di Luciano Signorello
In occasione dell’articolo di presentazione del progetto “Belpasso città delle 100 sculture”, abbiamo già accennato alla travagliata storia dell’abitato di Belpasso, per due volte distrutto dalla colata lavica del 1669 e dal terribile terremoto del 1693, per due volte ricostruito. Stavolta vi parleremo di uno dei personaggi più conosciuti che ebbe i natali in quella casa di via 3^ Retta Levante, ovviamente in Belpasso.
Degli altri, al momento vogliamo soltanto ricordare le grandi donne che hanno in qualche modo contribuito allo sviluppo culturale e sociale, a partire dalla regina Eleonora d’Angiò o a Giovanna Romeo Sava, Marianna Magrì o la baronessa Margherita Bufali che, ognuna con status e motivi diversi hanno operato nel sociale; ultimamente si approfondiscono alcune cronache passate che danno i natali belpassesi anche alla signora Caterina Di Mauro, madre di Giovanni Verga.
E che dire degli uomini: Salvatore Apa, conosciuto in tutta Europa per le sue ricerche sul verme tenia e che morì a Parigi, dove si era recato per mostrare i suoi studi alla comunità scientifica transalpina; Roberto Sava, studioso di natura, di biologia e di botanica; il barone Lorenzo Bufali, principale artefice della ricostruzione post terremoto; l’architetto Barbarino Carbonaro, l’avvocato Antonio Russo Giusti, Filippo Sava, fautore della sistemazione dell’attuale via Roma e di altre grandi opere di ingegneria in tutto il territorio, fino a Nino Martoglio, che è il grande personaggio di cui vogliamo parlare.
Appena letto il nome si pensa immediatamente alla Centona, alle commedie brillanti, tra le quali il San Giovanni decollato, interpretata in versione cinematografica dal grande Totò, qualcuno si ricorda del giornale satirico “D’Artagnan”, e forse basta più. Belpasso gli ha intitolato la scuola secondaria, il giardino pubblico, il teatro comunale ed è stato istituito anche un premio letterario e poi, le diverse compagnie teatrali hanno sempre almeno una sua opera nelle loro stagioni teatrali.
Certo, pochi conoscono un episodio della sua vita accaduto a Catania nella primavera del 1920 e che diete il nome ad un semplice piatto di pasta che da allora diventò il cult culinario catanese per eccellenza. E’ ormai assodato che fu proprio il nostro Nino Martoglio a complimentarsi con la signora Saridda, moglie di Janu Pandolfini, quando questa, durante un pranzo servito nella sua casa di via Etnea, offrì ai commensali che erano Angelo Musco, Turi e Janu Pandolfini e il Martoglio assieme a Pippo Marchese e Peppino Fazio, spaghetti con salsa di pomodoro fresco, melanzane fritte, basilico e ricotta salata, esclamando, “Signura Saridda, chista è na vera Norma”, che a Catania ha per significato il magnifico per eccellenza, che è l’opera di Vincenzo Bellini.
L’Amministrazione comunale, con la collaborazione di una associazione di giovani artisti, decide di fare conoscere uno dei suoi figli illustri in maniera molto semplice ed al tempo stesso accattivante e farlo uscire dai teatri, dalle biblioteche, dai premi letterari e portarlo in strada per farlo conoscere a tutti. Ed ecco che prende forma la via letteraria “Nino Martoglio da Belpasso”.
Viene fuori Martoglio cineasta, saggista, regista cinematografico, scrittore, poeta e, naturalmente commediografo. Niente convegni o noiose giornate di studio, niente saggi o nuovi volumi sul personaggio. Nino Martoglio, le sue opere e le sue attività, rappresentate da opere pittoriche in plein air, nelle vie principali sotto gli architravi e gli archi della Belpasso appena ricostruita. Con l’assenso dei proprietari che le hanno messo a disposizione, prendono forma queste colorate opere di grandi dimensioni e di impatto immediato. E per saperne di più, niente catalogo scritto da portarsi appresso.
Accanto ad ogni opera una discreta targhetta con il nome dell’opera e dell’autore che l’ha realizzata e chi vuole può approfondire l’argomento e l’artista che ha realizzato l’opera attraverso la lettura di un QRcode. Semplice ed immediato, per mettere a proprio agio i protagonisti del turismo 2.0 destagionalizzato o gli studenti delle scuole che già quest’anno si sono aggirati numerosi tra portoni dipinti e sculture di pietra lavica. E già, le due iniziative diventano complementari e a volte si fondono.
E questo diventa un invito a questo viaggio tra le commedie, i legami con Verga e Pirandello, con il verismo e le altre correnti letterarie e poi i miti e le leggende etnee, mirabilmente plasmate nella massa lavica ormai raffreddata da artisti e studenti delle accademie di belle arti europee. Una galleria all’aperto, da visitare di giorno o anche di sera, gustando una granita o un gelato magari di mandorla o di pistacchio, oppure un arancino o una pizzetta, magari “alla norma”.
E intanto vorrei ricordarvi che da domenica 18 al 29 giugno si svolgerà il V Simposio di scultura, durante il quale saranno realizzate altre cinque opere.
Nella foto con il titolo, l’opera della via letteraria “Nino Martoglio da Belpasso” dal titolo “Casta e Bedda”. Si vedono il bel viso di una ragazza e dei fiori. C’è poi l’elogio della bellezza secondo Vincenzo Bellini (con la musica e il testo di Casta Diva) da un lato e dall’altro è riportata una strofa della poesia di Martoglio intitolata “Bedda”. Tutte le bellissime foto della gallery, che ci portano a conoscere la nuova, suggestiva iniziativa culturale di grande interesse di Belpasso, sono di Luciano Signorello
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