di Antonella De Francesco
Rabbia, dolore, sogni infranti, degrado sociale di una metropoli americana dove chi è ultimo resta ultimo, questi i temi del film Joker di Todd Philips premiato (a pieno titolo) con il Leone d’oro all’ultimo festival del cinema di Venezia.
La maschera dell’ipocrita bugia del “sogno americano” cade e svela che non ci sono sogni e non esiste davvero per tutti quella grande opportunità. Niente è come sembra nella vita di Arthur Fleck (Joker) e lui, pur avendo ragione, si trova sempre dalla parte del torto.
Un viso da clown che nasconde un disagio. Una infanzia infelice, una madre tiranna, una vita mediocre in cui per il mondo intero non è nessuno. “Nato per essere felice”, come tutti noi, Arthur Fleck è costretto a scoprire suo malgrado, ogni giorno di più, di non esserlo stato mai.
L’attore Joaquin Phoenix è superbo in ogni istante nella sua interpretazione di un disagio che a volte si dissolve nelle movenze sinuose di una danza improvvisata davanti allo specchio e altre volte si accentua a dismisura e sfocia in una risata fragorosa e catartica che paralizza lui e pure noi spettatori.
Ma noi resteremo con lui, e, anche senza ammetterlo, giustificheremo ogni suo gesto, condivideremo la sua gioia e il suo dolore perché noi sappiamo esattamente come è andata, mentre il resto del mondo lo ignora.
Ai nostri occhi Joker avrà sempre un’attenuante e non riusciremo mai a ridere di lui come fanno tutti gli altri. Joker con la sua malvagità dettata unicamente dalla disperazione, cerca in tutti i modi di non lasciarci indifferenti come gli altri, di portarci dalla sua parte, di farci camminare dietro di lui, di scendere quelle scale danzando perché quella è la sua grande occasione, il momento tanto atteso per dire al mondo: ci sono anche io. Il disagio è contagioso e finisce col coinvolgere l’intera città di Gotham City e allora Joker diventa un eroe. Solo allora Joker capisce di non essere solo.
Ma la società civile ha le sue regole, punisce la trasgressione specie quella dei più deboli e ad attenderlo c’è soltanto uno spazio bianco dove essere confinato.
Lì Joker ritrova tutta la purezza della sua follia .
Lì Joker può restare folle senza nuocere alla collettività.
Lì Joker può riprendere a danzare per se stesso e per noi sulle note di White room dei Cream.
Da non perdere.
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