(Gaetano Perricone) Il Vulcanico è felicissimo di avere da oggi, tra gli autori che mi onorano della loro attenzione e della loro firma su questo blog, un personaggio di grande spessore culturale come Ninni Panzera, segretario generale di Taoarte, anima vera da oltre trent’anni del Festival del Cinema della Perla della Jonio, grande cultore e profondo conoscitore dell’arte cinematografica. Ho avuto il grande piacere il 2 dicembre scorso di presentare insieme a lui a Messina, in un incontro promosso dalla sua associazione “La Zattera dell’arte”, il romanzo Come la terra di Sergio Mangiameli e gli ho chiesto per IlVulcanico.it una riflessione sui contenuti, che Ninni molto gentilmente ha scritto. Eccola, con i più sentiti ringraziamenti per questa “chicca”.
di Ninni Panzera
Mi accosto alla lettura di Come la terra con molta curiosità. Gli ingredienti del libro mi fanno presagire un’entusiasmante lettura. E la curiosità, dalla prime pagine, trova conferma. Ho ritrovato subito sapori e odori di casa. Situazioni, emozioni, problematiche che conosco, che ho vissuto e che ritrovo pagina dopo pagina.
Immediatamente lo sguardo si concentra sui due protagonisti, Andrea e Monica, due esperienze umane e professionali, molto distanti ma che un contesto sublime come l’Etna, riesce a smussare, fino a fare incontrare i due mondi. Poi il distacco, il tempo che passa. Il tempo che “lavora” insinuando in Andrea il desiderio di un cambiamento di vita. Un mutamento che possa avvicinarlo a Monica, alla passione di un tempo passato.
E ciò avviene, non senza traumi, con le lacerazioni che ogni cambiamento si porta dietro. E la vita che prosegue tra i protagonisti sulla grande montagna, tra le bellezze di antiche colate e di nuove ferite della montagna. Ma la vita non regala nulla, senza chiedere indietro una parte. E si apre una nuova fase, in cui i protagonisti devono affrontare impervie salite e non solo metaforiche. La scalata ad una vetta, in cui il dolore e le lacerazioni dell’anima, non sono più suturabili.
Il racconto si muove sinuoso, come un vero e proprio fiume lavico. Supera le asperità, non si arresta di fronte a niente, si colora di rosso, per fermarsi quando non più alimentato.
Come la terra è un soggetto cinematografico perfetto. Per l’intensità della storia raccontata, per le complessità psicologiche dei protagonisti, per la capacità di coniugare il passato e il presente, per le straordinarie scenografie naturali e per quella vivacità narrativa dell’Autore che si muove a suo agio in un terreno di grande suggestione emotiva come l’Etna.
Come la terra è stato presentato lo scorso 2 dicembre nella Sala dei Pericolanti dell’Università di Messina.
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