di Santo Scalia
Nel corso degli anni Sessanta una nuova strada di accesso all’Etna fu progettata e realizzata: la Zafferana-Rifugio Sapienza. Veniva così completato il progetto della SP92, la strada provinciale che da Nicolosi raggiungeva il Sapienza (l’area oggi denominata Nicolosi Nord), e da lì Zafferana Etnea, servendo anche con una diramazione i frutteti della contrada Cassone.
Parte del tracciato di questa strada si svolge sulle distese laviche generate dall’eruzione del 1792, nate da bocche formatesi nella parte meridionale della Serra del Salifizio e che rappresentarono una seria minaccia per la città di Zafferana Etnea. Durante i lavori di scavo per realizzare la sede stradale parecchie cavità vennero alla luce, e soprattutto due, le più grandi, furono lasciate fruibili all’esplorazione speleologica: la cosiddetta Grotta di Cassone, subito a monte di Piano del Vescovo, a 1455 metri di altezza; e la cosiddetta Grotta dei Pipistrelli, o Grotta dei Tre Livelli, a 1630 metri.
Entrambe le cavità sono del tipo galleria di scorrimento lavico, o lava-tubes come le definiscono gli anglofoni.
Sia la Grotta dei Tre Livelli che Grotta di Cassone sono state, nel recente passato, all’attenzione delle cronache per due incidenti, uno mortale ed uno, per fortuna, solo potenzialmente funesto: il 5 agosto 2016, infatti, un cicloturista austriaco di 64 anni, Bernard Launsecker, addentratosi nella Grotta dei Tre Livelli senza precauzioni e probabilmente anche senza una adeguata fonte di luce, precipitò nel primo dei pozzi presenti – a causa dei quali la grotta porta il nome significativo di “tre livelli” –, perdendo la vita. Ancora una caduta all’interno del primo pozzo della Tre Livelli è avvenuta lo scorso maggio: un escursionista di San Pietro Clarenza, avvicinatosi troppo al baratro, forse a causa dell’insufficiente illuminazione è precipitato per circa sei metri, rimanendo fortunatamente in vita.
Negli ultimi giorni di agosto di quest’anno, infine, proprio all’ingresso della Grotta di Cassone, un crollo ha interessato la volta della galleria: fortunatamente in quel momento non vi erano escursionisti all’interno, e non si sono registrate vittime. Per la facilità di accesso e per la mancanza di difficoltà speleologiche, la galleria è infatti molto visitata dai turisti, e meta frequente dei gruppi accompagnati dalle guide naturalistiche.
Ma torniamo alla Grotta dei Pipistrelli. Il quotidiano La Sicilia, nell’edizione del 18 giugno 1964, ne annunciava la scoperta.
Proprio perché abitata da numerosissimi esemplari di questo mammifero insettivoro, la grotta fu inizialmente denominata Grotta dei Pipistrelli; solo successivamente, dopo il rilievo topografico effettuato dagli speleologi del Gruppo Grotte del Club Alpino Italiano di Catania, la grotta, censita con la sigla Si CT 004 fu denominata Grotta dei Tre Livelli.
In conclusione il cronista riporta una notizia alquanto curiosa: «[…] ma soprattutto, essa è rifugio dei pipistrelli (gran parte già uccisi dai carabinieri), per cui qualcuno l’ha già denominata “la grotta dei pipistrelli”»!
La notizia riportata alla fine dell’articolo, qualora fosse vera, lascerebbe alquanto perplessi: sia perché non vedo ragione alcuna per la quale componenti dell’Arma avrebbero dovuto sterminare un’intera colonia di innocui, inoffensivi ed indifesi pipistrelli, sia perché non trovo e non credo che tale azione possa rientrare tra i compiti istituzionali dei militari.
D’accordo che mezzo secolo fa la sensibilità verso l’ambiente non fosse paragonabile a quella attuale ma… trasformarsi in bat-hunters!
La Grotta dei Tre Livelli, come indicato negli Atti del IX Simposio Internazionale di Vulcanospeleologia del CSE – Centro Speleologico Etneo, oggi è riconosciuta come «… la più importante grotta di scorrimento sul Monte Etna, la sua lunghezza totale è di 1150 m. Anche il dislivello è il maggiore essendo di 304 m. Questo è dovuto probabilmente alla durata dell’eruzione, 370 giorni. […] Inoltre essa costituì il canale principale per la maggior parte dell’eruzione. La parte superiore di questa cavità è molto inclinata raggiungendo i 40°, cosa inusuale per i tubi di scorrimento dell’Etna ed anche nel mondo».
Con il titolo: gruppo di pipistrelli (Myotis myotis) nella Grotta dei Tre Livelli (Foto A. Maugeri)
(Gaetano Perricone). Ringrazio ancora una volta il grande Santo Scalia per questo ennesimo, interessantissimo contributo di conoscenza delle storie della nostra Muntagna, che oggi pubblico sul mio blog con ancora maggiore piacere, coin i più affettuosi auguri di buon compleanno all’autore. Da parte mia, voglio aggiungere una piccola “chicca”, tratta dall’articolo che scrissi sul Bollettino ufficiale del Parco dell’Etna del settembre 2007: il Mount Etna Caves National Park, Parco nazionale australiano nella regione del Queensland che prende il nome dal Monte Etna d’Australia, così chiamato perché con i suoi 283 metri e la sua forma perfettamente conica è un vero e proprio “bonsai” del nostro Vulcano Patrimonio dell’Umanità, “ha il fine istituzionale di proteggere una serie di importanti grotte dove risiedono alcune significative specie di pipistrelli, che sono facilmente disturbati dagli uomini … Il Monte Etna è la sede preferita per più dell’ottanta per cento della popolazione australiana di piccoli pipistrelli con le ali ricurve; ed è anche uno dei pochi luoghi in Australia che ospita una colonia di pipistrello fantasma, una specie in via d’estinzione. L’accesso alle grotte è limitato – e in alcuni casi proibito – per proteggere questi speciali pipistrelli, in modo particolare durante la loro stagione della riproduzione. Tour guidati notturni vengono organizzati durante l’estate (in Australia da dicembre a febbraio), durante i quali si può assistere alla spettacolare apparizione notturna di migliaia di piccoli pipistrelli con le ali ricurve alla ricerca di cibo”. Insomma, per quasi incredibile e affascinante analogia, anche la piccola Etna d’Australia ha le sue grotte con i pipistrelli, come la Grotta dei Tre Livelli.
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