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Paolo Zocchi

di Paolo Zocchi *

SINGAPORE – Ieri, 7 aprile è scattato il primo giorno di “Circuit Breaker” (letteralmente “interruttore“), ovvero un numero ulteriore di misure restrittive intraprese per affrontare questa seconda ondata di contagi da Covid-19 che ha caratterizzato Singapore nelle ultime settimane.

La Repubblica di Singapore, identificata spesso come “little red dot” (“puntino rosso”) per le sue dimensioni (720 Km quadrati) è casa per quasi sei milioni di abitanti. Fondata nel 1965, dopo essersi resa indipendente dalla Malesia, è conosciuta nel mondo come punto nevralgico dell’economia asiatica sia per progresso sia per organizzazione. Dalla tecnologia, alla finanza, allo shipping e “hospitality”, Singapore ha mantenuto sempre una visione lungimirante, abbracciando nuove tecnologie e dirigendosi verso una gestione sostenibile della città, assicurandosi in parallelo occupazione, investimenti nell’educazione e un migliore benessere per i propri cittadini. 

A partire dal commercio delle spezie (“Spice Trade”) di cinquecento anni fa, l’isola di Singapura, affacciandosi allo stretto di Malacca, è sempre stata un punto di passaggio: da navi portoghesi, inglesi o olandesi alla ricerca della noce moscata in Indonesia fino agli anni più recenti che hanno reso il porto di Singapore uno degli snodi marittimi e commerciali più frequentati al mondoDal commercio di beni si è passato negli ultimi anni ad un flusso molto elevato di persone, sia per turismo come stop-over in direzione verso Australia e sud est  asiatico, sia per la presenza delle maggiori aziende straniere che hanno scelto Singapore come head quarter, a fronte della stabilità politica e della rinomata efficienza. Questo flusso elevato ha fatto sì che Changi Airport abbia raggiunto un’affluenza annuale di circa 65 milioni di passeggeri. Tali caratteristiche non hanno quindi permesso a Singapore di rimanere immune a quello che sta succedendo.
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Misure restrittive durante “Circuit Breaker
La prima sfida, ovvero la prima di ondata di contagi, è arrivata verso la fine di gennaio direttamente da Wuhan, distante circa 3400 Km (poco più della distanza che intercorre tra Catania e Stoccolma). É stata combattuta con efficienza tipica della città stato, integrata da un rilevamento e localizzazione dettagliato per risalire ai focolai, facendo sì che le attività lavorative e commerciali continuassero. OMS e varie testate giornalistiche (da Bloomberg alla CNN) hanno elogiato l’operato di Singapore, definendo l’approccio come “leaving no stone unturned” (“guardando sotto ogni sasso”).  Tra i tanti aspetti chiave, come l’organizzazione e la precisa attuazione delle manovre previste, è da evidenziare la chiara comunicazione che ha trasmesso un senso di trasparenza ed equilibrio e la preparazione di una città già attraversata da esperienze simili come la Sars del 2003, ricordo molto intenso, o da battaglie continue come la febbre dengue o dengue fever, in cui il contributo del cittadino è anche in questo caso fondamentale.
Nonostante questo primo sforzo, una seconda ondata di contagi, cosiddetti “di ritorno” (“imported case”) è avvenuta in seguito agli arrivi da zone meno sospette come Regno Unito o Stati UnitiDopo un piano da circa 60 miliardi di dollari a sostegno del paese, ulteriori misure restrittive sono state annunciate pochi giorni fa, tra cui la chiusura delle scuole e delle attività non essenziali e l’invito ai cittadini a limitare le uscite. Anche in questa circostanza, il senso civico contribuirà in maniera decisiva al risultato di questa battaglia. 
 
“Circuit Breaker” è diventato la parola d’ordine e obiettivo numero uno e ci auguriamo di poter trarre da questa esperienza nuovi insegnamenti da utilizzare a livello globale. To be continued…
 
* Marketing Manager per STmicroelectronics. In Singapore dal 2002
Con il titolo: vista su CBD, Central Business Distric, centro finanziario della città (foto presa da Art Science Museum). Nella fotogallery, in sequenza:  tradizione (Tempio Cinese a sinistra) e modernità (“skyline”, grattacieli a destra); vista su Marina Bay al tramonto, uno dei luoghi più suggestivi della città; Garden By the Bay, tra piante e tecnologia; misure restrittive durante “Circuit Breaker”; servizi essenziali e disponibili durante il periodo di “Circuit Breaker”; “Let’s do our part”, campagna informativa per i cittadini disponibile anche alle fermate dell’autobus, in cui si ricordano norme igieniche importante per la lotta al virus; nel retro, sempre alla fermata dell’autobus, altra campagna informativa, “Fight Dengue”, per la lotta alla febbre Dengue e di nuovo il CBD.

 

 

 


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