(Gaetano Perricone). Voglio scriverlo con enorme soddisfazione: i risultati del lavoro svolto in modo eccellente e qui a seguire ben descritto dall’ottimo Alfredo Pasqualino, laureato in economia aziendale originario di Nicolosi che certamente lascia una traccia significativa (e in contraddizione con tutto il male che di solito si dice su questo tipo di iniziative formative) per l’importanza dei contenuti del suo tirocinio al Parco dell’Etna, mi riempiono di gioia.
Quasi il cinquanta per cento di turisti e visitatori in più sull’Etna dopo il 2013, anno di grazia dell’iscrizione del più alto vulcano attivo d’Europa tra i siti naturali della World Heritage List dell’Unesco, dimostrano che la passione e l’entusiasmo con cui il manipolo di componenti dello staff del Parco – tra cui chi scrive – ha condotto in porto positivamente l’iter per il prestigioso riconoscimento, non è stata fatica sprecata. Abbiamo letto e sappiamo che, in media, l’iscrizione nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità porta un 30 per cento in più nel sito”eletto”; qui sull’Etna i numeri, raccolti da Alfredo per conto dell’Università di Catania con lo stesso spirito ed entusiasmo del nostro gruppo, ci parlano addirittura di un 50 per cento in più, per la precisione il 49,55.
Notevole davvero, con buona pace per tutti quelli, tanti, troppi, che hanno detto e continuano a dire che il riconoscimento Unesco è cosa quasi inutile. Che poi l’arrivo di tutta questa gente abbia riempito e stia riempendo le tasche di non troppe persone, sempre le stesse, invece di portare benefici a tutto il territorio, può dispiacerci, ma è un problema della politica e delle sue scelte.
I risultati dello studio sono stati presentati stamattina nella sede del Parco, l’antico Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena a Nicolosi, in una conferenza di grande interesse e con interventi qualificatissimi, caratterizzata dall’… assordante, quasi totale assenza (c’erano solo Adrano, Linguaglossa e Milo) dei rappresentanti dei Comuni che insistono nell’area protetta. Tutti d’accordo sulla valutazione positiva dei dati e sulla necessità di una “governance” che rafforzi i servizi per i turisti e la buona comunicazione del territorio, con un’attenzione costante alla sostenibilità ambientale, elemento di importanza prioritaria per l’Unesco.
Per concludere e passare al dettagliato articolo di Alfredo, che Il Vulcanico ringrazia di cuore per … l’ulteriore sforzo, ricordando le considerazioni del mio carissimo amico Giovanni Tomarchio mi pongo e vi pongo di nuovo quella che resta la domanda più interessante e sempre attualissima: è l’Etna a dovere ringraziare l’Unesco o è l’Unesco a dovere ringraziare in eterno la Muntagna ? Io la risposta ce l’ho e voi ? …
di Alfredo Pasqualino
Scommettere sui giovani è sempre una scelta azzardata, rischiosa… direbbe qualcuno! Al giorno d’oggi sono infatti frequenti i casi in cui non si ha il coraggio di credere in coloro che, con molta difficoltà, cercano di ritagliarsi timidamente uno spazio in un contesto altamente competitivo, il quale sembra avere un conto aperto con le nuove generazioni.
La storia che mi riguarda però, è una storia a lieto fine. Ho 22 anni e ho svolto un tirocinio professionalizzante pre-laurea, previsto dal mio piano di studi in Economia Aziendale all’Università di Catania, presso l’Ente Parco dell’Etna, dove mi è stato assegnato sin da subito un compito tutt’altro che semplice. Qualcuno aveva creduto nelle mie potenzialità ed era pronto a scommettere nel mio impegno e nella mia professionalità.
Mi sentii carico di responsabilità, ma allo stesso tempo entusiasta di poter lasciare una traccia, anche se piccola, nella mia Terra, contribuendo allo sviluppo e promozione del nostro amato vulcano. Il progetto sviluppato sotto la guida e supervisione del mio tutor didattico, il prof. Rosario Faraci e la mia tutor aziendale, ingegnere Agata Puglisi, comprende un’analisi sui flussi turistici nell’ambito del Parco dell’Etna denominata Overall Tourist Analysis.
L’elaborato analizza l’impatto del brand UNESCO sul trend dei flussi turistici, confrontandoli con quelli della Città Metropolitana di Catania e con quelli della Regione Sicilia.
Grazie all’esperienza di tirocinio professionalizzante ho acquisito svariate competenze che mi hanno permesso di maturare notevolmente sia dal punto di vista professionale, che da quello personale, integrandomi alle dinamiche che caratterizzano un Ente pubblico di rilevante importanza.
In riferimento all’attività svolta, le mie aspettative sono state in pieno soddisfatte, rendendo un’esperienza con elevato grado formativo, allo stesso tempo piacevole e gratificante. Questa valutazione è il risultato della concorrenza di diversi fattori che possono ricondursi alle favorevoli condizioni di lavoro, alla completa disponibilità dei tutor e al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
L’analisi al centro del mio lavoro è il frutto di una collaborazione di successo tra due istituzioni, che puntano alla formazione ed educazione dei giovani, promuovendo attività che se affrontate seriamente possono risultare proficue per tutte le parti interessate. L’auspicio più grande è che quanto svolto fino a questo momento possa essere fonte di ispirazione e punto di partenza per obiettivi ben più ambiziosi, che vedano l’Etna al centro della nostra rinascita.
Il metodo di lavoro
La necessità di un adeguato posizionamento in termini di “brand awareness” (riconoscibilità del marchio) del nostro amato vulcano, è sicuramente una problematica ampiamente dibattuta alla quale attribuire più rilevanza, visto il ruolo che ricopre all’interno del tessuto economico-turistico locale.
L’Etna gode di un’ottima web reputation, che i turisti accrescono quotidianamente attraverso recensioni in linea con la crescita rilevata di arrivi e presenze sul territorio. Nel giugno del 2013 la nostra “Muntagna” viene iscritta nella World Heritage List, a Phnom Pehn nell’ambito della trentasettesima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco con la partecipazione di oltre 180 paesi, diventando così il quarto sito naturale italiano a far parte dei “Patrimoni dell’Umanità”.
Quali sono state le conseguenze attinenti ai flussi turistici correlate a tale riconoscimento? L’ analisi sulla quale è sottoposta la nostra attenzione, denominata Overall Tourist Flow Analysis, (Analisi del flusso turistico complessivo) mira a evidenziare l’impatto del “brand” UNESCO sull’andamento dei flussi turistici nell’ambito del Parco dell’Etna in un determinato periodo di tempo (2011-2016).
La struttura dell’elaborato si concentra sul confronto degli arrivi e delle presenze (italiani e stranieri), evidenziando i periodi pre e post UNESCO raffrontati con l’andamento dei flussi nella città metropolitana di Catania, nell’intera Regione Sicilia e focalizzando l’attenzione sui due versanti (Nicolosi e Linguaglossa).
All’interno dell’analisi sono riportati anche ulteriori dati riguardanti la permanenza media dei turisti in termini di giorni ed altri trend inerenti i bus and car tickets nell’area di Nicolosi Nord. L’analisi e l’elaborazione dei grafici, è basata sui dati relativi al turismo della Città Metropolitana di Catania, della Regione Sicilia e del Comune di Nicolosi.
Riepilogo sintetico dei dati
Ecco i dati riepilogativi più significativi della mia ricerca.
Al fine di verificare l’influenza del brand UNESCO sui flussi turistici nell’ambito del Parco dell’Etna, l’analisi sulla quale è posta l’attenzione è stata inizialmente suddivisa in due distinti periodi cronologici: “prima del riconoscimento UNESCO” e “dopo il riconoscimento dell’UNESCO“. I grafici mostrano l’impatto significativo del brand UNESCO e dell’inclusione nell’elenco del patrimonio mondiale per il Parco dell’Etna.
Per quanto riguarda gli arrivi e le presenze, nel triennio che va dal 2011-2013, essi diminuiscono di circa il 16,13% e del 26,56%. Nei tre anni successivi (2014 – 2016) aumentano del 49,55% circa (arrivi) e del 16,43% (presenze).
Questi dati sono più rilevanti, rispetto al flusso turistico della Città Metropolitana di Catania, che mostra un aumento di circa il 36,60% (arrivi) e di circa lo 0,16% (presenze) dal 2011 al 2013. Negli ultimi tre anni (2014 – 2016) Catania ha registrato una variazione negativa corrispondente al -4,20% circa per quanto riguarda gli arrivi e -12,21% in riferimento alle presenze.
Considerando un intervallo di tempo più ampio di 16 anni (2001-2016), l’andamento del flusso turistico nell’area del Parco dell’Etna mostra un’instabile trend crescente, dove gli arrivi crescono costantemente, per poi diminuire nel 2013 raggiungendo infine, un picco massimo nel 2016. Le presenze seguono l’andamento degli arrivi, ma nel 2013 decrescono più decisamente degli arrivi.
Nel focus elaborato tra Nicolosi e Linguaglossa i grafici mostrano una crescita esponenziale del flusso turistico complessivo su entrambi i versanti, che hanno registrato una variazione positiva rispetto agli arrivi di circa il 70,25% (a Nicolosi) e di circa il 114,49% (a Linguaglossa). Il 63,83% (a Nicolosi) e il 152,53% (a Linguaglossa) sono le variazioni positive che si riferiscono alle presenze.
La permanenza turistica media in termini di giorni, sia estera che nazionale (data dal rapporto tra presenze e arrivi), mostra che nel 2016 la media complessiva per Nicolosi è di circa 1,88 giorni e di circa 2,05 giorni a Linguaglossa.
Il risultato dell’analisi sui flussi turistici regionali, riporta un decremento delle presenze del 10,43% circa nel triennio post riconoscimento UNESCO (2014-2016) opposto all’incremento del 2,99% registrato precedentemente al riconoscimento UNESCO. Gli arrivi seguono lo stesso trend negativo con un-4,80% nell’ultimo triennio di riferimento e una crescita del 5,63% nel primo triennio.
La permanenza turistica media nella regione Sicilia è diminuita nell’ultimo triennio registrando una permanenza di 3,1 giorni nel 2016 rispetto a 3,22 giorni del 2014.
La meravigliosa foto con il titolo, dall’archivio del Parco, è quella della copertina del Dossier di “Nomination” Unesco del Mount Etna
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