di Barbara Mileto

Barbara Mileto e Francesco Peluso
Barbara Mileto e Francesco Peluso

Chi era presente la sera del 10 agosto 2017 sulla spiaggia della Playa di Catania lo ricorderà per sempre e lo racconterà. Racconterà di come all’improvviso si sia ritrovato catapultato all’interno di una scena di un film surreale (tipo Fizcarraldo” o “Lezioni di Piano”) o di una pagina di un libro di Calvino, nei quali la luna si specchia sul mare e una piccola onda impertinente rumoreggia, mentre a pochi metri da essa un pianoforte adagiato sulla sabbia, suona il notturno di Chopin. “Ma questo è impossibile!”, qualcuno avrà pensato.

No, non era impossibile, bastava credere di poterlo realizzare. E adesso, per gli assenti, proverò a raccontare la magia di ciò a cui tutti noi abbiamo assistito.

Ho scritto e pubblicato il libro “Le rose di Gerico” e ho pensato, da subito, che fosse un libro speciale perché ho sentito la spontaneità delle persone che si avvicinavano a me, con gli occhi lucenti di sogni, chiedendomi una dedica. Il mio libro parla di sogni ed è un libro per tutti, ragazzi e adulti, perché non si è mai troppo grandi per sognare. Per questo lo amo e anche perché credo nella sua forza, nella forza dei bambini che lo animano: Salima, Rani, Vimala, i gemelli Assad e Assad, Ajani, Bahati e Ayra, nomi dal significato e dal potere nascosto dentro ogni racconto che parla della vita, bella sempre, “sino a morirne”. Ho cominciato a pensare che il messaggio che i lettori trovavano nel libro dovesse diventare virale e propagarsi perché, pur essendo un libro che affronta realtà drammatiche – oggi tristemente attuali, immigrazione, povertà, guerra – alimenta un senso di giustizia e insieme la speranza per il superamento delle difficoltà attraverso la capacità più grande tipica dei bambini, che noi spesso dimentichiamo di possedere, la capacità di sognare. E il mondo ha bisogno, soprattutto oggi, di credere ancora nei propri sogni.

Così ho pensato che il messaggio potesse e dovesse essere rafforzato.

Ho deciso di prendere uno dei miei sogni dal cassetto, ormai sempre aperto, e realizzarlo. Un sogno che è anche l’incipit di un romanzo che ho scritto due anni fa, che è adesso in fase di revisione si apre proprio con l’immagine di un pianoforte a coda sulla spiaggia. Un’immagine che rompe ogni schema e che per la sua bellezza intrinseca facilita l’immaginazione. Le note dello strumento commiste ai suoni naturali avrebbero rafforzato il messaggio che sognare è ancora possibile. Ma non era abbastanza, avevo bisogno di una spalla che provenisse da quel mondo ultraterreno che spesso entra ed esce dalle mie intuizioni e che chiudesse il cerchio. Un sognatore, un uomo che morì da folle ma i cui sogni furono realizzati dopo la sua morte da chi ci ha creduto. Avevo bisogno di Aleksandr Skrjabin, uno tra i più visionari dei compositori musicali, vissuto alla fine dell’800. Stavo ancora immaginando, ma sapevo che avrei realizzato il mio sogno. Ci credevo.

locandina

Così è stato. Alle ore 18.30 del 10 agosto 2017 un pianoforte a coda si trovava già adagiato a pochi metri dal mare, con l’Etna fumante sullo sfondo. Ed è cominciata così la nostra serata di San Lorenzo. Siamo partiti dal titolo dell’evento “Se una notte d’estate un sognatore…” parafrasi del famoso romanzo di Calvino, uno degli autori che, insieme a Marquez, Allende, Buzzati, mi ha accompagnato nel mio percorso di formazione letteraria e indotto a respirare quel “realismo magico” anche oltre la scrittura. Grazie all’apporto del mio amico professore Francesco Peluso mi sono inoltrata tra le righe de “Le rose di Gerico” svelandone particolari e aneddoti e lanciando il messaggio che esso contiene. Con l’immagine del pianoforte sulla spiaggia oltre le mie spalle e il brusio del mare ancora più dietro, le mie parole sono state paradossalmente più sentite. Si respirava un’atmosfera carica di surrealismo, ma erano tutti lì a osservare quel pianoforte, ad ascoltare parole di speranza, ad affondare le mani e i piedi sulla sabbia e a respirare la brezza di mare. Ogni percezione sensoriale rimandava ad un’altra, nella migliore espressione della teoria sinestetica.

L’ingresso in scena del genio visionario Aleksandr Skrjabin, seguace della teoria, è stato naturale. Da letterario quello stesso spazio è divenuto musicale, con il protagonista lasciato alle cure appassionate e alle dita tecnicamente preparate dei due pianisti Claudia Sapuppo e Andrea Troina che ne hanno preliminarmente tracciato la figura complessa e incompresa, attraverso dei cenni alla sua breve biografia e alla sua stravagante opera. Il repertorio (“Preludi” e “Sonata n.9”) considerato di difficile esecuzione e di non facile ascolto, grazie alla spiegazione iniziale dei due pianisti è stato invece molto apprezzato. A conclusione di una serata speciale il dono più grande ce lo ha fatto però la luna che si è levata in cielo e si è riflessa sul mare proprio mentre dal pianoforte uscivano le note di uno dei “Notturni” di Chopin. E un areo si sollevava in volo dall’aeroporto di Fontanarossa…Se non è realismo magico questo?

Ancora Barbara e Peluso

Ma i sogni condivisi sono i più belli e così per la realizzazione di questo mio ultimo sogno voglio ringraziare: il Lido SableSalè che ha permesso lo svolgimento dell’evento in linea con un progetto di apertura dello stabilimento all’arte e alla cultura  e che, si auspica, coinvolga l’intero litorale catanese; la Splēn, la mia casa editrice che supporta ogni mia iniziativa con entusiasmo; la ditta Pennisi nella persona di Tuccio Conti, senza il cui contributo l’evento non sarebbe stato possibile, che ha fornito il meraviglioso strumento che ci ha incantati; il professore Francesco Peluso il cui contributo critico e il cui sostegno morale  nella presentazione del libro sono per me sempre fondamentali; Claudia Sapuppo e Andrea Troina che hanno accolto con entusiasmo e passione il mio invito e che hanno colto il senso della serata e reso con il loro intervento l’evento unico e indimenticabile. E infine un grazie al fotografo Santo Barbagallo che ha immortalato, con estrema sensibilità, i momenti più belli di questa magica serata.

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