di Santo Scalia
Il 21 ottobre del 1934 il Re d’Italia Vittorio Emanuele II inaugurava la strada per l’Etna che, con i suoi quasi 18 chilometri, permetteva di raggiungere in automobile – partendo da Nicolosi – l’Osservatorio Meteorico-Alpino della Casa Cantoniera e quindi il versante meridionale del vulcano con i suoi immacolati campi di neve.
La via per raggiungere il Piano del Lago, l’Osservatorio – astronomico prima, vulcanologico poi – di quota 3000 e quindi il Cratere diveniva così notevolmente più facile e comoda: la vecchia mulattiera settecentesca che passando per la Casa del Bosco, la Fossa della Neve e la Grotta delle Capre conduceva all’alto versante meridionale dell’Etna era ormai un ricordo.
Già nel 1835 il primo tratto della tanto sospirata strada che da Catania conducesse all’Etna era stato realizzato, per volere del principe Alvaro Paternò Castello, ma l’opera si era fermata a Nicolosi.
Successivamente, nel 1914, fu dato incarico all’ingegnere Puglisi di produrre uno studio per una strada che unisse Nicolosi alla Cantoniera. Poi venne la guerra e solo nel 1929 fu sostituito un consorzio per la realizzazione della Strada per l’Etna. Cinque anni dopo il percorso che a dorso di mulo si copriva in circa 10 ore fu possibile superarlo, in macchina, in un’ora soltanto.
Lo stesso giorno (21 ottobre 1934), il Re inaugurava anche la Casa Cantoniera, ristrutturata in seguito ad un incendio avvenuto nel 1922. Il Banco di Sicilia aveva sostenuto le spese per i lavori di risistemazione ed ampliamento dei locali e la struttura veniva affidata alla Reale Università di Catania. Definita l’Autostrada dell’Etna, la strada si concludeva al piazzale Cantoniera, a quota 1886 m. sul livello del mare
Oggi la strada prende il nome di Strada Provinciale 92, e va da Nicolosi al Piazzale Etna Sud (o Nicolosi Nord) del Rifugio Sapienza. Anche il ramo Zafferana – Rifugio Sapienza, realizzato negli anni ’60, riporta la stessa denominazione “S.P. 92.”
Il tratto meridionale della strada (Nicolosi – Etna) è stato notevolmente danneggiato dalle colate laviche dell’eruzione del 1983. Il tracciato è stato ricostruito rispecchiando grossomodo quello originale e tenendo conto dei nuovi criteri di realizzazione delle vie di comunicazione (regolarizzando le pendenze, ampliando i raggi di curvatura, prevedendo aree di sosta etc.).
Molte delle informazioni storiche e l’immagine con il titolo sono tratte da “Le vie d’Italia” – Rivista mensile del Touring Club Italiano, Dicembre 1934. Le meravigliose cartoline postali della fotogallery fanno parte della preziosissima collezione privata dell’amico Santo Scalia, che non finiremo mai di ringraziare per il suo magnifico contributo al Vulcanico.
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