(Gaetano Perricone). E’ una storia meravigliosa e molto emozionante, quella che vi raccontiamo. Dove la determinazione e la forza di una persona straordinaria che vuole superare i propri problemi fisici e raggiungere un grande obiettivo si fondono con l’immensa energia positiva dell’Etna Patrimonio dell’Umanità, pronta ad aprire le braccia e ad accogliere nel modo migliore questa figlia speciale. E’ una storia commovente che è un grande messaggio di speranza, ma anche una “lezione di vita”, come sottolinea il nostro bravissimo e altrettanto disponibile amico Vincenzo Greco, la più giovane Guida Vulcanologica d’Italia già ospite del Vulcanico, al quale abbiamo chiesto per il nostro blog una testimonianza “viva” sulla sua esperienza davvero unica di accompagnatore sulla vetta della Muntagna di Toni Krok, una donna sudafricana quarantenne affetta da sclerosi multipla, che con l’organizzazione da lei stessa creata e nell’ambito di una campagna internazionale contro questa malattia promossa da Actionchallenge in collaborazione con il le Guide Vulcanologiche Etna Nord e Etna Hiker, ha voluto effettuare l’ascesa alla sommità dell’Etna, spinta da una grandissima vitalità e motivazione per dimostrare a chi ha i suoi stessi problemi che “vincere si può”, che “bisogna rimanere positivi, concentrandosi su ciò che possiamo fare, piuttosto che su quello che non possiamo”. Ma ecco il bellissimo, appassionante racconto di questa avventura davvero fantastica, che resterà scolpita a caratteri cubitali tra le lave della nostra Muntagna. Ve lo proponiamo con un enorme Grazie a Vincenzo, Nikos, alle Guide e ai medici e a tutti coloro che hanno reso possibile la straordinaria impresa di Toni.
di Vincenzo Greco
“Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono (William Blake)”.
Non c’è nulla di più vero: in un mondo infarcito dai pregiudizi e dalle disparità, le montagne hanno il dono di annullare tutto. Questa è la storia di una donna di 40 anni di nome Toni Krok, nata a Johannesburg in Sud Africa, attualmente residente a Londra, madre di due ragazze di 13 e 10 anni, a cui è stata diagnosticata circa 10 anni fa la sclerosi multipla, che le impedisce di controllare in modo particolare il lato sinistro del corpo. Col tempo comprende che bisogna rispondere alla malattia, concentrandosi su ciò che è possibile fare: decide così di creare un’organizzazione chiamata MS positive volta ad aiutare le famiglie affette da sclerosi.
Lei sa di essere stata fortunata e ad oggi viene seguita e supportata da numerosi medici, ma desidera che anche gli altri possano godere delle stesse opportunità e possibilità di vita. Ms positive mette al primo posto le famiglie, concentrandosi sull’individuo e non sulla malattia, perché questo è ciò che fa Toni. Così arriva la decisione di confrontarsi con un vulcano attivo, insieme agli amici Janine Oppenheim e Pam Pines lancia una campagna di raccolta fondi dove chiunque poteva contribuire ad inviare il proprio contributo al fondo, anche attraverso il web, con la speranza di raggiungere almeno 30.000 sterline. La scelta cade sull’Etna.
L’iniziativa viene così introdotta tra i programmi della compagnia di raccolta fondi internazionali per la ricerca e la carità in Gran Bretagna, denominata ActionChallenge, gestita da Stefan Meigh, famosa per l’organizzazione di numerosi viaggi, in giro per il mondo, di singoli o gruppi, che inglobano anche delle sfide volte ad arricchire l’animo e le esperienze di ogni partecipante, il tutto con un unico grande scopo quello della generosità.
La sfida che ha visto protagonista Toni, parenti, amici e partecipanti all’evento, era quella di riuscire a coprire più di 50 km intorno al vulcano distribuiti in tre giorni (dal 5 al 9 ottobre scorso) con un dislivello positivo totale di almeno 2000 mt. Tutto ciò doveva comprendere il raggiungimento della vetta dell’Etna come obiettivo definitivo del terzo giorno di trekking, attraverso la collaborazione di due società di guide presenti sulla Muntagna. le Guide Vulcanologiche Etna Nord di cui faccio parte ed Etna Hiker gestita da Luca Cosma, il quale è stato direttamente avvisato proprio da Stefan Meigh che gli ha esposto il tutto.
La sera del 7 ottobre io e Luca ci siamo direttamente recati al Rifugio Sapienza per far sì che il tutto venisse pianificato nei minimi dettagli, in modo tale da garantire la riuscita dell’impresa. Una volta riuniti respiravo già un aria di positività, il medico però non esitò ad esporci le sue reali perplessità. Analizzammo i movimenti della donna sul suolo vulcanico, prestando attenzione ad ogni singolo dettaglio, specialmente sui cambi di pendenza in relazione alla morfologia del suolo sia in salita che in discese, cercando inoltre di capire quanto potesse influire sull’equilibrio un suolo instabile e scoriaceo, quali le colate di lava. Ogni singola situazione è stata meticolosamente studiata in relazione alle capacità motorie di Toni, il tutto insieme ai medici specialisti e a tutto lo staff dell’organizzazione. Dopo ore trascorse a parlare, finalmente le incertezze erano finite, tutto era pronto.
Il giorno successivo, la giornata era perfetta, neanche una nuvola in cielo. Insieme al mio collega Nikos Lo Giudice ci siamo subito recati a organizzare il gruppo e a conoscere Toni, che accompagnata dal suo fisioterapista sprizzava gioia ed eccitazione da tutti i pori. Siamo stati accolti da un grande sorriso, si è subito dimostrata confidenziale ed amorevole, quasi come se ci conoscesse da una vita. Il suo carisma ci ha subito contagiati, moriva dalla voglia di iniziare.
Una volta organizzati e fatte le dovute valutazioni, intorno alle 9,30 inizia la nostra escursione. Nikos aveva il compito più delicato quello di accompagnare e supportare insieme ai medici Toni durante l’attraversamento delle recenti colate di lava emesse dal Cratere di Sud Est. Intono alle 10 Toni, attraverso l’ausilio dei mezzi, raggiunge Torre del Filosofo.
La prima parte del trekking è stata sicuramente la più impegnativa sia per Nikos che per lei, mentre io mi occupavo dell’accompagnamento del gruppo che sosteneva la nostra protagonista. Toni in un’ora e quaranta minuti ha raggiunto quota 3000 metri e alle ore 12,40 circa eravamo già sull’orlo occidentale del cratere della Bocca Nuova, ad ammirarne la bellezza. E una volta in vetta, avendo saputo di aver superato anche l’obiettivo dei 50 km, Toni Krok ha affermato di sentirsi “la regina del mondo”, l’Etna le era entrata nel cuore.
Toni Krok ha dimostrato di possedere un’incredibile resistenza fisica, oltre che ad un’ottimo adattamento all’alta quota. Ha parlato e scherzato lungo tutto il percorso senza mai perdersi d’animo, non si è mai scomposta continuando ad avanzare inesorabile, mantenendo il pensiero della vetta fisso nella sua mente. Così è riuscita a portare a termine l’impresa. A fronte dell’ansia, a tratti dello sgomento di tutti i medici, parenti, amici e guide, è riuscita a vincere e superare le difficoltà, dimostrando forza e grande motivazione e laddove la situazione pareva complicarsi non ha desistito, mantenendo la fermezza, carattere e soprattutto il sorriso, addirittura in discesa lungo il sabbione, dove il pendio lo consentiva si è messa persino a correre. La sua forza di volontà le ha permesso così di raggiungere il suo obiettivo, aprendo una finestra di speranza verso chi lotta ogni giorno contro la sua stessa malattia.
Lei è la dimostrazione più forte ed evidente che tra il dire e il fare c’è di mezzo la volontà. La mente riesce ad abbattere i muri, non esistono inferiorità, se la realtà ti si rivolta contro è bene affrontarla con determinazione e vedrai che la soddisfazione di aver raggiunto la meta fino a quel momento considerata irraggiungibile ti regalerà un’esplosione di emozioni. Come ha detto Toni dopo aver ultimato la sua impresa, “bisogna rimanere positivi, concentrandosi su ciò che possiamo fare, piuttosto che su quello che non possiamo”. In definitiva il gruppo ha percorso oltre 60 km in soli tre giorni, mentre il successo della conquista dell’Etna ha raggiunto la soglia delle 75.000 sterline, un risultato a dir poco eccezionale.
Questa storia resterà per sempre incisa tra le rocce del nostro vulcano. La nostra calda e superba montagna ha accolto, osservato e reso possibile con il suo grande abbraccio la realizzazione di una iniziativa dal valore che non ha eguali. In fondo l’Etna insegna che di fronte alla maestosità del vulcano, non esiste distinzione alcuna, siamo tutti uguali, nessuna inferiorità. L’Etna è per tutti come giusto che sia.
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