di Daniela Borzì *
La DAD (Didattica A Distanza), pur non avendo la stessa valenza ed efficacia della lezione in presenza. è importante in questa situazione di emergenza. È fondamentale che noi docenti non perdiamo il contatto con i nostri alunni. L’invisibile filo che ci lega non si deve spezzare né tantomeno assottigliare. Dobbiamo sostenere, in questo delicato momento, i bambini e le famiglie ancora disorientate per quello che sta avvenendo e che ha stravolto abitudini e frequenza scolastica. È necessario farli sentire vicini e uniti come in classe attraverso la DAD,
Io sono contenta e soddisfatta del lavoro che sto svolgendo con i miei alunni di classe quarta di scuola primaria; ogni giorno, tramite una piattaforma di video-conferenza, facciamo lezione guardandoci negli occhi anche se solo attraverso uno schermo e ci emozioniamo. Mi accorgo che sono felici e rassicurati dalla presenza della loro maestra che seppur virtualmente li fa sentire sempre partecipi e protagonisti della vita di classe.
Naturalmente ci vuole molto equilibrio nella proposta, bisogna tenere conto della classe, dei tempi di assegnazione e della mole di attività. La mia giornata inizia allo stesso orario di sempre con molte cose da fare: preparare lezioni, correggere gli elaborati e rendermi carina per l’appuntamento delle 9:45 quando invio il link ai miei alunni per avviare il meeting nella nostra aula virtuale ed eccoli, alcuni pimpanti ed altri ancora assonnati ma tutti volenterosi.
Inizio la mia lezione di italiano, che ha una durata di circa 50 minuti, alternando la spiegazione di un argomento a una conversazione talvolta non prettamente didattica. Mi fanno mille domande sulle date della fine di questa “guerra”, sulla sperimentazione di un farmaco magico che possa far guarire tutti, hanno dubbi, perplessità e anche paura. Hanno tanta nostalgia della scuola quale luogo di incontro, della socialità e della relazione. Niente può sostituire la bellezza della scuola fisica. Nessun dispositivo può farci sentire comunità nel vero senso del termine, ma certamente ciascuno si rimbocca le maniche e fa la sua parte.
Credo fortemente nel mio lavoro e faccio solo il mio dovere. Sono loro che mi danno la forza di affrontare questa terribile reclusione!
*Docente del Circolo Didattico “Giuseppe Fava” di Mascalucia
Commenti recenti