di Santo Scalia

Gli animali – per facilità di studio – vengono suddivisi in classi.  Una classe è formata da tutti gli animali che hanno importanti caratteristiche in comune e ogni animale appartiene a una sola classe. Così Alberto Magno (vissuto nel Duecento), rifacendosi ad Aristotele (384-322 a.C.), suddivise gli animali secondo la loro modalità di locomozione: quindi animali che camminano (bipedi, quadrupedi), animali che volano (uccelli, pipistrelli), animali che nuotano (pesci, mammiferi marini, conchiglie) e animali che strisciano (serpenti, coccodrilli, lucertole).

La distinzione aristotelica non era però soddisfacente, così nel tempo sono state proposte varie e svariate altre tipologie di classificazione. Poiché non è nostra intenzione inoltrarci ulteriormente nel meandri della tassonomia animale, ci basta distinguere gli animali in vertebrati e invertebrati. I primi, i vertebrati (provvisti cioè di uno scheletro interno osseo o cartilagineo), si suddividono a loro volta in cinque classi: Anfibi, Mammiferi, Pesci, Rettili e Uccelli.

Ma perché trattare di questi argomenti a proposito dell’Etna? Qualcuno potrebbe pensare che il nostro obiettivo sia la trattazione delle varie specie animali presenti nel territorio del vulcano: no, non è propriamente di questo che stiamo per trattare, bensì di quei toponimi presenti nel territorio del nostro vulcano collegati al nome di qualche animale.

La rassegna che segue, lungi dal voler essere completa ed esaustiva, vuole offrire spunto per una riflessione sul legame tra i nomi di alcune località etnee e i relativi esemplari del mondo animale.

Un solo toponimo rappresenta la classe degli Anfibi: un appartenente agli anuri, animali  “dal corpo tozzo, privo di coda, con arti posteriori molto sviluppati, atti al salto”: si tratta di Serra Buffa, il cui nome si rifà al termine dialettale siciliano “buffa”, che altro non è che la femmina del rospo (in latino denominato Bufo).

La classe dei Mammiferi è quella più rappresentata: ci sono gli Equidi (Equus) con i toponimi Schiena dell’Asino, Salto della Giumenta e due Portella Giumenta; i Bovidi (in latino Bovidae) con la famosissima Valle del Bove (o Valle del Bue, come si diceva un tempo), il Vallone Salto del Bue (a nord-ovest di Piedimonte) e le Sciare di Scorciavacca nel comune di Mascali. Ai Bovidi si aggiunge la sottofamiglia dei Caprini (Caprinae) rappresentata dai toponimi Rocca Capra e Monte Capre; i Cervidi (Cervidae) sono presenti con Monte Cervo, Monte Capriolo e Monte Capriolello, così come anche i Plantigradi (in particolare gli Ursidi), con la dagala dell’Orso.

Non mancano nemmeno i Felini (dal latino Felis, cioè gatto), proprio con la Grotta del Gatto ed il più feroce leone, con i tre toponimi Monte Leone (ormai quasi scomparso, frutto dell’eruzione del 1883), Valle del Leone e Tagara del Leone. Entrambi gli ultimi  due toponimi, relativi al “re degli animali”, si trovano nel settore nord-orientale del vulcano: la valle nell’angolo nord-est della più ampia Valle del Bove, sotto i Pizzi Deneri; la tagara (ovvero la schiena del leone, o come ci spiega lo storico Giuseppe Recupero, la chioma di quell’animale) è un sentiero che sale a zig-zag e che fu realizzato negli anni ’70 per raggiungere Pizzi Deneri a partire dalla zona di Monte Baracca; successivamente il sentiero fu abbandonato.

I Canidi (Canidae) sono presenti con Monte Salto del Cane e Monte Tanaurpi (cioè “tana della volpe”).

E ancora, la classe dei Mammiferi ha sull’Etna i toponimi Piano della Lepre, Monte Lepre (nel versante Est, in Valle del Bove a 1956 m., non più visibile), ancora Monte Lepre (nel versante Etna Ovest, a monte di Piano dei Grilli), Monte Leporello e Grotta del Coniglio, toponimi relativi alla famiglia dei Leporidi (Leporidae).

Infine la classe dei Mammiferi ha sull’Etna anche toponimi relativi ai Chirotteri, cioè quelli che sono in grado di volare: Grotta dei Pipistrelli (primo nome dell’attuale Grotta dei tre livelli), Grotta Taddariti (cioè, ancora, dei pipistrelli, dato che in siciliano il termine taddarita indica proprio il pipistrello).

Così come gli Anfibi sono rappresentati da un unico toponimo, anche i Rettili ne hanno uno solo: il Monte Scorsone; il termine deriva dal siciliano “Scursuni”, detto anche “serpi niura”, cioè il Biacco (già conosciuto come Coluber viridiflavus ma oggi riclassificato col nome Hierophis viridiflavus). Il Monte Scorsone è un rilievo della Serra delle Concazze (che chiude a settentrione la Valle del Bove), tra Monte Rinatu e Monte Cerasa.

Numerosi, quasi quanto i Mammiferi, sono i toponimi relativi agli Uccelli (in latino scientifico Aves): Monte Corvo, Monte Salto del Corvo, Torrente Salto del Corvo, Monti Corvo o Calcarazzi (poco distanti dai più noti Crateri Silvestri, vicino al Rifugio Sapienza), Monte Serra di Falco, Monte Gallo, Monte Palomba, Rocca Palomba (nella parte settentrionale della Valle del Bove), Grotta delle Palombe (facente parte dell’apparato eruttivo dell’eruzione del 1669, presso Nicolosi), Grotta delle Palombe (facente parte dell’apparato eruttivo dell’eruzione del 1669, presso Nicolosi)Grotta delle Palombe (nel settore nord-est, lungo la pista altomontana), ben due grotte delle Colombe (in territorio di Belpasso, tra Camporotondo Etneo e San Pietro Clarenza), Monte Stornello, Monte Vetore (M. Veturo, nelle vecchie carte, e qualora derivasse dal temine siciliano “vuturu”, significherebbe avvoltoio).

Tra gli invertebrati solo poche specie sono presenti nella toponimia etnea: troviamo la Serra del Salifizio e, nel suo versante meridionale, il Monte Solfizio (con questi termini in siciliano si indicano gli Scorpioni, che sono un ordine di artropodi velenosi della classe degli aracnidi). Infine, per quanto riguarda gli insetti ortotteri, sono rappresentati i Grillidi (Gryllidae), col toponimo Piano dei Grilli.

Per meglio comprendere il significato dei toponimi delle regioni dell’Etna è utile consultare il lavoro dello studioso e caro amico Dott. Giovanni Tringali (1951 – 2021) Toponimi Etnei – Alla ricerca dell’origine del nome dei coni piroclastici e delle contrade etnee e della storia delle genti dell’Etna. La versione elettronica di una edizione precedente – Oronimi Etnei – Il nome dei crateri dell’Etna del 2012 – è stata pubblicata in internet a cura dellAccademia Gioenia di Catania nel proprio Bollettino N° 375  (Vol. 45 – N° 375 –  pagine 511 – 606).

Le incisioni relative ad alcuni degli animali presenti nei toponimi etnei sono tratte dal volume Thierbuch, Sehr künstliche und wolgerissene Figuren dell’illustratore Jost Amman, pubblicato nel 1592.

Infine, una tabella può tornare utile per riassumere i toponimi di cui si è trattato:

Il particolare relativo alla Valle del Leone è tratto dallo sheet 262 della Carta 1:100.000  dell’U.S. Army Map Service, 1941; i rimanenti, dove non indicato diversamente, sono derivati dalle Carte topografiche 1:25.000 dell’I.G.M. (1969).

 

Con il titolo: da https://online.scuola.zanichelli.it/artemondo-blog/2018/10/15/bestie-medievali/

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