’Etna (foto di Francesco Ciancitto, INGV-OE). BN = Bocca Nuova, VOR = Voragine, SEC = Cratere di Sud-Est

Figura 2 – (a) Bagliori (frecce gialle) visibili nelle prime immagini della telecamera di sorveglianza sulla Montagnola dopo il ritiro delle nuvole, la sera dell’8 febbraio 2025. (b) Una lingua di lava si espande dalle bocche eruttive verso l’alto versante sud-occidentale dell’Etna (foto di Francesco Ciancitto, INGV-OE). BN = Bocca Nuova, VOR = Voragine, SEC = Cratere di Sud-Est.

Durante i giorni successivi la colata si è rapidamente espansa sul ripido versante sud-occidentale dell’Etna, formando un unico flusso largo poche decine di metri, per poi riversarsi nella vallata tra la fessura eruttiva del 1610 a est (conosciuta per la grotta di scorrimento denominata “Grotta degli Archi”) e l’antico cono del Monte Pecoraro a ovest (Figura 3). Nel frattempo si è anche osservato, un progressivo aumento  dell’attività esplosiva sul lato nord-occidentale del Cratere di Sud-Est, dove erano attive almeno due bocche che producevano nubi di cenere, bombe e blocchi, scuri di giorno e incandescenti al buio (Figura 4a). Da queste bocche, un sistema di fratture e fessure si estendeva verso nord-ovest, tagliando l’orlo sud-orientale del cratere Bocca Nuova, curvando poi verso sud-ovest fino a raggiungere l’estremità della fessura dove era in corso l’emissione di lava (Figura 3; Figura 4b). Nella sella posta tra i crateri Bocca Nuova e Sud-Est, ovvero lungo il sistema di fratture sopra descritto, una piccola bocca stava inoltre producendo attività stromboliana.

Figura 3 - Mappa della colata aggiornata al 24 febbraio, sovrapposta al rilievo ombreggiato del terreno ottenuto dall’elaborazione delle immagini acquisite da drone il 12 settembre 2024, per i crateri BN, VOR e CNE, e il 31 luglio 2024 per il CSE. Le isoipse sono tracciate ogni 100 m. CSE= cratere di Sud Est, CNE= cratere di Nord Est, VOR= Voragine, BN= Bocca Nuova. Le due immagini, visibile e termica acquisite da drone il 19 febbraio 2024, mostrano la porzione più bassa del campo lavico.
Figura 3 – Mappa della colata aggiornata al 24 febbraio, sovrapposta al rilievo ombreggiato del terreno ottenuto dall’elaborazione delle immagini acquisite da drone il 12 settembre 2024, per i crateri BN, VOR e CNE, e il 31 luglio 2024 per il CSE. Le isoipse sono tracciate ogni 100 m. CSE= cratere di Sud Est, CNE= cratere di Nord Est, VOR= Voragine, BN= Bocca Nuova. Le due immagini, visibile e termica acquisite da drone il 19 febbraio 2024, mostrano la porzione più bassa del campo lavico.
Figura 4 - Teatro eruttivo nella serata del 12 febbraio. (a) Attività stromboliana ed emissione di cenere da due bocche sull’alto fianco nord-occidentale del Cratere di Sud-Est (a destra) e da una bocca posta nella sella tra il Cratere di Sud-Est e la Bocca Nuova (a sinistra). (b) Attività effusiva alle bocche poste alla base meridionale del cratere Bocca Nuova. (Foto di Boris Behncke, INGV-OE).
Figura 4 – Teatro eruttivo nella serata del 12 febbraio. (a) Attività stromboliana ed emissione di cenere da due bocche sull’alto fianco nord-occidentale del Cratere di Sud-Est (a destra) e da una bocca posta nella sella tra il Cratere di Sud-Est e la Bocca Nuova (a sinistra). (b) Attività effusiva alle bocche poste alla base meridionale del cratere Bocca Nuova. (Foto di Boris Behncke, INGV-OE).

L’emissione di cenere dalle bocche esplosive sul Cratere di Sud-Est è aumentata il 14 febbraio e ancora una volta il 16, producendo leggere ricadute di cenere sui settori sud ed est dell’Etna. Il 17 febbraio l’emissione di cenere è diminuita, ma è aumentata l’attività stromboliana prodotta da una delle bocche poste sull’alto fianco nord-occidentale del Cratere di Sud-Est e da quella che è conosciuta come la “bocca della sella”, nella parte occidentale della sommità del cratere (Figura 5). Tale attività è continuata con fluttuazioni fino al pomeriggio del 19 febbraio.

Figura 5 - Attività stromboliana al Cratere di Sud-Est ed effusiva alla base della Bocca Nuova (a sinistra), nelle prime ore del 17 febbraio 2025 (Foto di Boris Behncke, INGV-OE).
Figura 5 – Attività stromboliana al Cratere di Sud-Est ed effusiva alla base della Bocca Nuova (a sinistra), nelle prime ore del 17 febbraio 2025 (Foto di Boris Behncke, INGV-OE).

Negli stessi giorni il flusso lavico si è progressivamente allungato verso sud-ovest, raggiungendo e tagliando la pista forestale altomontana nel pomeriggio del 16 febbraio e bruciando alcuni pini prima di arrestarsi il giorno successivo (Figura 6). Un nuovo braccio lavico, accostatosi sul lato nord-occidentale di quello precedente, ha coperto un’altra sezione della pista e distrutto un piccolo pioppeto nonché parte di un boschetto di pini nel mattino del 19 febbraio. Anche più a monte si stavano formando diverse piccole ramificazioni parallele al flusso principale.

Figura 6 - (a) Fronte lavico in zona Galvarina, dove ha tagliato la pista forestale altomontana, 16 febbraio 2025 (Foto di Rosanna Corsaro, INGV-OE). (b) e (c) Fronte lavico in zona Galvarina, la sera del 19 febbraio 2025 (Foto di Catherine Lemercier).
Figura 6 – (a) Fronte lavico in zona Galvarina, dove ha tagliato la pista forestale altomontana, 16 febbraio 2025 (Foto di Rosanna Corsaro, INGV-OE). (b) e (c) Fronte lavico in zona Galvarina, la sera del 19 febbraio 2025 (Foto di Catherine Lemercier).

Nel pomeriggio del 19 febbraio, l’ampiezza del tremore vulcanico ha subito un brusco calo, che è continuato nella notte, portandolo su un livello medio basso, simile a quello precedente all’inizio dell’eruzione. Nel mattino del 20 febbraio un debolissimo flusso lavico era ancora presente alle bocche effusive, mentre i fronti lavici erano fermi e la colata in progressivo raffreddamento.

Dopo due giorni di ridotta o assente attività effusiva, nel pomeriggio del 22 febbraio si è osservata una ripresa dell’emissione di lava, accompagnata da un lento incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico. Il giorno successivo è anche ricominciata l’attività esplosiva al Cratere di Sud-Est, dove tre bocche sul fianco nord-occidentale stavano producendo esplosioni stromboliane. Il 24 si è attivata anche la “bocca della sella” del Cratere di Sud-Est, uno dei due principali centri eruttivi di questo cratere, con esplosioni stromboliane ed emissione di una piccola colata di lava verso l’alto fianco meridionale del cratere. Inoltre, una delle quattro bocche aveva formato un cratere di forma ellittica con asse maggiore di circa 100 m (Figura 7). Nel frattempo la lava aveva formato nuovi bracci nella parte alta della colata dell’8-20 febbraio, raggiungendo una quota minima di 2480 m s.l.m. Nel mattino del 25 febbraio, l’attività ha subito un brusco calo, e l’ampiezza del tremore vulcanico è diminuita, attestandosi su un livello basso. Ancora una volta, nella serata del 27 febbraio, ha ripreso l’attività stromboliana alla “bocca della sella” del Cratere di Sud-Est. Il 28 febbraio si è osservato un nuovo trabocco lavico dalla “bocca della sella”, che ha fatto lo stesso percorso di quello del 24, sull’alto fianco meridionale del CSE. L’attività effusiva sotto la Bocca Nuova ha generato molteplici rami lavici, che si sono espansi sull’alto versante sud-occidentale, allargando la parte alta del campo lavico in formazione dall’8 febbraio. L’attività esplosiva alla “bocca della sella” è progressivamente diminuita nella serata del 28 febbraio e si è arrestata nella notte. Il 2 marzo è stato osservato un debole flusso lavico attivo alla fessura effusiva sotto la Bocca Nuova.

Figura 7 - Immagini termiche del Cratere di Sud Est, acquisite da drone il 24 febbraio, che mostrano le quattro bocche esplosive, la tracimazione lavica da una delle bocche e il nuovo cratere formato da una di esse, il cui orlo è delimitato dal tratteggio in verde.
Figura 7 – Immagini termiche del Cratere di Sud Est, acquisite da drone il 24 febbraio, che mostrano le quattro bocche esplosive, la tracimazione lavica da una delle bocche e il nuovo cratere formato da una di esse, il cui orlo è delimitato dal tratteggio in verde.Con il titolo: la spettacolare foto è di Vincenzo Greco

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Etna: un piano per la fruizione degli eventi eruttivi, anziché il caos per niente calmo dei divieti https://ilvulcanico.it/etna-un-piano-per-la-fruizione-dei-divieti-eruttivi-anziche-il-caos-per-niente-calmo-dei-divieti/ Tue, 18 Feb 2025 12:01:20 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25413 LETTERA APERTA ALLE AUTORITA’ ETNEE  di Giuseppe Riggio Sull’Etna ritorna il solito caos. Un ingorgo di auto, persone e informazioni che genera, ancora una volta, un’immagine confusa e contraddittoria della terra straordinaria in cui ci troviamo ad abitare. Gli attori sul palcoscenico si muovono in maniera disordinata, recitano tutti insieme senza badare a ruoli e […]

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LETTERA APERTA ALLE AUTORITA’ ETNEE 

di Giuseppe Riggio

Sull’Etna ritorna il solito caos. Un ingorgo di auto, persone e informazioni che genera, ancora una volta, un’immagine confusa e contraddittoria della terra straordinaria in cui ci troviamo ad abitare. Gli attori sul palcoscenico si muovono in maniera disordinata, recitano tutti insieme senza badare a ruoli e tempi di entrata in scena. Sullo sfondo ‘a Muntagna fa il suo solito mestiere, antichissimo e in questo caso neanche particolarmente sorprendente, dando vita a una spettacolare colata iniziata l’8 febbraio alla base della bocca Nuova. L’afflusso di questi giorni conferma che gli abitanti delle pendici etnee restano, per fortuna, ancora una volta incantati di fronte alle manifestazioni che avvengono dietro alle loro case e sulle loro teste. Non è una novità: quando possibile gli etnei accorrono in massa laddove il vulcano regala spettacolo, perché “vedere la lava” resta comunque un evento che segna la memoria, che si tramanda ai figli (quando ci sono) o si condivide comunque con amici vicini e lontani. È un rito identitario prezioso, che va tutelato anche quando esercitato in onore dei selfie. Anche quando viene vissuto in maniera spontanea e improvvisata.

Lo sanno tutti che, se l’Etna si manifesta, abitanti e turisti hanno voglia di andarci, di assistere a uno spettacolo che colpisce direttamente la nostra sfera emotiva. Anche perché si tratta in fondo dell’unico corrispettivo positivo, rispetto ai danni arrecati dalle cadute della cenere, dall’aeroporto che opera a singhiozzo.

Fuoco e neve. Magnifico scatto di Itala Calabrese (Ita Ca)

Chi dovrebbe governare territorio e fenomeni si svela invece puntualmente impreparato in occasione di ogni ricorrente eruzione. Come se in occasione di un derby calcistico fosse strano veder accorrere decine di migliaia di spettatori. Come se i primi giorni di agosto di ogni anno non fossero quelli del “bollino rosso” sulle autostrade. Invece gli uomini che rappresentano le cosiddette autorità civili sembra che scoprano per la prima volta l’esistenza stessa dell’Etna, delle sue ricorrenti attività. Si sorprendono, vengono a sapere che i cosiddetti “curiosi” si assiepano nei pressi del flusso lavico (come se non fosse sempre successo) e infine dispongono divieti perentori e lanciano l’allarme. Mai nessuno che abbia pensato per tempo a predisporre uno straccio di piano di fruizione, anziché di divieto. I vari sindaci hanno imposto restrizioni a raffica in questi giorni. Si sono sbizzarriti nel porre limiti: vietato avvicinarsi a più di 500 metri dalla colata, ha scritto il sindaco di Biancavilla. Altri hanno stabilito genericamente che non si può salire e basta, oppure hanno introdotto l’immancabile obbligo di accompagnamento coatto con guida.

Ma perché tutto questo?  Il pericolo certamente esiste, ma non viene spiegato nei modi adeguati. Si utilizza il criterio della massima prudenza: scriviamo 500 metri, che è evidentemente esagerato, ma almeno nessuno potrà dire- se succede qualcosa- che è colpa del sindaco. Tanto poi è difficile, se non impossibile controllare il territorio. Nei giorni scorsi è arrivato anche l’attivo capo della protezione civile regionale, Salvo Cocina: giustamente ha scritto su Facebook che in realtà non si tratta di un evento di cui la sua struttura dovrebbe occuparsi, visto che di sua competenza sono disastri e vere emergenze. La colata sulla neve, così telegenica, dovrebbe essere roba da Parco dell’Etna, che per legge dovrebbe occuparsi di fruizione dell’area protetta. Peccato che per la Regione la “governance” dei Parchi non sembra sia al momento una priorità.

L’eruzione in corso, splendida immagine notturna di Giovinsky Aetnensis

Il dottor Cocina si è anche fatto intervistare con alle spalle la colata, che a me è parso un modo per dire “vedete che in fondo qui è bellissimo e neanche tanto pericoloso”. Un po’ come la sindaca di Parigi che si è fatta il bagno nella Senna durante le Olimpiadi o il presidente dell’agenzia turistica della riviera romagnola che bevve il famoso bicchiere d’acqua alla mucillagine. Nel frattempo, occorre ovviamente ricordare a quelli che vanno a rendere omaggio alla Montagna-Vulcano, che le esplosioni freatiche, generate dal contatto tra lava e accumuli di acqua, possono costituire un pericolo gravissimo. L’ultimo episodio avvenne nel 2017, con una troupe della BBC che finì in ospedale insieme ad altre persone che assistevano all’evento e con l’operatore che lasciò la camera accesa mentre avveniva l’esplosione. Occorre quindi grande prudenza e misura ed è bene rivolgersi alle guide se non si conoscono i luoghi. Così come sarebbe opportuno che la Regione pensasse finalmente di chiedere le spese del soccorso, così come fanno in tante altre parti d’Italia, per chi si avventura senza nessun criterio e poi si attacca al telefonino per chiedere aiuto. Sarebbe un modo concreto per invitare a essere più misurati, evitando anche qualche rischio inutile ai preziosi volontari del Soccorso alpino.

Un piano di fruizione degli eventi eruttivi, organizzato per tempo, allevierebbe molti dei problemi che si stanno evidenziando in questi giorni. Siamo arrivati persino all’accostamento mediatico, francamente inaccettabile, tra Etna e Roccaraso, tra rito del “vedere la lava” e assalto domenicale ai campi innevati.

Accompagnare, consigliare, guidare anziché vietare. Offrire l’opportunità di tornare a casa con un ricordo bellissimo e indelebile, anziché con la memoria di un caos per niente calmo.

Con il titolo: foto di Giovinsky Aetnensis

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Meraviglia Etna: video, il fuoco sulla neve. Lo spettacolo unico del vulcano Patrimonio dell’Umanità https://ilvulcanico.it/meraviglia-etna-video-il-fuoco-sulla-neve-lo-spettacolo-unico-del-vulcano-patrimonio-dellumanita/ Tue, 11 Feb 2025 11:37:34 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=25403 di Giovinsky Aetnensis Non servono parole per commentare questo magnifico video della bravissima, appassionatissima, carissima, generosissima  Giovynsky Aetnensis. Quando ho visto sul suo profilo Facebook la sua stupenda foto sulla nuova colata lavica partita l’8 febbraio sull’Etna innevato, le ho chiesto se avesse un piccolo video per gli appassionati della Muntagna che seguono questo blog: […]

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di Giovinsky Aetnensis

Non servono parole per commentare questo magnifico video della bravissima, appassionatissima, carissima, generosissima  Giovynsky Aetnensis. Quando ho visto sul suo profilo Facebook la sua stupenda foto sulla nuova colata lavica partita l’8 febbraio sull’Etna innevato, le ho chiesto se avesse un piccolo video per gli appassionati della Muntagna che seguono questo blog: ed ecco, stamattina, questo splendido e prezioso documento sull’attività in corso nel nostro vulcano Patrimonio dell’Umanità, per il quale io e IlVulcanico.it ringraziamo ancora una volta Giovinsky. Per dovere di corretta informazione, aggiungo il comunicato dell’INGV Osservatorio Etneo sull’inizio dell’attività vulcanica (Gaetano Perricone)

IL COMUNICATO INGV DELL’8 FEBBRAIO 2025, ORE 20,14, SULL’AVVIO DELLA COLATA. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica dall’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza e da osservazioni di personale INGV in campo, si osserva a partire da circa le 17:35 (UTC) l’emissione di una colata lavica ad una quota stimata di ~3000 metri sul livello del mare tra la base del cratere Bocca Nuova e quella del cratere di Sud-Est. Il flusso lavico si espande in direzione di Monte Frumento Supino. Questa attività è stata preceduta dal 6 febbraio da una modesta ed episodica attività esplosiva dal Cratere di Sud-Est.
Dal punto di vista sismico, l’ampiezza media del tremore vulcanico si mantiene con modeste oscillazioni all’interno dell’intervallo dei valori medi. Le localizzazioni del centroide delle sorgenti del tremore risultano ubicate in corrispondenza del Cratere di Sud-Est ad una elevazione compresa tra 2800 e 3000 m sopra il livello del mare. L’attività infrasonica allo stato attuale risulta essere quasi del tutto assente, mentre per i giorni precedenti ad oggi si segnala una modesta attività infrasonica prodotta dal Cratere di Sud-Est.
Per quanto riguarda il monitoraggio delle deformazioni la rete GNSS non registra variazioni significative, mentre nelle ultime ore la rete clinometrica registra una variazione molto modesta (decimi di microradiante) solo alla stazione sommitale di Cratere del Piano (ECP)

Con il titolo: foto di Giovinsky Aetnensis 

 

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