(Gaetano Perricone). Domenica scorsa ho visitato, per meglio dire mi sono goduto, le splendide mostre (promosse dall’INGV e dall’Associazione Mascali 1928 dell’instancabile Leonardo Vaccaro), che tra scienza e storia, natura e antropologia, narrazione scientifica e giornalistica, celebrano in modo completo e appassionante i 90 anni della grande eruzione dell’Etna che, nei primi giorni di novembre, distrusse Mascali. E grazie alla squisita accoglienza del sindaco Luigi Messina, che ci ha materialmente aperto le porte del Municipio, il fotografo Vito Finocchiaro mi ha fatto vedere in anteprima la sua affascinante mostra – poi inaugurata nel pomeriggio – dal significativo titolo “La Linea Rossa”, che attraverso lo sguardo e l’obiettivo sulla Mascali di oggi, tra natura e storia e con un accostamento con i luoghi di ieri, ci trasporta ai drammatici eventi dei primi giorni del novembre 1928. Con un “taglio” antropologico, che supera l’analisi scientifica e vulcanologica dell’evento per raccontarci le tradizioni e l’anima mascalese, per sempre segnata dall’eruzione del 1928.
“La Linea Rossa” mi è molto piaciuta nella sua originalità e nei contenuti forti ed emozionanti. Ho chiesto a Vito, professionista di valore con un forte legame con la sua comunità e con l’Etna, di potere pubblicare sul Vulcanico le immagini più significative e simboliche della mostra, visitabile al Comune di Mascali. La sua disponibilità è stata immediata e il risultato è la bellissima fotogallery che potete ammirare, accompagnata qui a seguire da una breve presentazione. Ringrazio di cuore Vito Finocchiaro e vi invito, se avete tempo, a passare qualche ora a Mascali per capire di più, grazie a queste importanti e preziose esposizioni, su un evento fondamentale per la storia dell’Etna e della Sicilia.
di Vito Finocchiaro
“[…] La sera del 4 novembre si aprì il terzo segmento della fessura, lungo appena 100 metri, a una quota ancora inferiore (1200 metri s.l.m.), in località Ripa della Naca. […]Alle undici e trenta del 5 novembre la colata aveva raggiunto una lunghezza di 6 chilometri e una velocità di avanzamento di 0,46 chilometri orari. Il fronte attivo era sceso a una quota di 350 metri s.l.m. Quel giorno il paese di Mascali venne evacuato.
[…] Alle dieci e trenta la colata aveva percorso 7,3 chilometri e il fronte si trovava ad una quota di 130 metri s.l.m.[…][…]Durante i 17 giorni di attività furono eruttati complessivamente circa cinquanta milioni di metri cubi di lava, con un tasso effusivo medio di 38,5 metri cubi al secondo, che coprirono un’area totale di 4,38 chilometri quadrati. Il costo dei danni provocati dall’eruzione è stato stimato in circa 160 milioni di lire dell’epoca”
(Da “L’eruzione dell’Etna del 1928 e la distruzione di Mascali” di Stefano Branca)
A novant’anni di distanza, “La Linea Rossa. Un viaggio nella storia”, ripercorre i giorni di quella che fu una delle eruzioni più distruttive dell’Etna degli ultimi secoli. Un dialogo tra immagini, dell’epoca e di oggi, che vuole far rivivere uno dei momenti più tristi e drammatici della storia del nostro territorio… Un salto indietro nel tempo, dove i colori investono i sensi e riportano alla mente sentimenti e sensazioni. Un tempo dove fede e speranza hanno accompagnato i giorni più tragici di due Comunità, il cui destino è stato accomunato da una fatale Linea Rossa. Una rievocazione di stati d’animo, caos, concitazione e parole che risuonano nella mente …. Una lingua di fuoco che, a distanza di poco tempo, ha risparmiato un paese e ne ha travolto completamente un altro. Un’orrifica linea… una ferita che ha segnato e cambiato per sempre la storia di Mascali …
E’ nella notte tra il 2 e il 3 di novembre che, intorno alle 2.30 circa, si apre una bocca eruttiva a quota 1850 metri a Nord del Rifugio Citelli, dalla quale fuoriesce un impetuoso fiume di lava che si incanala nel Torrente Magazzeni e si dirige verso il Comune di Sant’Alfio. Tra lo sgomento e il terrore, la popolazione si affida alla protezione dei suoi tre Santi Patroni. In balia delle intemperie e della forza brutale del vulcano, una folla di pellegrini in lacrime porta le reliquie dei Santi in processione e si inginocchia davanti a quella lingua di brace che sta per divorare ogni cosa. Un boato scuote le viscere della terra. La gente fugge atterrita. Il cielo si tinge di rosso … sembra un’Apocalisse. Sotto una pioggia di acqua, fango e sassi ognuno tenta la fuga da quello che sembra un destino segnato, abbandonando ogni cosa. Le mani del Cristo, nella vecchia sagrestia…un monito contro la furia del Vulcano …
Improvvisamente la lava arresta il suo cammino. Si grida al miracolo. Un perenne ringraziamento per il pericolo scampato …
Sono le 21.00 circa del 4 novembre, si apre una nuova frattura ad una quota tra 1200 e 1400 metri, che raggiunge la zona di Ripa della Naca. Un fiume orrifico si dirige verso Mascali. Il paesaggio assume contorni lunari ed infernali. Il paese, ignaro, si prepara a festeggiare il suo Patrono… non sa, però, che il suo destino è già segnato. L’impetuosa e distruttiva discesa non si arresta… Un flusso, rosso e caldo come il sangue, si insinua lentamente ovunque. Un’agonia dolorosa. Il fronte lavico travolge decine di stabilimenti, seppellisce agrumeti, sgretola e inghiotte le case … Svaniscono i sacrifici di una vita; ognuno tenta di salvare piccoli frammenti del proprio passato… E’ il 6 di novembre, il giorno di San Leonardo. Paura e rabbia si impossessano della Gente che si inginocchia con speranza davanti a quella mostruosità che avanza. L’Etna resta sorda… LA LINEA ROSSA non si ferma. L’intero abitato viene completamente distrutto sotto gli occhi impietriti della popolazione. Le campane suonano l’ultimo rintocco a morte … La città viene sepolta insieme ai suoi ricordi.
Tra le righe di un vecchio diario, scritto dall’altra parte del Mondo, si tramanda il dramma di Mascali … La notizia della sorte toccata alla propria famiglia appresa da un giornale…per caso…in una “bella giornata di primavera”…
Sono passati novant’anni da quella fatidica data che ha segnato per sempre la storia del territorio siciliano. Una data che è sempre rimasta scolpita nella mia anima … Un giorno che è impresso dentro di me da quando rivivevo, nel racconto dei miei nonni, la triste sorte toccata al loro paese. Le parole e gli occhi velati da un dolore mai placato, hanno continuato a penetrarmi la mente per anni, suscitando in me un miscuglio di emozioni forti, dolorose, miste a curiosità e interesse, che mi hanno spinto a voler ripercorrere, attraverso le immagini, quanto accaduto alla mia famiglia, alla mia gente e alla mia terra in quei fatali giorni del novembre 1928….
©Vito Finocchiaro per Eikon Culture con la compartecipazione del Comune di Mascali – [email protected]
Con il titolo: la tradizionale processione di ringraziamento degli abitanti di Sant’Alfio, ritratta da Vito Finocchiaro, che si rinnova ogni anno. Momento particolarmente significativo nello storico rapporto tra la lava e la fede sull’Etna.
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