FONTE: INGVVulcani
di Boris Behncke
Dopo gli episodi parossistici del 13-14, 21 e 22 dicembre 2020, l’attività ai crateri sommitali dell’Etna si è protratta in forma ridotta ma continuativa al Cratere di Sud-Est, e in maniera più intermittente ai crateri Voragine, Bocca Nuova e Nord-Est (Figura 1a). Nel mattino del 17 gennaio 2021 è avvenuto un modesto trabocco lavico dalla bocca più orientale del Cratere di Sud-Est, che ha alimentato una colata di lava verso la Valle del Bove (Figura 1b). Questo trabocco si è probabilmente concluso nell’intervallo fra il pomeriggio del 17 gennaio e il mattino del giorno successivo, sebbene le cattive condizioni meteorologiche hanno fortemente limitato le osservazioni visive e termiche. Nel tardo pomeriggio del 18 gennaio due bocche situate nella parte orientale del Cratere di Sud-Est hanno continuato l’attività stromboliana, mentre la colata lavica del giorno precedente era ferma e in raffreddamento.
Fra le ore 19:30 e 20:00, in concomitanza con un repentino incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico, l’attività esplosiva del Cratere di Sud-Est è progressivamente aumentata, e verso le 20:00 è cominciato un nuovo trabocco di lava dalla bocca più orientale verso la Valle del Bove (Figura 2). La colata si è biforcata alla base del cono ed ha generato violente interazioni esplosive con la neve caduta in giornata. Durante la fase di attività più intensa, fra le 21:20 e 21:30, è avvenuto un secondo trabocco lavico attraverso una nicchia apertasi lungo l’orlo craterico durante l’episodio eruttivo del 18-20 luglio 2019 .
Anche questo flusso lavico ha fortemente interagito con la neve. Sull’alto fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est si sono formati diversi piccoli flussi lavici dall’accumulo di copiose quantità di brandelli lavici fluidi in ricaduta dalle fontane di lava (Figura 3).
L’attività esplosiva ha generato una colonna eruttiva, che si è dapprima innalzata per alcuni chilometri sopra la cima dell’Etna (Figura 4) e successivamente è stata piegata dal vento in direzione sud-est. In quel settore si è osservata la ricaduta di cenere a granulometria fine, che ha raggiunto la costa ionica nell’area di Acicastello-Acireale.
Dopo le ore 21:30, l’attività esplosiva è rapidamente diminuita e l’ampiezza del tremore vulcanico ha mostrato un forte calo, attestandosi su valori medio-bassi alle ore 22:50; l’alimentazione delle colate laviche è cessata nello stesso intervallo. Nella notte e nella mattinata del 19 gennaio è continuata una debole attività stromboliana al Cratere di Sud-Est, a volte accompagnata da emissione di cenere (Figura 5), mentre al cratere Voragine sono avvenute sporadiche esplosioni. Al momento della pubblicazione di questo articolo (19 gennaio pomeriggio), l’attività eruttiva sta continuando secondo le stesse modalità appena descritte.
Nella mattinata del 19 gennaio, il satellite Sentinel 2 ha acquisito una nuova immagine dell’Etna (Figura 6), che mostra anomalie termiche all’interno di tutti e quattro i crateri sommitali e le nuove colate laviche emesse la sera del 18 gennaio, ancora calde.
Le manifestazioni eruttive degli ultimi mesi ricadono in un periodo di classica attività sommitale dell’Etna, che è in corso dalla primavera del 2019. Dopo la breve eruzione laterale del 24-27 dicembre 2018, il Cratere di Sud-Est si è risvegliato il 30 maggio 2019, e nuovamente il 18 e il 27 luglio 2019, prima che l’attività si spostasse, il 12 settembre 2019, al cratere Voragine, e nuovamente al Cratere di Sud-Est nella primavera del 2020. L’attività sommitale dell’Etna può variare, da debole attività stromboliana ed effusiva a spettacolari episodi di fontane di lava, rapidi flussi lavici confinati alle quote alte del vulcano, e colonne eruttive cariche di materiale piroclastico che spesso raggiungono diversi chilometri in altezza. Questi episodi, conosciuti anche come “parossismi”, sono un fenomeno molto comune nell’attività recente dell’Etna: nell’anno 2000 il Cratere di Sud-Est ne produsse più di sessanta in pochi mesi, e fra gennaio 2011 e dicembre 2013 un’altra cinquantina, che hanno portato alla crescita del nuovo cono del Cratere di Sud-Est.
Con il titolo: foto di Vincenzo Greco
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