di Vincenzo Ferro

Camminare a passo lento per essere completamente rapito dentro dalla bellezza senza eguali di sua Maestà Etna. il vulcano attivo più alto del continente europeo.

Questa potrebbe essere la frase che sintetizza il Cammino a modo Mio, effettuato in solitario e iniziato la mattina del mercoledì e concluso il pomeriggio del sabato di uno giugno spettrale, porta di una estate che manifesta in modo quasi soffocante gli strascichi di un dramma ancora presente. Quattro giorni alla ricerca di qualcosa, per sconfiggere la paura di un subdolo Covid19 che ha cambiato l’intero modo di vivere ancor più di quel fatidico 11 settembre. Non solo per rivivere le meraviglie naturali offerte dal territorio etneo, non solo per coniugare l’aspetto ludico-sportivo all’attività motoria libera all’aria aperta, ma per scrutare nella profondità dell’Io personale, per riscoprire quelle emozioni quasi dimenticate a seguito di una interminabile, asfissiante, paranoica quarantena  barricato come tutti, ognuno a casa propria. Ebbene questo viaggio l’ho inteso come un inno alla vita ma nel rispetto di chi non ce l’ha fatta, un ricongiungersi con il bene assoluto qual è la natura nei sui aspetti fondamentali e primordiali: il fuoco, la terra, l’aria, l’acqua.

Ebbene, ho riscoperto l’Etna dopo la pandemia! Lei è eccelsa, raggiante, immutabile e l’unica nota diversa che ho riscontrato in questi lunghissimi e affascinanti giorni è stata l’assenza dell’elemento di disturbo, l’uomo. Si proprio l’assenza assoluta di persone lungo un percorso di oltre 100 km camminando tra le verdi aree boscate di castagni e querce, attraverso la steppa del deserto lavico contraddistinta dalla saponaria e dal romice, lungo sentieri ondulati di faggi, betulle e felci, solcando le aspre e aride tracce scavate nelle antiche e recenti colate laviche segnate dal stereocaulon vesuvianum, dalle scalate interminabili ed estenuanti delle dorsali ricoperte di anthemis alle vertiginose e sospese discese lungo i crinali colorati dalle coccinelle.

A differenza di quanto pianificato, sono riuscito a completare il giro completo in soli quattro tappe delle cinque previste anche perché il sabato mattina ho sostituito lo zaino di 16kg con cui avevo iniziato il cammino, con uno da trailrunning con le poche cose necessarie per concludere. Il primo tratto mi ha portato da Nicolosi al rifugio Galvarina (1.878m slm). Il giorno seguente ho percorso la Pista Altomontana fino al rifugio  Timparossa, mentre la terza tappa mi ha visto arrivare fino a quota 3.000 versante Nord e scendere dalla dorsale di Serracozzo fino al rifugio di Pianobello, dove ho trascorso la terza notte in sacco a pelo dentro il caratteristico “pagghiaro”. Per l’ultima tappa, la più lunga, ho percorso la dorsale sud, iniziando dalla Scala di Cugno di Mezzo fino alla Lapide Malerba, nella Schiena dell’Asino, e dopo una sosta presso un desolato e silenzioso Piazzale Sapienza ho iniziato la discesa fino ad arrivare nel pomeriggio a Nicolosi. 

Tutte le tappe sono state individuate e percorse lungo i sentieri attorno all’Etna firmati CAI, E1, Sentiero Italia. Un ringraziamento particolare lo devo agli amici Angelo, Isabella, Riccardo e Giuseppe, che nell’ordine mi hanno dato supporto nei rifugi dove ho pernottato, provvedendo all’approvvigionamento di acqua e cibarie necessarie, ed a Carmelo compagno di viaggio durante la prima tappa. Il racconto completo, tra narrazione e storie condivise, le testimonianze vissute in prima persona lungo le piste ed i sentieri, gli incontri e aneddoti raccolti lungo l’itinerario a tappe e percorso in piena autonomia e semi-autosufficienza saranno l’occasione di un incontro insieme agli amici del CAI e perché no, la produzione di una memoria/guida che illustrerà i territori attraversati al fine di promuovere la conoscenza e la fruizione escursionistica del nostro vulcano.

Nella fotogallery, un piccola ma significativa serie di immagini raccolte lungo il cammino.

Chi è Vincenzo Ferro. Ingegnere, studioso di cartografia e del territorio, ultratrailrunner, camminatore e tracciatore di nuovi sentieri, è Guida Escursionistica iscritto nel Registro nazionale delle Guide AIGAE. Socio della Sezione CAI di Belpasso, ha svolto in accompagnamento il cammino lungo la Magna Via Francigena (Palermo – Agrigento), la Dorsale dei Peloritani e la Dorsale dei Nebrodi. In coppia con Elena Cifali, Vincenzo Ferro ha realizzato a piedi in autosufficienza “L’attraversamento dei Nebrodi da Capo d’Orlando a Randazzo” e il Cammino per “Le Vie Storiche di Sicilia da Cefalù a Taormina” progetto patrocinato da Parco dell’Etna, Comune di Cefalù e Comune di Taormina (percorso ideato attraverso le Regie Trazzere). Ha organizzato la “Eroica Nicolosi Etna”, gara internazionale di ultratrailrunning, in calendario lo scorso 3 maggio 2020, (rinviata a causa Covid-19) e numerosi eventi sportivi sia agonistici che non competitivi, tra cui – nell’area etnea – tre edizioni di “Runbike dell’Etna” (gara di duathlon trail running & mtb) e 2 edizioni di Crono Speed Hiking 600” (camminata veloce dal Rifugio Sapienza alla Montagnola).  Ha collaborato con grande impegno alla promozione e realizzazione della bella e partecipata iniziativa Parkrun Etna nella pineta di Nicolosi

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