di Santo Scalia

L’Association Volcanologique Européenne (L.A.V.E.) è un’associazione culturale a carattere scientifico, nata per permettere agli appassionati di vulcanologia di ritrovarsi e promuovere gli scambi scientifici nel campo delle scienze della Terra, contribuendo alla promozione della ricerca vulcanologica.

Nel corso di quasi un quarto del secolo corrente, ho avuto il piacere e l’onore di aver pubblicato sulla Revue de L.A.V.E. otto articoli, sei dei quali scritti “a quattro mani” insieme allo stimato vulcanologo francese Jean-Claude Tanguy.

Nell’ultimo numero pubblicato dall’Associazione, il n° 216 del dicembre 2024, è presente un breve riepilogo degli eventi vulcanici avvenuti all’Etna nel volgere di due mesi (luglio e agosto dello stesso anno): in questo intervallo, infatti, il vulcano ha prodotto 6 eventi parossistici dal cratere denominato La Voragine, arrecando notevoli problemi alle popolazioni che vivono nei settori meridionale e orientale, causando di conseguenza importanti danni economici.

Il mese di settembre è stato invece caratterizzato da una moderata attività localizzata nel Cratere subterminale di Nord-Est, mentre un settimo evento parossistico è stato prodotto il 10 novembre, sempre dal cratere Voragine. Quest’ultimo però, a cause delle proibitive condizioni meteorologiche, è stato rilevato soltanto attraverso le misurazioni strumentali e non è stato osservato visivamente, eccezione fatta per una fortunata visione dagli oblò di un aereo in transito ad alta quota.

Nella fotogallery, accessibile tramite la splendida foto di apertura, si può consultare l’articolo in lingua francese recentemente pubblicato da L’Association Volcanologique Européenne.

Per comodità di lettura di seguito viene riportata una versione dell’articolo tradotto in lingua italiana:

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I parossismi della Voragine dellEtna tra luglio e agosto 2024

Santo Scalia & Jean-Claude Tanguy

Figura 1 – Colate e depositi conseguenti al parossismo del 23 luglio 2024 (fonte: INGV – Osservatorio Etneo)

“La Voragine” (in francese le gouffre) è il principale ed il più costante tra i crateri permanenti sulla sommità dell’Etna (figura 1). Così come i suoi vicini (il Cratere Nord-Est del 1911, la Bocca Nuova nata nel 1968 e ancora il Cratere di Sud-Est formatosi nel 1971), e al contrario degli innumerevoli coni che ritroviamo sui fianchi che hanno avuto un’esistenza temporanea, questi crateri sommitali sono sempre soggetti a risvegliarsi.

Ed è stato proprio il 3 aprile 2021 che la Voragine ha prodotto la sua ultima emissione di ceneri e, poi, non ha mostrato più alcun segno di attività. Ma, nella notte tra il 13 ed il 14 agosto 2024, è iniziata una debole attività di spattering che ha costruito un piccolo cono di scorie saldate, seguita poi dall’emissione di una colata lavica fuoriuscita da una fessura sul fianco sud-orientale del cono, colata che cominciò a riempire la vicina depressione della Bocca Nuova.

Nel pomeriggio del 4 luglio, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, emetteva un comunicato: «[…] l’attività stromboliana al cratere Voragine è evoluta a fontana di lava e produce una colonna che raggiunge l’altezza di circa 4500 m. slm e si propaga in direzione SE. E’ stata altresì segnalata la ricaduta di cenere su diversi abitati dell’area sudorientale etnea e fino a Catania».

Così come già tante volte in passato, di nuovo i paesi pedemontani del settore meridionale si risvegliano ricoperti da una nera coltre di materiale piroclastico (localmente denominato “rina”) che causa notevoli danni alla circolazione veicolare, alla navigazione aerea, alle colture ed alla respirazione (figura 2 e figura 3).

Figura 5 – L’alba del 7 luglio vista da Ragalna (Foto © Santo Scalia)

L’attività parossistica, iniziata alle 16:15 UTC del giorno 4, si esaurisce intorno alle 01:50 UTC del giorno 5, anche se una fase stromboliana prosegue fino alle prime luci dell’alba dello stesso giorno (figura 5)

Segue soltanto un breve riposo, durato appena un giorno, e l’attività esplosiva alla Voragine riprende nel pomeriggio del 6; dopo un altro giorno, ecco che all’incirca alle 22:00 UTC, l’Ingv di Catania registra un nuovo «graduale incremento dell’attività stromboliana a carico del cratere Voragine»; come era prevedibile, poche ore dopo, l’Istituto diffonde un nuovo comunicato che puntualizza che «[…] l’attività stromboliana al Cratere Voragine si è ulteriormente intensificata ed al momento è in atto una fontana di lava. Tale attività produce delle emissioni di cenere che, in accordo con il modello previsionale, si disperdono in direzione ESE».

Figura 4 – Tremore vulcanico registrato alla stazione ECPN (Etna Cratere del Piano) al primo parossismo (INGV-OE)

Questa volta sono le località del settore SE (Zafferana, Milo, ecc.) a trovarsi sotto la ricaduta delle piroclastiti. La colonna eruttiva, salita fino a 9 km, si esaurisce dopo circa 7 ore. Questi due forti parossismi hanno modificato profondamente la morfologia della zona sommitale. Le misurazioni effettuate con i droni hanno evidenziato un’altitudine massima di 3369 m s.l.m. per il bordo più alto della Voragine (invece di 3354 m sulla punta del Cratere SE, che precedentemente deteneva il record).

Un nuovo sussulto si registra nei giorni 10 e 11 luglio, quando un aumento del tremore vulcanico e dell’attività stromboliana fanno presagire un imminente terzo parossismo. L’attività però non raggiunge un’intensità tanto elevata da poterla annoverare tra i parossismi dell’anno. A complicare il già complesso quadro eruttivo, ecco che anche il Cratere di Nord-Est (nato nel 1911 e da tempo quiescente) dà segni di ripresa: a partire dai giorni intorno alla metà del mese, produce sporadiche esplosioni con emissione di cenere che si è disperde velocemente al di sopra dei crateri sommitali.

Figura 6 – Il terzo parossismo: immagine  dalla webcam termica da Bronte, versante ovest (INGV-OE): la macchia chiara, a destra, rivela la colata di lava

Ma non è ancora finita: nelle prime ore serali del 15 luglio aumentano tremore e attività stromboliana ancora una volta alla Voragine, e poco dopo sfociano in un’intensa attività parossistica (figura 6). E’ il terzo parossismo registrato nel giro di una decina di giorni. Una colata lavica si diparte dall’orlo occidentale dell’antico Cratere Centrale, interrompe la pista di quota 3000 e si arresta poco più a valle. I due crateri BN1 e BN2 (della Bocca Nuova) vengono ormai ricoperti dai prodotti fuoriusciti dalla Voragine. Ulteriori disagi si ripropongono nuovamente per i paesi del versante sud-orientale del vulcano, a causa della ricaduta di scorie e ceneri.

La colonna eruttiva raggiunge i 6000 m di altezza e l’attività parossistica, presto ritornata ad attività stromboliana, cessa nelle prime ore del 16 luglio.

Figura 7 – Registrazione del tremore vulcanico (stazione ECPN, INGV-OE) nel corso del mese di luglio 2024

Nel frattempo la sporadica emissione di volute di cenere continua dal Cratere di Nord-Est, mentre l’attività stromboliana dalla Voragine, ancora una volta, nella notte tra il 22 ed il 23 luglio, evolve in fontane di lava. Le esplosioni raggiungono un’altezza di varie centinaia di metri e una colonna eruttiva che si è attestata intorno agli 8 km s.l.m., disperdendosi inizialmente a ESE e ruotando dopo a SSE. E’ stata segnalata ricaduta di materiale fine in località Rifugio Sapienza, Piano Vetore, Contrada Milia, Nicolosi, Tremestieri Etneo e Catania. È il quarto parossismo consecutivo prodotto dal Cratere La Voragine in poco meno di un mese.

Il terzo picco (12 luglio) non raggiunge l’intensità di 100 mV e non viene annoverato tra i “parossismi”

Figura 8 – Mappa termica della zona sommitale dopo il 4 agosto 2024 (INGV-OE)

Nei giorni successivi, il nuovo cono prodotto dalla Voragine emette superbe volute di cenere nera e, malgrado l’impressione che il vulcano avesse ritrovato un certo equilibrio, nella prima mattina del 4 agosto, appena un mese dopo il primo parossismo, ricomincia la rapida crescita dell’attività, evolvendo in fontane di lava (5° parossismo). La colonna eruttiva si innalza nel cielo terso per 10 km di altezza e gli abitanti della zona orientale devono nuovamente subire danni a causa delle piroclastiti: nel paese di Zafferana Etnea, a 11 km dalla bocca eruttiva, i finestrini di diverse auto sono stati infranti dalla caduta di scorie di notevoli dimensioni! Alla sommità del vulcano, una colata lavica straripa verso NO e una colata reomorfica, costituita da brandelli di lava ancora caldi che si saldano tra loro fino a fluire, scorre tra il CNE e la Voragine (figura 8).

Trascorrono solo una decina di giorni, ed ecco che nuovamente, nel tardo pomeriggio del 14 agosto, il tracciato del tremore vulcanico si impenna in poche ore: s’intensifica l’attività stromboliana al cratere La Voragine, ed evolve rapidamente in fontana di lava (figura 9); poi, nel giro di circa cinque ore, dopo che nella fase più intensa la colonna eruttiva ha raggiunto un’altezza di circa 9.5 km s.l.m., tutto ritorna alla norma.

Figura 9 – le fontane e le colate di lava viste da Bronte nella notte tra il 14 ed il 15 agosto – Foto © Marisa Liotta.

Ancora una volta il versante meridionale, fino a Catania, viene ricoperto dai prodotti eruttati; ancora una volta l’aeroporto catanese diviene impraticabile, e nuovamente si assiste ad un trabocco lavico dall’orlo occidentale del cratere Bocca Nuova. Tutto “secondo copione”, si potrebbe dire, ed il sesto parossismo della serie viene archiviato.

I paesi pedemontani etnei, oltre ai disagi dovuti alle ricadute di scorie e di cenere, sono stati più volte messi in allarme da frequenti boati simili a quelli provocati da esplosioni: preoccupanti ma innocue manifestazioni acustiche (shockwawe), causate da violente decompressioni di grosse bolle di gas ad una velocità superiore a quella del suono. Un altro effetto di questi parossismi è stato l’aumento spettacolare dell’altezza dell’Etna con la rapida crescita del nuovo cono all’interno del cratere. Una recente rilevazione, effettuata tramite drone, ha dato il valore di 3403 m sul livello del mare (vedi Bollettino INGV del 15 settembre): un nuovo record a paragone dei 3357 metri del Cratere di Sud-est.

Un ringraziamento va a Boris Behncke e all’INGV-Osservatorio Etneo per la documentazione vulcanologica, a Giorgio Costa e a Marisa Liotta per le loro eccellenti foto.

APPENDICE

Scritti dell’Autore pubblicati dalla Revue de L’Association Volcanologique Européenne nel corso degli ultimi 25 anni:

Etna 1928: la destruction de Mascali – Santo Scalia (Revue de L.A.V.E. n° 77, febbraio  1999)

Images retrouvées du paroxysme de l’Etna le 4-5 juillet 1964 – Santo Scalia (Revue de L.A.V.E. n° 88, gennaio  2001)

La volcanologie sur l’Etna – Santo Scalia  (Revue de L.A.V.E. n° 191, settembre  2018) [vedi ilVulcanico del 7 ottobre 2018]

Etna: l’éruption de Noël 2018 – Boris Behncke, Santo Scalia et Jean-Claude Tanguy  (Revue de L.A.V.E. n° 193, marzo  2019) [vedi ilVulcanico del 21 aprile 2019]

Il y a 350 ans: l’éruption de l’Etna en 1669  – Jean-Claude Tanguy et Santo Scalia (Revue de L.A.V.E. n° 194, giugno 2019) [vedi ilVulcanico del 12 luglio 2019]

L’Etna en mai et jullet 2019 – Santo Scalia et Jean-Claude Tanguy (Revue de L.A.V.E. n° 195, settembre 2019)

Les paroxysmes de l’Etna en février-mars 2021 – Santo Scalia et Jean-Claude Tanguy (Revue de L.A.V.E. n° 201, giugno 2021) [vedi IlVulcanico del 20 luglio 2021]

Les Champs Phlégréens – Jean-Claude Tanguy et Santo Scalia (Revue de L.A.V.E. n° 214, giugno 2024) [vedi ilVulcanico del 3 luglio 2024]

Les paroxysmes de « la Voragine » (Etna) en juillet – août 2024 – Santo Scalia et Jean-Claude Tanguy (Revue de L.A.V.E. n° 216, dicembre 2024)

Con il titolo: la fontana di lava del 7 luglio dalla Voragine dell’Etna (foto © Giorgio Costa)

 

 

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