di Santo Scalia

Ne ha già trattato ilVulcanico tempo fa: sono esattamente trascorsi due anni da quando il citato blog pubblicava un articolo dal titolo Quel… “fungo atomico” dell’Etna del 17 luglio 1960.

Non vogliamo ripetere quanto già scritto in quell’occasione, ma integrare, con il contributo di foto poco note, titoli ed articoli degli organi di stampa francesi, quanto già riportato nel ricordo pubblicato sul blog.

L’esplosione del 1960 ebbe un’ampia risonanza anche oltralpe: i quotidiani Paris-Jour, Le Monde, France-Soir ed altri ancora pubblicarono titoli allarmanti. Il 18, infatti, il quotidiano parigino Paris-Jour scrisse di una formidabile eruzione che avrebbe fatto scappare i siciliani: «Questa è, a memoria d’uomo, la più forte eruzione che il vulcano Etna abbia mai conosciuto».

Il quotidiano Le Monde dello stesso giorno esordì parlando di un’esplosione così forte, come quella di una bomba atomica, che avrebbe provocato il panico a Catania:

Anche altre testate paragonarono il pennacchio di ceneri e lapilli, eruttati dalla bocca principale del vulcano, ad un fungo atomico.

Foto Tomarchio – Particolare da cartolina postale (collezione S. Scalia)

Una foto, divenuta famosa e quasi simbolo di quell’episodio eruttivo, ha fatto il giro del mondo: è uno scatto meraviglioso, del fotografo Salvatore Tomarchio, eseguito a Zafferana Etnea.

Due foto da Der Ätna di Domenico Andronico (Collezione personale)

Altre immagini dell’episodio, meno conosciute, le ho trovate in un fascicoletto dal titolo Der Ätna, pubblicato in lingua tedesca, da Domenico Andronico.

E – in un mondo allora senza internet, con le trasmissioni televisive ancora in bianco e nero – il settimanale Domenica del Corriere il 31 luglio pubblicò, nella quarta di copertina, una splendida illustrazione del famoso disegnatore Walter Molino: in essa, oltre all’esplosione vulcanica, protagonista è il terrore che si impossessa dei bagnanti sorpresi lungo la costa a nord-est dell’Etna.

Così la Domenica del Corriere descrive l’impressionante fenomeno: «Dopo uno spaventoso boato, dal cratere centrale del massimo vulcano d’Italia si è levata una colonna di fumo e di lapilli dell’altezza di oltre ottomila metri e con la caratteristica forma del fungo atomico. Il terrificante fenomeno ha tenuto in allarme per poco più di mezz’ora le popolazioni delle numerose località dominate dal gigante infuriato».

 

Infine, grazie alla collaborazione dell’amico Antonio Cavallaro, ecco altre due inquadrature del fungo atomico, realizzate da Linguaglossa rispettivamente da Carmelo Greco, il Cavaliere Greco, e dal fotografo Leonardo Finocchiaro.

Limitandoci, volutamente, ancora una volta alla stampa francese, ecco per concludere altri titoli apparsi sui quotidiani transalpini.

 

 

 

 

 

 

 

Con il titolo: lo splendido disegno di Walter Molino sulla “Domenica del Corriere” del 31 luglio 1960

 

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