di Antonella De Francesco
Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores si compone di due film distinti cromaticamente. Nella vita vera (in bianco e nero) il protagonista Leo Bernardi, regista interpretato da Toni Servillo, sta girando un film (a colori) tratto dal testo di Arthur Schnitzler, Il ritorno di Casanova, interpretato da Fabrizio Bentivoglio. I due protagonisti, ottimi attori e splendidi sessantenni nella realtà, condividono il disagio del tempo che passa e il rimpianto degli anni ruggenti. Ma mentre Casanova sente ancora indomito il desiderio di conquista, Leo resta imbrigliato tra l’inquietudine della vecchiaia e la voglia di cogliere l’ultimo alito di vita, che l’amore di una giovane donna può regalargli.
È un film sulla crudeltà del tempo che passa e determina quella condizione di stallo in cui l’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene e il presente ci sfugge. Siamo tutti profondamente ingenui nel ritenere che il tempo passi solo per gli altri , almeno lo siamo fino ad una certa età. Fino a ieri siamo stati padroni della scena: attrattivi, forti, decisi, capaci di rimandare perché avevamo tutta la vita davanti. Poi, ad un certo punto, lo specchio ci restituisce quell’immagine di noi che a stento riconosciamo e ci sentiamo soli.
Casanova e Leo affrontano su due piani diversi l’incedere dell’età. Il primo non vuole arrendersi all’idea di non essere più irresistibile e azzarda la sfida con un giovane rivale in amore. Il secondo si è già arreso, per certi versi, precludendosi la possibilità di andare avanti in una relazione che lo fa stare bene, sprofondando nell’inquietudine. C’è una scena magnifica di un duello tra rivali che si sfidano nudi: la vecchiaia e la giovinezza in un “corpo a corpo” in cui l’esperienza aiuta, ma non basta a portare a casa il risultato.
Un monito a non sfidare i giovani in un duello che non possiamo vincere e non dobbiamo vincere, lasciando, piuttosto, a loro la scena, come noi l’abbiamo rubata ad altri prima di loro. Ma attenzione nel cinema, come nella vita, si vince e si perde, ma le occasioni di felicità non vanno mai sprecate: rinunciarvi significherebbe invecchiare di più .
Film elegante, da vedere.

Antonella De Francesco

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