di Santo Scalia
Si dice che la lava dell’Etna, a differenza dei lahars e dei flussi piroclastici (o nubi ardenti, come li definì Alfred Lacroix), dia sempre il tempo di mettere in salvo la propria vita e non di rado anche i propri beni, prima che questi vengano raggiunti e ricoperti.
Ciò però non è sempre vero su altri vulcani, quelli che per loro natura presentano una lava molto meno viscosa, più calda e fluida di quella alla quale noi siciliani siamo “abituati”.
Per portare un esempio, il 10 gennaio 1977, in Africa, il lago di lava del vulcano Nyiragongo dopo aver causato il cedimento delle pareti del cratere che lo conteneva generò delle colate di lava che, viaggiando giù per i pendii del monte ad altissima velocità, causarono la morte di una sessantina di persone e di innumerevoli animali, compresi degli elefanti, dei quali fu rinvenuto soltanto il calco impresso dai loro corpi nella lava solidificata.
Le colate dell’Etna dunque non uccidono? Il quotidiano L’Ora (di Palermo), l’8 novembre 1928, riporta un trafiletto dal titolo «Due vittime» e scrive: «Nella campagna di Mascali due vecchi coniugi sono periti nella loro vecchia casetta. Essi si trovavano sul tetto, gesticolando e lanciando grida, ma purtroppo ogni aiuto è riuscito vano perché la casetta era già circondata dalla lava ardente. Ad un tratto la casa accerchiata è crollata seppellendoli».
Il giorno seguente il quotidiano La Stampa (di Torino), con il titolo «Due vecchi» a sua volta così narra l’avvenimento: «La distruzione di Mascali è compiuta tra episodi emozionantissimi. Alcuni vecchi contadini hanno dovuto essere trascinati a forza dalle soglie delle loro case: ciò nonostante due vecchi sono rimasti entro una casa e con essa sono periti. La scena orrenda si è svolta inaspettatamente.
Verso le 3 del pomeriggio, mentre una folla esterrefatta assisteva da lungi alla rovina dell’abitato, sono apparsi [sic] sul tetto di una casetta due figure gesticolanti: un grido di raccapriccio è uscito da ogni petto alla vista di quei due esseri che sorgevano come fantasmi tragici in mezzo all’orrenda scena. […] Allora la tragedia si è svolta in pochi minuti lunghi come secoli: dinnanzi agli occhi della folla che assisteva con cuore attanagliato da una angoscia indescrivibile, i due vecchi, un uomo ed una donna, certamente marito e moglie, hanno continuato a gesticolare disperatamente, lanciando grida di terrore e invocazioni angosciose, finché sono scomparsi nel crollo della casa, che la fiumana ardente abbatteva di colpo inghiottendola nei suoi gorghi ardenti».
Ma la notizia non resta confinata all’ambito nazionale: riprendendo una notizia riportata dall’agenzia Associated Press, l’Evening Star (Washington D.C.) il 10 novembre 1928 titola così l’articolo nel contornato: «Couple, Refusing to Desert Home, Consumed by Lava» e riporta queste parole: «A dispatch to Il Tevere from Catani [sic], Sicily, today said an old man and his wife had been burned to death in the lava pouring down the slope of Mount Etna. The couple refused to leave their dwelling in the town of Mascali, which has since been destroyed, preferring to die there. They later changed their minds and climbed to the roof, beseeching rescue. […] They were observed to be gesticulating frantically as the roof caved in hurling them into the fiery torrent».
[ «Una notizia a Il Tevere da Catania, Sicilia, ha raccontato che oggi un vecchio e sua moglie sono stati bruciati dalla lava chescendeva lungo il pendio del vulcano Etna. La coppia si rifiutò di lasciare la propria abitazione nella città di Mascali, che allora è stata distrutta, preferendo morire lì. Hanno poi cambiato idea e saliti sul tetto, supplicavano di salvarli […] Sono stati osservati mentre gesticolavano freneticamente, poi il tetto ha ceduto e li ha scagliati nel torrente ardente».Il giornale però aggiunge la notizia di altri tre periti: «Previusly three men had been burned to death when they returned to their home to rescue household goods and were caught in the rush of lava». [In precedenza tre uomini erano stati bruciati a morte quando tornarono alla loro casa per salvare i beni e sono stati catturati dal fiume di lava]
Anche il The Sun di Sidney, il 9 novembre, riprendendo quanto pubblicato sul The Times di Londra, descrive il triste l’episodio e titola:
« TRAPPED, MEN PERISH IN LAVA – There have been a number of victims, mostly peasants who refused to leave their homes when the military took charge of the district. Three men who returned to a cottage to guard their possessions were cut off by the lava and perished in sight of groups of their helpless countrymen». [Intrappolati, gli uomini muoiono nella lava-Ci sono state un certo numero di vittime, per lo più contadini che hanno rifiutato di lasciare le loro case quando i militari si sono incaricati del distretto. Tre uomini che sono ritornati ad una casetta per riprendere i loro possessi sono stati tagliati fuori dalla lava ed sono periti alla vista di gruppi dei loro connazionali impotenti ].
Ma non è solo la stampa anglofona ad occuparsi di questi luttuosi eventi: anche in quella francofona si trovano analoghe notizie; L’Ouest-Eclair, pubblicato a Rennes, l’11 novembre riporta una notizia particolare relativa alla tragica scomparsa di due monache: «Deux religieuses sont englouties – Voici dans quelles circostances deux religieuses ont trouvè la mort à Santa-Denera [Santa Venera?]. Elles se trouvèrent soudain isolées sur des rochers d’ou il lour état impossible de s’évader. Tout sauvetage était impossible: d’une part, les tentatives étaient vouées à un échec et, d’autre part, c’était pour les sauveteurs une mort certaine. Toute la population s’est agenouillée pendant l’agonie des religieuses. Les religieuses restèrent en prière elles-mêmes jusqu’au moment où elles furent englouties dans la coulée de lave». [Due suore sono state inghiottite – In quelle circostanze due monache trovarono la morte a Santa-denera [Santa Venera?]. Improvvisamente si sono trovate isolate su massi da dove era impossibile fuggire. Ogni salvataggio è stato impossibile: da un lato, i tentativi erano condannati a fallire e, d’altra parte, per i soccorritori la morte era certa. L’intera popolazione restò inginocchiata durante l’agonia delle monache. Le suore rimasero in preghiera fino a quando non furono inghiottite nel flusso di lava ]
Nella stampa italiana non ho trovato riscontro di questa tragedia che però è riportata anche dalla stampa australiana:
Il vulcanologo Boris Behncke nella pagina web “Italy’s volcanoes – The Cradle of Volcanology” (https://www.italysvolcanoes.com/ETNA_fatalities.html), ricorda come la stampa dell’epoca riporti notizia di 5 vittime ma suppone, citando le conclusioni dello studioso inglese Angus M. Duncan effettuate nel 1996, che si trattò di “rumors” generati dalla stampa straniera.
Strano però che detta stampa straniera fosse sia di idioma inglese sia francese. In più, ancor più strano, è il fatto che la prima notizia di vittime a causa della colata lavica sia stata data da due quotidiani italiani, uno del sud ed uno del nord, rispettivamente L’Ora di Palermo (il giorno 8) e La Stampa di Torino (il 9).
Che tale notizia fosse sfuggita al censore? Che solo all’estero, dove il Regime non poteva intervenire, le notizie potessero essere diffuse?
Con il titolo: l’articolo de L’Ora di Palermo l’8 novembre 1928
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