Natura e Divulgazione Archivi - Il Vulcanico https://ilvulcanico.it/category/natura-e-divulgazione/ Il Blog di Gaetano Perricone Mon, 08 Apr 2024 05:30:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Che magnifico spettacolo gli anelli dell’Etna! https://ilvulcanico.it/che-magnifico-spettacolo-gli-anelli-delletna/ Mon, 08 Apr 2024 05:30:16 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24889 di Giovinsky Aetnensis In questi giorni il nostro magnifico vulcano ci delizia con degli anelli di gas a vortice, i Volcanic vortex rings che vengono espulsi da un nuovo pozzo craterico (Pit Crater) posto a nord est del cratere di Sud Est. Sembrano venire fuori come un respiro affannoso questi anelli, che poi veleggiano sopra […]

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di Giovinsky Aetnensis

In questi giorni il nostro magnifico vulcano ci delizia con degli anelli di gas a vortice, i Volcanic vortex rings che vengono espulsi da un nuovo pozzo craterico (Pit Crater) posto a nord est del cratere di Sud Est. Sembrano venire fuori come un respiro affannoso questi anelli, che poi veleggiano sopra la montagna modellandosi sempre più fino a poi sfaldarsi.

L’Etna, “colonna del cielo”, é un vulcano in continua mutazione che non stanca mai, suscita sempre meraviglia e stupore per gli osservatori appassionati come me ed é sempre una grande emozione quando si pratica l’escursionismo

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Alla scoperta dell’Etna con le guide vulcanologiche https://ilvulcanico.it/alla-scoperta-delletna-con-le-guide-vulcanologiche/ Sat, 09 Dec 2023 06:26:50 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24475 (Gaetano Perricone). Dal sito nazionale delle Guide Alpine, pubblichiamo integralmente questo comunicato con una interessantissimo intervista al nostro caro amico Vincenzo Greco, eccellente guida vulcanologica sull’Etna che abbiamo seguito fin dall’inizio di questo suo lavoro (fu il più giovane d’Italia quando cominciò), che è prezioso contributore con articoli di particolare successo de IlVulcanico.it e che […]

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(Gaetano Perricone). Dal sito nazionale delle Guide Alpine, pubblichiamo integralmente questo comunicato con una interessantissimo intervista al nostro caro amico Vincenzo Greco, eccellente guida vulcanologica sull’Etna che abbiamo seguito fin dall’inizio di questo suo lavoro (fu il più giovane d’Italia quando cominciò), che è prezioso contributore con articoli di particolare successo de IlVulcanico.it e che anche nelle risposte, piene di competenza ed equilibrio, sulla sua attività sul più alto vulcano attivo d’Europa Patrimonio dell’umanità e sui rischi in ambiente vulcanico per escursionisti sprovveduti e avventati, conferma le sue capacità e la grossa esperienza ormai acquisita sul campo. Un’intervista chiara e preziosa, da leggere anche per chi l’Etna lo conosce bene. 

Vincenzo Greco al lavoro

Fonte: Ufficio Stampa Guide Alpine Italiane – Comunicato stampa (https://www.guidealpine.it/blog/)

Osservare da vicino un cratere, le colate di lava e scoprire grotte vulcaniche. Ecco alcune delle incredibili esperienze che è possibile vivere con una Guida Vulcanologica, figura professionale specializzata per accompagnare turisti ed escursionisti nelle aree vulcaniche attive. Vincenzo Greco, guida Vulcanologica sull’Etna, cresciuto ai piedi del vulcano e studente di Geologia all’Università di Catania, ci racconta come si vive da vicino un vulcano.

Vincenzo, come sei diventato guida vulcanologica?

Mio nonno era Guida Alpina, è stato il primo ad operare sul versante Nord dell’Etna. Mio zio è vulcanologo, mio padre lavora sull’Etna e io ho vissuto la mia infanzia sull’Etna. La mia passione è il vulcano in generale: l’ho vissuto da quando sono sono nato, ho studiato Geologia e ho preso la decisione di fare questo lavoro nella mia vita. Sin dalle prime volte che mi sono trovato a condurre gruppi sul vulcano, è stato come se lo avessi fatto da una vita.

Vincenzo Greco nel febbraio 2017, con il diploma di guida vulcanologica

Quante sono oggi le guide vulcanologiche nella zona?

Stiamo crescendo. Nella sessione d’esame di ottobre del Collegio Guide alpine Sicilia si sono abilitate 36 nuove guide vulcanologiche, che andranno a sommarsi quelle già abilitate negli anni precedenti: a breve potremmo essere oltre settanta nella zona. Il Collegio Siciliano conta inoltre 17 Guide alpine attive ad oggi più alcune in seconda iscrizione.

Chi sono i vostri clienti?

L’interesse per il vulcano sta crescendo: lavoriamo con turisti, sia in gruppi organizzati sia singoli. Poi ci sono clienti che richiedono percorsi particolari e in questi casi si vede il valore aggiunto della guida vulcanologica, ma è perlopiù un mercato straniero. Di norma il turista viene in Sicilia con infradito e ombrellone, pensando al mare, e molti immaginano in questi termini anche un’escursione sul vulcano nonostante sia alto 3000 metri.

La poca consapevolezza della quota e dell’ambiente montano è un problema?

Spesso sì. L’approccio da “turista” è sempre più diffuso anche sulle Alpi o su altre montagne, però qui lo si vive molto di più: classicamente c’è qualcuno che da Taormina vede L’Etna e dice “ora salgo” ma non si informa a sufficienza e arriva con abbigliamento o attrezzatura inadeguati. Sta cambiando nell’approccio alla montagna in generale e i social hanno un ruolo decisivo in questo: molti si avvicinano a questi ambienti attirati da foto o video, va di moda mettere sui social le emozioni che si provano e viene a mancare quell’approccio consapevole che porta a valutare l’attrezzatura, le condizioni ambientali etc.

Che escursioni offre l’Etna, come livelli di difficoltà?

Il vulcano offre enormi spazi e non è troppo complicato avvicinarsi ad un vulcano soprattutto nelle aree prossime ai paesi ai crateri laterali. Possiamo organizzare attività semplici per le famiglie o per piccoli gruppi, magari con avvicinamento tramite mezzi di trasporto, o escursioni di media difficoltà che portano a toccare 3000 metri con visita di diversi crateri e grotte. Le escursioni in cima sono più dure e solo pochi le scelgono.

Quali sono le difficoltà specifiche di un vulcano?

C’è una difficoltà in più rispetto alla quota. Nel contesto sommitale di un vulcano attivo bisogna fare particolare attenzione alle esalazioni di zolfo e anidride carbonica. Sconsigliamo di salire al di sotto dei 12 anni, perché  essendo più vicino al terreno, il bambino respira molto più gas rispetto ad un adulto. La stessa cosa vale per i cani.

Che cosa puoi dire dello scialpinismo sull’Etna?

Molti vengono sull’Etna per lo scialpinismo, oggi capita che ci sia più neve qui che al Nord. L’anno scorso ricordo che la strada è stata chiusa per 15 giorni occlusa da 2 metri di neve caduti in una notte. Si poteva partire da quota 1000 metri con le pelli di foca, in alcuni punti anche da quota 600, e si arrivava in cima a 3300 metri: in Sicilia è un fatto con pochi precedenti.

Qual è la stagione più nevosa sull’Etna?

Febbraio. Ma l’anno scorso, aveva nevicato molto anche a dicembre e abbiamo sciato quattro mesi, fino ad aprile, in alcune zone fino a giugno. Non c’è più la stagionalità classica. Ad esempio questo autunno abbiamo avuto un’anomalia con temperature alte e poche precipitazioni.

Oltre alle Guide vulcanologiche, anche le Guide alpine possono accompagnare sui vulcani. Cosa vi distingue?

Probabilmente l’interpretazione dell’ambiente vulcanico. Non è una cosa facile da imparare, la formazione delle guide vulcanologiche prevede moduli di stampo scientifico di vulcanologia, geologia, petrologia e petrografia. Insomma, materie inerenti all’ambito geologico, utili ad acquisire la capacità di interpretare i fenomeni vulcanologici che su una montagna normale non ci sono. C’è anche un aspetto culturale: il cliente vuole sapere tutto del vulcano e la guida deve saper rispondere anche a domande scientifiche. La Guida Alpina, invece, può accompagnare ad esempio nelle ascensioni scialpinistiche o escursioni sciistiche, ambiti riservati alla sua professione. Per entrambi c’è una sensibilità che si sviluppa con l’esperienza sul campo, ad esempio saper capire i segnali che precedono il risveglio di un cratere o l’evolvere di un fenomeno particolare. Per questo fine giornata, tra guide vulcanologiche e guide alpine, qui in zona siamo soliti condividere informazioni rilevanti, ad esempio se notiamo qualcosa di diverso nelle fumarole, nelle emissioni dei gas, nella produzione di fratture, nella disposizione dei crateri interni.

Ci fai un esempio?

Attorno al 10 di agosto scorso, stavamo facendo regolarmente escursioni con i gruppi. Da un paio di giorni io e alcuni colleghi notavamo delle strutture di debolezza nuove sul cratere di sud Est, delle fratture ortogonali con forte incremento dell’emissione di gas. In base alla nostra esperienza abbiamo preferito avvisare di non proseguire perché temevamo un’eruzione imminente. Il 15 di agosto, 5 giorni dopo, è partita una fontana di lava, alta 800 metri.

Se dovessi consigliare un itinerario, secondo te il più bello della zona?

L’itinerario che porta al cratere sommitale è sicuramente molto bello, in questo periodo abbiamo il plus dell’eruzione. Facciamo anche escursioni apposite per vedere le eruzioni, ovviamente parlo di colate. Quella che consiglio maggiormente è però un’escursione di stampo geologico sul versante Nord, che mostra come funziona il vulcano e permette di vedere fratture, grandi crateri e grotte.

Con il titolo: la lava e la neve, i contrasti (foto di Vincenzo Greco, anche le altre di questo articolo) 

 

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Etna, snow and fire. Il fuoco dal vulcano sul bianco mantello della grande muntagna https://ilvulcanico.it/etna-snow-and-fire-il-fuoco-dal-vulcano-sul-bianco-mantello-della-grande-muntagna/ Fri, 01 Dec 2023 05:47:23 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24435 di Rosario Catania Il vulcano L’Etna il vulcano attivo più alto d’Europa, che da poco ha compiuto il decimo anniversario di riconoscimento come patrimonio dell’umanità, iscritto nella World Heritage List dell’Unesco. Un vulcano, una montagna, che non smette mai di regalare emozioni da entrambi  i punti di vista, con nevicate alternate alle eruzioni che rappresentano […]

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di Rosario Catania

Il vulcano

L’Etna il vulcano attivo più alto d’Europa, che da poco ha compiuto il decimo anniversario di riconoscimento come patrimonio dell’umanità, iscritto nella World Heritage List dell’Unesco. Un vulcano, una montagna, che non smette mai di regalare emozioni da entrambi  i punti di vista, con nevicate alternate alle eruzioni che rappresentano di fatto due elementi opposti.

Gli elementi

Il filosofo Empedocle postula l’esistenza di quattro radici fondamentali, che nella tradizione successiva saranno conosciute come i quattro elementi, che rappresentano l’origine di tutte le cose formate dunque dalla loro mescolanza. Quattro elementi, quattro forze, dove nessuna è dominante sulle altre, ma insieme aggregano e disgregano ogni cosa esistente. Dunque aria, acqua, terra e fuoco sono presenti su questo vulcano, dalle sue origini proprio nell’acqua, prendendo forma aerea, creando nuova terra poi modellata dal fuoco, dal vento e dalla stessa acqua. L’elemento fuoco sull’Etna è rappresentato fondamentalmente dalla lava, prima magma incandescente, che dalle viscere della Terra si fa strada ricco di gas fino a raggiungere la superficie ed esplodere con tutta l’energia e la vitalità di un pianeta vivo.

Lo stato attuale

L’ area sommitale dell’Etna è oggi occupata da quattro crateri, con la Voragine e la Bocca Nuova, che si sono formate all’interno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968, il Cratere di Nord-Est, che esiste dal 1911, e infine il Cratere di Sud-Est, nato nel 1971, che recentemente è stato il più attivo dei quattro crateri. Questa configurazione contrasta notevolmente con quella di circa un secolo fa, quando in cima all’Etna si trovava il solo il Cratere Centrale.
La sera del 12 novembre 2023 l’Etna è tornata in eruzione, dopo un periodo di “preparazione” tra anelli di gas, boati e un costante tremore a livelli medio-alti. Spettacolari fontane di lava alte centinaia di metri e una densa nube eruttiva carica di materiale piroclastico (cenere e lapilli), poi ricaduto sul fianco orientale del vulcano, hanno reso scenografico un evento naturale, osservato e fotografato da centinaia di appassionati, seppur con notevole disagio per quei paesi colpiti direttamente dal “fallout” di lapilli di varie dimensioni. Il protagonista di questo scenario di creatore di nuova terra è proprio il Cratere di sud-est. Nel suo ultimo comunicato, la notte del 30 novembre, l’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ci ha informato “che dall’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, si osserva che continua l’attività stromboliana al cratere di Sud-Est. Tale attività, a carattere variabile sia in intensità sia in frequenza delle singole esplosioni, produce delle modeste emissioni di cenere, che in accordo con il modello previsionale, si disperdono rapidamente in direzione Est e comunque in prossimità dell’area sommitale”. 

La scenografia

Come in un set cinematografico, l’Etna ha allestito un palcoscenico perfetto e non solo il 12 novembre,
indossando un mantello bianco di soffice neve e velandosi con le nubi d’alta quota, per rendere l’atmosfera a volte cupa, altre mistica, con i riverberi rossi dell’ attività interna al cratere, che nel frattempo continuava. Oggi, mentre scrivo, episodi di attività stromboliana si alternano a frequenze quasi regolari come per descrivere il respiro del vulcano.

Il pubblico

Non è quello delle grandi occasioni, perché questo vulcano è osservato, fotografato e studiato continuamente, da personale specializzato (INGV e Parco dell’ Etna), da appassionati assidui e da semplici curiosi. Dunque potremmo definirlo un sorvegliato speciale, perché nel tempo ha dato atto di sorprendere con i suoi cambi di stato alcune volte senza un chiaro e netto preavviso strumentale. Un pubblico vario per età genere e provenienza, tra studiosi, turisti, atleti, politici, personali illustri, ecc, che percorrono il lungo e in largo La sua superficie di oltre 1250 km quadrati.
Tra questi anch’io, i miei affetti, gli amici con cui condivido le giornate osservando sua maestà l’Etna, appena svegli e quando ne abbiamo occasione o bisogno. Si perché spesso ne sentiamo il bisogno, come una sorta di richiamo alla Natura, un benessere psicofisico, talvolta morboso, ma che personalmente interpreto come senso di appartenenza. Del resto siamo polvere di stelle, lo è questo pianeta, lo è questo vulcano. Apparteniamo a quei quattro elementi con cui ho aperto questo breve viaggio nella conoscenza profonda del proprio esistere.

L’ appartenenza

Mi piace concludere il viaggio con il mio senso di appartenenza, penso largamente condiviso, come nel pensiero dello scrittore, sceneggiatore e drammaturgo Vitaliano Brancati, di cui riporto un passo da Il Bell’Antonio.
“Finalmente Antonio rimase solo e poté guardare a suo agio i cari tetti di Catania, quei tetti neri, disseminati di giare, di fichi secchi e di biancheria, sui quali il vento di marzo, al tramonto, sferra calci da cavallo, le cupole che, nelle sere di festa, scintillano come mitre d’oro; le gradinate deserte dei teatri all’aperto; gli alberi di pepe del giardino pubblico; il cielo della provincia, basso e intimo come un soffitto, sul quale le nuvole si dispongono in vecchi disegni familiari; l’Etna accovacciato fra il mare e l’interno della Sicilia, con sulle zampe, la coda e il dorso, decine di paesetti neri che vi stanno arrampicati con stento”. (Il bell’Antonio – V.Brancati)
Link video YouTube
Foto e video di Rosario Catania

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“Sicilia vulcanica”, una guida ecoturistica https://ilvulcanico.it/sicilia-vulcanica-una-guida-ecoturistica/ Sun, 12 Nov 2023 06:10:21 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24312 di Santo Scalia Che la Sicilia, così come anche la Campania, sia una terra vulcanica è cosa nota. In questo caso parliamo soprattutto di un vulcanesimo attivo; anche altre regioni italiane sono ricche di testimonianze vulcaniche (vedi Lazio, Toscana ed anche Veneto), ma in questi casi i vulcani presenti non sono più attivi. In Sicilia […]

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di Santo Scalia

Che la Sicilia, così come anche la Campania, sia una terra vulcanica è cosa nota. In questo caso parliamo soprattutto di un vulcanesimo attivo; anche altre regioni italiane sono ricche di testimonianze vulcaniche (vedi Lazio, Toscana ed anche Veneto), ma in questi casi i vulcani presenti non sono più attivi.

In Sicilia troviamo di tutto: antiche aree vulcaniche, vulcani tutt’ora in attività, vulcani sottomarini (vedi ilVulcanico.it: Sopra e sotto il mare: ecco i 36 vulcani, attivi o già spenti, visibili e invisibili, che circondano la Sicilia).

Il libro di cui ci occupiamo, scritto da Franco Tassi e Carmelo Nicoloso, Sicilia vulcanica, guida ecoturistica, è uno strumento valido, utile, interessante e piacevole da consultare e da leggere. Il sottotitolo, itinerari Etna, Nebrodi, Alcantara, Peloritani, Eolie, ci anticipa infatti che non solo di vulcani (Etna, Alcantara, Eolie) vi si tratta, ma anche di aree naturalistiche di grande interesse della Sicilia nord-orientale.

È infatti una guida agile, precisa e ricca di curiosità, suddivisa in cinque capitoli principali che illustrano l’Etna e i territori che circondano per mare e per terra la grande “Muntagna”; vi si trovano anche storie di natura che approfondiscono temi particolari d’interesse naturalistico e turistico: si spazia dalle curiosità faunistiche e botaniche, ai rifugi, che offrono ospitalità lungo i sentieri, alle coltivazioni tipiche, alle citazioni storiche e letterarie, ai racconti dei pionieri.

La parte più ampia di questa guida ecoturistica è ovviamente dedicata al maggiore dei vulcani siciliani, l’Etna, visto non solo sotto l’aspetto vulcanico, ma anche del paesaggio vegetale, della fauna locale, della storia, delle città e delle loro peculiarità.

Antonio Nicoloso (a destra) ed il fratello Orazio sulla cima dell’Etna (Archivio A. & O. Nicoloso)

Le pagine di questo libro sono impreziosite da alcune foto dell’indimenticabile – ed indimenticato – Antonio Nicoloso, storica guida del nostro vulcano (immagini concesse dall’Archivio A. & O. Nicoloso).

Nel volume, oltre alle pagine scritte dagli Autori, trovano spazio anche tante altre firme di esperti e di persone amanti della natura e della sua fruizione.

Conosciamo gli Autori: Carmelo Nicoloso è personaggio noto nell’area etnea (e non solo); guida naturalistica nei Parchi, nelle Riserve e nei siti Naturalistici Siciliani, Coordinatore Mezzogiorno d’Italia Comitato Parchi, formatore per le guide naturalistiche con l’ausilio dell’Università dei Parchi e tanto altro. Franco Tassi, storico direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, coordinatore del Centro Parchi Internazionale, è autore di numerose pubblicazioni di carattere sia scientifico sia divulgativo sulle tematiche dell’ambiente e della conservazione della natura.

Ecco come l’editore presenta il volume (Fonte – Moroni Editore ):

«L’Isola del sole è sempre fonte di sorpresa per i mille aspetti naturalistici, storici e artistici che la rendono meta turistica d’eccellenza. La guida Sicilia vulcanica” vuole svelare un aspetto peculiare della Trinacria, narrare la bellezza e la storia di quei territori orientali dell’isola, caratterizzati dalla presenza della “Muntagna”, come viene chiamato l’Etna: monti, colline, foreste, pianure, città e vicine isole con ambienti selvaggi e affascinanti, fauna e flora di grande interesse e bellezza, paesi ricchi di arte e di tradizioni, sentieri e rifugi che offrono ospitalità al viandante in cerca di emozioni. E di emozioni parlano gli autori, pionieri che hanno studiato e affrontato le eruzioni dell’Etna – massimo vulcano attivo europeo – e quel suo imporsi sulla natura, sulle rocce, sulle “fiumare” creando ambienti di particolare suggestione: tutti da esplorare in automobile, a cavallo, in bicicletta, a piedi seguendo itinerari suggeriti da guide locali, che in ogni pagina della guida riescono ad interessare narrando storie antiche, curiosità naturalistiche, specialità della gastronomia, tradizioni di un mondo arcaico di grande fascino».

Il volume, pubblicato nel 2020 dall’editore Cesare Moroni, consta di 297 pagine di formato 15×21 cm. ed è arricchito da 298 immagini. Lo si trova senza difficoltà nelle librerie e nelle piattaforme online.

Con il titolo: l’Etna visto da sud (foto S. Scalia)

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Etna, 10 novembre 2023: un minuto e 12 secondi di spettacolo notturno https://ilvulcanico.it/etna-10-novembre-2023-un-minuto-e-12-secondi-di-spettacolo-notturno/ Sat, 11 Nov 2023 06:07:17 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24302 (Gaetano Perricone) Lassù, molto in alto, l’Etna è ritornato a dare spettacolo con il suo lavoro di vulcano e lei, Giovinsky Sicilia, con la sua straordinaria passione che manifesta in ogni occasione senza darsi mai le arie di scienziata, lo ha puntualmente documentato con video e foto. E noi la ringraziamo sempre. Per spiegare sinteticamente […]

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(Gaetano Perricone) Lassù, molto in alto, l’Etna è ritornato a dare spettacolo con il suo lavoro di vulcano e lei, Giovinsky Sicilia, con la sua straordinaria passione che manifesta in ogni occasione senza darsi mai le arie di scienziata, lo ha puntualmente documentato con video e foto. E noi la ringraziamo sempre. Per spiegare sinteticamente quello che sta accadendo riporto quello che ha scritto sul suo profilo il nostro amico Vincenzo Greco, Guida Vulcanologica  sempre sul pezzo: “Attualmente sull’Etna è in corso una costante e ritmica attività stromboliana che si è incrementata nel corso del mese corrente. Questa attività è localizzata in alta quota, quindi all’interno della depressione craterica del cono del Cratere di Sud Est ad una quota di 3300 metri circa, quindi a molta distanza dai centri abitati. Da qualche e ora si assiste alla produzione di una piccola colata di lava in uscita dalla base dalla bocca esplosiva all’interno del cratere”. Aggiunge sul suo profilo Boris Behncke, vulcanologo INGV: “Nella notte questa attività si è bruscamente arrestata, per ora”.

Ma meglio di ogni parola sono queste semplici e fantastiche immagini: un  minuto e dodici secondi emozionanti, filmati e firmati dall’ottima Giovinsky per la sua pagina Trinacriativa “in una ventosa serata, mentre nel pomeriggio del 10 novembre 2023 l’attività è diventa più vivace e continua”, che ci ricordano la grande potenza di quella meravigliosa macchina geologica che si chiama Etna, vulcano “di eccezionale valore universale” – come riconosciuto dall’Unesco, che lo ha inserito tra i siti naturali della World Heritage List – e la nostra infinita piccolezza di fronte a tutto ciò.

 

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Vieni, c’è un libro nel bosco, vuoi conoscerlo tu https://ilvulcanico.it/vieni-ce-un-libro-nel-bosco-vuoi-conoscerlo-tu/ Mon, 09 Oct 2023 11:18:08 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24116 (Gaetano Perricone). Seguo da tempo l’evolversi di questa bellissima e suggestiva iniziativa, che coniuga perfettamente cultura e natura in un bosco davvero affascinante, il Bosco di Monte Ceraulo ai piedi del vulcano – che ho avuto il piacere di conoscere bene e visitare – grazie al mio carissimo amico Umberto Marino, che mi ha costantemente […]

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(Gaetano Perricone). Seguo da tempo l’evolversi di questa bellissima e suggestiva iniziativa, che coniuga perfettamente cultura e natura in un bosco davvero affascinante, il Bosco di Monte Ceraulo ai piedi del vulcano – che ho avuto il piacere di conoscere bene e visitare – grazie al mio carissimo amico Umberto Marino, che mi ha costantemente informato dei passi compiuti dalle associazioni che gestiscono l’area per raggiungere l’importante obiettivo. Ho partecipato dunque con molto piacere all’inaugurazione, una vera e gioiosa festa con tanti bambini e altrettanti appassionati e ho suggerito ad alcuni dei promotori di portare avanti con forza questo progetto davvero speciale, coinvolgendo la case editrici specializzate per libri per bambini e invitandole ad arricchire la biblioteca con le loro pubblicazioni per promuoverle in loco. La formula sarà quella tradizione della “presa in prestito” del libro entro l’orario di apertura del bosco, restituendolo prima della chiusura. Sosterremo da questo blog con molto piacere la crescita dell’iniziativa, con l’auspicio che come tante cose siciliane non si fermi dopo il lancio; ma la presenza di tanti volontari induce ad essere fiduciosi. Tanti auguri e ad maiora alla Biblioteca nel Bosco di Monte Ceraulo
FONTE: Amici del Bosco Ceraulo, comunicato stampa
Domenica 7 ottobre è stato un giorno speciale per il Bosco di Monte Ceraulo, una preziosa area naturale di 17 ettari sita alle pendici dell’Etna, in territorio di Mascalucia. Le Associazioni aderenti a “Gli Amici del Bosco Ceraulo” (Giacche Verdi Etna Torre del Grifo, Rete 2030, CAI Catania, Si conta e si racconta, Tupeté, Fratres Mascalucia, Croce Rossa Mascalucia) hanno inaugurato con molto orgoglio, alla presenza del sindaco Vincenzo Magra,  la Biblioteca nel Bosco, un’iniziativa che nasce per i bambini – ma probabilmente in seguito si arricchirà con libri per grandi – che coniuga la promozione della cultura e il rispetto per la natura.
Il Bosco Ceraulo è gestito con passione e dedizione da un partenariato di associazioni locali dall’aprile 2022 in sinergia con l’Amministrazione comunale. Ha una ricca flora e fauna, tra esemplari di quercia, ginestra, terebinto, valeriana rossa, leccio e tanto altro. Ma anche la parte delle colate laviche che si sovrappongono è di grande valore geologico.
Nel dicembre 2022, gli Amici del Bosco Ceraulo hanno presentato un progetto di Democrazia Partecipata per arricchire l’area attrezzata del bosco con un luogo dedicato alla cultura, alla lettura e all’apprendimento. Il progetto ha fin da subito riscontrato un grande interesse e domenica scorsa  è stato possibile celebrare l’inaugurazione della Biblioteca nel Bosco, un risultato straordinario di collaborazione della comunità. In questa giornata di festa, gli Amici del Bosco hanno offerto un programma speciale per i visitatori di tutte le età grazie allo spettacolo a sorpresa dell’illusionista Armando che ha abilmente intrattenuto i presenti con  divertenti illusioni e magia interattiva, ma anche grazie a Riccardo, Margherita e i loro burattini che hanno raccontato la storia dei tre porcellini.
Sottolineano i promotori dell’iniziativa: “Vorremmo esprimere il nostro sincero ringraziamento all’Amministrazione Comunale di Mascalucia per aver reso possibile la realizzazione di questo progetto ambizioso. Inoltre, desideriamo ringraziare la ditta Biotech, nella persona di Dario Rodoligo, che ha lavorato instancabilmente per materializzare la nostra visione, trasformando un sogno in realtà. Infine, uno speciale ringraziamento va ai numerosi visitatori che hanno sostenuto la causa facendo una piccola donazione che verrà investita per l’acquisto di ulteriori materiali e strumentazioni. La Biblioteca nel Bosco rappresenta un luogo unico che incoraggia la lettura, l’apprendimento e l’amore per la natura. È un’opportunità eccezionale per la comunità di Mascalucia e per tutti coloro che desiderano connettersi con la cultura e l’ambiente in modo significativo. Invitiamo tutti a unirsi e a esplorare questo straordinario spazio, un connubio di cultura e natura”
Per ulteriori informazioni, contattare: Amici del Bosco Ceraulo
Con il titolo e nell’articolo: immagini dall’inaugurazione della Biblioteca nel Bosco di Monte Ceraulo (foto di Gaetano Perricone) 

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Vigilia di Ferragosto 2023: la calda notte dell’Etna https://ilvulcanico.it/vigilia-di-ferragosto-2023-la-calda-notte-delletna/ Mon, 14 Aug 2023 17:05:03 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23805 di Vincenzo Greco Già questa mattina, 14 agosto 2023, alle ore 5:30 circa l’attività di fontanamento del Cratere di Sud Est dell’Etna si era esaurita. Sono proseguite emissioni di cenere pulsanti in atmosfera, che poi sono progressivamente diventate sporadiche nell’arco della mattinata di oggi. E’ stato un evento dalle caratteristiche che ormai conosciamo bene, la […]

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di Vincenzo Greco

Già questa mattina, 14 agosto 2023, alle ore 5:30 circa l’attività di fontanamento del Cratere di Sud Est dell’Etna si era esaurita. Sono proseguite emissioni di cenere pulsanti in atmosfera, che poi sono progressivamente diventate sporadiche nell’arco della mattinata di oggi.
E’ stato un evento dalle caratteristiche che ormai conosciamo bene, la cosa particolare è che ieri 13 agosto l’attività è repentinamente aumentata passando da stromboliana a fortemente stromboliana in poche ore, poi ha impiegato circa 8 ore dopo l’inizio dell’attività stromboliana persistente, prima dello sviluppo dell’apice dell’evento con il fontanamento, accompagnato dall’attivazione di diversi punti di emissione, la bocca più orientale del cono, quella nord orientale (protagonista delle attività di maggio dell’anno scorso) e l’apertura di una nuova frattura lungo il versante meridionale del gran cono del Sud Est, quasi più in corrispondenza del vecchio cono che di quello nuovo, il tutto accompagnato da colate di lava (ormai in raffreddamento) che non sono scese al di sotto dei 2800 metri d’altitudine.
La cenere è ricaduta per lo più sul versante sud, coinvolgendo i centri abitati più lontani, si segnalano ricadute ad Avola e Pachino. L’evento eruttivo di stanotte di per sé non è stato energetico come quello del 10 febbraio 2022, molto probabilmente anche quello del 21 maggio 2023 (non visibile a causa della copertura nuvolosa) è stato più violento, però è pur sempre una manifestazione vulcanica energetica ed estremamente spettacolare e l’Etna possiamo dire, è diventata il vulcano di riferimento.
Le ordinanze sindacali di divieto che erano state subite emanate sono state revocate, le escursioni sono già ripartire regolarmente come da programma antecedente l’evento eruttivo. Rientrano in vigore così i precedenti regolamenti e limiti di accesso alle aree sommitali.  La società di gestione dell’aeroporto di Catania ha invece comunicato che, a causa dell’attività eruttiva dell’Etna e contestuale ricaduta di cenere vulcanica, le operazioni di volo sono sospese fino alle ore 6 di martedì 15 agosto. 

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L’ ‘incredibile’ meraviglia della Grotta del Gelo, il ghiacciaio più a sud d’Europa dentro il magico vulcano https://ilvulcanico.it/l-incredibile-meraviglia-della-grotta-del-gelo-il-ghiacciaio-piu-a-sud-deuropa-dentro-il-magico-vulcano/ Sun, 25 Jun 2023 05:05:52 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23636 di Giacomo Drago Anche quest’anno mi trovo per tutto il mese di giugno in Sicilia e precisamente a San Giovanni la Punta, paese etneo, al fine di continuare le mie escursioni esplorative sulla montagna più bella tra tutte quelle che ho scalato: l’Etna,  il vulcano attivo più importante d’Europa dichiarato dieci anni fa patrimonio dell’umanità. […]

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di Giacomo Drago

Anche quest’anno mi trovo per tutto il mese di giugno in Sicilia e precisamente a San Giovanni la Punta, paese etneo, al fine di continuare le mie escursioni esplorative sulla montagna più bella tra tutte quelle che ho scalato: l’Etna,  il vulcano attivo più importante d’Europa dichiarato dieci anni fa patrimonio dell’umanità. Ed è effettivamente un patrimonio straordinario per l’incredibile ecosistema che nella sua enorme varietà riesce a fare coesistere: dalle betulle alle foreste di faggi, di castagni, di querce. Tra le lave fioriscono  incredibilmente la valeriana rossa, tappeti di saponaria, l’elicriso  … Ma tra le tante meraviglie di questa Muntagna come confidenzialmente la chiamano i miei amici catanesi, che mi ha colpito particolarmente è stata la Grotta del Gelo.

Sono partito da Piano Provenzana di buon mattino e dopo avere attraversato una prima colata lavica sono passato tra due coni vulcanici (Monte Nero e Monte Timparossa), ho attraversato una bellissima faggeta dove si trova il rifugio  Timparossa; proseguendo ho seguito una traccia sulle lave della eruzione durata dal 1614 al 1624 fino a raggiungere, dopo due  ore, a quota 2.040, l’entrata della Grotta del Gelo. Per accedere si attraversa un nevaio con elevata pendenza dopodiché una volta entrati ho potuto (siamo a giugno) ammirare le ultime stalattiti e stalagmiti di ghiaccio mentre  si calpesta un vero e proprio ghiacciato molto spesso. Ho esplorato con la pila frontale la Grotta del Gelo fino al punto in cui  sarebbero serviti  i ramponi  (che non avevo con me).  È stato davvero incredibile essermi trovato all’interno di una una grotta di scorrimento lavico di un vulcano attivo e constatare che custodisce  nelle sue viscere un vero e proprio ghiacciato, il ghiacciaio più a sud d’Europa. Spettacolare….Nel tempo ho avuto modo di esplorare altre grotte di scorrimento lavico ammirandone in ciascuna le proprie particolarità, ma la sensazione di avere camminato su un ghiacciaio all’interno di una grotta che si trova su un vulcano attivo è unica ed impagabile. Rientrando a Piano Provenzana si è messo a piovere, ma anche la pioggia ha contribuito a rendere magica ed unica questa giornata.

Un doveroso ringraziamento al mio caro amico Enzo Agliata che ha condiviso con me questa questa emozionante escursione.
Con il titolo: l’ingresso della Grotta del Gelo. Tutte le foto sono di Giacomo Drago

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Etna, le Guide Vulcanologiche: panico eccessivo, il vulcano fa il suo lavoro. Chi tutelerà i turisti oltre i 2000 metri “off limits”? https://ilvulcanico.it/etna-le-guide-vulcanologiche-panico-eccessivo-il-vulcano-fa-il-suo-lavoro-chi-tutelera-i-turisti-oltre-i-2000-metri/ Sat, 20 May 2023 05:49:35 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23444 Riceviamo e volentieri pubblichiamo di Vincenzo Greco Il pensiero delle Guide Vulcanologiche riguardo la situazione attuale sull’Etna Scriviamo perché ci teniamo a rassicurare tutte quelle persone che ci hanno contattato in merito alla situazione che sta interessando il vulcano Etna in questo momento. Il vulcano sta semplicemente facendo il suo lavoro, cioè il “VULCANO“, e […]

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Vincenzo Greco

Il pensiero delle Guide Vulcanologiche riguardo la situazione attuale sull’Etna

Scriviamo perché ci teniamo a rassicurare tutte quelle persone che ci hanno contattato in merito alla situazione che sta interessando il vulcano Etna in questo momento. Il vulcano sta semplicemente facendo il suo lavoro, cioè il “VULCANO“, e come tale sappiamo che cambia il suo stato di attività diverse volte anche nell’arco di pochissimo tempo nella medesima giornata. Non sta accadendo nulla di preoccupante quindi, si tratta di ordinaria attività, che non deve assolutamente destare panico o preoccupazione.

Ma cosa è successo quindi? Durante la frenetica giornata di giovedì, il magma che stazionava al di sotto dell’area sommitale del vulcano, ha tentato e sta ancora tentando di produrre un evento eruttivo, tale fenomeno di risalita è stato accompagnato da attività sismica di bassa energia, dovuta all’introduzione (intrusione) di una certa quantità di fuso magmatico nel sottosuolo, che come accaduto già in passato, ha sempre preceduto o accompagnato riprese delle attività esplosive o eruttive ai crateri terminali o sub-terminali.

Detto ciò, questa destabilizzazione del sistema è stata rilevata dalle capillare rete di monitoraggio che tiene sotto controllo il nostro vulcano H24, di conseguenza è stata avvertita la Protezione Civile che ha diramato lo stato di allerta. Nulla da dire in merito, nel senso il sistema è stato super efficace perché sono stati avvertiti tutti nell’immediatezza e la notizia si è diffusa, specie tramite i social. Lasciando perdere il proliferare di notizie catastrofiche in merito, si è assistito ad una vera e propria (preoccupante) escalation di panico e preoccupazione un po’ esagerata anche tra la popolazione. Tra l’altro noi come professionisti che operiamo giornalmente sul vulcano, possiamo affermare che nei giorni scorsi, abbiamo notato degli aumenti specie delle attività fumaroliche in prossimità dell’apparato orientale del cono del Sud Est oltre che alle due esplosioni del 6 e del 14 maggio, oltretutto abbiamo pure notato (alla base orientale del Cratere di Sud Est ad una quota di 3100 mt circa) un area con carenza di innevamento – evidenziato nella foto qui accanto – chiaro segno della presenza di un maggiore riscaldamento del suolo, in quel determinato punto. In conseguenza di ciò, conoscendo bene il rischio di determinate aree, ci siamo sempre tenuti a distanza di sicurezza.

Ad oggi però cosa succede ? Che ci troviamo davanti al blocco disposto dalle varie ordinanze che vietano di operare al di sopra di quota 2000 metri per i motivi di cui sopra. Non nascondiamo che questa cosa alimenta la nostra preoccupazione, riguardo l’incolumità e la sicurezza di molti turisti che ignari dei rischi e delle ordinanze, accedono comunque alle aree attive esponendosi inconsapevolmente ai possibili fenomeni vulcanici… La nostra presenza sul vulcano oltre che a curare l’accompagnamento di singoli o gruppo come figure abilitate ai sensi di legge, rappresenta indirettamente una sorta di controllo o meglio sorveglianza “sul campo” delle aree interdette o soggette ad accessi guidati e di conseguenza vediamo ed informiamo finché è possibile, le persone che si avventurano da sole.

Adesso invece tutto ciò non può avvenire e paradossalmente la nostra mancata presenza è un fattore di sicurezza che viene meno, ciò potrebbe avere conseguenze negative: nonostante come guide vulcanologiche si è formati ad eseguire le proprie valutazioni sui rischi legati all’ambiente in cui operiamo, la situazione attuale non ci permette più di farlo. Allora ci si chiede: dobbiamo tutelare o non dobbiamo tutelare? Si può parlare di sistema controllato in questo modo? Oppure no? Quando potremo tornare a fare il nostro lavoro regolarmente? Le guide esistono perché esiste un rischio, ed esistono per mitigare i rischi, se il rischio non c’è questa figura viene meno o meglio è come se venisse letteralmente annullata dal sistema. In definitiva riteniamo sia importante che ci siano delle cose da rivedere, specie sul filtraggio delle notizie e sulla successiva pubblicazione di disposizione utili ad affrontare le emergenze, in modo tale da evitale cattive interpretazioni e conseguenti pesanti effetti indesiderati sul sistema tutto.

Con il titolo: Etna, 17 maggio 2023 (foto di Gaetano Perricone)

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3 marzo, World Wildlife Day: la natura selvatica al tempo dell’Antropocene https://ilvulcanico.it/3-marzo-world-wildlife-day-la-natura-selvatica-al-tempo-dellantropocene/ Fri, 03 Mar 2023 05:27:55 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23046 di Rosario Catania Nel 2013 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 3 marzo Giornata Mondiale della Natura Selvatica per celebrare gli animali e le piante selvatiche del mondo e sensibilizzare sul tema. Per natura selvatica intendiamo tutti gli organismi viventi non addomesticati che abitano gli ambienti naturali, dagli animali alla vegetazione, compreso i microrganismi e […]

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di Rosario Catania

Rosario Catania e Salvo Caffo davanti alla stazione ERO, nella sede del Parco dellEetna

Nel 2013 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 3 marzo Giornata Mondiale della Natura Selvatica per celebrare gli animali e le piante selvatiche del mondo e sensibilizzare sul tema.

Per natura selvatica intendiamo tutti gli organismi viventi non addomesticati che abitano gli ambienti naturali, dagli animali alla vegetazione, compreso i microrganismi e svolge un ruolo chiave nella regolazione dei processi naturali a tutti i livelli della catena alimentare.

Nessuno sa di preciso quante siano le specie viventi sul nostro pianeta: da uno studio pubblicato sulla rivista PLoS Biology, si stima che esistano 8.700.000 specie, di cui 7.770.000 animali, 298.000 piante, 611.000 funghi, 36.400 protozoi e 27.500 cromisti.

Quasi l’86% delle specie viventi rimane ancora sconosciuto!

Oggi è estremamente importante conoscere questo numero, perché è vero che le specie si estinguono anche in modo naturale, ma di sicuro le attività umane stanno accelerando i tempi, per cui potremmo perdere le informazioni sull’esistenza di queste specie conosciute.

Fonte: encyclopedie-environnement.org . Come illustrato in questa figura, il numero di specie descritte varia notevolmente da un gruppo all’altro. Mentre i vertebrati sono abbastanza conosciuti, anche se ogni anno vengono descritte diverse specie di mammiferi e uccelli, per non parlare di anfibi, rettili e pesci, la diversità di gruppi come funghi, nematodi e insetti rimane molto poco conosciuta, al punto che gran parte delle specie di questi gruppi si estinguerà prima ancora di essere stata scoperta e descritta. Questo bilancio non tiene conto dei procarioti (organismi privi di nucleo cellulare) come i batteri e gli archei, che contano miliardi di entità o ceppi distinti e il cui ruolo funzionale è fondamentale per la vita.
Fonte: Wikipedia. Distribuzione del numero di specie conosciute e non descritte (stimate) sulla Terra, raggruppate per grandi gruppi tassonomici; secondo Chapman 2009. Numero assoluto di specie a sinistra (arancione = numero stimato di specie ancora da descrivere, blu = già descritte). A destra: percentuale di specie già descritte (verde) e stimate non ancora note (giallo).

Secondo un rapporto del WWF, l’umanità ha cancellato il 60% dei mammiferi, uccelli, pesci e rettili dal 1970. Altre analisi hanno rivelato che l’umanità ha distrutto l’83% di tutti i mammiferi e la metà delle piante dall’alba della civiltà . La notizia drammatica è che, anche se la distruzione dovesse finire ora, ci vorrebbero tra 5 e7 milioni di anni, perché il mondo naturale si riprenda . 

La fauna italiana è costituita da circa 57.422 specie di cui circa 56.168 invertebrati e 1.254 vertebrati. La normativa nazionale (legge 157/92), le Convenzioni comunitarie (Berna, Bonn, Parigi, Washington, Barcellona) e le direttive internazionali, (79/409 e 92/ 43) tutelano, a differenti livelli, alcune di tali specie, riservando quasi sclusivamente il loro interesse a quelle Vertebrate. Infatti risultano tutelati 93 Mammiferi su 118, 467 Uccelli su 473, 58 Rettili su 58, 38 Anfibi su 38, 39 pesci ossei su 489, 7 pesci cartilagenei su 73 e 4 agnati su 5. Passando agli invertebrati le cifre divengono assai diverse, infatti risultano tutelati 7 Poriferi su 479, 7 Celenterati su 463, 20 Molluschi su 2.139, 1 Anellide su 1.149, 9 Crostacei su 2.236, 38 Insetti su 37.315 e 1 Echinoderma su 118.

La crescente importanza che viene riconosciuta alla salvaguardia dell’ambiente ha generato negli ultimi anni una fitta normazione per la soluzione dei problemi che affliggono la fauna selvatica, articolandone la tutela in modo differenziato a seconda delle specie. La Direzione Conservazione della Natura dei Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), ha prodotto uno strumento utile a facilitare l’azione degli operatori specializzati in questa materia: il  Repertorio della fauna protetta Italiana, redatto in modo da essere facilmente consultabile, è suddiviso in due sezioni, con la prima che riporta i testi delle norme, e la seconda che riporta le schede con lo status di protezione e di salute di ogni singola specie animale. Nel sito sono resi disponibili i dati relativi alla seconda parte e gli indici delle specie interessate da segnalazioni.

Una delle cause che hanno pesato su questa impronta dell’uomo, è certamente la distruzione dell’habitat naturale, sia per creare terreni adatti all’agricoltura, sia per quelli destinati alle costruzioni. Oggi 3/4 del pianeta Terra è colpito dalle attività umane. Ma non dimentichiamo l’uccisione delle specie viventi per il cibo e lo sovrasfruttamento degli oceani, in cui ormai la pesca si effettua in modo industriale, con una velocità di rastrellamento dei mari, ancor più veloce dello stesso ripopolamento!

Tutto ciò riporta inevitabilmente al concetto di Antropocene*, parola coniata negli anni ottanta dal biologo Eugene Stoermer e adottata nel 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen. Dal greco antico anthropos, con essa si indica “l’era dell’uomo”, ovvero una fase caratterizzata dall’impronta dell’essere umano sull’ecosistema globale. L’uomo ha sempre influenzato l’ambiente in cui vive, ma l’era antropocenica si differenzia perche’ l’uomo impatta sull’ intero pianeta, accompagnata dalla fine di un’era in cui il clima e’ stato relativamente stabile post era Glaciale (Olocene – da circa 11700 anni fa). Ai giorni nostri, il clima è altamente instabile e l’aumento di anidrite carbonica, rappresenta la minaccia più grande, con conseguenze sul clima, che si mostra sempre più  severo.

A livello internazionale alcune iniziative sono state messe in moto per proteggere fauna e flora selvatiche, promuovendo un uso sostenibile, ma sopratutto conservando le risorse naturali.  Due esempi eccellenti sono il Sustainable Wildlife Management Programme dell’Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OACPS), che sviluppa approcci innovativi e collaborativi per proteggere gli ecosistemi e migliorare i mezzi di sussistenza delle popolazioni indigene e delle comunità rurali; e la Collaborative Partnership on Sustainable Wildlife Management (CPW), una partnership volontaria di 14 organizzazioni internazionali, che fornisce una piattaforma per affrontare le questioni di gestione di fauna e flora selvatiche che richiedono risposte nazionali e sovranazionali.

Uno degli obiettivi è restituire le terre alla loro natura selvatica, dando alle specie non umane, il diritto di soddisfare i propri bisogni. Dovremmo ricordarci tutti di essere ospiti di questo Pianeta e dovremmo unire gli sforzi per aprire un nuovo capitolo della storia della Terra di cui potremmo essere orgogliosi.

Nella galleria alcune foto della fauna e del paesaggio che contraddistingue il territorio alle pendici dell’Etna, e dei bacini idrografici dei fiumi Simeto ed Alcantara, fortemente minacciati dall’incuria e dalla cattiveria dell’uomo: davvero “sapiens” ?

Un sentito ringraziamento al dottor Salvatore Caffo, vulcanologo, dirigente del Parco dell’Etna

* Da Treccani > (Antropocene) s. m. L’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana, con particolare riferimento all’aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4 nell’atmosfera. Da molti anni geologi, esperti in stratigrafia, scienziati, climatologi, discutono su quale sia la data in cui l’Olocene, iniziato 11 mila anni fa, si sia concluso. Il termine Antropocene venne coniato già nel 2000 dal chimico olandese premio Nobel Paul Crutzen, mentre la data-simbolo del 16 luglio 1945 è frutto di una ricerca compiuta da un gruppo internazionale di studiosi facenti parte dell’Anthropocene Working Group (Awg). (Eva Perasso, Corriere della sera.it, 21 gennaio 2015, Scienze) 

Fonti

https://www.wildlifeday.org/about

http://www.fao.org/sustainable-forest-management/toolbox/modules/wildlife-management/basic-knowledge/en/

https://www.mase.gov.it/pagina/repertorio-della-fauna-italiana-protetta

https://www.treccani.it/vocabolario/antropocene_%28Neologismi%29/

https://zeroco2.eco/it/2021/03/02/natura-selvatica-antropocene/

https://www.encyclopedie-environnement.org/en/life/biodiversity-is-not-a-luxury-but-a-necessity/ 

Fonte fotografica: rosariocatania.it

Con il titolo: bosco dell’Etna

 

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