di Rosario Catania
Stento a crederci quando mi arriva una telefonata: dall’altra parte c’è Alessio Zucchini, popolare giornalista RAI, volto notissimo ai telespettatori, conduttore del Tg1 e di Uno Mattina estate.
“Abbiamo visto le sue imprese su internet (in particolare il Guinness World Record nella camminata nordica, n.d.r.) e ci chiedevamo se fosse possibile rilasciare una intervista, raccontandoci l’Etna, il suo legame con il vulcano, i miti e le leggende, insomma ci racconti una storia di questa montagna che sarà toccata dal 100° Giro d’Italia, ci porti a toccare la sabbia vulcanica”, mi dice.
Tremolante per l’emozione, ma ancor di più per il privilegio che mi è stato offerto, dico loro che li avrei portati dritti al cuore dell’Etna, dove i campioni del ciclismo sarebbero da lì a poco passati, per correre la quarta tappa del Giro d’Italia. Dico a Zucchini: “Andiamo a toccare con mano il vulcano attivo più alto d’Europa, patrimonio UNESCO”.
Breve incontro a Nicolosi, poi Alessio (così mi dice di chiamarlo), sale in auto con me e cominciamo a scalare i tornanti passando dinanzi la sede del Parco dell’Etna. A seguirci l’auto RAI, con gli adesivi del 100°Giro d’Italia. Ho raccontato la storia del Parco, la genesi di questo vulcano, le specie vegetali ed animali presenti, gli aneddoti, le leggende, ma soprattutto come noi viviamo quotidianamente questa terra in continuo movimento, avvolti, come stregati, in un incantesimo tra paura ed amore.
Quest’ultima parte ha letteralmente emozionato Alessio, gli si leggeva in viso, ascoltando le mie parole che commentavano l’immensità del paesaggio, che chilometro dopo chilometro, ammaliava la troupe e me stesso. “L’Etna va vissuta passo dopo passo, pedalata dopo pedalata, foto dopo foto. E Lei si lascerà conquistare…”, spiego a Zucchini, sempre più affascinato dalla Muntagna.
Raggiunti i crateri Silvestri, tra sguardi incuriositi dalle telecamere che riprendevano, ci siamo fermati e posti l’uno dinanzi all’altro, con il vento che ci scagliava contro la tagliente sabbia vulcanica, siamo rimasti un attimo in silenzio, poi ho detto loro di guardare oltre il cratere, fino al mare, per capire come tutto esiste secondo una genesi continua, di distruzione e rinascita…. Ho detto loro, benvenuti nella Terra del Mito.
È stata un’esperienza indimenticabile, dal forte impatto emotivo, per lo scenario unico che l’Etna offre e per l’imponente macchina organizzativa che muove il Giro d’Italia. Un momento di confronto e crescita per tutti.
E così andando via, giù per il dolce pendio vulcanico, li ho accompagnati in direzione Bronte con il suo ‘oro verde’, poi le nostre strade si sono separate, e forse un giorno ci rivedremo ancora. Tornando a casa ho pensato a quanto sono fortunato a vivere in questi luoghi, ricchi di storia e di gente che ama questa montagna e che mi ha dato tanta conoscenza e formazione, perché oggi potessi parlare a nome di tutti, sapendo di essere visto da milioni di persone.
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