di Gaetano Perricone
Sabato 12 novembre torna con la quarta edizione “Meglio Parco che sporco”, la manifestazione, simbolica ma anche molto concreta sul campo, promossa e coordinata dal Parco dell’Etna con l’obiettivo di bonificare e ripulire dai rifiuti numerose aree degradate dell’area protetta e di lanciare a chi deturpa un forte messaggio di attenzione per la tutela e il decoro del territorio che circonda il sito iscritto nel 2013 nel Patrimonio dell’Umanità.
La manifestazione coinvolgerà intensamente le scuole dell’area protetta in iniziative di educazione ambientale legate ai temi di “Meglio Parco che sporco”. E, stando alle notizie venute fuori in fase organizzativa, pare che saranno centinaia e centinaia i ragazzi delle scuole del Parco che prenderanno parte alla manifestazione. Una … gioiosa macchina da guerra, che non farà certamente rimpiangere eventuali, poco esaltanti forfait di qualche istituzione locale.
Un appuntamento ormai consolidato, una giornata di grande e festoso coinvolgimento del territorio del Parco attorno al più alto Vulcano attivo d’Europa, il primo Parco regionale istituito in Sicilia. Una manifestazione, “Meglio Parco che Sporco”, ai cui valori e significati il Vulcanico è molto affezionato, avendo dato con molta convinzione il proprio contributo alla nascita e crescita della manifestazione. E anche in questa edizione sono concretamente ed emotivamente coinvolto.
Per l’Etna Patrimonio dell’Umanità e l’area protetta he lo circonda, come ho già scritto su facebook, la priorità assoluta deve essere proprio la tutela, pulizia, il decoro, l’immagine di un territorio di Grande Bellezza, che va dunque rigorosamente monitorato, controllato difeso, anche con duri interventi sanzionatori, contro tutti gli abusi, la deturpazione selvaggia, l’inciviltà diffusa, testimoniata da denunce pressoché quotidiane, di chi non rispetta la natura e mai l’ha rispettata.
Senza mai mollare un attimo sul fronte dell’educazione ambientale – ai comportamenti e alla fruizione corretta e rispettosa nei confronti della natura – dei giovani ma anche dei meno giovani, che resta l’impegno fondamentale per il Parco, mentre la pulizia del territorio e il suo controllo spettano istituzionalmente ad altri enti, rispettivamente i Comuni per la propria porzione dell’area protetta e il Corpo Forestale, organo di vigilanza.
Poi viene anche la valorizzazione del territorio, tra le quali si inseriscono iniziative su ampia scala di “messa in rete” tra vari attori del settore del turismo, dell’accoglienza e dell’enogastronomia, come quella promossa oggi dai Giovani Imprenditori della Confcommercio di Catania insieme al Parco dell’Etna nella sede dell’Ente, l’antico e affascinante ex Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena a Nicolosi, dal titolo “DestinazioEtna, dal sito Unesco al valore socio-economico della sua biosfera».
Vorrei però ricordare sempre e comunque a chi promuove queste iniziative che per l’Etna Patrimonio Mondiale dell’Umanità, luogo dunque riconosciuto dall’UNESCO “di eccezionale valore universale”, non c’è da inventare alcun marchio (non uso, per scelta dichiarata, la equivalente parola inglese sulla bocca di tutti …) perché … è già un marchio di valore planetario l’Etna stesso, il suo nome unico e amatissimo in ogni angolo del mondo, la straordinaria natura di questa meravigliosa macchina geologica, la sua magica capacità di mutare continuamente, la sua Grande Bellezza. Sviluppo del territorio, lo dico da assoluto incompetente dei meccanismi economici ma da conoscitore e umile divulgatore da molto tempo dei valori unici della Muntagna, significa a mio modesto sviluppare la massima cura e tutela di questi valori unici. Volano – ancora una parola che è un super luogo comune … – per l’Etna è l’Etna stesso.
Con la convinzione che nell’area protetta attorno al Vulcano sia ormai indispensabile “mettere in atto una rigorosa azione di vigilanza e un forte regime sanzionatorio, severo e continuo nel tempo”, le associazioni che parteciperanno sabato 12 novembre a “Meglio Parco che sporco” hanno condiviso un documento, una lettera-appello, che verrà inviata nei prossimi giorni al Prefetto di Catania.
Eccone, a seguire, il testo completo, che riteniamo utile divulgare per ampliarne la conoscenza e la ulteriore diffusione.
Gent./ma dott.ssa
Maria Guia Federico
Prefetto di Catania
SUA SEDE
Sabato 12 novembre si svolgerà la quarta edizione della manifestazione “Meglio Parco che sporco” che coinvolgerà tantissime associazioni di volontariato i cui soci puliranno il fazzoletto di terreno del Parco assegnato a ciascuna di esse. Alle associazioni si affiancheranno i rappresentanti di quasi tutti i Comuni che fanno da cintura al Vulcano, che contribuiranno fornendo gli automezzi necessari al trasporto dei rifiuti dai punti di raccolta collocati lungo le strade asfaltate fino alle isole ecologiche di pertinenza.
Quest’attività, svolta con cadenza annuale, benché ampiamente pubblicizzata, non ha però contribuito ad eliminare il fenomeno delle micro-discariche all’interno dei boschi (in genere addentrate di 50 – 100 metri), che immancabilmente si riformano nei mesi successivi e più in generale quello dell’indiscriminato abbandono di rifiuti ai bordi delle strade.
Sul piano educativo, solo per le nuove leve rappresentate da fanciulli in età scolare, l’attività di pulizia volontaria rappresenta ancora una fase di coinvolgimento emotivo e di acquisizione di consapevolezza verso il rispetto dell’ambiente. Negli adulti partecipanti a Meglio-Parco-che-sporco si affaccia viceversa lo scoramento, la rabbia, la sensazione di impotenza e quindi l’ipotesi della resa definitiva: sentimenti dovuti all’insufficiente controllo del territorio e alla mancanza di adeguati avvisi informativi lungo le strade principali di accesso.
E’ ormai evidente che la responsabilità è di una quota modesta, ma fortemente persistente, della popolazione che, per mera arretratezza culturale, ritiene che il bosco, o le superfici coperte da lava, siano il luogo naturalmente deputato all’abbandono dei rifiuti, in quanto sufficientemente lontano dai propri occhi.
Si rinnova così la sorpresa dei visitatori italiani e stranieri che periodicamente ci rinfacciano come, a fronte di uno straordinario patrimonio ambientale, unito ad un clima ineguagliabile che consente loro di vivere all’interno del Parco delle giornate indimenticabili, la nostra società non riesca a risolvere un problema di apparente grandissima semplicità. La sorpresa si traduce in lettere di censura o interviste ai media che suscitano nella maggioranza dei cittadini profonda umiliazione. La medesima indignazione coinvolge peraltro tutti i visitatori dell’Etna, che siano o meno forestieri.
I sottoscritti sono convinti che non si possa più accettare questa situazione. Per tale ragione la Dirigenza del Parco ed i rappresentanti delle associazioni di volontariato firmano il presente appello indirizzato alla S.V. per chiedere di individuare in via definitiva ed esplicita l’ente pubblico, con funzioni di polizia, che possa – e debba – mettere in atto una rigorosa azione di vigilanza e un forte regime sanzionatorio, severo e continuo nel tempo.
E allora … destinazione Etna pulita con “Meglio Parco che sporco 2016”.
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