di Vincenzo Greco

Vincenzo Greco il 26 marzo 2017 davanti alla bocca effusiva alla base del Cratere di Sud Est
Vincenzo Greco il 26 marzo 2017 davanti alla bocca effusiva alla base del Cratere di Sud Est

Innanzitutto vorrei ringraziare il Vulcanico sempre vicino alla nostra montagna e alla gente di montagna.

Da quando è scattata l’emergenza Covid-19, come Guide ci siamo subito mobilitati per mettere in pratica quanto necessario, bloccando immediatamente tutte le escursioni per ovvie ragioni di sicurezza.

In questi giorni leggere e rispondere alle mail dei moltissimi turisti delusi e di tutti coloro che desideravano visitare il nostro vulcano, non è stato per nulla facile. Per fortuna a sollevarci in questo momento buio ci pensano sempre loro, le tante persone che ho avuto modo di accompagnare in passato sull’Etna e che adesso molto affettuosamente, vista la drammatica situazione, mi hanno scritto, dimostrandomi vicinanza, piccoli gesti d’immenso valore che gratificano molto, credo che non esista soddisfazione più grande. La sofferenza non è quantificabile soprattutto quella di chi come me, ha l’abitudine di vivere la montagna.  Per molti altri non è un lavoro ma pura necessità, un attaccamento pieno di passione.

Ovviamente il mio pensiero non può che andare all’Etna, la nostra Muntagna, ora più che mai racchiusa nella sua intima e autentica bellezza. Sicuramente a lei non dispiace, non ama essere ripresa, ammirata sì ma non apprezza gli obiettivi, preferisce nascondersi e farsi desiderare. Nonostante le tante ore trascorse a contatto con lei, non beccherai mai il momento più bello; qualsiasi cosa lei voglia fare o stia facendo farà sempre tutto non appena avrai deciso di girare lo sguardo o di spegnere la macchina fotografica. Per questo motivo preferisco rimanere fermo ad osservare, senza disperarmi troppo. In fondo la natura è così, riservata e introversa, ha bisogno dei suoi spazi e della sua naturale tranquillità. Sembra quasi che tutto sia volto a farci riflettere, sono convinto che questo distacco aiuterà ad accrescere il rispetto e la cura verso i nostri spazi e la bellezza che la natura sa offrirci.

Vincenzo con il padre Salvatore il 26 luglio 2001 a Pizzi Deneri con alle spalle l'attività effusiva nella Valle del Leone
Vincenzo con il padre Salvatore il 26 luglio 2001 a Pizzi Deneri con alle spalle l’attività effusiva nella Valle del Leone

L’Etna ha bisogno del turismo, ma del turismo buono, genuino, che ami davvero la natura, che la sappia ammirare, custodire e conservare. Certo le grandi distese deserte, senza nessuno che le calpesti, mettono dentro un pò di inquietudine; un paesaggio vuoto può apparire desolato e non sempre regala impressioni positive, le sensazioni di ognuno di noi hanno la capacità di renderlo vivo e brulicante di vita. Come ci insegna Leopardi con il suo pessimismo storico, la natura è forza suprema: nonostante conduca costantemente l’uomo innanzi a difficoltà, ha dotato il genere umano di immaginazione, che evade dalla realtà infelice della vita, abbandonandosi ad un mondo interiore. Questo ritorno al primordiale sta cancellando ogni traccia umana come le impronte lasciate sulla neve.  La natura noncurante dell’uomo alla fine riprenderà sempre ciò che è suo.

La vita comunque continua. Quando tutto questo sarà passato, ritorneremo con cautela e maturità di fronte alle molteplici facce della nostra Muntagna ed io non vedo l’ora che ciò accada.

Con il titolo e nella fotogallery, una serie di meravigliose foto di Vincenzo Greco che ci rendono tutta la incomparabile bellezza della Muntagna Patrimonio dell’umanità e la sua enorme passione per il lavoro di Guida Vulcanologica, figlia di una grande tradizione familiare

 

 

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