di Santo Scalia
Ragabo è il nome del bosco sull’Etna a monte del paese di Linguaglossa, rahab è il nome che gli arabi utilizzano per indicare il bosco. E nel Bosco Ragabo, intorno al 1958, tra i tornanti della Strada Mareneve, fu realizzato il Villaggio Mareneve. La Regione Siciliana, proprietaria delle strutture, affidò il Villaggio alla SAT, una società che a sua volta in seguito lo diede in concessione a dei privati.
Nel corso di una gita scolastica nella Pineta di Linguaglossa, nei primi anni ’60, ho avuto l’opportunità di visitarlo: ricordo anche con piacere di avervi gustato un bel gelato.
Purtroppo, trascorsi solo pochi anni, come ci testimonia il linguaglossese Saro Pafumi nel suo blog, «[…] dopo un breve periodo di relativo splendore, [il Villaggio Mareneve (n.d.a.)] cadde nell’oblio; attraversò la fase del depauperamento delle poche strutture rimaste in piedi (una sorte comune a tutte le strutture abbandonate) ed infine subì la devastazione di un incendio.»
Progetti e impegni per il recupero del Villaggio Turistico ce ne sono stati tanti: un primo tentativo fu effettuato dalla Provincia Regionale di Catania, ente al quale la Regione aveva alla fine ceduto la proprietà del Villaggio. Ma già nel 2007 il Quotidiano di Sicilia denunciava le promesse non mantenute.
Successivamente, nell’ottobre del 2011, l’allora Consigliere provinciale Gianni Parrinello, in una sua nota, metteva fra i punti programmatici del Piano Territoriale Provinciale la «Valorizzazione del Villaggio Mareneve sito a Linguaglossa con progetto di finanza inserito in Priorità annuale 2011 nel Piano Triennale delle OO.PP. 2011/2013;» (vedi Bronte118.it).
A novembre 2013, sia la testata online catania.livesicilia.it sia il sito Parks.it, riportavano la seguente notizia: «Mareneve, firmato protocollo per recuperare il villaggio», aggiungendo che «[…] Il bando di gara sarà pubblicato entro fine anno».
Il 20 giugno del 2015, in un articolo a firma Francesco Vasta, “La Sicilia” titolava: “Mareneve, speranze in mano ai privati. La ristrutturazione del Villaggio passa da una concessione in project financing. Ma restano molti dubbi”
Le buone intenzioni non si fermano qui: il 10 novembre 2016, il Quotidiano di Sicilia, con un articolo a firma di Melania Tanteri dal titolo Etna, un vulcano di opportunità, riportava testualmente: «[…]Di accoglienza, strutture e trasporti, oltre che dell’offerta culturale ampliata nell’ultimo anno grazie alle iniziative dell’assessorato, ha parlato Anthony Barbagallo, che si è soffermato sul concetto di destagionalizzazione, e della necessità di portare turisti e visitatori ad alta quota. “Bisogna rilanciare il Villaggio Mareneve e le strutture nei lotti della ricostruzione del 2002 a Linguaglossa – ha detto – interventi che rappresenterebbero una dotazione di 500 posti letto in più sul vulcano”.»
Purtroppo, malgrado tutto, i diversi lavori effettivamente messi in opera non sono valsi ad evitare il peggio; chi oggi volesse vedere in quale stato è ridotto il Villaggio non ha che da andarci: percorrendo la strada Mareneve che da Linguaglossa va verso Piano Provenzana, superato il Rifugio Ragabo ed il Brunek, dopo il primo curvone tra gli alberi, sul lato sinistro della strada, si profilano i fantasmi di ciò che fu il Villaggio: le porte e le finestre sembrano inquietanti occhi spalancati che sbirciano tra gli altissimi fusti dei pini larici.
Tutto ciò che si poteva asportare è stato asportato. Tutto ciò che si poteva distruggere è stato distrutto. Qualcuno ha trasformato in precaria stalla per bestie alcune delle strutture; qualche altro le ha trasformate in pubbliche latrine. E non pensiate che manchi l’immancabile amianto: lastre delle coperture e rivestimenti in lana di vetro sono sparsi nel bosco, abbandonati alle intemperie e al vento.
Di un altro fantasma abbiamo già parlato su questo blog (ilVulcanico, 5 giugno 2019), il Rifugio Attilio Conti. In quell’occasione abbiamo titolato “Il Rifugio Conti nella Pineta di Linguaglossa, com’era e com’è. Una triste storia di ordinario degrado sull’Etna”.
Purtroppo un altro esempio di triste storia di ordinario degrado la stiamo raccontando nuovamente oggi. Chi volesse vedere com’era, e come invece è oggi, il Villaggio Mareneve può accedere alla Fotogallery che riporta alcune immagini da cartoline postali dell’epoca (appartenenti alle mie collezioni) ed alcune fotografie da me realizzate.
Con il titolo: l’esterno del Villaggio Mareneve oggi
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