di Gaetano Perricone
Premetto: non ho visto in Tv il vittorioso debutto casalingo del Palermo in Serie D contro il generoso San Tommaso. Avevo, in contemporanea un impegno per me prioritario: la presentazione in un luogo straordinario, il Parco EtnAvventura a 1700 metri di quota sul versante sud del vulcano, del mio libro “Diversamente nonno“. Mi sono accontentato, al ritorno a casa, di vedere e rivedere con soddisfazione i gol di Ricciardo e Kraja che certamente ribadiscono, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, il ruolo di assoluto protagonista, se non di predestinato a vincere il campionato, del nuovo SSD Palermo di Mirri-Di Piazza e Rosario Pergolizzi. Insomma ci farà una certa impressione una eventuale non vittoria dei rosanero, una sconfitta o anche un pareggio, quella che si chiama battuta d’arresto. Nel calcio, soprattutto a questi livelli, può ovviamente succedere di tutto; ma sappiamo già, senza girarci intorno, che ci resteremmo delusi assai, perché dentro di noi, anche con il più lungo bagno di umiltà, immaginiamo (a ragione) che il Palermo possa, anzi debba vincere tutte le partite.
Ciò su cui mi sono maggiormente soffermato, da vecchio cronista con ancora un pizzico – ma appena un pizzico … – di lucidità, sono i numeri, le cifre relative a spettatori e abbonati. Lo hanno già detto molti altri, lo ribadisco io con un solo aggettivo: impressionanti per la categoria. Leggo che le 16.735 presenze ufficiali di pubblico domenica scorsa allo stadio “Renzo Barbera” superano di gran lunga, parecchie migliaia di spettatori, quelle relative all’esordio casalingo in Serie D di due altri “nobili decadute” per disgrazie finanziarie del calcio italiano: il Parma (già risalito velocissimamente in Serie A) e il Bari, oggi in Serie C. Fanno ancora più rumore gli 8.638 abbonati (spero di non sbagliare la cifra) registrati a chiusura della campagna abbonamenti – altamente competitivi anche a livello di importanti società di Serie A – , che visto il clamoroso successo potrebbe essere riaperta dal presidente Mirri.
Su questi dati voglio aggiungere una mia breve riflessione, oltre a quello che è stato già ben scritto da tanti bravi colleghi e sottolineato con l’adeguata enfasi e la consueta, coinvolgente passione dalla brillante e autorevole penna del mio vecchio amico Benvenuto Caminiti, appassionato e romantico narratore dell’anima migliore del tifo rosanero fin dai tempi della sua indimenticabile rubrica “La voce dei tifosi” sulla pagine sportive del “mio” giornale L’Ora.
In questo rigurgito di rinnovata e travolgente, aggiungo commovente e anche un po’ teatrale, visceralmente palermitana, passione del popolo rosanero per la rinata squadra, ci vedo un cocktail di motivazioni tutte significative. Intanto la curiosità e la gioia – che sento fortissime anche dentro di me come ho scritto nel primo appuntamento di questa rubrica – di prendere per mano questa nuova creatura, anche un po’ fragile e dal cammino incerto, e accompagnarla nel suo cammino di ritorno, possibilmente veloce e senza intoppi, verso scenari e livelli adeguati ad un club dal passato calcistico, soprattutto quello più recente, certamente importante e prestigioso; in altre parole, i tifosi sentono il dovere di sostenere e spingere al massimo l’SSD Palermo per fare sparire al più presto il fantasma dello “spregevole friulano” Maurizio Zamparini, che piaccia o non piaccia ha portato la squadra ai risultati più rilevanti della sua storia.
Ecco, questa è forse la motivazione più forte di questo ritorno di fiamma dell’Amore con la A maiuscola per il nostro Palermo: cancellare al più presto, con i risultati sul campo e la rapida risalita della squadra, un passato che, nella convulsa e pasticciata (per usare un eufemismo) ultima fase, non è piaciuto e non è stato digerito dalla stragrande maggioranza della tifoseria e dimostrare che, sparito quel personaggio e tutto ciò che stava intorno a lui, l’attaccamento dei tifosi alla squadra è quello che sempre è stato e prescinde dalla categoria in cui è costretto il Palermo 2019-2020 e dalla qualità e lo spettacolo certamente non eccelsi del campionato di Serie D. “Noi siamo il Palermo“, hanno voluto e vogliono gridare con tanti abbonamenti e presenze allo stadio i tifosi rosanero, alla faccia di chi li avevi giudicati male, poco legati alla propria squadra del cuore. Dice tanto, con grande chiarezza, quel bellissimo striscione visto da tutti: “Forti della nostra storia, dritti verso la gloria”. Parafrasando una bella canzone di Anna Oxa, potremmo aggiungere: Quando (ri) nasce un amore … rosanero, non è mai troppo tardi.
E’ sempre così, la storia ce lo insegna: serve il momento di rottura, necessario e catartico, per ricominciare davvero da zero con rinnovate energie ed entusiasmo. Da ex zampariniano convinto, non ho alcuna difficoltà ad ammetterlo, riconosco oggi più che mai che senza questo “repulisti totale”, senza il cambiamento radicale anche con la grande umiliazione sportiva della ripartenza dalla Serie D, questi grandi numeri che significano rinnovato – mai scomparso, ma solo messo nel cassetto per un po’, causa amarezza – amore per il Palermo, non si sarebbero più visti per chissà quanto tempo. Oggi società e squadra hanno le spalle coperte da un sostegno forte e concreto, fondamentale per ogni club che si rispetti e che abbia progetti importanti: possiamo dunque andare avanti con fiducia !
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