di Santo Scalia
Vi è mai capitato di avere la sensazione che le eruzioni dell’Etna avvengano con maggior frequenza in certi periodi dell’anno?
Un po’ per gioco, un po’ per curiosità, ho preso in esame le date in cui hanno avuto inizio 125 episodi eruttivi (dal 1323 al 2006); per fare questo ho utilizzato la tavole pubblicate nell’ottimo lavoro del 2004 Eruptions of Mt Etna During the Past 3,200 Years: A Revised Compilation Integrating the Historical and Stratigraphic Records di Stefano Branca e Paola Del Carlo e, per quelle più recenti, i miei appunti, dato che seguo le eruzioni etnee a partire dal 1960.
Rimane lontano da me il pensiero che i risultati ottenuti possano rivestire una qualche valenza dal punto di vista scientifico: ribadisco che si tratta di una mera curiosità, di una esercitazione e di un… passatempo.
Facciamo preliminarmente qualche considerazione: cosa può far sì che un’eruzione si verifichi in un determinato mese anziché in un altro? Cosa è un “mese”? Un mese è «ciascuno dei dodici periodi, di durata ineguale (da 28 a 31 giorni), in cui nel calendario gregoriano è convenzionalmente suddiviso l’anno civile, distinti con proprî nomi» (Treccani). Si tratta di una convenzionale unità di misura del tempo, di una arbitraria segmentazione del tempo impiegato dal pianeta Terra nel percorrere la propria orbita intorno alla stella Sole, non corrispondente ad alcuna configurazione fisica particolare.
Ci sono, nel corso dell’anno, delle situazioni che potrebbero avere una valenza fisica: il giorno in cui la Terra è più vicina al Sole, il cosiddetto perielio, e quello in cui invece è più lontana, l’afelio. Le giornate in cui il terminatore (il circolo d’illuminazione che separa l’emisfero del pianeta illuminato da quello in ombra) passa per i due poli terresti (cosa che avviene agli equinozi). Per il rimanente tempo, un giorno vale l’altro, un mese… vale l’altro.
La “popolazione statistica” di questa indagine, come già detto, è rappresentata da 125 episodi eruttivi; volutamente non si è tenuto conto delle sequenze dei numerosi e ripetuti parossismi manifestati dal Cratere subterminale di Sud-Est dell’Etna nel corso del XXI secolo. Contrariamente a quanto avvenuto per secoli, in questi primi due decenni del terzo millennio lo stile eruttivo etneo sembra essersi modificato; non più lunghe eruzioni di fianco, o potenti eruzioni centrali, ma sequenze di parossismi eruttivi subterminali, con colate laviche di breve lunghezza, imponenti fontane di lava e altissime colonne eruttive.
Il primo risultato ottenuto riportando il numero di eventi in rapporto al mese in cui questi sono avvenuti è che 17 di essi – il 13,6 % degli episodi eruttivi analizzati – ha avuto inizio nel mese di Marzo.
Mettendo poi in relazione il numero di eventi ed il trimestre all’interno del quale si pone l’inizio si trova che ben il 29,6 % degli episodi eruttivi analizzati ha avuto inizio nel corso del primo trimestre (Gennaio, Febbraio e Marzo)
Se però, anziché considerare i trimestri standard (1°: Gen.-Feb.-Mar.; 2°: Apr.-Mag.-Giu.; 3°: Lug.-Ago.-Set.; 4°: Ott.-Nov.-Dic.) prendiamo in esame i trimestri composti diversamente (Febbraio-Marzo-Aprile il primo e via di seguito) il risultato è ancora più intrigante: è il 31,2 % degli episodi eruttivi analizzati ad aver avuto inizio nel primo raggruppamento di mesi, cioè Febbraio-Marzo-Aprile
Si tratta di pura coincidenza? Un famoso personaggio di una gettonata serie televisiva è solito dire che “le coincidenze non esistono”. E allora?
A dire il vero, questa particolarità aveva già incuriosito anche il compianto professor Romolo Romano: lo incontrai un giorno, – tanto, ma tanto, tempo fa – all’Osservatorio Astrofisico di Catania, presso la sede di Santa Sofia, dove stavo elaborando la mia tesi per la laurea. Era venuto ad incontrare i colleghi astronomi per avere certezza che dal punto di vista astronomico, nel periodo di inizio primavera, non ci fossero particolari configurazioni o situazioni peculiari dal punto di vista fisico. Adesso, a quasi mezzo secolo di distanza, con una popolazione statistica più ricca del 16%, ho provato a mettere in relazione l’inizio dei fenomeni ed il periodo in cui sono avvenuti; il risultato, come abbiamo visto, è quanto meno curioso.
U n’avìri chiffàri, direte, non avere da fare: e non posso che darvi ragione!
Il citato lavoro di Branca e Del Carlo è stato pubblicato nel 2004 su Geophysical Monograph (Series 143:1-27) ed è stato inserito nel volume Mt. Etna: Volcano Laboratory (pp.1-27), volume anch’esso del 2004, curato da Alessandro Bonaccorso, Sonia Calvari, M. Coltelli, C. Del Negro e S. Falsaperla
Con il titolo: Etna da Palermo, 12 marzo 2021 (foto di Santo Scalia)
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