AGATINO E FRANCESCO

di Agatino Reitano e Francesco Cavallaro

Abbiamo cominciato a coltivare quest’idea di realizzare un parco a tema sulla preistoria siciliana circa dodici anni fa, quando ci siamo appassionati all’archeologia sperimentale applicata alla preistoria, una disciplina che si propone di ricostruire, con gli stessi mezzi e materiali utilizzati dai nostri antenati e partendo dai dati scientifici forniti dagli studi archeologici, strumenti di lavoro, armi, vasellame, abbigliamento, abitazioni, e molto altro ancora.

La lavorazione della selce, una roccia sedimentaria molto dura che si rompe rilasciando delle schegge molto taglienti e utilizzata sin dagli albori dell’umanità, è stata la nostra prima sfida, anzi, il nostro primo tormento, visti i numerosi tagli alle mani che ci siamo procurati prima di apprendere un minimo di tecnica che ci avrebbe consentito di staccare delle “lame” decenti da un nucleo di selce. E’ a questo punto che abbiamo cominciato ad avere un sempre maggiore rispetto dei nostri antenati, poiché abbiamo capito che per sopravvivere in un ambiente molto ostile quale era il loro, dovevano essere delle persone molto dotate, dal punto di vista fisico e intellettivo.

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Cottura della ceramica dentro fosse riempite di brace ardente nel terreno

All’apprendimento della lavorazione della selce sono seguiti i primi tentativi di cottura della ceramica entro fosse riempite di brace ardente nel terreno (foto 1, anno 2006) e di altri strumenti, quali asce e mazze di basalto, un arco primitivo e delle frecce, ma la nostra passione per la divulgazione, già ampiamente dimostrata nella continua attività di educazione ambientale nelle scuole, ci ha inevitabilmente condotti a diffondere la conoscenza della preistoria siciliana nelle scuole elementari della Sicilia orientale (foto 2, laboratorio di archeologia sperimentale a Comiso nel 2008).

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2008, laboratorio di archeologia sperimentale a Comiso

Già, perché la preistoria, purtroppo, si insegna solamente nella terza classe delle elementari! Nel corso dei diversi anni in cui abbiamo realizzato queste attività divulgative teorico-pratiche sulla preistoria (foto 3, laboratorio a Motta Santa Anastasia, anno 2013), con particolare riferimento a quella siciliana, molte insegnanti ci hanno richiesto di poter realizzare queste attività all’aperto, ma anche di poter visitare qualche sito archeologico preistorico. Con nostro rammarico ci siamo resi conto che non esisteva, nella Sicilia orientale, un sito archeologico preistorico accessibile in sicurezza a dei bambini di terza elementare. E’ da questo momento che l’idea di realizzare un parco a tema sulla preistoria siciliana comincia a prendere forma, ma è solo da circa un anno e mezzo che abbiamo cominciato a concretizzare quest’idea. Il 12 aprile di quest’anno, tre giorni fa, l‘Archeopark dell’Etna ha preso finalmente forma e soprattutto vita, con la prima scolaresca in visita.

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2013, laboratorio a Motta Sant’Anastasia

L’Archeopark dell’Etna è la simulazione di un piccolo villaggio preistorico risalente all’età del Bronzo Antico (circa quattromila anni fa), più precisamente al periodo Castellucciano (dal sito archeologico di Castelluccio, provincia di Siracusa). Abbiamo voluto riferirci a questo periodo perché è certamente quello meglio rappresentato nell’area etnea, con una bellissima ceramica a fondo rosso su cui spiccano complesse figure lineari geometriche di colore nero.

Il piccolo villaggio, immerso nel verde dell’azienda agricola “Il Pirosseno” (località Pisano di Zafferana Etnea) che lo ospita, si compone di due capanne, una più piccola, a pianta circolare e l’altra rettangolare con un’abside, separate da un ampio piazzale. Sia le capanne, sia gli spazi esterni, sono arredati di oggetti, strumenti e materiali tali da conferire un’impressione di “vissuto” nel visitatore .

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Nella capanna maggiore, che abbiamo voluto attribuire ad un vasaio, oltre a strumenti per la lavorazione dell’argilla sono presenti anche altri per l’agricoltura e la lavorazione del legno nonché un telaio primitivo per la produzione di tessuti di lana. Nella capanna minore, che immaginiamo essere di un cacciatore e della sua famiglia, sono presenti archi, frecce e gli strumenti per produrre e riparare le armi, oltre agli arredi tipici . Davanti alla capanna maggiore sono presenti degli essiccatoi per ossa di animali e pelli, mentre nel piazzale tra le capanne sono presenti un forno per la cottura del vasellame, un’area per la lavorazione del legname, un’altra per la lavorazione della selce e di ciottoli lavici da levigare per la costruzione di asce. Oltre la capanna più piccola, accanto ad una piccola scalinata, è la discarica del villaggio e, più avanti, una sepoltura del tipo a “dolmen” con uno scheletro (finto ovviamente) completo di corredo funerario costituito da vasi, asce e conchiglie.

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All’interno di questi spazi i visitatori hanno altresì la possibilità di effettuare l’esperienza del tiro con l’arco preistorico, di assistere all’accensione del fuoco con varie tecniche e di manipolare alcuni degli oggetti esposti, allo scopo di comprenderne, ad esempio, il peso o il grado di levigatura. Inoltre, l’azienda agricola che ci ospita possiede una moderna aula didattica all’interno della quale si potranno effettuare, su richiesta, dei laboratori sulla ceramica, attraverso la manipolazione dell’argilla con tecniche “preistoriche”, per l’elaborazione di manufatti a tema, ma anche dei laboratori sui pigmenti naturali appositamente trattati e stesi su pannelli che simulano la parete di una grotta, per realizzare pitture ispirate ai più importanti esempi d’arte rupestre presenti in Europa.

La passione e il desiderio di divulgare e di sensibilizzare la preistoria ci ha portato fin qui, e da qui speriamo di poter continuare ad andare avanti con nuovi propositi e rinnovata energia, anche collaborando con specialisti e appassionati che vorranno aiutarci a migliorare il sito e la sua attività.

Un sentito ringraziamento a chi ci ha aiutato a realizzare questo piccolo villaggio preistorico: Alessandro Sebastiano Lieto, Walter Contarino, Maria Catania, Giuditta Mangano, Luana Lombardo, Adriano Ferrara, Claudio Di Natale, Gabriele Russo; all’azienda agricola Il Pirosseno che ci ospita e della quale Giacomo Fichera e Pinella Durisi  rappresentano il perno. Ringraziamo anche tutti coloro che continueranno a credere in questo progetto, soprattutto nell’ottica di contribuire a migliorare i nostri territori, con la loro millenaria storia, nonché la coscienza e la consapevolezza per essi, da parte delle future generazioni.

Per informazioni è possibile consultare la pagina facebook www.facebook.it/archeoparkdelletna oppure telefonare al 3391717677. Presto sarà disponibile il sito internet all’indirizzo www.archeoparkdelletna.com

Agatino Reitano è Guida Ambientale e collaboratore del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso. Francesco Cavallaro è Geologo.

LOGO ARCHEOPARK

(Gaetano Perricone). Aggiungo soltanto, da parte mia e del Vulcanico, i più convinti complimenti ad Agatino Reitano e a tutto il “team” dell’Archeopark dell’Etna per questa brillante e suggestiva idea, frutto di evidente impegno e passione e di un progetto costruito con determinazione nel tempo, che offre ai visitatori della nostra meravigliosa Muntagna Patrimonio dell’Umanità un’altra interessante opportunità di conoscenza, da una prospettiva storica e culturale certamente differente, originale e significativa. Buon lavoro di vero cuore e ad maiora !

 

Agatino Reitano

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