di Sergio Mangiameli
Faglie assassine ieri, fiumi assassini oggi. Non importa se sia stato il Tg nazionale o il quotidiano locale. E’ stato detto e scritto così, ed è gravissimo. Inaccettabile per questi comandamenti, che dovrebbero essere scolpiti nella cultura dei professionisti e nella coscienza degli uomini. Tutti.
Uno. La natura non ha volontà, l’assassino sì.
Due. La cultura sociale passa anche da una corretta comunicazione. E’ più pericoloso un titolo giornalistico sbagliato così, che un se-avrei detto al microfono, o scritto in classe. Attribuire volontà di killeraggio alla natura significa deresponsabilizzare gli uomini.
Tre. La gestione della natura, cioè del nostro ambiente, richiede cultura specifica, cioè conoscenza dei meccanismi fisici e chimici che possono modificarla.
Quattro. L’approccio all’ambiente vuole rispetto, altrimenti le conseguenze si pagano in termini di vite umane e danni a manufatti e colture.
Cinque. La natura è un organismo vitale, che va curato.
Sei. I tempi della natura non coincidono sempre con quelli umani: la memoria della Terra è profonda milioni di volte più di quella che può contenere un uomo, o essere tramandata dagli stessi uomini. Un paesaggio di un milione e mezzo di età è giovane, ma il genere l’Homo è comparso più o meno nella stessa epoca. Mentre la Terra ha quattro miliardi e mezzo di anni.
Sette. La natura non si combatte, ma si capisce.
Otto. La natura non serve, ma ci serve.
Nove. La natura è la nostra ispirazione e il nostro futuro.
Dieci. La natura siamo noi.
P.S. Non siamo al punto di non ritorno, perché se c’è ancora l’uomo, c’è ancora speranza.
Con il titolo: il fiume Milicia. Qui accanto: la foresta degli abeti rossi di Paneveggio (dal web). la famosa “foresta dei violini”
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