FONTE: https://ingvvulcani.com/ 

di Marco Neri

La Bocca Nuova dell’Etna, uno dei quattro crateri sommitali del vulcano, da alcuni giorni mostra un nuovo, piccolo cratere di collasso (in inglese pit crater) da cui viene emesso abbondante gas caldo in pressione.
Il nuovo cratere si è formato in prossimità della porzione meridionale dell’orlo craterico della Bocca Nuova, quindi in posizione distante rispetto al centro di questo cratere sommitale. Perché ciò accade?

figura 1 - Schema semplificato del sistema di alimentazione magmatica della Bocca Nuova (Etna), nel luglio 2023. Il “nuovo cratere di collasso” (“pit crater” in lingua inglese), indicato con la freccia a sinistra, si è formato a metà luglio in prossimità della porzione meridionale dell’orlo craterico. Fotografia di Giò Giusa.
Figura 1 – Schema semplificato del sistema di alimentazione magmatica della Bocca Nuova (Etna), nel luglio 2023. Il “nuovo cratere di collasso” (“pit crater” in lingua inglese), indicato con la freccia a sinistra, si è formato a metà luglio in prossimità della porzione meridionale dell’orlo craterico. Fotografia di Giò Giusa.

 

Per cercare di comprenderlo, ripercorriamo brevemente la storia e la vivace dinamica di questa bocca sommitale. La Bocca Nuova ha iniziato la sua attività oltre cinquant’anni fa, nel 1968; all’inizio si trattò solo di uno sprofondamento incandescente del terreno, ampio una decina di metri e localizzato sul fianco occidentale esterno del “Cratere Centrale”. Poi, col tempo, questa bocca “nuova” (perché prima non esisteva) si è progressivamente allargata, erodendo la zona circostante e congiungendosi con il Cratere Centrale, del quale oggi fa parte, e raggiungendo un diametro massimo di ben 500 metri!
Ma quindi, perché si è aperto questo nuovo cratere di collasso così eccentrico? Ciò avviene a causa della geometria del sistema di alimentazione superficiale che regola l’attività vulcanica (figura 1). Infatti, la Bocca Nuova può essere immaginata come una grande depressione a forma di “imbuto” larga 500 metri e profonda almeno 200 metri che comunica, in basso, con il condotto centrale del vulcano. Il cratere alterna fasi in cui si riempie di lava fino all’orlo, quando il magma risale fino a raggiungere la superficie ed erutta, e fasi in cui esso collassa, quando il livello del magma scende all’interno del condotto centrale. Di conseguenza, il collasso del fondo della Bocca Nuova mette a nudo le sue pareti interne.
Negli anni scorsi la Bocca Nuova si è riempita di lava e piroclastiti che si sono solidificate al suo interno formando una superficie abbastanza piatta e regolare, mentre negli ultimi mesi mostra la propensione a “collassare” verso il basso, formando crateri interni più o meno ampi che liberano in atmosfera una grande quantità di gas vulcanici. Questi crateri interni si formano più facilmente al centro della Bocca Nuova, ovvero sulla verticale del condotto di alimentazione che consente al magma di raggiungere la superficie.
Occasionalmente, però, si formano crateri di collasso anche in prossimità dell’orlo e delle pareti interne alla Bocca Nuova, laddove esiste già una discontinuità strutturale (ovvero delle fratture) che facilita l’intrusione dei gas magmatici. Giunti in superficie, i gas formano fumarole emergenti da fessure semicircolari parallele all’orlo craterico. Dove le fratture sono più aperte, esse possono determinare il crollo delle rocce soprastanti formando, quindi, crateri sub-circolari come quello schematizzato nel disegno in figura.

il giorno 20 luglio alcuni colleghi dell’INGV Osservatorio Etneo hanno effettuato un sopralluogo sul posto e riprese della nuova bocca, visibili in un video di Boris Behncke pubblicato nel canale YouTube INGVvulcani.

Con il titolo: Etna 22 luglio 2023, velata dalla foschia per la cappa di caldo (foto di Gaetano Perricone) 

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