di Rosario Catania

Rosario Catania e Salvo Caffo davanti alla stazione ERO, nella sede del Parco dellEetna

Nel 2013 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 3 marzo Giornata Mondiale della Natura Selvatica per celebrare gli animali e le piante selvatiche del mondo e sensibilizzare sul tema.

Per natura selvatica intendiamo tutti gli organismi viventi non addomesticati che abitano gli ambienti naturali, dagli animali alla vegetazione, compreso i microrganismi e svolge un ruolo chiave nella regolazione dei processi naturali a tutti i livelli della catena alimentare.

Nessuno sa di preciso quante siano le specie viventi sul nostro pianeta: da uno studio pubblicato sulla rivista PLoS Biology, si stima che esistano 8.700.000 specie, di cui 7.770.000 animali, 298.000 piante, 611.000 funghi, 36.400 protozoi e 27.500 cromisti.

Quasi l’86% delle specie viventi rimane ancora sconosciuto!

Oggi è estremamente importante conoscere questo numero, perché è vero che le specie si estinguono anche in modo naturale, ma di sicuro le attività umane stanno accelerando i tempi, per cui potremmo perdere le informazioni sull’esistenza di queste specie conosciute.

Fonte: encyclopedie-environnement.org . Come illustrato in questa figura, il numero di specie descritte varia notevolmente da un gruppo all’altro. Mentre i vertebrati sono abbastanza conosciuti, anche se ogni anno vengono descritte diverse specie di mammiferi e uccelli, per non parlare di anfibi, rettili e pesci, la diversità di gruppi come funghi, nematodi e insetti rimane molto poco conosciuta, al punto che gran parte delle specie di questi gruppi si estinguerà prima ancora di essere stata scoperta e descritta. Questo bilancio non tiene conto dei procarioti (organismi privi di nucleo cellulare) come i batteri e gli archei, che contano miliardi di entità o ceppi distinti e il cui ruolo funzionale è fondamentale per la vita.
Fonte: Wikipedia. Distribuzione del numero di specie conosciute e non descritte (stimate) sulla Terra, raggruppate per grandi gruppi tassonomici; secondo Chapman 2009. Numero assoluto di specie a sinistra (arancione = numero stimato di specie ancora da descrivere, blu = già descritte). A destra: percentuale di specie già descritte (verde) e stimate non ancora note (giallo).

Secondo un rapporto del WWF, l’umanità ha cancellato il 60% dei mammiferi, uccelli, pesci e rettili dal 1970. Altre analisi hanno rivelato che l’umanità ha distrutto l’83% di tutti i mammiferi e la metà delle piante dall’alba della civiltà . La notizia drammatica è che, anche se la distruzione dovesse finire ora, ci vorrebbero tra 5 e7 milioni di anni, perché il mondo naturale si riprenda . 

La fauna italiana è costituita da circa 57.422 specie di cui circa 56.168 invertebrati e 1.254 vertebrati. La normativa nazionale (legge 157/92), le Convenzioni comunitarie (Berna, Bonn, Parigi, Washington, Barcellona) e le direttive internazionali, (79/409 e 92/ 43) tutelano, a differenti livelli, alcune di tali specie, riservando quasi sclusivamente il loro interesse a quelle Vertebrate. Infatti risultano tutelati 93 Mammiferi su 118, 467 Uccelli su 473, 58 Rettili su 58, 38 Anfibi su 38, 39 pesci ossei su 489, 7 pesci cartilagenei su 73 e 4 agnati su 5. Passando agli invertebrati le cifre divengono assai diverse, infatti risultano tutelati 7 Poriferi su 479, 7 Celenterati su 463, 20 Molluschi su 2.139, 1 Anellide su 1.149, 9 Crostacei su 2.236, 38 Insetti su 37.315 e 1 Echinoderma su 118.

La crescente importanza che viene riconosciuta alla salvaguardia dell’ambiente ha generato negli ultimi anni una fitta normazione per la soluzione dei problemi che affliggono la fauna selvatica, articolandone la tutela in modo differenziato a seconda delle specie. La Direzione Conservazione della Natura dei Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), ha prodotto uno strumento utile a facilitare l’azione degli operatori specializzati in questa materia: il  Repertorio della fauna protetta Italiana, redatto in modo da essere facilmente consultabile, è suddiviso in due sezioni, con la prima che riporta i testi delle norme, e la seconda che riporta le schede con lo status di protezione e di salute di ogni singola specie animale. Nel sito sono resi disponibili i dati relativi alla seconda parte e gli indici delle specie interessate da segnalazioni.

Una delle cause che hanno pesato su questa impronta dell’uomo, è certamente la distruzione dell’habitat naturale, sia per creare terreni adatti all’agricoltura, sia per quelli destinati alle costruzioni. Oggi 3/4 del pianeta Terra è colpito dalle attività umane. Ma non dimentichiamo l’uccisione delle specie viventi per il cibo e lo sovrasfruttamento degli oceani, in cui ormai la pesca si effettua in modo industriale, con una velocità di rastrellamento dei mari, ancor più veloce dello stesso ripopolamento!

Tutto ciò riporta inevitabilmente al concetto di Antropocene*, parola coniata negli anni ottanta dal biologo Eugene Stoermer e adottata nel 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen. Dal greco antico anthropos, con essa si indica “l’era dell’uomo”, ovvero una fase caratterizzata dall’impronta dell’essere umano sull’ecosistema globale. L’uomo ha sempre influenzato l’ambiente in cui vive, ma l’era antropocenica si differenzia perche’ l’uomo impatta sull’ intero pianeta, accompagnata dalla fine di un’era in cui il clima e’ stato relativamente stabile post era Glaciale (Olocene – da circa 11700 anni fa). Ai giorni nostri, il clima è altamente instabile e l’aumento di anidrite carbonica, rappresenta la minaccia più grande, con conseguenze sul clima, che si mostra sempre più  severo.

A livello internazionale alcune iniziative sono state messe in moto per proteggere fauna e flora selvatiche, promuovendo un uso sostenibile, ma sopratutto conservando le risorse naturali.  Due esempi eccellenti sono il Sustainable Wildlife Management Programme dell’Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OACPS), che sviluppa approcci innovativi e collaborativi per proteggere gli ecosistemi e migliorare i mezzi di sussistenza delle popolazioni indigene e delle comunità rurali; e la Collaborative Partnership on Sustainable Wildlife Management (CPW), una partnership volontaria di 14 organizzazioni internazionali, che fornisce una piattaforma per affrontare le questioni di gestione di fauna e flora selvatiche che richiedono risposte nazionali e sovranazionali.

Uno degli obiettivi è restituire le terre alla loro natura selvatica, dando alle specie non umane, il diritto di soddisfare i propri bisogni. Dovremmo ricordarci tutti di essere ospiti di questo Pianeta e dovremmo unire gli sforzi per aprire un nuovo capitolo della storia della Terra di cui potremmo essere orgogliosi.

Nella galleria alcune foto della fauna e del paesaggio che contraddistingue il territorio alle pendici dell’Etna, e dei bacini idrografici dei fiumi Simeto ed Alcantara, fortemente minacciati dall’incuria e dalla cattiveria dell’uomo: davvero “sapiens” ?

Un sentito ringraziamento al dottor Salvatore Caffo, vulcanologo, dirigente del Parco dell’Etna

* Da Treccani > (Antropocene) s. m. L’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana, con particolare riferimento all’aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4 nell’atmosfera. Da molti anni geologi, esperti in stratigrafia, scienziati, climatologi, discutono su quale sia la data in cui l’Olocene, iniziato 11 mila anni fa, si sia concluso. Il termine Antropocene venne coniato già nel 2000 dal chimico olandese premio Nobel Paul Crutzen, mentre la data-simbolo del 16 luglio 1945 è frutto di una ricerca compiuta da un gruppo internazionale di studiosi facenti parte dell’Anthropocene Working Group (Awg). (Eva Perasso, Corriere della sera.it, 21 gennaio 2015, Scienze) 

Fonti

https://www.wildlifeday.org/about

http://www.fao.org/sustainable-forest-management/toolbox/modules/wildlife-management/basic-knowledge/en/

https://www.mase.gov.it/pagina/repertorio-della-fauna-italiana-protetta

https://www.treccani.it/vocabolario/antropocene_%28Neologismi%29/

https://zeroco2.eco/it/2021/03/02/natura-selvatica-antropocene/

https://www.encyclopedie-environnement.org/en/life/biodiversity-is-not-a-luxury-but-a-necessity/ 

Fonte fotografica: rosariocatania.it

Con il titolo: bosco dell’Etna

 

Rosario Catania

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