di Francesco Palazzo
Finalmente! È la prima parola che tanti palermitani hanno pronunciato l’altro ieri mattina appena svegli. Le mogli, meravigliate, hanno chiesto cosa fosse successo di così atteso ed importante, e non potevano capire il sorriso sui volti dei loro mariti e quell’aria rosea che avevano nello sguardo, certe che simili eventi non erano sicuramente a loro collegabili. La spiegazione era semplice: i buoni palermitani rosanero avevano saputo dal loro telefonino che era stato programmato per segnalare le notizie importanti che tutti devono conoscere, che finalmente De Zerbi non era più l’allenatore del Palermo e che al suo posto era stato nominato nientemeno che il “Genio”, capitan Eugenio Corini.
È ovvio che l’impresa che si è incaricato di portare a termine il nuovo allenatore è davvero “sfidante”, se non impossibile, visto il livello tecnico della compagine. Ma tutti i tifosi sanno che sicuramente non ci saranno giochetti interessati. Appare evidente, infatti, che con quella clausola di non rescissione che – si dice – avrebbe portato ben 500 mila euro – ipso facto – nelle tasche di De Zerbi per il solo fatto di essere esonerato dalla guida tecnica del Palermo, non rappresentava altro che un incentivo a fare male. Tanto è vero che proprio il comportamento schizofrenico tenuto in ultimo in occasione della partita di Coppa Italia con lo Spezia ha dato al presidente la possibilità di mettersi lo scarpone chiodato col quale sferrare il meritato calcio in c…. allo spocchioso De Zerbi.
A questo punto, però, bisogna fare un po’ di autoanalisi per cercare di capire cosa è successo, perché è successo, dove si vuole arrivare… ecc. ecc. Perché non è possibile che i tifosi rosanero debbano vivere a rischio di infarto ogni stagione calcistica. E dire che il presidente è stato capace di andare a scovare e di lanciare fior di giocatori… In ultimo il signor Dybala ed il signor Belotti. La giustificazione comune di questa situazione è che il presidente è un uomo d’affari e pertanto considera i giocatori “merce” da comprare per poi rivenderla ad un prezzo superiore. Ma allora come si spiegano le clamorose topiche contrattuali che nell’ultimo decennio hanno caratterizzato la sua storia di uomo d’affari? Viene il sospetto che non si tratti di vere topiche ma che qualcuno voleva che apparissero come tali.
In ultimo, la vicenda De Zerbi. Questo allenatore sembra che sia stato voluto, fortemente voluto, dal presidente, tanto che venne messa in piedi una farsa con Ballardini e, prima, tra De Zerbi ed il Foggia. Il suo arrivo a Palermo venne salutato dal presidente come, se non di più, l’arrivo del messia. Finalmente avremmo avuto ottimi schemi d’attacco ed il Palermo avrebbe segnato gol a grappoli. Così non è stato. Ma un record De Zerbi è riuscito a batterlo: mai il Palermo aveva perduto sette partite di seguito in serie A. Della sua pochezza tattica abbiamo avuto piena contezza in occasione della partita casalinga con l’Udinese allorquando, dopo i primi dieci minuti del primo tempo, non seppe comprendere le mosse tattiche con le quali Gigino Del Neri aveva completamente scompaginato l’organizzazione del Palermo.
Quindi, un allenatore inesperto e presuntuoso, pagato fior di quattrini, insieme ad un altro allenatore, Ballardini, che aveva iniziato la stagione ed aveva partecipato (quasi sicuramente in maniera passiva) alla campagna acquisti ed aveva fatto la preparazione. Perché prendere De Zerbi? Ma il presidente non ha tra i suoi più ascoltati consiglieri nientemeno che mister Di Marzio? Ecco, appunto: mi è stato raccontato che De Zerbi sia compare d’anello del figlio del mister Di Marzio e che la sua venuta a Palermo sia stata particolarmente caldeggiata dalla “famiglia” Di Marzio. Anche nel mancato licenziamento sembra che ci sia stato lo zampino della già citata “famiglia”.
Tutto il “mondo del calcio”, giornalisti sportivi ed appassionati di calcio ma – soprattutto – tutti i tifosi rosanero si chiedevano cosa fosse successo al mangiatore di allenatori per eccellenza, come mai ancora non avesse deciso di esonerare un allenatore che non dava risultati per così lungo tempo. Probabilmente, ci dicevamo, il presidente riconosce che la principale responsabilità della pochezza tecnica dei calciatori è sua perché è lui che ha deciso tutta la campagna acquisti e cessioni. Però quando è troppo è troppo! Ed il presidente si è deciso: finalmente!
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