SANTO AGHIOS

di Santo Scalia

Nel periodo pasquale moltissimi turisti invadono la Sicilia e spesso approfittano dell’occasione per fare una escursione sul vulcano più alto dell’Europa continentale. Il 17 aprile del 1987 , 31 anni e un giorno fa, era un Venerdì Santo, e anche Marc Prévot – diplomatico in forza all’Ambasciata francese di Roma – accompagnato dalla moglie Danielle Metz (originaria di Strasburgo) ed i loro figli Ugo, Alex e Pierre Henrì erano saliti utilizzando i mezzi della Sitas dal versante sud.

Nel 1987 la Funivia dell’Etna non era in attività: le due eruzioni del 1983 e 1985 avevano arrecato infatti notevoli danni alle strutture, e quindi i turisti venivano condotti in quota con l’uso di mezzi quattro per quattro. Due fuoristrada si fermarono a Torre del Filosofo e la famiglia Prévot e gli altri turisti poterono ammirare lo spettacolo maestoso dei crateri dell’Etna. Allora non esistevano ancora né il Nuovo Cratere di Sud Est (o Cratere di Sud Est orientale), né il Cratere della Sella; da Torre del Filosofo si poteva ammirare l’insieme dei tre crateri sommitali: il grande cono del Cratere Centrale (con la Voragine e la più recente Bocca Nuova), a destra del quale stava il Cratere di Nord Est e, davanti a questi due, il Cratere di Sud Est, allora ultimo nato tra i crateri della vetta.

La comitiva – di circa 30 persone – era, come previsto, accompagnata dalle Guide. In quel periodo era già in vigore una restrizione alla quota raggiungibile dai turisti: il limite imposto dalla Sezione Rischio Vulcanico della Protezione Civile era di 2900 m., ma il gruppo si era spinto autonomamente circa 70 metri più a monte. All’improvviso, intorno alle 13:45, un sibilo, un pennacchio di fumo e vapore e subito dopo una grandinata di pietre. Non si trattò di materiale “fresco”, cioè di magma incandescente (sembra una contraddizione!), ma di materiale vecchio, spinto in alto dalla pressione del vapore accumulato nel condotto del cratere: un’esplosione che viene detta freatica e che, per sua natura, non è prevedibile ma che, su un vulcano attivo, è probabile.

Nonostante il gruppo si trovasse a circa 500 metri dal cratere vi furono due morti e sei feriti. Perirono la signora Danielle (di 41 anni) ed il figlio più giovane, Pierre Henrì (di 9 anni). Il marito Marc ed un altro dei figli, Alex, furono feriti lievemente, mentre fortunatamente il terzo dei ragazzi rimase illeso.

La Pretura di Belpasso, competente territorialmente, immediatamente aprì un’inchiesta sull’accaduto. Fu subito imposto un limite alla quota permessa per la fruizione turistica a 2000 metri, in pratica poco più in alto dell’area del Rifugio Sapienza (a sud) e di Piano Provenzana (a nord).

SUD Est 2005

La foto accanto è un mio scatto del Cratere di Sud Est del 2005. All’epoca dell’incidente il Cratere era alquanto più basso, come si può notare dal raffronto con l’altra immagine, quella con il titolo, con i crateri sommitali nei primi anni ’80. Davanti a tutti il Cratere di Sud Est, dietro, a sinistra, il Cratere Centrale e a destra il Cratere di Nord Est. La vista è quella che si aveva da Torre del Filosofo (Cartolina postale della mia collezione)

Nella piccola fotogallery, alcune prime pagine dei giornali che raccontarono l’incidente: La Sicilia, Espresso Sera, Stampa Sera e l’Unità.

 

 

 

 

 

 

 

 

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