di Santo Scalia 

Nel 1928 Mascali – la città delle sette torri – era un florido ed industrioso paese del versante orientale dell’Etna. Il Comune contava varie frazioni: Nunziata (il più popoloso); Carrabba; Fondachello, la frazione a mare; Montargano; Puntalazzo; Santa Venera; Tagliaborsa (una exclave localizzata nel vicino comune di Giarre); Portosalvo e Sant’Anna, vicino a Riposto.

Nei primi giorni di novembre di quell’anno (tra il due ed il sei) avvenne la tragedia: l’Etna produsse una delle sue eruzioni di fianco, e le bocche effusive più basse si aprirono a soli 1200 metri di altezza, nella località denominata Ripa della Naca.

Da lì, un veloce fiume di fuoco – seguendo le linee proprie dell’idrografia della zona – si indirizzò verso la città. Come ci ricordava il compianto vulcanologo Professor Salvatore Cucuzza Silvestri, (nel corso del suo intervento alla Settimana speleologica catanese del 1975), se, anziché seguire il letto del torrente Pietrafucile (che più a valle cambia nome e diviene il tristemente famoso Vallonazzo), avesse imboccato il torrente Corvo, la colata lavica sarebbe passata poco più a sud, oltre la contrada Perazzo, tra quest’ultima ed il rilievo  noto come La Timpa.

Forse il destino della città di Mascali non sarebbe cambiato, dato che il Corvo confluiva comunque nel Vallonazzo; l’abitato sarebbe stato raggiunto da un angolo leggermente differente, ma sarebbe stato comunque distrutto. Certamente sarebbe stato tragico il destino di Nunziata, che invece scampò al pericolo.

Annunciazione dell’Incarnazione del Verbo alla Vergine Maria per bocca dell’arcangelo Gabriele. Gruppo statuario custodito presso la chiesa della Nunziatella (Foto S. Scalia)

Nunziata, come abbiamo già detto, nel 1928 era – ed oggi lo è ancora – la frazione più popolosa del Comune di Mascali. Oltre alla chiesa Madre (dedicata a S. Maria dell’Itria) vi sorgevano anche la chiesa del Calvario, la chiesa del Carmine (il Santuario  della Madonna del Monte Carmelo), le due chiesette private dellArcangelo Raffaele e di Santa Lucia e la chiesa dell’Annunziata, detta comunemente la Nunziatella. Quest’ultima ha radici molto antiche, risalenti all’epoca Normanna: allora Ruggero il Normanno, dopo che ebbe liberato dagli arabi il territorio di Mascali, donò la chiesa al Vescovo di Catania, il benedettino AnsgerioL’attuale edificio sacro è una costruzione tardo ottocentesca con l’interno a navata unica ed il corpo absidale orientato ad ovest; in esso è tuttora custodito, così come in passato, il gruppo statuario policromo raffigurante l’annunciazione della Vergine Maria.

Elaborazione dalla Carta topografica I.G.M. (Foglio N° 262, quadrante III, orientamento N.E.) del 1969

Il 9 di novembre (Mascali era stata distrutta tra il 6 ed il 7) avvenne un fatto che mise in allarme i nunziatoti: una sbavatura della colata – dovuta alla rottura di uno degli argini che si erano formati ai suoi lati – cedette, ed un flusso lavico s’indirizzò verso la parte alta del paese: proprio quella in cui sorgeva la Nunziatella!

Dal quotidiano La Stampa del 10 novembre 1928

I quotidiani pubblicati nei giorni successivi riportarono titoli e notizie veramente allarmanti: «Si prevede la distruzione di Nunziata» (La Stampa del 10 novembre 1928): «[…] La lava stasera minaccia in due punti: a nord, in alto, il nuovo braccio avanzante punta su Nunziata. Nunziata è quindi ghermita alle spalle a tradimento, aggirata ed attanagliata […]».

Dal quotidiano La Stampa dell’11 novembre 1928

«La muraglia di fuoco su Nunziata» (La Stampa dell’11 novembre 1928): «[…] A nord la situazione è del pari grave. Nunziata, la bella frazione montana del territorio di Mascali, per qualche giorno rimasta illesa, è da ventiquattro ore assalita alle spalle […]»

Cosa rimaneva da fare, alla popolazione scampata al gravissimo pericolo dei giorni precedenti? Invocare l’aiuto del cielo. Così, le statue dell’arcangelo Gabriele e della Vergine Maria furono portate in processione, incontro al nuovo pericolo. Anche il quotidiano francese Le Monde riportò la notizia dell’evento: «[…] la popolazione di Nunziata era raccolta per una cerimonia altamente tragica nella sua poesia. […] La folla in ginocchio prega ardentemente per la salvezza del paese» (da Francesco FicheraMascali la città sepolta).

La foto realizzata dal sacerdote Don Giuseppe Patanè (Collezione S. Scalia)

Patri Don Pippinu (il sacerdote Don Giuseppe Patanè), oltre ad essere l’arciprete della chiesa madre di Nunziata, si dilettava di fotografia. Grazie alla sua opera, possiamo oggi avere una testimonianza della manifestazione di fede della popolazione minacciata.

Retro della foto realizzata dal sacerdote Don Giuseppe Patanè (Collezione S. Scalia)

Sul retro della fotografia è riportata la seguente didascalia: «Cartolina Ricordo della prodigiosa liberazione del paese di Nunziata (Catania) dall’eruzione dell’Etna del 4 Novembre 1928 per intercessione della Padrona (sic) Maria S.S. Annunziata. Fot. Sac. Giuseppe Patanè». Nella Fotogallery si può ammirare una versione della stessa foto, abilmente colorata dall’amico Sascha Di Bartolo.

Dal Corriere di Catania (11 novembre 1928)

Fu vero miracolo? Il confine tra il miracoloso ed il naturale, tra l’intervento soprannaturale e l’evento dovuto a particolari condizioni fisiche, è molto sottile; diviene nettamente visibile solo alla luce della fede. E qui non andiamo oltre.

Per chi volesse saperne di più sugli eventi legati all’eruzione del 1928 e alla distruzione della città di Mascali consigliamo qualche buon libro.

Francesco Fichera – Mascali la Città sepolta (1988)

Mascali: Novembre 1928 I giorni dell’eruzione (1999)

Autori Vari – Città di Mascali – Quaderno di studi (2013)

Autori Vari – Etna 1928-2018 – A 90 anni dall’eruzione e dalla ricostruzione di Mascali (2020)

Vale inoltre la pena consultare, sugli argomenti sopra esposti, il validissimo sito internet dell’Associazione Mascali 1928 , nonché il sito dell’Associazione Cento Campanili.

 

Con il titolo: da destra a sinistra, dal basso verso l’alto: Mascali, Nunziata e l’Etna (dal sito del Comune di Mascali)

 

 

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