di Santo Scalia
No, non è una battuta per ridere: cosa ci fanno, insieme, un vulcanologo, uno scrittore, un narratore e un giornalista? Sono tutti uomini esperti, che il loro mestiere lo sanno fare, e lo fanno bene.
Un vulcanologo: non uno qualunque, ma il responsabile del Monitoraggio Vulcanologico dell’INGV, sezione di Catania e grande esperto di vulcanologia storica; uno scrittore e non solo uno scrittore, ma un geologo, naturalista e giornalista; un lettore, narratore che presta la propria voce per la lettura dei brani che, tra storia e fantasia, arricchiscono quanto la scienza registra; il giornalista è un giornalista professionista, ma è anche uno scrittore, per tanti anni in passato responsabile dell’Ufficio Stampa del Parco dell’Etna.
E hanno tutti un nome, nome noto tra chi segue le vicende dell’Etna e le attività culturali che sull’Etna prendono vita: sono Stefano Branca, Sergio Mangiameli, Aldo Leontini e Gaetano Perricone.
Sì, ma cosa ci fanno insieme? Semplice, con il rigore scientifico del ricercatore, la libera fantasia dello scrittore e la chiara e appassionata lettura del narratore ci fanno rivivere momenti significativi della storia del nostro vulcano, introdotti e guidati dalla matura esperienza del giornalista. E non solo, ci fanno riflettere su aspetti che spesso ci sfuggono, quali un rapporto diretto con la natura, oggi difficile a causa di troppi divieti, il rapporto di rispetto che tutti dovremmo tenere nei confronti del vulcano, sui pericoli e sui benefici di chi su un vulcano ci vive.
Sono una squadra, una squadra affiatata e ormai collaudata, in sintonia tra di loro; una squadra che, in un paio d’ore, offre una conferenza scientifica di alto livello, brani di una letteratura spesso inedita, ma liberamente vincolata alla storia, e interessanti spunti per una seria riflessione. E perché no, se capita, della buona, ottima musica. E’ una squadra che offre uno spettacolo, seguendo quello che ormai viene definito un format (l’idea base, o la formula, secondo cui è ideato un programma originale): Le colate raccontate.
E il programma proposto non è sempre uguale, non è una ripetizione di cose già trattate: di volta in volta, prendendo spunto dal calendario dettato dal vulcano e dalle sue manifestazioni, la conferenza vulcanologica ripercorre le vicende dell’eruzione del 1928, che ricordiamo ha sepolto la cittadina di Mascali; o in occasione delle commemorazioni, ancora in corso, per ricordare i 350 anni dalla catastrofica eruzione del 1669, quando la lava, distrutti i casali di Mompileri, Malpasso e tanti altri arrivò alle mura di Catania, proprio sotto al Castello Ursino.
La lettura dei racconti scritti appositamente, ambientati nel tempo e nei luoghi degli eventi trattati, si accorda perfettamente al contesto storico considerato; sono nati così, ad esempio, Fermata 1928, Cena al Castello, La lava s’è fermata, La strana storia di Esteban Blanco e il recentissimo Una storia d’amore.
Come sono nate Le colate raccontate? «L’idea è nata un po’ per scherzo», racconta Sergio. Dopo aver assistito ad una conferenza vulcanologica di Stefano pensò, con la testa dello scrittore, di scrivere un racconto; ma un racconto sì di fantasia, ma che non tradisse per questo la storia. Dopo di questo ne sono venuti altri; poi è stato fatto l’esperimento di presentarli, racconti e conferenze, al pubblico; ed oggi sono ciò che sono: vulcanologia storica dell’Etna e narrativa surreale insieme, tra esattezza scientifica e finzione letteraria in racconti (dal sito internet Etnalife, dove i racconti de “Le colate raccontate” sono raccolti e leggibili online, in esclusiva, nella rubrica “Storie dell’altro mondo“).
Dalla prima apparizione, nella sede dell’Etnamuseum di Viagrande nel 2015, Le colate raccontate è stato riproposto tante altre volte, sempre in prestigiose ed appropriate “locations”: a Catania, al Castello Ursino; due volte nella sede del Parco dell’Etna a Nicolosi, presso l’antico e suggestivo ex Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena; a Mascali, cittadina sepolta dalle lave nel 1928; presso La Pinacoteca Sciavarrello al Real Collegio Capizzi di Bronte; nello Stabilimento di Monaco a Misterbianco e per ultimo all’Antica Libreria di via Spadaro Grassi a Catania.
“Le colate raccontate” torneranno la sera del 14 luglio prossimo nel Santuario della Madonna della Sciara di Mompilieri. E’ l’occasione per ascoltare il nuovo racconto di Sergio Mangiameli, Una storia d’Amore: ambientato proprio a Mompileri, tra la tragica sera del 12 marzo 1669 – quando la lava seppellì il villaggio – e l’agosto del 1704, mese in cui fu ritrovata la statua della Madonna delle Grazie, sotto metri e metri di durissima lava.
Con il titolo: Le Colate raccontate a Castello Ursino, a Catania, i 28 maggio del 2016
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