di Luciano Signorello

In un caldo ed afoso luglio del 2014, inizia a Belpasso una bella avventura.

L’Aministrazione Comunale, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catania, lancia un progetto intitolato Belpasso città delle 100 sculture, cioè un progetto a lunga scadenza, che prevede la realizzazione di 100 sculture, prevalentemente in pietra lavica, da allocare nel centro abitato e nelle sue frazioni. Il tema principale ovviamente è l’Etna con tutto quello che la riguarda, il territorio e la storia di Belpasso – territorio che comincia dalla Piana di Catania, alle porte di Lentini e a +18 m/slm, per finire in cima al vulcano attivo più alto d’Europa, iscritto nella World Heritage List Unesco.

Il materiale messo a disposizione è l’Etna con tutto quello che ruota attorno a questo vulcano, al centro del Mediterraneo e unico vulcano “femmina” La denominazione al femminile dell’Etna risale al tempo del Mito. Pindaro, per esempio, nelle sue Odi Pitiche, appella il vulcano col nome di Aitne. E comunque, oltre la mitologia, l’Etna è femmina perché è la “madre” di tutti gli abitanti delle sue plaghe e poi perché è imprevedibile, forte, passionale, affascinante e molto capricciosa. Insomma una eccellente fimmina sicula! E poi a Muntagna con le eruzioni, i parossismi, la sabbia e i lapilli, ha creato nei secoli terreni fertilissimi, sui quali hanno attecchito con facilità e continuano a crescere rigogliose piante spontanee e coltivate, anche per le missioni di gas e vapori e microparticelle di metalli che si depositano sul suolo. Malpasso, distrutto dalla colata lavica del 1669, edificato a Fenice Moncada subito dopo, raso al suolo dal terremoto del 1669 e costruito nuovamente nell’attuale sito, fu chiamato con il beneagurante nome di Belpasso.

Quindi gli artisti che sono già stati e saranno chiamati per la realizzazione delle opere, ne hanno di materiale a disposizione, storie e leggende alle quali ispirarsi non mancheranno e non sono mancate, compresi grandi uomini e donne che ivi sono nati o hanno vissuto. Dal primo timido simposio del 2014 ad oggi, ne sono stati celebrati 8, con le interruzioni del periodo intenso dei contagi procurati dal Covid e finalmente ripresi. Quest’anno l’attenzione degli artisti si è concentrata sulla pandemia, sui suoi effetti, sulla solidarietà, sulla abnegazione professionale e umana del personale sanitario, su Nino Martoglio, del quale ricorre il Centenario dell’enigmatica scomparsa. E quest’anno l’Amministrazione Comunale, in attesa della collocazione definitiva di tutte le opere fin qui realizzate, ha deciso di realizzare una esposizione temporanea di alcune di esse, nella centralissima piazza Duomo, appena inaugurata  venerdi 15 ottobre e che si che protrarrà fin dopo le festività natalizie.

Belpasso si è fatta dunque promotrice di una progettualità finalizzata, nel tempo, alla definizione di una strategia politica culturale condivisa da tutte le istituzioni mediterranee che operano in questo settore. Una rete di istituzioni attraverso la quale l’Arte abbia una maggiore presenza nelle dinamiche quotidiane della vita e gli artisti si riapproprino di un ruolo attivo nei processi di crescita delle società, ruolo perso lungo tutta la seconda parte dello scorso secolo, quando l’arte si è arroccata su posizioni autoreferenziali ed elitarie, perdendo, per l’appunto, la sua dimensione più umana e utile per la crescita di una società. Grazie a questo Museo diffuso sul territorio e agli strumenti che esso soprintende, la cultura vuole riappropriarsi di quegli aspetti etici che la rendono appunto più vicina alla gente.

Altro effetto benefico che apporterà questa realizzazione, è rappresentato sia dalla crescita culturale della popolazione locale grazie all’esperienza diretta che gli artisti avranno con il territorio, che dalla valorizzazione delle eccellenze presenti nel territorio (imprenditori, agricoltori, scalpellini e artigiani) attraverso il loro necessario coinvolgimento e supporto nella realizzazione opere prodotte dagli artisti. E’ già cominciata la collaborazione pratica al progetto, in quanto diverse strutture ricettive e della ristorazione offrono gratuitamente l’alloggio e il vitto agli artisti che sono giunti da varie parti del mondo. E quando la concezione dell’opera sarà condivisa dalla maggior parte della popolazione locale, quando gli abitanti viciniori alle opere installate le faranno proprie mantenendo l’opportuno decoro ma anche parteciperanno, interagiranno con i visitatori, apriranno esercizi commerciali, l’opera sarà completa e porterà i suoi frutti.

Chi pensa che un investimento così complesso possa dare risultati nell’immediato e che i visitatori dovevano già essere in fila per ammirare le opere, sbaglia a pensarlo. Questa è una grande operazione che ha bisogno di tempo, di partnership con Enti e Fondazioni culturali, Enti pubblici sovracomunali e soprattutto, quando tutto questo sarà metabolizzato dai belpassesi darà i suoi frutti, che saranno sicuramente ottimi e abbondanti.

I due aspetti sono interdipendenti visto che la riuscita del progetto dipende molto dalla capacità di far interagire gli artisti e le personalità invitate con le persone del luogo. La presenza degli artisti stimolerà la gente, perché coinvolta indirettamente o direttamente dalle necessità della produzione artistica divenga realmente orgogliosa di essere parte integrante di un progetto di grande respiro.

 

 

 

 

 

 

 

Luciano Signorello

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