di Giuseppe Riggio

Trentatré anni dopo sono tornato a scrivere di sentieri etnei. Il primo era un libro dalla copertina nera che realizzai insieme a Giuseppe Vitali e che iniziai a concepire quando ero poco più che ventenne, il Parco non era ancora nato e la protezione del vulcano sembrava ancora una scommessa dall’esito incerto. Di libri in mezzo ce ne sono stati altri, ma avevo promesso a me stesso che non sarei tornato a divulgare gli itinerari etnei se prima non ne fosse stata effettuata la segnatura.

Finalmente negli anni scorsi questo è avvenuto, grazie ai tecnici del Parco dell’Etna, che durante la presidenza di Marisa Mazzaglia hanno attivato  i progetti per la posa dei segnavia e dei cartelli con il fondamentale apporto dei soci del Club alpino italiano. Ecco perché ho accolto l’invito di Splen edizioni e mi sono rimesso al lavoro per provare a condividere nuovamente la passione per il vulcano. Nella consapevolezza che rispetto al 1987 la situazione è del tutto cambiata, in meglio.

La copertina del libro

L’Etna non ha subito grandi manomissioni ambientali; oggi sono molte di più le persone che fruiscono dell’ambiente naturale, usando i piedi, le bici, le ciaspole, i cavalli. Certo le micro-discariche sono una piaga che sembra cronicizzata e la stessa area Unesco risulta  stabilmente non fruibile in tutta la sua parte sommitale, se non con l’assistenza di guide che operano a pagamento secondo loro listini professionali. Così come l’assenza di un servizio di vigilanza all’interno dell’area protetta non è più tollerabile.

Ma da poco il Parco dell’Etna ha finalmente, dopo una lunghissima fase commissariale, un suo presidente, Carlo Caputo, dal quale mi aspetto un nuovo impulso pur nel tempo travagliato che stiamo vivendo, così come confido che proseguirà la positiva fase di sviluppo del turismo siciliano una volta che sarà normalizzata la situazione sanitaria.

In questo contesto è nato il volumetto, ottimamente illustrato da Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlato, nel quale ho provato a “raccontare” i sentieri, piuttosto che descriverli. Ho cercato insomma di narrare i luoghi attraverso memorie personali, storie, aneddoti legati proprio agli itinerari che suggerisco di percorrere. Ho voluto inoltre dare particolare spazio ai trekking di lunga percorrenza (il Gran Tour Etneo di cinque giorni intorno al vulcano e il Sentiero delle Ginestre da Nicolosi a Castiglione di Sicilia) che ho ideato e promosso negli anni scorsi.

Spero che la lettura di questo mio volumetto spinga nuove generazioni di lettori ad avvicinarsi alla nostra straordinaria Muntagna, il cui valore e importanza abbiamo a lungo sottovalutato. Mi piace ricordare, innanzitutto a me stesso, che negli scorsi decenni non ho mai smesso di frequentare la natura ed ho sempre preferito farlo in compagnia. In fondo mettersi in cammino non è altro che una controllata perdita di equilibrio, uno sbilanciamento in avanti che si trasforma in passo cadenzato. Ho scritto Etna, sentieri raccontati (Splen Edizioni, 13 euro) confidando di poter offrire anche questa volta – 33 anni dopo- ai lettori almeno un buon motivo per indurli ad innamorarsi dell’Etna. Se questo non dovesse accadere, sarà stato comunque bello averci provato.

(Gaetano Perricone). Nella controcopertina di questa deliziosa pubblicazione c’è il senso profondo della nuova, grande prova d’amore di Giuseppe Riggio per la nostra Muntagna: “Ogni parte dell’Etna conserva memorie umane, testimonianze di attività eruttive antiche e recenti e singolarità naturalistiche. Chi pratica l’escursionismo sa che il senso del camminare non sta nel mettere un piede dopo l’altro, ma nell’immersione nei luoghi, un’esperienza fisica e mentale allo stesso tempo”. Questo libro dal titolo già di per sé fascinoso e accattivante, “Etna. Sentieri raccontati”, è un irresistibile invito all”immersione’ nella meravigliosa natura dell’area protetta attorno al più alto vulcano attivo del continente europeo, Patrimonio Mondiale dell’Umanità; lo è non solo grazie ai bellissimi testi di Giuseppe Riggio, espertissimo conoscitore e appassionato nonchè elegante narratore dell’Etna, ma anche grazie alle splendide illustrazioni di Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata, alcune delle quali pubblicate qui insieme all’articolo. Grazie dunque all’autore, agli illustratori, ma soprattutto alla sensibilità e attenzione per l’ambiente della casa editrice Splen, che con questo volume, una vera “chicca”, offre ai tantissimi innamorati di ogni età della Muntagna un eccellente strumento di conoscenza e comprensione dei suoi straordinari valori naturalistici e della sua Grande Anima. A Giuseppe, carissimo amico da anni, i più affettuosi complimenti e auguri per questo gran ritorno dopo 33 anni dal suo “già capo (servizio), oggi complice di belle avventure giornalistiche”, come mi ha scritto nella graditissima dedica. 

 

 

Giuseppe Riggio

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