di Santo Scalia
Non tutte le eruzioni sono precedute da attività sismica o da significativi aumenti dei livelli medi del tremore; a volte capita che il vulcano si squarci quasi in sordina, e che da qualche parte la lava venga a giorno senza che gli strumenti ne diano preavviso.
E’ il caso, ad esempio, dell’eruzione cominciata il 7 settembre del 2004, quindici anni fa. Il teatro fu la base orientale del Cratere di Sud-Est. Allora di Sud-Est ce n’era uno solo, quello nato con lo sprofondamento del 1971 e la successiva attivazione nel 1978; negli anni successivi nasceranno il Nuovo Cratere di Sud-Est (novembre 2009), e, tra questo ed il vecchio Cratere di Sud-Est, il Cratere della Sella (dicembre 2016).
Dicevo che la lava si presentò in sordina. A proposito ecco come l’INGV, nel comunicato delle ore 16:50 del 7 settembre, annunciava l’inizio dell’eruzione: «L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Catania, informa che è presente una frattura eruttiva orientata N 110 E lunga circa 230 metri dalla base orientale del Cratere di Sud Est. La lava fuoriesce dalla terminazione della frattura e percorre circa 150 metri. […] L’inizio dell’attività eruttiva (circa ore 13:00 locali) non è stata accompagnata da nessuna attività sismica, analogamente non si sono registrate variazioni significative dell’ampiezza del tremore vulcanico.»
Dalla parte più bassa della frattura, in prossimità di Serra Giannicola Piccola, in assenza di degassazione, comincio la fuoriuscita di lava. Qualche giorno dopo, nella mattina del 10 settembre, una nuova bocca si aprì poco più a valle, a quota 2650 metri. Seguendo le normali leggi della dinamica dei fluidi, le correnti laviche si sono riversate nella Valle del Bove dove, non rappresentando alcun pericolo per le persone o per le cose, si sono trasformate in puro spettacolo.
Durata circa 183 giorni, l’eruzione si concluse nella prima decade di marzo dell’anno successivo, esattamente – secondo il Global Volcanism Program dello Smithsonian Institution – l’otto marzo. Si stima che il volume totale delle colate emesse abbia raggiunto i 40 milioni di metri cubi, contribuendo alla progressiva scomparsa dei Monti Centenari, in Valle del Bove.
Voglio concludere con una foto che, qualche tempo dopo, ho trovato in rete, nelle pagine web del sito www.cataniaperte.com, curate dall’amico Salvatore Caffo, Vulcanologo Dirigente dell’Ente Parco dell’Etna: lì infatti ho scoperto con piacere una foto che ritrae Salvo nei pressi della bocca effusiva e poco più il là, il sottoscritto.
Un’ampia selezione di mie foto relative all’eruzione del 2004-2005 si può consultare nella Fotogallery.
(Gaetano Perricone). Alla fine della ricca e come sempre splendida fotogallery proposta da Santo Scalia, mi permetto di aggiungere una foto anche questa molta bella e a cui tengo molto dal mio archivio personale, legata a quell’evento eruttivo, interessante e spettacolare, che seguii allora da vicino da addetto stampa del Parco dell’Etna. Sono con il mio ex collega e grande vulcanologo Salvo Caffo e con il bravissimo collega giornalista Alfio Marco, attento e brillante cronista del vulcano e autore di pagine davvero belle e appassionanti su tante eruzioni e dell’articolo de La Sicilia pubblicato nella gallery.
Commenti recenti