di Gaetano Perricone
La storia della domenica è una romantica, anche un po’ commovente, storia d’amore per la natura … e per la vita ! Molti etnei la conoscono, ma oggi la propongo con molto piacere per tutti i lettori del Vulcanico.it.
Protagonista è Etna Saito, una ipovedente giapponese particolarmente nota sulla Muntagna per aver vissuto sull’Etna per 18 anni e per il suo grande amore per il vulcano siciliano, testimoniato proprio dal suo nome. Che volle cambiare in omaggio al luogo che, a suo dire, le cambiò la vita e che oggi fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco – anche se sappiamo bene che nell’immaginario e nel sentire collettivo l’Etna è da sempre patrimonio dell’umanità intera – questa dolcissima signora mutò il proprio nome originario con quello del Vulcano attivo più alto d’Europa. Decise di chiamarsi Etna …
E il suo innamoramento, la sua passione per questo luogo magico – scelto per una vera e propria attrazione fatale quando lasciò il suo Giappone – arrivò al punto … che decise di sposare il “suo” Vulcano. Nelle bellissime e suggestive foto che pubblichiamo qui e in homepage, per le quali ringraziamo la nostra amica giapponese, vediamo Etna Saito celebrare sul bordo del Cratere Centrale il 21 giugno del 2004 (erano presenti sette testimoni) il suo simbolico e commovente matrimonio, a testimonianza di un infinito amore. “Abbiamo pregato per la pace fra l’uomo e la natura“, spiega oggi la dolce Etna, ricordando quel giorno straordinario.
Rientrata da qualche tempo a Tokyo e divenuta nel frattempo eccellente maestra di lira, strumento musicale antico e affascinante che in Giappone ha una grande tradizione, Etna Saito è tornata circa un anno e mezzo fa sulla “Muntagna” insieme ad altre due artiste giapponesi e ha ritrovato i suoi tanti amici di allora in occasione di una serata memorabile: un bellissimo e suggestivo concerto di lira nella sede del Parco dell’Etna, l’ex Monastero Benedettino di Nicolosi, che organizzammo – ho contribuito personalmente all’iniziativa con grande impegno ed entusiasmo – il 7 agosto del 2015, “I suoni angelici”, omaggio musicale delle tre artiste all’Etna e al vulcano Fuji, la grande montagna sacra del Giappone, iscritte entrambe alla World Heritage List, il Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, a giugno del 2013 e a distanza di un giorno (il Fuji il 20, l’Etna il 21) e che hanno avviato un suggestivo percorso di gemellaggio. Singolare coincidenza: la Muntagna siciliana è stata ufficialmente proclamata sito naturale del Patrimonio Mondiale Unesco esattamente 9 anni dopo il matrimonio celebrato dalla signora giapponese …
In quella occasione, Etna Saito è stata anche prestigiosa ambasciatrice dal Giappone con la lettura del messaggio inviato alla presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia (che aveva a sua volta lanciato con una sua lettera la proposta di un incontro culturale, scientifico e di comune promozione tra i due famosi vulcani) dal presidente del Club Fujisan Takayasu Okushima.
Nel’emozionante messaggio, letto in italiano dalla coordinatrice dello staff Unesco del Parco Agata Puglisi, Okushima scrisse, tra l’altro, “…Due famosi vulcani sono stati apprezzati come nostri tesori da trasmettere alle future generazioni. Si può dire che il Fuji e l’Etna sono gemelli o montagne sorelle. Il Fuji e l’Etna sono montagne iconiche e sono sempre state fonte d’ispirazione per la gente. Il legame tra le “sorelle” Fuji e Etna potrebbe contenere valori importanti. Guardiamo a ulteriori sviluppi di amicizia e cooperazione”.
La nostra carissima Etna Saito rappresenta dunque il simbolo vivente di questo straordinario filo che unisce due luoghi lontanissimi, ma ugualmente magici, “montagne sorelle” di fascino unico, oggi di “eccezionale valore universale” anche per l’Unesco, da sempre luoghi appartenenti al mondo intero per la gente che ama la Grande Bellezza e la Sacralità della natura.
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