(Gaetano Perricone). “Il sopralluogo condotto nel corso della giornata odierna in area sommitale da parte di personale INGV-Osservatorio Etneo, ha consentito di evidenziare che i fronti lavici attivi segnalati nel comunicato precedente sono fermi e in raffreddamento, così come complessivamente tutto il resto del campo lavico”. Recita così, nella parte iniziale, il comunicato Etna, aggiornamento n.51, emesso oggi 12 aprile, poco dopo le 15, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo. Eruzione finita, dunque, almeno per adesso, come ben evidenzia la foto che ci ha inviato ieri pomeriggio il nostro amico Vincenzo Greco, Guida Vulcanologica. La Muntagna si prende … una pausa di riflessione. Di conseguenza, preso atto della nuova situazione, il sindaco di Nicolosi ha emanato oggi l’Ordinanza n.15 del 12 aprile 2017, che prevede per la zona sommitale di Etna Sud l’ accesso libero fino alla quota di 2800 m., l’accesso consentito con guida fino a quota 2950, il divieto assoluto di accedere oltre quota 2950.
Per fare il punto con i lettori del Vulcanico su quanto è accaduto sull’Etna nelle ultime settimane, pubblichiamo integralmente il puntuale, dettagliato, interessantissimo resoconto della fonte ufficiale, i vulcanologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania.
FONTE: www.ct.ingv.it, Osservatorio Etneo di Catania
ATTIVITA’ DELL’ETNA 17 marzo- 6 aprile 2017
L’episodio eruttivo incominciato nel mattino del 15 marzo 2017 al Cratere di Sud-Est (SEC) dell’Etna è continuato per alcuni giorni con attività stromboliana ed emissioni di cenere (vedi foto a sinistra, scattata al tramonto del 17 marzo da Tremestieri Etneo, sul fianco meridionale del vulcano, da Boris Behncke, INGV-OE) dalla bocca posta sulla ex “sella” fra il vecchio e il nuovo cono del SEC. Le emissioni di cenere sono aumentate la sera del 16 marzo, alternandosi con attività stromboliana senza emissione di cenere, causando leggere ricadute di cenere sui versanti sud-occidentale, meridionale e sud-occidentale del vulcano. Nella mattinata del 18 marzo, l’attività esplosiva è notevolmente diminuita e fino alla sera del 19 sono avvenute solo sporadiche esplosioni stromboliane, che sono sostanzialmente cessate nella notte successiva. Da allora sono avvenute alcune sporadiche e deboli emissioni di cenere sia dalla bocca della “sella”, sia dalla bocca eruttiva posta sull’alto fianco orientale del nuovo cono del SEC.
E’ continuata invece senza interruzioni l’emissione di colate di lava dalla bocca effusiva apertasi nella tarda serata del 15 marzo a quota 3010 m, alla base meridionale del SEC. Nei primi giorni, una colata di lava si è espansa prima in direzione sud-orientale, verso l’orlo occidentale della Valle del Bove, dove si sono formati due piccoli flussi lavici sulla parete della medesima valle, che hanno raggiunto circa metà dell’altezza della parete. Il braccio lavico principale invece si è diretto verso sud costeggiando l’orlo della Valle del Bove, per riversarsi sulla sua parete occidentale ad est del cratere “Cisternazza” e formare un braccio lavico lungo qualche centinaio di metri. Nel pomeriggio, un braccio lavico più alimentato si è riversato accanto a quello precedente sulla parete, che qui ha una pendenza più ripida, causando frequenti collassi e scivolamenti del fronte lavico attivo, soprattutto quando esso ha coperto zone depresse riempite da neve.
Durante il pomeriggio del 18 marzo, sono avvenuti quasi continui collassi del fronte lavico sulla parete della Valle del Bove, quelli maggiori alle ore 15:00-15:15 UTC (=ore locali -1) e alle 17:50-18:05, durante i quali diverse valanghe di materiale incandescente hanno raggiunto la base della parete. La presenza di abbondante vapore nei pennacchi di cenere generati da questi eventi indica una forte interazione con neve presente sul terreno (vedi immagine a destra, ripresa dalla telecamera di sorveglianza visiva a Catania). I fenomeni di collasso sono diminuiti durante la notte successiva, e la colata si è espansa fino alla base della parete e sul terreno più pianeggiante della Valle del Bove. Il flusso lavico verso la Valle del Bove è fortemente diminuito durante la giornata del 20 marzo ed era del tutto cessato il giorno successivo; più a monte, nell’area fra Torre del Filosofo e la località “Belvedere” sull’orlo della Valle del Bove, per alcuni giorni erano ancora alimentati alcuni piccoli flussi lavici. Il 21 marzo invece un nuovo flusso lavico ben alimentato ha cominciato ad allungarsi costeggiando il fianco occidentale del cono del 2002-2003 e riversarsi nella “sella” fra esso ed il vicino cono del Monte Frumento Supino. Questo flusso lavico si è gradualmente espanso verso sud-sudovest; a valle di Monte Frumento Supino è stato deviato verso sud-ovest dalla cresta del campo lavico del 2002-2003. A fine marzo, il fronte lavico aveva raggiunto una quota di circa 2300 m dove si è arrestato; nei primi giorni di aprile diversi bracci lavici si sono espansi accanto a quello iniziale arrestandosi tutti più o meno alla stessa quota.
I sopralluoghi quasi quotidiani effettuati da personale INGV-Osservatorio Etneo rivelano che su parte del suo percorso, la colata lavica si sta ingrottando (vedi foto sotto il titolo, scattata la sera dell’1 aprile da Emanuela De Beni e Stefano Branca, INGV-OE). Al momento (primo pomeriggio del 6 aprile 2017), l’attività effusiva sta continuando senza variazioni di rilievo; altrettanto invariato si presenta nelle ultime due settimane l’ampiezza media del tremore vulcanico.
Durante l’attività esplosiva di metà marzo, il nuovo cono piroclastico formatosi attorno alla bocca della “sella”, non sembra essere cresciuto in altezza ma si è notevolmente allargato. Negli ultimi giorni di marzo (presumibilmente intorno al 28) si è aperto un piccolo “pit crater” (cratere a pozzo) sul fianco meridionale di questo cono, che nelle ore notturne mostra una forte incandescenza. Inoltre, in tutto il periodo coperto da questo rapporto, sono stati visibili anche ad occhio nudo gli intensi bagliori in corrispondenza della bocca degassante apertasi il 7 agosto 2016 sull’orlo nord-orientale del Cratere Voragine.
Testo e foto dal sito: www.ct.ingv.it
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