di Santo Scalia

Carlo Gemmellaro, «un uomo nato e cresciuto sulle falde dell’Etna, che sin dagli anni più teneri compreso di meraviglia alla vista dei sorprendenti e terribili fenomeni di questo ignivomo monte, il più grande e famoso dei vulcani di Europa, e poi spinto da irresistibil pendio e da irrefrenabil curiosità scientifica, dedicò i suoi giorni a studiarne non solo l’esterna configurazione, ma a scandagliarne eziandio l’intera fattura e la costituzione intima delle viscere bollenti […]».

Così viene descritto lo scienziato nicolosita nell’Elogio accademico del Prof. Cav. Carlo Gemmellaro, letto all’Accademia Gioenia di Scienze Naturali di Catania il 2 dicembre 1869dal Dott. Andrea Aradas – suo allievo – e pubblicato a Catania nello stesso anno.

Carlo Gemmellaro – incisione dal sopracitato Elogio (1869)
Busto di Carlo Gemmellaro – Giardino Bellini – Catania (Foto S. Scalia)

 Venuto alla luce a Nicolosi, paese alle pendici meridionali dell’Etna, il 14 novembre del 1787, fu uno dei figli di Gaetano Gemmellaro e Margherita Morabito. Nella famiglia, anche gli altri due suoi fratelli si distinsero per il loro interesse verso le Scienze: Mario (1773-1839) e Giuseppe (1788-1886).

Mariofratello maggiore, più grande di Carlo di quattordici anni – manifestò il suo  interesse per lo studio dellEtna «[…] intorno all’anno 1800, probabilmente a seguito di contatti con viaggiatori naturalisti come de Dolomieu e Spallanzani. Nel 1804 costruì, anche per ospitarvi appassionati visitatori dell’Etna, una piccola casa a quota 2942 m, sull’orlo della lava dell’eruzione del 1787, e sette anni dopo un altro rifugio più ampio e confortevole; i due edifici sono spesso riportati come “Gratissima” e “Casa inglese”» (da Un ricordo di Carlo Gemmellaro di Renato Cristofolini2017).

Giuseppefratello minore – fu anch’egli medico, come Carlo prima di lui (aveva conseguito la laurea in medicina nel 1809), ma coltivò anche un interesse per le vicende etnee: nel 1823 pubblicò infatti unbQuadro storico topografico delle eruzioni dell’Etnaed «[…] ebbe rapporti di amicizia e di studio anche con l’insigne studioso, avvocato, geologo e naturalista Sir Charles Lyell, già da tempo legato da un profondo rapporto di amicizia e di vivace dialettica con il fratello Carlo […]» (da Una lettera inedita di Giuseppe Gemmellaro di  Luigi Sanfilippohttp://www.edizionincontri.it ).

Carlo ebbe un figlio, Gaetano Giorgio (1832-1904) che, oltre a emulare il padre negli studi di medicina, fu geologo, paleontologo ed anche senatore del Regno d’Italia. In seguito, nel 1861 questi fondò a Palermo il Museo paleontologico e geologico, museo che oggi porta il suo nome.

I Gemmellaro furono quindi una famiglia molto apprezzata nel campo della cultura scientifica; lo scienziato tedesco Sartorius Von Waltershausen conobbe tutti e tre i fratelli, e ricevette da loro supporto nella realizzazione della sua conosciutissima ed apprezzatissima opera Der Ätna, pubblicata nel 1880.

Il cortile interno di Casa Gemmellaro (Foto S. Scalia)
Targa sull’esterno della casa (Foto S. Scalia)

A Nicolosi esiste ancora la casa che fu dimora di Mario Gemmellaro. In appositi locali, realizzati all’interno del cortile della struttura, nel 2002 fu inaugurato il Museo Vulcanologico dell’Etna.

Nel paese anche una via è stata intitolata ai Fratelli Gemmellaro.

 Carlo morì a Catania il 22 ottobre 1866, all’età di settantanove anni, a causa di un tumore alla gola.

La principale opera di vulcanologia di Carlo Gemmellaro La Vulcanologia dell’Etna, pubblicata nel 1858
Elogio accademico del Prof. Cav. Carlo Gemmellaro

L’eruzione dell’Etna del 1886

Tra il 18 ed il 19 maggio 1886 sul fianco meridionale del vulcano, nella stessa direzione NNE-SSW,  «lungo la medesima frattura del 1883 a circa 1400 m di quota si aprì una bocca eruttiva che produsse un vasto campo lavico fino alle prime case di Nicolosi che fu evacuato» (Stefano Branca e Jean-Claude TanguyLe eruzioni di epoca storica dell’Etnaingvvulcani.com ).

Le reliquie di Sant’Agata in processione nel maggio del 1886 (originale presso la Badia Primaziale S. Anselmo di Roma)

Nei 20 giorni dell’eruzione furono emessi circa 66 milioni di metri cubi di lava; le colate raggiunsero una lunghezza di quasi 6 chilometri e mezzo, e si spinsero fino ad una quota di 780 metri sul livello del mare. Il paese di Nicolosi fu seriamente minacciato, ed in questa occasione, ancora una volta, la popolazione fiduciosa fece ricorso all’intercessione dei Santi protettori: le reliquie della martire Sant’Agata furono portate in processione dal Cardinale Giuseppe Dusmet. Il paese fu risparmiato – secondo la fede popolare – anche per l’intervento di Sant’Antonio Abate, il cui simulacro fu condotto incontro alla lava. Nel luogo dove la colata si arrestò venne edificata una edicola dedicata al Santo, per ricordare l’evento.

I tre Altarelli circondati dalle lave del 1886 (incisione d’epoca – collezione personale)
Nicolosi, S. Antonino alla Sciara (Foto S. Scalia)
Nicolosi, Altarino Sant’Agata (foto S. Scalia)

 

 

 

 

 

 

 

 

Un altro braccio di lava si arrestò proprio a ridosso dei Tre Altarelli, edicola votiva precedentemente eretta in memoria dell’eruzione del 1766. Ad eruzione terminata un altarino fu eretto in onore di Sant’Antonio (oggi detto Sant’Antonino alla sciara); nel luogo dove furono portate le reliquie della Santa catanese fu successivamente edificata una cappella (l’altarino di Sant’Agata – Divae Agathae Servatrici alla periferia nord di Nicolosi), accanto alla quale fu posta anche una statua raffigurante il Cardinale Dusmet ed una targa che recita: «Ricordando l’intervento del Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet in ausilio del popolo di Nicolosi durante l’eruzione del 1886 e la sua recente beatificazione l’Amministrazione Comunale, interpretando il desiderio della cittadinanza, eresse».

Monte Gemmellaro – Foto S. Scalia

Nel corso dell’eruzione del 1886 circa 51 milioni di metri cubi di ceneri e scorie si accumularono lì dove avveniva la degassazione esplosiva, dando origine ad un cono avventizio il cui punto più alto raggiunge i 1500 metri circa, rilievo che oggi si eleva di un centinaio di metri sui campi lavici che lo circondano. Il cono di scorie, formatosi nello stesso anno in cui Carlo Gemmellaro morì, fu intitolato allo scienziato, e nella toponomastica  ufficiale porta quindi il nome di Monte Gemmellaro.

Alla sua base meridionale, ancor oggi, si possono visitare le bocche effusive da cui si sono originale le colate laviche; le si può facilmente raggiungere seguendo l’Itinerario Didattico Monte Grosso – Monte-Gemmellaro che si imbocca dal cancello a quota 1268 lungo la Strada di Bonifica Rinazzi (diramazione della SP. 92 Nicolosi-Etna). E’ stato realizzato dal Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania in collaborazione con l’Ente Parco dell’Etna, il Comune di Nicolosi e il Dipartimento regionale Aziende Foreste Demaniali e sarà inaugurato sabato 10 luglio 2021 alle ore 17. 

È interessante il raffronto tra le immagini dell’apparato effusivo come si presenta oggi e lo stesso come si presentava subito dopo il termine dell’eruzione (da Osservazioni e studj [sic] sulla grandiosa Eruzione Etnea del Maggio-Giugno 1886 del Prof. Orazio Silvestri, appendice a L’eruzione dell’Etna del 1886 di Alfredo Silvestri, figlio del Professore, in Atti dell’Accademia Gioenia – Serie IV – Vol. VI del 1893).

Bocche effusive di Monte Gemmellaro (Foto S. Scalia)
Bocche effusive di Monte Gemmellaro (Foto O. Silvestri)
Bocche Superiori Monte Gemmellaro (Foto S.Scalia)

 

 

 

 

 

 

Bocche Superiori Monte Gemmellaro (Foto O.Silvestri)

 

Nell’Appendice posta alla fine di questo testo è riportato un elenco delle principali  pubblicazioni di Carlo Gemmellaro (quelle con il simbolo [*] sono presenti nella mia biblioteca cartacea e digitale). La maggior parte di questi scritti sono stati pubblicati in Atti dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali di Catania. L’elenco esposto non è certamente esaustivo dell’ingente produzione dello scienziato.

Come già detto il figlio di Carlo Gemmellaro, Gaetano Giorgio, fu il fondatore del museo paleontologico e geologico di Palermo, oggi in suo onore denominato Museo Geologico Gemmellaro. «L’opera del Gemmellaro, che fu direttore dell’Istituto di Geologia ininterrottamente fino al 1904 e Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Palermo dal 1874 al 1876 e dal 1880 al 1883, rese il Museo palermitano uno dei principali musei geologici e paleontologici del mondo, secondo, a detta degli studiosi dell’epoca, solamente al British Museum di Londra». (dal sito http://www.museogeologia.unipa.it ).

Busto di Gaetano Giorgio Gemmellaro presente nel Museo Geologico Gemmellaro (Palermo) Foto S. Scalia

Nel museo, due delle vetrine sono dedicate a Carlo Gemmellaro e all’Isola Ferdinandea, nata

Due vetrine del Museo Geologico Gemmellaro con i campioni rocciosi dell’Isola Ferdinandea (Palermo). Foto S. Scalia

dall’attività vulcanica nel Mar Mediterraneo nel 1831 e successivamente scomparsa. In esse, oltre ad un disegno originale realizzato dallo scienziato, sono esposti dei campioni litici provenienti dall’isola ormai sommersa.

 

 

 

APPENDICE 

Breve bibliografia dei lavori di Carlo Gemmellaro:

1823 – Sopra alcuni pezzi di granito e di lave antiche trovati presso alla cima dell’Etna.

Osservazioni fisiche

1824 – Una topografia fisica dell’Etna [*]

Una delle bocche effusive dell’eruzione del 1866, presso Monte Gemmellaro (Foto S. Scalia)

1825 – Prospetto d’una topografia fisica dell’Etna e suoi contorni

1828 Memoria sul Confine marittimo dell’Etna [*]

1829 – Su i vulcani estinti della Val di Noto

1831 – Relazione dei fenomeni del Nuovo Vulcano sorto dal mare … [*]

1831 – Sopra la fisionomia delle montagne della Sicilia

1833 – Sopra la origine ed i progressi delle scienze naturali in Sicilia [*]

1833 – Cenno sopra le conchiglie fossili dell’argilla terziaria di Cifali presso Catania

1834 – Considerazioni geologiche sullo zolfo

1834 – De Vallis de Bove in monte Aetna geognostica constitutione…

1837 – Sulla costituzione fisica della Valle del Bove

1838 – Cenno sull’attuale eruzione dell’Etna [*]

1842 – Sopra la varietà di superficie nelle correnti vulcaniche

1843 – Cenno storico sulla eruzione dell’Etna del 27 novembre 1842 [*]

1843 – Sulla eruzione del 17 novembre 1843

1844 – Sulle lave prismatiche di Licodia [*]

1845 – Sul basalto decomposto dell’Isola dei Ciclopi

1847 – Saggio sulla costituzione fisica dell’Etna [*]

1849 – Saggio di storia fisica di Catania [*]

1852 – Breve ragguaglio della eruzione dell’ Etna del 21 agosto 1852 [*]

1857 – Sul diluvio. Prove geologiche

1857 – Sul profondamento del suolo nel cratere dell’ Etna [*]

1858 – La vulcanologia dell’Etna (ristampa anastatica 1989) [*]

1865 – Breve ragguaglio della eruzione dell’Etna negli ultimi di gennaio 1865

1865 – Un addio al maggior vulcano di Europa [*]

Con il titolo: Monte Gemmellaro (Foto S. Scalia)

 

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