di Agata Puglisi
A Roma, nel suggestivo scenario di Palazzo Barberini, si è svolta dall’8 al 10 novembre, la VII Conferenza dei siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, organizzata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Per il sito Monte Etna, iscritto a giugno del 2013, questa è stata la prima Conferenza nazionale, che abbiamo colto come importante occasione di incontro e di confronto non solo tra tutti i siti italiani iscritti, ma anche con le istituzioni nazionali ed internazionali competenti e con esperti del settore.
Questa edizione della Conferenza nazionale ha avuto come tema principale l’istituzione di un Osservatorio dei Siti del Patrimonio Mondiale, come spazio comune dove riflettere, confrontare le esperienze, i piani e i programmi di gestione, scambiare buone pratiche, con l’intento di creare una rete per monitorare, comprendere, valutare e orientare l’importante realtà dei siti Unesco Italiani. L’Italia è infatti la nazione con il maggior numero di siti iscritti, complessivamente 51, di cui 4 appartenenti al Patrimonio naturale (Eolie, Monte San Giorgio, Dolomiti, Etna) e i rimanenti 47 al patrimonio culturale.
Per il nostro giovane sito Monte Etna sono state tre giornate di partecipazione intense, con ampio dibattito e interessanti riflessioni sulla protezione del patrimonio nel nuovo scenario internazionale, sul ruolo della cultura, dei valori naturali e ambientali, sulle forme di gestione, sui risultati dei controlli effettuati dall’Unesco con il Report Periodico e del monitoraggio dell’UICN per la gestione dei siti naturali.
Nello scenario generale di Agenda 2030 e dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’ONU, sono stati oggetto di un interessante dibattito la forma di gestione dei siti e la necessità o meno di dare valore prescrittivo ai piani di gestione. È emerso con chiarezza, sia dalla relazione di Paolo Castelnovi (della Fondazione Fitzcarraldo), sia dai risultati del tavolo di lavoro sulle aree archeologiche e paesaggi culturali- siti seriali e naturali, che i siti Unesco gestiti dai Parchi naturali rappresentano una forma di gestione forte, stabile, completa ed efficace, perché in essi sono rappresentati gli enti pubblici e le comunità locali, per la possibilità di risorse finanziarie certe e di personale dedicato. Non esiste comunque una prescrizione Unesco sulla forma di gestione, e nella maggioranza dei casi, quando ci sono più soggetti competenti per la gestione, è necessario ricorrere ad altre forme, quali apposite fondazioni o associazioni di enti con protocolli di intesa. Nei siti governati dai Parchi il Piano di Gestione ha poi, nella maggior parte dei casi, valore prescrittivo, mentre negli altri siti con forme di governo definite più deboli ha solo valore indicativo.
Sono stati proposti, dalle regioni Lombardia, Piemonte e Toscana, interessanti modelli di creazione di distretti dei siti Unesco regionali, con un efficace coordinamento della Regione per i trasporti, i problemi di area vasta, la comunicazione e la promozione. La Regione Sicilia potrebbe prendere ad esempio tali modelli organizzativi, dato che è la regione con il maggior numero di siti Unesco e con ben il 50% dei siti naturali italiani.
Con grande soddisfazione siamo stati più volte citati come esempio positivo di gestione, ad esempio dalla dottoressa Giarratana, Direttrice Generale del Ministero dell’Ambiente, che ha annunciato la recente candidatura dell’ampio territorio dall’Etna a Taormina per il Programma Man and Biosphere, da Giampiero Sammurri, Presidente di Federparchi e Vice-Presidente Comitato italiano IUCN, e soprattutto da Tim Badman , Direttore IUCN World Heritage Programme, che ha presentato il report di valutazione IUCN del 2014, in base al quale il nostro sito Unesco Monte Etna ha ottenuto il massimo della valutazione, ovvero “Good”, insieme al Monte San Giorgio. Tim Badman ci verrà presto a trovare sull’Etna.
Inoltre, abbiamo dato il nostro attivo contributo al dibattito sulle forme di gestione e sull’Osservatorio da istituire, con l’interessante intervento della Presidente del Parco, Marisa Mazzaglia, mentre lo staff Unesco del Parco ha presentato, nel corso del “Laboratorio 77” sulle attività per i finanziamenti dei siti Unesco con la Legge 77/2006, apprezzate proposte di miglioramento della Circolare attuativa, dell’Avviso di selezione e delle procedure attuative. Lo staff Unesco del Parco si è basato sulla propria recente esperienza di partecipazione e presentazione di un progetto in seguito all’avviso di selezione per i finanziamenti della L. 77/2006 per l’anno 2016. I risultati della selezione, la graduatoria e il decreto di finanziamento dovrebbero essere resi noti a dicembre.
Un risultato immediato sono stati poi gli amichevoli scambi tra il nostro sito e quello delle Dolomiti, per una collaborazione futura coordinata dal Ministero dell’Ambiente, e l’inclusione del Monte Etna in un progetto già finanziato alla Regione Sicilia con la L. 77/2006, che si occuperà di educazione dei giovani e di comunicazione a loro dedicata nei siti siciliani.
Credo però che il frutto più importante sia stato il riconoscimento pubblico ad altissimo livello del lavoro già svolto e dell’efficacia della gestione del Monte Etna. Tali risultati dovrebbero fare riflettere sulle vere motivazioni di una campagna immotivata sul fantomatico pericolo di una cancellazione, che in passato è stata deliberatamente volta ad indebolire il ruolo del Parco quale gestore. E adesso aspettiamo i risultati della graduatoria per i finanziamenti della L. 77/2016 per i siti Unesco italiani.
Intanto, vi invitiamo a visitare il sito internet www.unesco.it, appena messo in rete dalla Commissione Nazionale Italiana, per scoprire l’Unesco vicina a voi.
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