Spettacolo Archivi - Il Vulcanico https://ilvulcanico.it/category/spettacolo/ Il Blog di Gaetano Perricone Wed, 20 Mar 2024 15:30:11 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Dalla Germania a Pedara per accostarsi al canto lirico con Lara e Michael, tedeschi dell’Etna. Von Deutschland nach Pedara, um sich dem Gesang zuzuwenden, mit Lara und Michael, Deutsche vom Ätna https://ilvulcanico.it/dalla-germania-a-pedara-per-accostarsi-al-canto-lirico-con-lara-e-michael-tedeschi-delletna/ Wed, 20 Mar 2024 05:36:58 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=24831 di Lara Venghaus Ho due passioni nella mia vita: il canto lirico e la terra dell’Etna. La prima è la mia professione e quella include non solo fare concerti, nonostante mi piaccia tantissimo esibirmi, ma anche insegnare il canto fa parte del mio amato lavoro. Vedere crescere gli allievi, accompagnare il loro sviluppo sia ai […]

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di Lara Venghaus

Ho due passioni nella mia vita: il canto lirico e la terra dell’Etna. La prima è la mia professione e quella include non solo fare concerti, nonostante mi piaccia tantissimo esibirmi, ma anche insegnare il canto fa parte del mio amato lavoro. Vedere crescere gli allievi, accompagnare il loro sviluppo sia ai primi passi, sia da un punto avanzato, mi riempia il cuore.

Da dieci anni al campo concertistico posso congiungere le due passioni, sempre in estate, presentando, insieme col mio accompagnatore, il rinomato direttore d’orchestra Maestro Michael Hoyer, i nostri programmi nei Paesi Etnei. Ogni volta che racconto dai miei soggiorni qui e spedisco le foto di questa terra meravigliosa ai miei allievi, si stupiscono.

Finalmente, in questa primavera del 2024, posso offrire a loro la possibilità di apprendere di persona entrambe le mie passioni. Dal 21 al 28 marzo avrà luogo un corso di canto a Pedara e quattro ragazzi tedeschi verranno a partecipare. Iniziando con un bel concerto inaugurale, eseguito da noi stessi, presentando esempi del Lied tedesco di Franz Schubert, canzoni italiani di Ruggero Leoncavallo ed arie liriche di Verdi e Wagner, spenderemo insieme una settimana piena di allenamento al canto e di dolce vita siciliana. Ovviamente scenderemo a Catania per visitare il Teatro Bellini e la casa Bellini, senza dimenticare il Duomo, dove si trova la tomba del grande compositore catanese e l’elefante di fronte. Ma saliremo anche al Rifugio Sapienza per scalare i crateri Silvestri e godere il panorama unico. E son certo che tutti noi mangeremo benissimo e anche troppo! Alla fine, il giorno 28, avrà luogo un concerto finale, nel quale gli allievi avranno l’occasione di dimostrare tutto quello che avranno imparato.

Ma non solo i tedeschi parteciperanno a questo corso, che è anche aperto a tutti coloro che sono interessati di prendere un assaggio del canto lirico. Il corso di accostamento al canto lirico permette un percorso didattico base sui primi approcci. Organizzato dall’Assessorato arte e spettacolo del comune di Pedara daremo a tutti la possibilità di iscriversi e scoprire la propria voce. Così potremo anche mettere i ragazzi tedeschi in contatto con i pedaresi e dare un contributo all’intesa fra i popoli della Westfalia e della Sicilia. Sono molto grata di avere questa possibilità di congiungere entrambe le mie passioni.

A SEGUIRE LA TRADUZIONE IN TEDESCO

Ich hege zwei große Leidenschaften: den Gesang und das Land um den Ätna. Die erste habe ich zu meinem Beruf gemacht, und dieser umfasst nicht allein den Auftritt bei Konzerten – wenngleich ich zugeben muss, dass es mir außerordentlich zusagt, mich dem Publikum zu präsentieren – sondern auch Gesang zu unterrichten. Die Schüler an ihren Aufgaben wachsen zu sehen und sie bei ihren ersten Schritten oder in ihrer weiteren Entwicklung zu begleiten, erfüllt mich mit Freude.

Seit nunmehr zehn Jahren kann ich, was den Bereich der Konzerte angeht, meine beiden Leidenschaften miteinander verbinden, indem ich, zusammen mit meinem Begleiter, dem Kapellmeister Michael Hoyer, unsere Programme in den Paesi Etnei vorstelle. Jedesmal, wenn ich meinen Schülern von meinen Aufenthalten hier berichte und ihnen Fotos von diesem wunderbaren Stück Erde sende, sind sie davon fasziniert. In diesem Frühjahr nun kann ich ihnen endlich eine Gelegenheit bieten, meine beiden Leidenschaften selbst mitzuerleben.

Vom 21. bis zum 28. März veranstalten wir einen Gesangskurs in Pedara, und vier meiner Schüler reisen an, um daran teilzunehmen. Eröffnet wird er mit einem Konzert, in dem Michael Hoyer und ich Lieder von Franz Schubert, italienische Canzonen von Ruggero Leoncavallo sowie Opernarien von Verdi und Wagner vortragen. Anschließend folgt eine Woche voller Gesangsübungen und Literaturstudien, aber auch mit dolce vita alla siciliana. Natürlich fahren wir nach Catania, um das Opernhaus und das Geburtshaus Bellinis zu besichtigen, aber gleichfalls auch den Dom mit dem Grab des berühmten cataneser Komponisten und die Säule mit dem Elefanten gegenüber. Aber wir fahren auch zum Rifugio Sapienza, um die Crateri Silvestri zu ersteigen und von dort das einzigartige Panorama zu genießen. Und ich bin sicher, wir werden alle ausgezeichnet und viel zu viel essen.

Am 28. März findet dann ein Abschlusskonzert statt, in welchem die Schüler zeigen können, was sie gelernt haben. Doch nicht nur deutsche Schüler werden an diesem Kurs teilnehmen, vielmehr steht er allen offen, die Interesse daran haben, sich im Operngesang zu erproben. Der Kurs zur Annäherung an den Operngesang bietet einen didaktischen Erstzugang zu dieser Materie. Organisiert wird er vom Assessorat für Kunst und Kulturveranstaltungen der Stadt Pedara und bietet jedem die Möglichkeit, sich einzuschreiben, um die eigene Stimme zu entdecken. Auf diese Weise werden auch unsere deutschen Schüler in Austausch mit den Pedaresi treten und, sodass wir einen Beitrag zur „Völkerverständigung“ zwischen Sizilianern und Westfalen leisten können. Für die Möglichkeit, meine beiden Leidenschaften verbinden zu können, bin ich überaus dankbar.

 

 

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Angelo Sicilia e e i suoi emozionanti pupi antimafia ci raccontano Giovanni e Paolo https://ilvulcanico.it/angelo-sicilia-e-e-i-suoi-emozionanti-pupi-antimafia-ci-raccontano-giovanni-e-paolo/ Tue, 23 May 2023 04:46:19 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23460 di Angelo Sicilia* Lo spettacolo dei pupi antimafia Storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è dedicato alla vicenda umana ed all’impegno dei due giudici simbolo della lotta alla criminalità organizzata. È uno dei nostri spettacoli più rappresentati, l’abbiamo portato in giro in ogni parte d’Italia ed in diverse parti d’Europa in questi ultimi quindici anni. […]

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di Angelo Sicilia*

Il puparo antimafia Angelo Sicilia

Lo spettacolo dei pupi antimafia Storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è dedicato alla vicenda umana ed all’impegno dei due giudici simbolo della lotta alla criminalità organizzata. È uno dei nostri spettacoli più rappresentati, l’abbiamo portato in giro in ogni parte d’Italia ed in diverse parti d’Europa in questi ultimi quindici anni. La rappresentazione è toccante ed emozionante e racconta la storia dei due eroi-antimafia fin dal periodo della loro giovinezza. Si racconta dell’incontro con la mafia, del lavoro all’interno delle  istituzioni, della complessa vicenda del pool antimafia e dell’istruzione del Maxiprocesso. Tutte le scene vengono raccontate con il linguaggio semplice e diretto del teatro dei pupi.

Come in tutte le nostre storie raccontiamo i grandi personaggi che hanno combattuto contro la mafia cercando di renderli vicini al pubblico che ci segue, ovvero cercando di umanizzarli piuttosto che mitizzarli. Quando mettiamo in scena questo tipo di trasposizione – e utilizzare le marionette facilita il nostro compito – li rendiamo più simili a noi. Per cui prediligiamo questo punto di vista intimo piuttosto che la fredda cronaca.

Questo non vuol dire che non vengano rappresentate tutte le vicende salienti legate alla loro storia, ma ci sono soprattutto dei momenti e degli spazi all’interno dello spettacolo riservati ai dubbi e alle incertezze che appartengono appunto al lato umano di questi personaggi. Nella parte finale di Storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino c’è, per esempio, una lunga scena dedicata alla solitudine del giudice Borsellino dopo la morte di Falcone, la cominciare dalla famosa serata di giugno a Casa Professa, durante la quale il giudice racconta le sue sensazioni e lascia il suo testamento spirituale a tutti i palermitani.  Ma ce n’è una che preferisco particolarmente e che mi piace particolarmente recitare al mio pubblico: è la scena in cui si incontrano Giovanni e Paolo davanti l’austero Palazzo di Giustizia di Palermo. Falcone è stato appena trasferito a Roma al Ministero di Grazia e Giustizia e si confronta col suo amico Borsellino. In questo momento sono due uomini soli, con le loro paure e tensioni. Sono soli, ma veri. Sono soli, ma proprio per questo più vicini a noi. Sono in carne ed ossa questi pupi: ci parlano direttamente al cuore ed alla testa, perché parlano di speranze, di sentimenti, d’amore. Parlano a noi e noi siamo li con loro. Ecco il brano dell’incontro.

Falcone e Borsellino passeggiano davanti il Palazzo di Giustizia di Palermo

G:      Caro Paolo, pagherei per poter passeggiare liberamente nella nostra Palermo come stiamo facendo oggi…

P:       Liberamente? Siamo controllati a vista dai ragazzi della scorta, ma proviamo ad immaginare d’essere soli come due amici che si incontrano all’aria aperta per salutarsi…

G:      Tra qualche giorno parto per Roma, mi mancherà questa terra e anche tu amico mio! Ma chissà… al Ministero di Grazia e Giustizia potrò fare le cose giuste, quelle di cui abbiamo bisogno per cambiare la Sicilia!

P:       Era qui il tuo posto, dovevi guidare la macchina che hai creato e invece dai troppo fastidio e non solo ai mafiosi!

G:      Paolo, come lo vedi il tuo futuro?

P:       Giovà, mi basterebbe accompagnare i miei figli a scuola, portarli in barca, stare disteso sulla spiaggia a godermi il sole! Vivono come reclusi e questo mi fa sentire in colpa. Vorrei invecchiare e conoscere i miei nipotini.. E poi mi chiedo cosa faranno da grandi il mio Manfredi, la mia Lucia e la piccola Fiammetta…cosa ricorderanno di loro padre…

G:      Paolino che fa vuoi morire prima dei tuoi giorni? Tu hai la pelle dura e sono certo che festeggerai i tuoi 100 anni!

P:       Sai cosa ti dico? Io amo il nostro lavoro e questi sacrifici saranno ripagati, pensa questa città libera e felice come una volta! La mafia è riuscita a distruggerne la bellezza, ma prima o poi questo popolo alzerà la testa!

G:      E allora Paolo salutiamoci come abbiamo fatto da bambini, prima d’essere stati sfollati a causa della guerra con l’augurio di rivederci ancora qua, tra le rovine di una città tutta da ricostruire…

P:       E con la stessa promessa di combattere sempre per la giustizia! A presto amico mio e fa buon viaggio!

Si abbracciano

* Direttore della compagnia dell’Opera dei Pupi Antimafia di Palermo

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Neanche il ritorno del leggendario Casanova può arrestare l’implacabile incedere del tempo https://ilvulcanico.it/neanche-il-ritorno-del-leggendario-casanova-puo-arrestare-limplacabile-incedere-del-tempo/ Sun, 09 Apr 2023 06:45:50 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23221 di Antonella De Francesco Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores si compone di due film distinti cromaticamente. Nella vita vera (in bianco e nero) il protagonista Leo Bernardi, regista interpretato da Toni Servillo, sta girando un film (a colori) tratto dal testo di Arthur Schnitzler, Il ritorno di Casanova, interpretato da Fabrizio Bentivoglio. I […]

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di Antonella De Francesco
Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores si compone di due film distinti cromaticamente. Nella vita vera (in bianco e nero) il protagonista Leo Bernardi, regista interpretato da Toni Servillo, sta girando un film (a colori) tratto dal testo di Arthur Schnitzler, Il ritorno di Casanova, interpretato da Fabrizio Bentivoglio. I due protagonisti, ottimi attori e splendidi sessantenni nella realtà, condividono il disagio del tempo che passa e il rimpianto degli anni ruggenti. Ma mentre Casanova sente ancora indomito il desiderio di conquista, Leo resta imbrigliato tra l’inquietudine della vecchiaia e la voglia di cogliere l’ultimo alito di vita, che l’amore di una giovane donna può regalargli.
È un film sulla crudeltà del tempo che passa e determina quella condizione di stallo in cui l’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene e il presente ci sfugge. Siamo tutti profondamente ingenui nel ritenere che il tempo passi solo per gli altri , almeno lo siamo fino ad una certa età. Fino a ieri siamo stati padroni della scena: attrattivi, forti, decisi, capaci di rimandare perché avevamo tutta la vita davanti. Poi, ad un certo punto, lo specchio ci restituisce quell’immagine di noi che a stento riconosciamo e ci sentiamo soli.
Casanova e Leo affrontano su due piani diversi l’incedere dell’età. Il primo non vuole arrendersi all’idea di non essere più irresistibile e azzarda la sfida con un giovane rivale in amore. Il secondo si è già arreso, per certi versi, precludendosi la possibilità di andare avanti in una relazione che lo fa stare bene, sprofondando nell’inquietudine. C’è una scena magnifica di un duello tra rivali che si sfidano nudi: la vecchiaia e la giovinezza in un “corpo a corpo” in cui l’esperienza aiuta, ma non basta a portare a casa il risultato.
Un monito a non sfidare i giovani in un duello che non possiamo vincere e non dobbiamo vincere, lasciando, piuttosto, a loro la scena, come noi l’abbiamo rubata ad altri prima di loro. Ma attenzione nel cinema, come nella vita, si vince e si perde, ma le occasioni di felicità non vanno mai sprecate: rinunciarvi significherebbe invecchiare di più .
Film elegante, da vedere.

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Tutto ovunque, tutto in una volta. Tra follia, genialità, spettacolo, liberi di andare oltre e trovare quello che vogliamo https://ilvulcanico.it/tutto-ovunque-tutto-in-una-volta-tra-follia-genialita-spettacolo-liberi-di-andare-oltre-e-trovare-quello-che-vogliamo/ Sun, 19 Mar 2023 17:43:26 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=23129 di Antonella De Francesco Sono andata a vedere, spinta dalla curiosità, dal momento che ha vinto ben 7 Oscar, Everything Everyone All at once e non sono rimasta delusa. Forse non condivido il numero di Oscar ricevuti (altri film e altri attori in concorso meritavano un qualche riconoscimento ). Diciamo subito che il film è […]

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di Antonella De Francesco
Sono andata a vedere, spinta dalla curiosità, dal momento che ha vinto ben 7 Oscar, Everything Everyone All at once e non sono rimasta delusa. Forse non condivido il numero di Oscar ricevuti (altri film e altri attori in concorso meritavano un qualche riconoscimento ).
Diciamo subito che il film è “folle” come il caos che è più volte nominato in molte scene, ma anche per certi versi, “ geniale “ .
Per me dice molto del mondo in cui viviamo e della necessità di spettacolizzare tutto. Il metaverso esiste, ma io, non avendo di esso alcuna conoscenza se non sporadiche informazioni, l’ho letto come una metafora di tutti i mondi possibili in cui con la nostra mente e da sempre possiamo andare e di tutte le vite che ciascuno di noi può inventarsi almeno nei suoi pensieri .  Scrittori, poeti e artisti in fondo non hanno sempre parlato del loro “metaverso”? Filosofi e psicologi non hanno sempre tentato di trovare e di indicarci un modo per andare “oltre“ e per affrontare la vita ?
I due geniali registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert rinunciano al metodo tradizionale di fare cinema: sono giovani, appartengono al tempo dei videogiochi, delle battaglie in universi paralleli. Oggi i nostri giovani comunicano on line in rete con ragazzi che neanche conoscono e si affrontano in mondi virtuali alleandosi o combattendo nelle stesse identiche sfide. Si è detto che questo film sia soprattutto per loro, per riportarli al grande schermo. Non sono sicura che questo accadrà, ma sono certa che anche visto in piattaforma a loro questo film piacerà tanto.
È un film “libero” che lascia spazio a ciascuno di noi di trovarci qualcosa. Mettetevi comodi, spogliatevi dei pregiudizi, lasciatevi andare, sorridete, non fatevi troppe domande e forse alla fine troverete delle risposte.
Cosa fai quando la vita si accanisce contro di te ? Ti estranei, voli via, torni indietro, immagini un finale diverso. Ecco una delle risposte.  Cosa fai quando cerchi un canale per comunicare con tuo figlio ? Ti sposti dove puoi catturare la sua attenzione. Ecco un’altra delle risposte. E ciascuno potrà trovarci, tra una scena alla Quentin Tarantino e una alla Stanley Kubrick, in una infinita serie di riprese frenetiche che ti catturano, le sue personalissime spiegazioni .
Un’ultima considerazione riguarda la possibilità che il film sia stato anche premiato perché asiatico, sebbene i registi siano americani. Può darsi. Il mondo asiatico non può e non vuole essere ignorato e, lo sappiamo, va molto più veloce di quello occidentale .
Da vedere anche solo per farsene un’idea.
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Chapeau, come sempre, alla cara Antonella De Francesco, per la sua accattivante e per me azzeccatissima riflessione su questo film strapremiato. E poiché  più che mai mi riconosco nella sua recensione brillante e molto profonda., per questa volta e in via eccezionale aggiungo anche il mio pensiero, che ho pubblicato qualche giorno fa sul mio profilo Facebook. L’analisi di Antonella è certamente molto più “cinematografica” della mia, ma in linea generale pensiamo le stesse cose e soprattutto che valga comunque la pena vederlo

di Gaetano Perricone

Uscendo decisamente frastornato dalla visione del film dei 7 Oscar – non ho resistito alla curiosità e ci sono andato subito – ho ricordato di avere provato le stesse sensazioni quando, adolescente, andai a vedere per la prima volta 2001 Odissea nello spazio, che adoro e considero tra i più belli della mia vita: Everything Everywhere All At Once, come e per certi versi più del capolavoro di Stanley Kubrick, è opera senza alcun dubbio super geniale e dirompente, piena di suggestioni, incredibilmente rivoluzionaria, spettacolare e affascinante come vuole il grande cinema, che ci proietta quasi con violenza, non fisica, dentro un futuro molto più vicino di quanto immaginiamo.

E poi mi sono sentito “boomer” al top, mai come in questa occasione: anziano, direi vecchio, di fronte a una evoluzione tecnologica velocissima, ogni giorno in senso letterale più avanti del giorno precedente, alla quale si fa una gran fatica ad andare appresso anche con una mente molto aperta come la mia.

E comunque, grazie a questo film straordinario dal punto di vista della tecnica cinematografica e non solo, ho finalmente capito in concreto cosa sia questa diavoleria del Multiverso, insieme di mondi virtuali paralleli al tuo che da un lato ti attraggono in modo irresistibile, dall’altro ti proiettano in un vortice destabilizzante e perfino pericoloso per la tua mente e la tua anima. Ma ho anche capito – spero di non essere il solo e dunque di non avere capito proprio niente –  che il grande messaggio che i due evidentemente bravissimi registi vogliono dare, dopo una serie lunga 140 minuti di folli incursioni in tanti onirici universi e di formidabili scontri all’insegna del kung fu nella tradizione del miglior Bruce Lee, è che l’AMORE tutto maiuscolo, molto semplice, comune, autentico, di questa Terra, è la cosa che ancora conta di più e per sempre conterà di più anche nel Multiverso.

Non scrivo nulla di più per non spoilerare odiosamente per chi, immagino saranno tantissimi anche tra voi amici, vorranno vedere questo film assolutamente lontano dai canoni di bellezza cinematografica che conosciamo, che farà anche legittimamente storcere il muso ai cinefili dal palato fine e dalla puzzetta sotto il naso, ma che sicuramente è ed è destinata a restare nella meravigliosa storia del cinema come opera “spartiacque” dal punto di vista della tematica, certamente originalissima, anche molto divertente. A mio avviso, aggiungo ovviamente, tutto a mio avviso, ma non credo soltanto mio, visti i tanti premi ricevuti a Los Angeles. Tutti davvero meritati: al film, ai Daniels, Daniel Kwan e Daniel Scheinert, registi e sceneggiatori, alla stratosferica protagonista Michelle Yeoh, al suo mite e tenace marito Ke Huy Quan, alla formidabile stravagante, grandissima Jamie Lee Curtis, al signor Paul Rogers per il fantastico montaggio ed editing. Tutto molto ben fatto e, secondo me, da vedere per non perdere una pagina significativa della storia degli Oscar e del cinema in generale. A proposito: credo lo possano vedere tutti, i ragazzini nativi digitali si divertiranno e appassioneranno come i matti, spero cogliendone il messaggio profondo

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Dalla Sicilia a Dachau: la storia dello “Schindler” Calogero Marrone spettacolo dei pupi al Museo Pasqualino https://ilvulcanico.it/dalla-sicilia-a-dachau-la-storia-dello-schindler-calogero-marrone-spettacolo-dei-pupi-al-museo-pasqualino/ Fri, 27 Jan 2023 05:36:04 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=22847 FONTE: Ufficio Stampa Museo Pasqualino Anche quest’anno, il Museo delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo celebra il Giorno della Memoria: quando i cancelli dell’orrore vennero finalmente spalancati, lasciando tracimare una realtà fino a quel momento inimmaginabile. Ma la Storia è fatta di storie, di narrazioni che portano con sé germi di speranza contro la barbarie, […]

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FONTE: Ufficio Stampa Museo Pasqualino

Calogero Marrone

Anche quest’anno, il Museo delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo celebra il Giorno della Memoria: quando i cancelli dell’orrore vennero finalmente spalancati, lasciando tracimare una realtà fino a quel momento inimmaginabile. Ma la Storia è fatta di storie, di narrazioni che portano con sé germi di speranza contro la barbarie, come quella di Calogero Marrone. Un racconto tutto siciliano, narrato in forma di opera dei pupi, con cui il Museo ha scelto di celebrare il Giorno della Memoria.

Il Museo delle Marionette a Palermo

Venerdì 27 gennaio alle 17, lo spettacolo Dalla Sicilia a Dachau. Vita eroica di Calogero Marrone, della Compagnia Marionettistica popolare siciliana, testo e regia di Angelo Sicilia, racconterà la storia di Calogero Marrone, siciliano di Favara deportato nel campo di concentramento di Dachau in Germania. Uno “Schindler” siciliano, Marrone, che a Varese, durante il fascismo, falsificava i documenti d’identità degli ebrei e dei perseguitati politici per favorirne la fuga e la salvezza. Denunciato da un delatore, Marrone morì nel campo di sterminio nazista di Dachau nel febbraio del ’45. Una storia toccante, che non è passata inosservata: il siciliano eroe è stato infatti riconosciuto  “Giusto tra le Nazioni”.

Per meglio tratteggiare la figura di Marrone, ecco la sinossi del libro Un eroe dimenticato di Franco Giannantoni e Ibio Paolucci.

In questo libro si racconta la storia di un funzionario venuto dal Sud che diventa, suo malgrado, un eroe negli anni tempestosi e feroci della repubblica fascista di Salò. Il suo nome è Calogero Marrone. La sua città natale Favara, provincia di Agrigento. Inviso ai notabili del suo paese per il suo non nascosto antifascismo fino a dover scontare, innocente, alcuni mesi di galera, Marrone partecipa ad un concorso per applicato comunale e lo vince, trasferendosi, con la moglie e i quattro figlioletti a Varese, dove, anni dopo, viene promosso per le sue elevate capacità professionali e per la sua dedizione al servizio pubblico, capo dell’Ufficio anagrafe del Comune. E’ in questa veste che durante l’occupazione nazifascista rilascia centinaia e centinaia di documenti d’identità falsi soprattutto ad ebrei ma anche ad antifascisti, salvando, a prezzo della propria, la loro vita. Tradito da un delatore, Calogero Marrone, partecipe attivo della Resistenza, viene arrestato dai tedeschi della Guardia di Frontiera e consegnato alle SS. Torturato sotto interrogatorio, il suo calvario inizia dalla prigione di Varese per finire, attraverso altre carceri e il lager di Bolzano-Gries, nel campo di sterminio di Dachau, ultima tappa di un viaggio senza ritorno”.

Abbiamo chiesto ad Angelo Sicilia, ideatore dello spettacolo, figura di grande rilievo nell’affascinante arte dei pupi siciliani, creatore dei pupi antimafia, di regalarci per i lettori del Vulcanico un pezzetto del testo di Dalla Sicilia a Dachau. Vita eroica di Calogero Marrone. Ed ecco la Scena VI- Ufficio comunale, che racconta e fa comprendere cosa e come fece Marrone per falsificare i documenti d’identità e salvare la vita a tanti ebrei e antifascisti.

Calogero Marrone:  Allora Collotti… oggi siamo arrivati a quota 50! Presto vai a prendere altre carte d’identità in bianco che ci penso io!

Collega Collotti: Aspetta Marrone… non dobbiamo essere precipitosi… potrebbero accorgersi degli ammanchi di carte in bianco!

Calogero Marrone: Hai ragione… meglio completare questi ultimi nominativi. Ecco allora: Evelina Segre di Pavia… Diventa Marta Fabbri da Vicenza… Buono no?

Collega Collotti: Eh si!

Calogero Marrone: Ora tocca a Stefano Levi da Ferrara… che diventerà Luigi Canova da Milano… Paola Adelmann di Mantova diventerà invece… Laura Castori di Cinisello Balsamo… E Abramo Nissim di Pisa diventerà Ugo Roberti di Trezzano sul Naviglio… Che capolavori… ah? Che inventiva…

 Collega Collotti: Certo che ad inventare nomi sei proprio bravo!!! Però devi andarci più cauto Marrone! È pericoloso qui anche i muri hanno le orecchie! Devi fare attenzione!!! Molta…

Calogero Marrone:  Stai tranquillo Collotti… So quel che faccio… Allora: Isacco Toaff di Roma… diventa Francesco Verde di Como… e Rachele Mausner di Parma diventa Maria Brambilla di Cantù…

Onore per sempre a Calogero Marrone, eroe che non dimentichiamo. Grazie al Museo Pasqualino per la scelta del ricordo di questo straordinario personaggio nel Giorno della Memoria, ad Angelo Sicilia per il suo splendido lavoro e alla bravissima e generosa Alessia Franco per le sue preziose informazioni.

Con il titolo e nell’articolo: scene dallo spettacolo

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Da oggi in Italia la serie “Totò e Daiana”, la strana amicizia londinese di un palermitano e una ferrarese https://ilvulcanico.it/da-oggi-in-italia-la-serie-toto-e-daiana-la-strana-amicizia-londinese-di-un-palermitano-e-una-ferrarese/ Thu, 14 Apr 2022 05:28:26 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=21424 Arriva oggi in Italia su Amazon Prime (Italian Episodes, Terza Serie)  “Totò e Daiana (Calcio, Caffè e Fish & Chips)”, la nuova,  divertente serie TV scritta ed interpretata dall’attrice ferrarese Anna Elena Pepe e dall’attore palermitano Marco Gambino. Scritta in collaborazione con lo storico autore di Rosario Fiorello, Francesco (Ciccio) Bozzi, la serie è diretta […]

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Arriva oggi in Italia su Amazon Prime (Italian Episodes, Terza Serie)  “Totò e Daiana (Calcio, Caffè e Fish & Chips)”, la nuova,  divertente serie TV scritta ed interpretata dall’attrice ferrarese Anna Elena Pepe e dall’attore palermitano Marco Gambino. Scritta in collaborazione con lo storico autore di Rosario Fiorello, Francesco (Ciccio) Bozzi, la serie è diretta dagli stessi Gambino e Pepe in collaborazione con Filippo Guarna e Riccardo Sai. Nello scorso mese di dicembre la serie ha vinto al Digital Web Fest di Roma il premio per Best Comedy, la miglior commedia. Fondato e diretto dalla giornalista Janet De Nardis, è il primo festival internazionale nato in Italia esclusivamente dedicato a tutti i prodotti digitali.

Il progetto esplora il mondo degli italiani a Londra, in un momento delicato come quello del post Brexit, attraverso le avventure di due personaggi di generazioni e di estrazione sociale molto diverse. Totò e Daiana rappresentano un po’ ogni persona che, a tentoni, in modo un po’ maldestro e buffo, cerca il proprio posto nel mondo. Un posto che potrebbe rivelarsi molto diverso da quanto immaginato. In questo periodo storico di grande frammentazione e divisione, il progetto di Totò e Daiana vuole essere una occasione per parlare di apertura, dialogo interculturale e amicizia usando l’amicizia dei due protagonisti come metafora di un rapporto tra persone e paesi sicuramente non facile ma possibile, soprattutto se basato sull’ascolto e il rispetto.

Il primo elemento di novità del progetto è appunto il fatto di toccare il mondo degli italiani a Londra attraverso le avventure di due personaggi di generazioni e di estrazione sociale molto diverse, che probabilmente non avrebbero creato un legame di amicizia se non si fossero trovate in un paese straniero in una condizione di solitudine. La serie, inoltre, parla del calcio e dei suoi miti attraverso due persone non esperte e neanche particolarmente informate, ma che del calcio hanno fatto, per ragioni diverse, una parte importante della loro vita.

La diversa provenienza regionale dei due protagonisti, una emiliana e l’altro siciliano, sempre presente (attraverso i loro dialetti, le loro abitudini, l’amore per le loro città d’origine), contribuisce a rendere qualsiasi scambio/situazione divertente e vivace. Produttivamente la serie si inserisce sulla scia di altri progetti satirici di sketch di grande successo che usano personaggi fortemente caratterizzati come quelli Saturday Night Live, ma in chiave molto più “pizza e mandolino”, con riferimenti italiani come la satira di Mai dire Gol o i film di Checco Zalone. Il progetto di Totò e Daiana per la sua stessa struttura narrativa dinamica ed aperta offre molte possibilità di sviluppo attraverso diversi filoni narrativi paralleli (le lezioni di inglese, l’italian community e la casa, la ricerca del lavoro ecc..).

E’ sempre stato un po’ il mio sogno – dice Marco Gambino – quello di riuscire a girare con poco o nulla. La pandemia ci è in un certo senso venuta incontro limitandoci nell’uso di persone e mezzi. Speriamo di riuscire a conquistare l’interesse di qualcuno che sposi il nostro entusiasmo e ci aiuti a girare i prossimi episodi”. “Basta che ci siano belle storie da raccontare ed in questi tempi un po’ bui un sorriso da regalare!”, aggiunge Anna Elena Pepe.

SINOSSI

Totò (interpretato da Marco Gambino) è un rinomato chef palermitano che da più di 30 anni lavora a Londra come Food Consultant per i più importanti ristoranti italiani di Londra. Daiana (Anna Elena Pepe) è una ragazza di Ferrara che si è appena trasferita e per ora fa la parrucchiera da casa perché non parla bene inglese. Queste due vite molto diverse si incontrano per caso nel ristorante siciliano di Totò, quando Daiana entra all’improvviso. Ha l’urgenza di trovare un televisore per vedere la partita della squadra della sua città, la SPAL. Nasce un divertente dialogo tra i due, che non si capiscono neanche troppo bene, data la diversa provenienza e i forti accenti regionali.  È l’inizio di una strana amicizia tra due persone molto diverse e la loro storia prosegue in situazioni comico-grottesche che seguono le varie avventure comuni a tanti italiani all’estero (la ricerca del lavoro, della casa, il difficile rapporto con il nuovo paese e i suoi abitanti …). Totò involontariamente si trasforma nel “Pigmalione” di Daiana e la aiuta a inserirsi nella nuova città e nella nuova vita. E, grazie a Daiana, anche lui comincia a vedere il mondo con occhi diversi e a riacquistare un po’ dell’entusiasmo perso dopo tanti anni di vita da immigrato.

MARCO GAMBINO

Attore/Autore/Regista

Marco Gambino è un attore che da anni lavora tra Inghilterra, Italia ed altre nazioni Europee.  La sua carriera spazia dal teatro alla televisione al cinema. Marco è apparso in alcune fra le più celebri serie televisive Italiane e Inglesi: Montalbano, Il Capo dei Capi, Squadra Antimafia, Romolo e Giuly, Emmerdale. Tra le recenti partecipazioni nel cinema: The International, il Traditore. Marco è noto per i suoi monologhi teatrali che interpreta in più di una lingua: Parole d’onore, La colpa di Otello, Maria Callas the Black Pearl.

ANNA ELENA PEPE

Attrice/Autrice/Regista

Anna Elena Pepe è un’attrice e autrice bilingue Italiano-Inglese. Ha studiato recitazione e sceneggiatura durante il prestigioso diploma “European Act” (Royal Academy Londra e International Performing Arts Parigi). Come attrice lavora attivamente in teatro e al cinema. E’ stata diretta da Pupi Avati (in “Un viaggio di Cento Anni” Rai1), Daniel Percival (In “Leonardo”, RAI1 -Amazon), Aurelio Laino (in “Il Ballo delle Meduse”, Tallinn Film Festival)  e da Johan Nijenhuis (Netherlands Film Awards Winner, “The Tuscan Wedding”).

Anna è la protagonista delle Comedy TV serie “It’s not you”, “Interplay” e della campagna pubblicitaria di Desigual (Juan Costa). Come scrittrice ha diversi progetti in sviluppo sia in Italia che nel Regno Unito e ha appena girato il suo primo film da regista.

 Foto by Riccardo Sai 

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Musica e parole. Un suggestivo Concerto per l’Etna l’1 e 2 agosto al Teatro Odeon di Taormina https://ilvulcanico.it/musica-e-parole-un-suggestivo-concerto-per-letna-l1-e-2-agosto-al-teatro-odeon-di-taormina/ Thu, 29 Jul 2021 17:14:42 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=19933 di Giuseppe Riggio  Il Concerto per l’Etna programmato da TaoArte al Teatro Odeon di Taormina, domenica 1 agosto e lunedi 2 agosto, è stato pensato per offrire un tributo al grande vulcano, così presente nella vita dei suoi abitanti proprio in questi mesi. Ma con la consapevolezza che qualsiasi lettura dell’Etna, femmina e muntagna o maschio […]

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di Giuseppe Riggio 

Il Concerto per l’Etna programmato da TaoArte al Teatro Odeon di Taormina, domenica 1 agosto e lunedi 2 agosto, è stato pensato per offrire un tributo al grande vulcano, così presente nella vita dei suoi abitanti proprio in questi mesi. Ma con la consapevolezza che qualsiasi lettura dell’Etna, femmina e muntagna o maschio e vulcano che sia, inevitabilmente risulta approssimata rispetto alla enorme ricchezza di un giacimento naturalistico e antropologico che non si finisce mai di esplorare.

E quindi meglio fermarsi al titolo stesso dello spettacolo che intende proporre un evento “per”: l’omaggio a una presenza che per quelli che vi abitano non può mai essere ridotta a, seppur imponente, fenomeno naturale. Anzi la personificazione di Idda (e così scrivendo abbiamo in qualche modo compiuto una scelta di genere) è fatto condiviso e accettato dal popolo etneo.

Il Teatro Romano Odeon a Taormina

Le musiche appositamente composte per lo spettacolo da Luciano Troja, musicista messinese con tanti album alle spalle, costituiscono la prima sfida che TaoArte ha messo in piedi programmando lo spettacolo. “Ho cercato di dare un suono al ritmo interno del vulcano utilizzando lo strumento del pianoforte – spiega l’autore delle musiche – mentre il fagotto e alcuni effetti di percussioni cercheranno di rendere il senso dei colori e delle melodie che le stagioni spalmano sull’Etna”.

Toccherà invece alla voce recitante di Giampiero Cicciò dare vita al variegato campionario di testi (da me selezionato) che spazia da Verga con la sua Capinera ubriaca di bellezza a Monte Ilice, sino alla poesia in dialetto di Salvo Drago che gioca e si diverte intorno al rapporto di amore-odio che scatena l’Etna quando sparge sabbia e lapilli su tutti i versanti. Ci sarà alla fine anche un citazione dal mio L’Etna che vorrei, quale testimonianza della complessità del rapporto che ogni innamorato del vulcano mantiene con una creatura sostanzialmente imprevedibile. Contribuiranno allo spettacolo anche gli interventi di Sonia Barbadoro che introdurrà ogni nuovo tassello del mosaico-spettacolo.

Giovanni Tomarchio

Seguendo questo schema prenderà forma il Concerto per l’Etna programmato per due sere consecutive all’Odeon Romano di Taormina, piccolo ma prezioso spazio scenico recuperato da Taormina Arte proprio nel cuore della città. E il finale dello spettacolo sarà affidato alle immagini di Giovanni Tomarchio, per decenni foto-giornalista della RAI, questa volta accompagnate dal vivo dalle musiche originali di Luciano Troja al pianoforte e Antonino Cicero al fagotto.

Per acquistare i biglietti: http://www.ctbox.it/C27/4079/Content.aspx/Eventi/Rassegne/Fondazione_Taormina_Arte_Sicilia-Estate_2021

Con il titolo: le prove all’Odeon Romano di Taormina

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Facciamoci “Un altro giro” e torniamo finalmente al cinema https://ilvulcanico.it/facciamoci-un-altro-giro-e-torniamo-finalmente-al-cinema/ Mon, 24 May 2021 04:39:05 +0000 https://ilvulcanico.it/?p=19368 di Antonella De Francesco Agli astemi e non che desiderano tornare al cinema dopo questo anno triste e socialmente arido, consiglio il film Un altro giro del regista danese Thomas Vinterberg, scritto come consuetudine con Tobias Lindholm, interpretato dai suoi attori feticcio, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang, Lars Ranthe e, ovviamente, Mads Mikkelsen. (Selezione Ufficiale alla […]

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di Antonella De Francesco
Agli astemi e non che desiderano tornare al cinema dopo questo anno triste e socialmente arido, consiglio il film Un altro giro del regista danese Thomas Vinterberg, scritto come consuetudine con Tobias Lindholm, interpretato dai suoi attori feticcio, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang, Lars Ranthe e, ovviamente, Mads Mikkelsen. (Selezione Ufficiale alla XV festa del Cinema di Roma 2020. Selezione Ufficiale al 73simo Festival di Cannes 2020. Candidato al Golden Globe 2021 come miglior film in lingua straniera).
Il film è stato da molti designato come quello che suggella la fine del lockdown e il ritorno alla vita, sebbene sia stato girato prima della diffusione del virus . Tutti ci saremo trovati almeno una volta davanti ad un bicchiere di vino o altro e dopo un paio di giri avremo beneficiato di quel senso di leggerezza che ci libera dalle paure, ci fa sentire più sicuri di noi, ci fa parlare in modo più schietto, ci fa scavare più a fondo in noi stessi . E questo piccolo miracolo può accadere anche in Danimarca, tra i nordici, dove c’è più freddo nei rapporti, dove le consuetudini ci isolano e ci cristallizzano nei ruoli sociali che rivestiamo, facendoci dimenticare chi siamo veramente e cosa desideriamo.
È un film sull’amicizia al maschile , sulla difficoltà degli uomini di aprirsi tra loro tanto quanto noi donne, a mettersi a nudo con le loro fragilità. Tra uomini non ci si chiede nulla, di rado ci si confronta sulle proprie vite, il più delle volte basta dirsi che va tutto bene.
Ma il vino, la vodka, le bollicine possono darci una mano, anche aiutandoci a piangere o spingendoci a ballare in modo sfrenato.
Ed è qui che abilmente il regista va oltre e si chiede che cosa accadrebbe se bevessimo un po’ tutti i giorni e in orario di lavoro?
Quali benefici ne riceveremmo ? In cosa si tradurrebbe quell’ebbrezza leggera prima di una lezione ai nostri alunni annoiati o di un allenamento in campo o dell’ennesima prova di un coro che canta bene ma senza metterci l’anima ?
Troverete le risposte in questo bel film che si rivela al tempo stesso geniale e poetico, trasgressivo e profondamente umano nel suo voler trovare in modo non convenzionale la chiave della felicità, del successo, un po’ di sana autostima, quel coraggio di affrontare le sfide della vita che ci è sempre mancato.
Smettiamola tutti di giudicare, di guardare agli altri sempre con quel piglio di superiorità “autoimmune”, che il più delle volte ci rende ciechi e non ci fa comprendere chi sono veramente gli altri . È tempo di essere noi stessi, di guardarci negli occhi davanti ad un buon bicchiere, di piangere e di ridere a crepapelle, di ritrovarci in pochi o in tanti, di rendere omaggio alla vita anche così.
Io solevo ogni tanto farmi un negroni col mio papà: era il nostro piccolo momento trasgressivo, ascoltando del buon jazz. Lui a quel punto mi raccontava episodi inediti della sua vita e io riscoprivo un po’ di più l’uomo che era. Ho visto il film ricordando lui che pure amava molto il cinema e gli amici di sempre e tutte le volte che ho bevuto un po’ di più, per allegria o per disperazione, per dimenticare o per ricordare meglio e tutte le volte che ha funzionato!
Questo in definitiva è un film non convenzionale di speranza, perché tutti ci meritiamo “ un altro giro “

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Storie di mani protagoniste, di corpi perduti, di somiglianze, di cinema https://ilvulcanico.it/storie-di-mani-protagoniste-di-corpi-perduti-di-somiglianze-di-cinema/ Thu, 06 Feb 2020 07:08:55 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=15750 di Gaetano Perricone I miei oltre 41 anni di mestiere di giornalista e il conseguente disincanto non hanno minimamente attenuato la mia curiosità, che è ancora quella di quando cominciai a fare questo meraviglioso lavoro. E la curiosità porta a scoprire storie … curiose. Così, soffermandomi a guardare la lista delle nomination ai premi Oscar 2020, […]

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di Gaetano Perricone

4 COSENTINO

I miei oltre 41 anni di mestiere di giornalista e il conseguente disincanto non hanno minimamente attenuato la mia curiosità, che è ancora quella di quando cominciai a fare questo meraviglioso lavoro. E la curiosità porta a scoprire storie … curiose.

Così, soffermandomi a guardare la lista delle nomination ai premi Oscar 2020, che saranno assegnati nella cerimonia del prossimo 10 febbraio a Los Angeles (come sempre di notte in Italia), la mia curiosità si è fermata sul film d’animazione Dov’è il mio corpo? (J’ai perdù mon corps il titolo originale francese, I lost my body in inglese) del 2019 diretto da Jeremy Clapin basato sul romanzo del 2006 Happy Hand di Guillaume Laurant. Il perché di questa mia attenzione particolare, tra l’altro da persona che segue il cinema ma che certamente non è un esperto, è presto detto: la storia del corpo perduto mi ha ricordato subito qualcosa.

J_AI_PERDU_MON_CORPS_g

Ho cercato la trama sul web: senza scendere nei particolari, è la storia di una mano mozzata, ibernata in un reparto di un ospedale parigino, che decide di fuggire per trovare il corpo a cui appartiene. Scoprirà di essere di un giovane di origine magrebina, di nome Naoufel. Il ragazzo, dopo un’infanzia e un’adolescenza difficili, diventa corriere per una pizzeria, sebbene avesse sognato di diventare pianista o astronauta. Durante il suo lavoro, il giovane incontra inoltre Gabrielle, ragazza di cui si innamora.

Ho voluto vedere il film e l’ho trovato sicuramente ben fatto sotto il profilo tecnico, dell’animazione e anche a tratti poetico, come sottolineato da alcune recensioni. E, sempre seguendo l’idea iniziale che mi ha spinto ad approfondire, sono pure riuscito a procurarmi e a dare una lettura al libro a cui Dov’è il mio corpo s’ispira, trovando in realtà non tantissimi punti di collegamento. O forse sono stato io a non  trovarli o peggio ancora a non comprenderli.

A quel punto, idee e ricordi hanno preso forma nella mia mente in modo chiaro: il film tra i candidati all’Oscar del cinema 2020 per le opere di animazione ha qualche somiglianza, nelle scene e anche un pò nei contenuti, con un altro film  che mi è piaciuto tanto, anzi mi ha entusiasmato: Handy  ( sottotitolo: la rivolta delle mani siciliane), Italia 2013, di Vincenzo Cosentino, giovane regista siciliano di Siracusa, che ha aperto nel luglio 2017 la 63esima edizione del Taormina Film Festival. 

HANDONE

E’ l’occasione buona per riparlarne, dando il giusto risalto a un progetto cinematografico e culturale intelligente e originale, una piccola opera d’arte realizzata con pochissime risorse (13mila euro) ma con tanta passione e determinazione da parte del regista. Film davvero e assolutamente indipendente, dunque, con risultati eccellenti e con grandi apprezzamenti negli Stati Uniti, dove Vincenzo Cosentino ha presentato Handy in un lungo giro. Ha partecipato ai Film Festival di Austin, Cleveland, Atlanta, Los Angeles Ita, Newport Beach, St. Louis, Heartland; Nominations per la miglior Regia all’Orlando Film Festival, per la miglior Regia e il Montaggio al New York Hoboken Film Festival, per il Miglior Film al Fantasporto.

L’Oscar per la genialità e l’originalità lo meriterebbe la deliziosa storia su cui si basa il film di Cosentino. In  Sicilia corre l’anno 1995 e un bambino di nome Martini ha un sogno: diventare scrittore. Per 30 anni Martini però realizza solamente pessime storie, scrivendole con la sua mano sinistra, ignorando la sua talentuosa mano destra di nome Handy. Durante una notte però capita l’inverosimile: Handy, stufa di non essere mai usata, decide di staccarsi e fuggire dal corpo di Martini per dimostrare a se stessa e al mondo di essere la migliore scrittrice siciliana di sempre. Handy si imbatterà in un’altra mano solitaria di nome Manicure e sarà amore “a prime dita”. Sotto l’occhio vigile di Frank The Black (interpretato dal grande Franco Nero, talmente conquistato dalla qualità del film e dalla personalità del regista da decidere di recitare gratuitamente,, sapendo delle difficoltà economiche del regista), Handy ispirerà dunque la rivolta di tutte le mani siciliane che, stanche di non essere adeguatamente valorizzate, scapperanno dagli italiani creando una vera e propria rivolta: Umani contro Mani.

Un film sulla Sicilia, dunque, che una volta tanto ignora le tematiche mafiose, ma che è ricco di  significative metafore, per grandi e bambini. E che ha avuto un notevole successo di pubblico, ma anche tanta attenzione nelle scuole, dove il regista di Augusta gira da un bel pò di tempo raccontando anche la storia del suo film e trasmettendone i messaggi. Peccato che il film Handy adesso non si trovi nemmeno in streaming.

NUOVA DUE MANI PERFETTA

Mi fermo qui, non entro nel merito di valutazioni più tecniche e artistiche sul film francese e non intendo fare (e neanche credo di essere all’altezza) un’analisi approfondita su qualche somiglianza tra le due opere, che eventualmente spetta ai critici cinematografici. Una cosa, in ogni caso, sembra abbastanza evidente: quando Jérémy Clapin, regista di Dov’è il mio corpo, afferma in una intervista che è la prima volta che una mano è protagonista di un film, ha una importante dimenticanza, dato che il film Handy di Vincenzo Cosentino ha proprio una mano come protagonista assoluta ed è antecedente al cartone del 2019, oggi candidato all’Oscar. Mi sembra giusto scriverlo non solo per dovere di cronaca e per amore di verità, ma anche per rispetto dell’iniziativa culturale e dell’impegno davvero spasmodico del regista siciliano.

Con il titolo: le due locandine di “Handy”, 2013 e di “Dov’è il mio corpo”, del 2019, con le mani protagoniste 

Il link al trailer di Handy, mi piace molto riproporlo.

 

Con il titolo: le locandine di Handy, 2013 e I lost my body, Dov’è il mio corpo, del 2019

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“Ci fotografate continuamente, ma restate comunque lontani e timorosi”. Così parlò la Signora Etna Muntagna https://ilvulcanico.it/ci-fotografate-continuamente-ma-restate-comunque-lontani-e-timorosi-cosi-parlo-la-signora-etna-muntagna/ Mon, 09 Dec 2019 09:32:42 +0000 http://ilvulcanico.it/?p=15330 di Gaetano Perricone A seguire, uno stralcio del testo dello spettacolo Intervista all’anima dell’Etna, ideato e scritto da Giuseppe Riggio e interpretato, come attrice protagonista, da Maria Rita Sgarlato, nei panni della Muntagna. Signora Etna Muntagna se posso permettermi una domanda impertinente:… negli ultimi decenni vi siete fatti una certa cattiva reputazione, come dire…, lei ed il […]

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di Gaetano Perricone

IO E GIUSEPPE RIGGIO

A seguire, uno stralcio del testo dello spettacolo Intervista all’anima dell’Etna, ideato e scritto da Giuseppe Riggio e interpretato, come attrice protagonista, da Maria Rita Sgarlato, nei panni della Muntagna.

SPETTACOLO RIGGIO ZAFFERANA 7 dicembre 2019

Signora Etna Muntagna se posso permettermi una domanda impertinente:… negli ultimi decenni vi siete fatti una certa cattiva reputazione, come dire…, lei ed il suo compagno siete adesso considerati dei soggetti piuttosto pericolosi, da cui è meglio stare alla larga…Da ammirare si, ma da molto lontano…

Signor presentatore, la ringrazio per la domanda che mi permette di chiarire qualche episodio per la verità molto spiacevole. Da quel 12 settembre del 1979, quando una ordinaria esplosione uccise purtroppo degli sfortunati turisti, e dopo quei forsennati giorni del 1983 quando tutto il Mondo degli umani attendeva col fiato sospeso la deviazione di una nostra colata, da allora gli uomini e le donne delle nostre terre si sono pian piano trasformati in perfetti estranei, attanagliati da ogni genere di paura. So bene che adesso ci fotografate continuamente, ma restate comunque lontani e timorosi. Ci sembrate esageratamente ansiosi. Dopo secoli di visite ai fronti lavici, dopo decine di processioni di devoti in silenzioso raccoglimento a pochi metri dalle colate, improvvisamente –senza una vera ragione- siete cambiati. Vi esaltate solo se il vostro corpo resta lontano, mandate guardie e soldati a sorvegliare che nessuno si avvicini ai nostri fiumi di fuoco. E pensare che solo qualche decennio fa, come qualcuno di voi ricorderà, assistere alle eruzioni di Etna-vulcano si trasformava in una sagra, un’ autentica festa di popolo, ed io ne ero felice, perché la distruzione che arrecavamo mi pareva almeno in parte compensata dagli occhi emozionati dei bambini che osservavano la colata, dalle grida di richiamo delle comitive che si ritrovavano dinanzi alle montagne di pietre rotolanti e che ad un certo punto, quasi inspiegabilmente, tacevano.. Probabilmente soggiogati dalla imponenza di quello che vedevano accadere.

1 SIGNORA ETNA

Come sgonfiare, quasi ridicolizzare un sistema che ruota intorno a un mito del mondo, riuscendo contemporaneamente a rendere giustizia ai valori alti, profondi, autentici del mito stesso. È quello che ha saputo fare con intelligenza, eleganza, ironia a tratti sferzante Giuseppe Riggio con la sua Intervista all’anima dell’Etna, magistralmente interpretata dalla bravissima Maria Rita Sgarlato, bella e fascinosa Muntagna con il suo abito rosso.

Nei quaranta minuti dello spettacolo promosso dall’Associazione Etnaviva – frutto di un bel laboratorio teatrale – e messo in scena sul palcoscenico dell’Auditorium Parrocchiale di Zafferana Etnea, con parole chiare e incisive, ma anche con molta eleganza, il testo affonda il coltello nella varie piaghe che hanno fatto e fanno arrabbiare quelli che amano sul serio l’Etna e la frequentano con passione:  la frenetica e ossessiva iper esposizione digitale, i troppi lacci e lacciuoli alla libera fruizione sull’altare della sicurezza, la mai sopita voglia di affari in assoluto spregio del rispetto di una natura straordinaria e unica, la corsa al business del turismo di massa e tanto altro.

5 SIGNORA ETNA

Complimenti al grande Giuseppe Riggio, carissimo amico e “contributor” di prim’ordine di questo blog, profondo conoscitore ed eccellente narratore della Muntagna, capace di regalarci finalmente, con il suo testo brillante e divertente e negli inediti panni del “bravo presentatore” dal sorriso stereotipato e volutamente fessacchiotto, una visione non troppo seria del “circo” Etna, senza violare la sacralità del magico vulcano.

Della bravura dell’attrice ho già scritto, bravi e simpatici anche gli otto spettatori dell’intervista (Pietro Franceschino, Santuzza Leotta, Silvana Ippolito, Laura Le Metre, Antonella Mangano, Dario Polimeni, Maria Grazia Puglisi e Maria Grazia Tomaselli), adeguatamente estasiati e un po’ inebetiti, gradevole il clarinetto di Concetta Sapienza.

6 SIGNORA ETNA

Spero che ci siano altre repliche di questo spettacolo originale e piacevole, che certamente sarà molto gradito agli autentici innamorati dell’Etna, dipingendo con delicata ironia e un pizzico di sarcasmo un ampio affresco di tutte le fondamentali questioni relative al rapporto dell’uomo con il vulcano Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Un grande grazie per le foto al mio generoso amico Joe Faro, professionista con i fiocchi della macchina fotografica.

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