di Giuseppe Riggio

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Loro uguali a noi, con le stesse passioni, le medesime mete, probabilmente simili emozioni. E’ stato questo il primo messaggio che ci ha trasmesso il fondo fotografico Ronsisvalle. Appena il nipote dell’autore delle immagini, Augusto Motta, iniziò a passarci -ad una ad una- quelle minuscole stampe risalenti agli anni Trenta del Novecento è stato come rivedere le nostre stesse escursioni, le traversate con gli sci che amiamo tuttora compiere. Solo che in quelle piccole foto ci sono i montanari etnei di un paio di generazioni prima delle nostre.

Autore un borghese catanese: Piero Ronsisvalle, classe 1912, professione impiegato di banca. Non un aristocratico dunque, nemmeno una studioso accademico. Le sue immagini dimostrano che ormai da oltre un secolo i montanari etnei hanno cittadinanza sull’Etna. Una sequela di appassionati e cultori del vulcano che si è certamente ingrossata negli ultimi anni, ma che ha iniziato i suoi cammini da molti decenni. Con l’Associazione Etnaviva abbiamo quindi pensato che quel fondo fotografico, nato in  giornate piene di gioia, meritava di essere conosciuto. Abbiamo scrutato le foto,  ingrandito e interpretato le brevi note che si trovano riportate a matita sul retro ed alla fine abbiamo fatto stampare trenta pannelli che costituiscono la mostra “Passione in bianco-nero, i montanari etnei degli anni Trenta”.

Nell’insieme pensiamo che l’esposizione racconti bene l’entusiasmo che pervase il decennio fascistissimo dei Trenta alle pendici dell’Etna. Quando il Club alpino – in ottimo rapporti con il regime e spinto da soci motivati- realizzò due rifugi sul vulcano e mentre i primi sci di legno introducevano una novità straordinaria nella frequentazione invernale della montagna. Insomma anni di grande fermento sul nostro vulcano. In quel periodo Piero Ronsisvalle, magro e muscoloso, si faceva ritrarre e ritraeva i suoi compagni di escursione, fra cui anche Aurelio Zizza, e le due sorelle che lo accompagnavano pure nelle giornate più faticose. Una compagnia femminile questa, sui sentieri e sulle distese di neve, che non era così rara in quegli anni, a dimostrazione di una società catanese che aveva un certo grado di apertura, dove anche la presenza di attività economiche votate all’esportazione (sia di vino che di agrumi) portava ad avere relazioni con gli ambienti del nord Europa.

Trifoglietto, palestra scuola di roccia con Piero Ronsisvalle

Senza dimenticare che le gite  raccontate da Piero Ronsisvalle con la sua scatola “magica” marca Kodak erano state rese ben più agevoli dalla costruzione dell’autostrada dell’Etna, come venne giustamente chiamata per distinguerla dai tracciati realizzati per muli e carretti. Da Nicolosi sino alla Casa cantoniera di quota 1900 si andava ormai in autobus sin dall’ottobre 1934. Una domenica dopo l’altra Piero partiva instancabilmente per la montagna, frequentando non solo l’area della Cantoniera, ma anche la Valle del Bove (bellissima la foto della discesa in corda doppia sui dicchi intorno al Castello) e la pineta di Linguaglossa, con il suo bosco attraversato da teleferiche e sfruttato intensamente per il prezioso legname. Due immagini immortalano anche la discesa di Piero dentro il cratere centrale (allora ben diverso da quello attuale) con tanti amici che facevano scorrere la corda che lo accompagnava  dentro la voragine.

Che il clima ad un certo punto fosse ormai cambiato si capisce dalla foto che ritrae le esercitazioni di tiro davanti al nuovo rifugio Menza in Valle del Bove. Giovani forti e baldanzosi, temprati dalla montagna, si ritrovarono in poco tempo coinvolti nella spirale della guerra al mondo. Piero partì, lasciando il suo impiego in banca. Le piccole stampe che conservò in una capiente scatola di cartone sono l’unico ricordo che lasciò alla sua famiglia. Andò infatti a morire trentenne nella campagna di Russia, venne dichiarato scomparso nel 1942 e le sue spoglie non sono mai tornate sull’amato vulcano.

Nella stupenda foto con il titolo, Piero Ronsisvalle nel 1938 e, sullo sfondo, l’edificio che dopo la guerra sarebbe diventato il Rifugio Sapienza.

La mostra “Passione in bianco-nero” dopo essere stata esposta a Catania e Nicolosi farà tappa in altri comuni etnei nei prossimi mesi, per info aggiornate www.etnaviva.it.

Giuseppe Riggio

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