di Santo Scalia
Venivano da ogni parte dell’Europa, e tutti passavano da lì: dal Monastero di San Nicolò la Rena di Nicolosi.
Arrivavano a dorso di mulo e in quell’edificio ricevevano accoglienza e un frugale pasto. Poi, in marcia per raggiungere la meta tanto immaginata, sognata, temuta: la cima dell’Etna.
Erano viaggiatori, studiosi, naturalisti e scienziati. Seguivano quello che ormai era diventato un fenomeno di costume: un viaggio nell’Italia, soprattutto nella sua parte meridionale, e in Sicilia. Qui, oltre alle innumerevoli testimonianze dell’arte e della storia del passato, era la natura ad attirarli e soprattutto era il vulcano.
Dalla metà del ‘700 e per circa un secolo furono tantissimi ad effettuare il viaggio che poi venne definito il Grand Tour: William Hamilton, Patrick Brydone, Jean Claude Richard Saint Non, Jean-Pierre Louis Laurent Houël, Déodat de Dolomieu, J. W. von Goethe e tantissimi altri.
Nel suo recente lavoro – Il Grand Tour dell’Etna, Bonfirraro editore– l’autrice Maria Lionti ci permettere “di conoscere da vicino ciò che ha affascinato i più importanti viaggiatori del Grand Tour in Italia”; e ci riesce egregiamente. Analizzando le testimonianze lasciateci da questi viaggiatori-scrittori, soffermandosi soprattutto su quelli provenienti dalle regioni germaniche, ci offre un’antologia delle pagine più belle che ci hanno lasciato. Così possiamo conoscere il pensiero e le esperienze vissute da Johann Hermann Riedsel (bavarese); da Friedrich Münter (da Gotha); da Gottfried Seume (da Posena); da Wilhelm Waiblinger (da Heilbronn); da Wolfgang Sartorius von Waltershausen (da Gottinga); da August Schneegans e da Ernst Haeckel (da Potsdam).
Un libro sulle opere di sette tedeschi attratti dal fascino dell’Etna non poteva che meritare la prefazione di un vulcanologo tedesco, anche lui ammaliato dal nostro vulcano, Boris Behncke: “Vivere sull’Etna e studiare la sua storia non è solo un viaggio nel tempo. È come incontrare tanti vulcani diversi, oggi uno di tipo “hawaiiano”, domani uno come quei bestioni esplosivi dell’Indonesia, e dopodomani serena, quieta, vestita di neve come il Fujiyama giapponese. Una vita sull’Etna è un Grand Tour infinito”. Le foto nel libro sono di Giuseppe Vitali
DESCRIZIONE (Fonte: Bonfirraroeditore.it)
L’Etna è il vulcano attivo più alto d’Europa, ma è anche la montagna che ha profondamente plasmato il territorio e il carattere della sua gente.
Ne esploreremo i misteri e i sentieri. Oltrepasseremo i confini della realtà scavando tra i miti e i racconti popolari. Ci immedesimeremo in descrizioni e versi, in resoconti di viaggio e di ricerche scientifiche dei primi viaggiatori del Grand Tour, giunti in Sicilia dalla seconda metà del 1700.
In questo viaggio, a ritroso nel tempo, conosceremo personaggi illustri e altri meno conosciuti che giungono in Sicilia spinti da diverse motivazioni: la storia, la letteratura, l’arte e la scienza, tutti ugualmente attratti dal fascino vulcanico dell’Etna.
L’ascesa al cratere ha inizio dalla città di Catania, distrutta e ricostruita dalla lava, si attraversano i fertili campi e i paesi alle pendici dell’Etna. La zona di deserto lavico si fa sempre più vicina e, prima di affrontare la scalata ai crateri sommitali, si è soliti fare una sosta da cui si riparte a notte tarda per attraversare l’orrido paesaggio e giungere al cratere prima del sorgere del sole.
Qui, l’odore di zolfo, il vento e un religioso mistero avvolgono il viaggiatore in una nube di assoluto stupore. Da qui lo sguardo domina su un paesaggio sorprendente fatto di fuoco, di terra, di mare e di cielo, aperto su vasti orizzonti.
Un ricco corredo fotografico di illustrazioni d’epoca e di immagini attuali ci aiuteranno a comprendere alcuni aspetti di questo vulcano.
Il fascino dell’Etna non ha confini né di tempo, né di spazio; le emozioni che esso suscita sono immutate come il fuoco delle sue eruzioni e rappresenta un forte richiamo per viaggiatori di ieri e di oggi.
È questo il gigante che il viaggiatore osserva intimorito, ammira stupito e ricorda per sempre estasiato.
Su tutti il vulcano lascia un segno e l’illusione di averlo conquistato, ma, di fatto, siamo noi a essere conquistati dalla Montagna delle Montagne: l’Etna.
Con il titolo: Etna, 30 settembre 2023 (foto di Gaetano Perricone)
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